Gli antichi avevano intuito la vera natura dei fossili?

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Gli antichi avevano intuito la vera natura dei fossili? Riguardo alla questione osserviamo due diversi atteggiamenti: Interpretazione basata sulla ragione Interpretazione basata sul mito

Interpretazione mitica: Partiamo dalla questione dei Grifoni, interpretazione mitica nata a seguito del ritrovamento di ossa che oggi possiamo attribuire probabilmente al preistorico protoceratops.

Questi mitici animali vennero definiti come: Rapaci con la funzione di custodire l’oro (Erodoto, “Storie”) “Silenziosi cani di Zeus” provvisti di aguzzi becchi (Eschilo, “Prometeo Incatenato”) Animali con becco ad uncino che gettano in aria l’oro costruendo i loro nidi (Plinio il Vecchio) Animali simili a leoni ma con becco e ali di aquila (Pausania “Periegesi della Grecia”)

Proseguiamo con la questione del ritrovamento di grandi ossa, attribuite spesso per le enormi dimensioni a giganti ed eroi come nel caso di Aiace (Pausania, “Periegesi della Grecia”). In realtà esse appartengono probabilmente ad un mastodonte o ad un rinoceronte del Miocene. Anche Svetonio ne parla nella “Vita dei dodici Cesari” a proposito delle collezioni fossili dell’Imperatore Augusto chiamandole “Ossa dei Giganti” ed “Armi degli Eroi”.

Parliamo infine delle Glossopetre, denti fossili di squalo Miocenico su cui Plinio il Vecchio (“Naturalis Historia”) riporta la diceria (ma afferma di non crederci) secondo la quale piovevano dal cielo nelle notti di luna piena. Anche Giovenale (“Satira XIII”) e Livio (“Ab Urbe Condita”) parlano di episodi simili.

Ma già il mito contiene i presupposti per un’interpretazione razionale: come ci ricorda Jean Pierre Vernant, molti studiosi, fra cui F. M. Cornford, hanno messo in evidenza che la frattura tra mithos e logos è molto meno netta di quanto si credesse. Citiamo anche la nozione di “lithinos thanatos” (Morte di pietra) prendendo in considerazione l’esempio del kolossos,una statua di pietra che veniva posta nelle tombe nel caso in cui il corpo non venisse ritrovato e che costituiva quindi un doppio del defunto, proprio perché la pietra rispecchia la freddezza del cadavere. L’associazione tra la pietra e la morte è fondamentale per capire che alcuni avevano compreso, o per lo meno sospettato, che i reperti fossili appartenevano a creature realmente esistite.

Interpretazione razionale: La filosofia, fin dai primi sapienti di scuola ionica (Senofane) sostitusce alle simbologie del mito le ricostruzioni del logos. Aristotele nei Meteorologica elabora una teoria complessa ed articolata sulla formazione dei fossili, che per lui sono però quelle rocce e minerali generalmente non metallici che sono raccolti “scavando” nella Terra. Tá oryktá. In Meteor. IV, 388b 20-23 il filosofo sottolinea che nell’ambra si trovano spesso imprigionati degli animaletti.

Esempi che testimoniano la presenza di un approccio razionale a certi problemi, accanto a quello mitico, sono in Erodoto ed Ovidio; entrambi infatti ipotizzano, in seguito al ritrovamento di conchiglie sulla terraferma o sui monti, che quelle aree fossero state un tempo ricoperte dal mare. “Io ho visto farsi mare ciò che un tempo era terraferma, ho visto terre nascere dal mare, ho visto che lontano dai flutti vengono alla luce conchiglie marine e che si trovano antiche ancore in cima ai monti.” (Ovidio, “Metamorfosi”)

Concludiamo affermando che una lettura diretta dei testi antichi, che sia interdisciplinare, rendendo complementari le competenze dei filologi e dei naturalisti, può aggiungere nuovi ed interessanti elementi alle nostre conoscenze. Chiara Casali - Teodora Stefanelli – Ilaria Stronati