Russia e CIS Un ponte tra nuovi e vecchi mercati? Emanuele Baldacci Chief Economist SACE Milano, 5 ottobre 2006
22 Un ponte tra vecchi e nuovi mercati
33 I temi La regione oggi Dopo lURSS Rischi e fattori di mitigazione Outlook
44 Il quinto mercato mondiale PIL 2005 (mld US$, PPA ) PIL pro capite 2005 (US$, PPA) Popolazione 2005 (mln) Fonte: FMI (WEO)
55 Più reddito dellItalia
66 Crescita economica: a gonfie vele n.d.
77 Ma la competitività è un problema
88 Le migliori condizioni fiscali tra i principali mercati ….ma è leffetto petrolio
99 Scambi commerciali: il ruolo dellenergia
10 Area euro (e Italia) mercato di sbocco
11 Forti movimenti di capitali
12 Mercato di destinazione IDE netti: petrolio e infrastrutture
13 Interscambio Italia – Russia: forte concentrazione settoriale
14 Export Italia: meccanica e abbigliamento
15 Import italiano: energia e metalli
16 Interscambio: Italia – altri CSI
17 Export Italia negli altri CSI: meccanica e metalli
18 Import italiano dai CSI: ancora energia e metalli
19 Country Doing Business Δ rank United States 330 UK 65 Japan Germany 21 0 Armenia France Georgia Spain 3938 Kazakhstan Italy Kyrgyz Republic China Russia Azerbaijan Moldova Brazil Ukraine Belarus Tajikistan India Fonte: Doing Business 2007
20 Country EnterprisesMarkets and tradeFinancial institutions Infrastruc ture large- scale privatisati on small- scale privatisati on Governan ce & enteprise restructur ing Price liberalisati on trade and foreing exchange system Competiti on policy Banking reform & interest liberlisati on Securities markets & non-bank institution s Infrastruc ture reform Armenia Azerbaijan Bielorussia Georgia Kazakhstan Kyrgyz Republic Moldova Russia Tajikistan Turkmenistan Ukraine Fonte: EBRD Note: I transtion indicator oscillano tra 1 e rappresenta un cambiamento minimo o nullo da un sistema economico pianificato, mentre 4+ rappresenta gli standard di una economia di mercato. EBRD: Transition Indicators
21 I temi La regione oggi Dopo lURSS Rischi e fattori di mitigazione Outlook
22 La lunga marcia del reddito PIL (mld US$, PPA)
23 E quella (più lenta) del reddito pro capite PIL pro capite (mld US$, PPA)
24 Inflazione sotto controllo? Inflazione media annua (%, )
25 Dal deficit allavanzo fiscale Bilancio Pubblico/PIL (%, 1995; 2005)
26 Più apertura commerciale
27 Più import dai mercati avanzati * PS: Paesi sviluppati (UE-25, USA, Canada e Giappone) ** SEE: Sud-Est europeo Fonte: UNCTAD
28 In forte crescita lexport verso i mercati sviluppati * PS: Paesi sviluppati (UE-25, USA, Canada e Giappone) ** SEE: Sud-Est europeo Fonte: UNCTAD
29 Boom di investimenti diretti…
30 …e di IDE netti
31 Minore vulnerabilità esterna
32 Forte aumento delle riserve Russia: nel 1995, 17 miliardi di dollari nel 2005, 182 miliardi di dollari. Riserve valutarie (mnl US$, 1995; 2005)
33 Sistema finanziario in forte miglioramento Fonte: EBRD Transition Report 2005
34 I temi La regione oggi Dopo lUrss Rischi e fattori di mitigazione Loutlook
35 I Rischi Hard landing globale: effetti sulla regione Petrolio: riduzione prezzi rischio maggiore (soglia 30 dollari al barile?) Controllo politico economia: peggioramento business climate nei settori strategici Trasparenza e corruzione: pochi passi avanti Conflitti etnico/religiosi/locali: un fattore persistente Sistema bancario: ancora molto da fare
36 Fattori di mitigazione Crescita economica sostenuta: spillover settoriale non-oil? Riforme strutturali e macroeconomiche: effetti di lungo termine Società civile: un nuovo ruolo? Le rivoluzioni colorate e i giovani Integrazione regionale: un altro big player su scala mondiale? Integrazione mondiale: Russia-Cina il futuro
37 Outlook Positivo, ma con rischi politici Mercati di sbocco importanti Forte integrazione con Europa: culturale, economica Settori tradizionali: energia domina Rischi non economici prevalgono Riforme e stabilità: effetti nel medio termine
38 Local offices: Milano:tel.: fax: Mestre: tel.: fax: Torino: tel.: fax: Modena:tel.: fax: Piazza Poli, 37/ Roma tel.: fax: SACE Grazie per lattenzione… Piazza Poli, 37/ Roma tel.: fax: SACE BT Per ulteriori info: Tel.: Contatti
Russia e CIS Overview del rischio paese Lorenza Chiampo Resp. Rischio Paese SACE Milano, 5 ottobre 2006
40 Russia e Ucraina Bielorussia e Moldavia Asia centrale: Kazakistan, Kyrghizistan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan Caucaso: Armenia, Azerbaijan e Georgia Outlook regionale
41 Russia Consistenti surplus fiscale e corrente, grazie alle entrate del settore oil&gas. Riserve a livelli record, che alimentano il Fondo di Stabilizzazione. Prepagamento del debito nei confronti del Club di Parigi: la Russia è ora un paese creditore e impone il proprio ruolo a livello internazionale. Graduale consolidamento del sistema bancario. La crescita rallenta a causa di vincoli alla capacità produttiva. Afflussi di investimenti esteri inferiori al potenziale, a causa del contesto operativo ancora poco trasparente. Politica energetica aggressiva: le Autorità intendono rinegoziare gli accordi stipulati negli anni 90 con le multinazionali petrolifere.
42 Secondo Fitch il giudizio assegnato alla Russia era constrained da deficienze strutturali e rischi economici, quali: dipendenza dalle risorse naturali, che rende vulnerabile leconomia in caso di bruschi cambiamenti nei prezzi delle commodities e pone il Paese di fronte a sfide di natura macroeconomica, di governance, di competitività, di diversificazione delleconomia; fragilità del sistema bancario, malgrado la rapida crescita; difficile clima per gli investimenti aggravato da burocrazia, corruzione e incertezza sulla rule of law; incertezze in ordine alle prospettive di crescita nel lungo periodo a motivo della lentezza delle riforme strutturali, del crescente ruolo dello Stato nelleconomia e del livello relativamente basso di investimenti/PIL.
43 Ucraina Forte potenziale economico, grazie anche alla posizione geografica strategica. Le Autorità hanno delineato un piano di sviluppo per i prossimi anni, che mira a rilanciare la produzione industriale e a ridurre il consumo energetico. Buon andamento delle privatizzazioni e adozione di misure di austerità fiscale per controllare il deficit di bilancio. Permane linstabilità politica dopo la rivoluzione arancione. Il Presidente Yushenko deve scendere a compromessi con le forze della coalizione. Dipendenza dalle forniture energetiche russe. Il Paese ha risentito dellaumento dei prezzi del gas deciso da Gazprom allinizio del Revisione di alcune privatizazioni dellera Kuchma. La minaccia dei corporate raiders mina linfluenza degli investitori.
44 Russia e Ucraina Bielorussia e Moldavia Asia centrale: Kazakistan, Kyrghizistan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan Caucaso: Armenia, Azerbaijan e Georgia Outlook regionale
45 Bielorussia Forti legami con la Russia, che garantisce forniture di petrolio e gas a prezzi agevolati. Situazione economica complessivamente equilibrata, andamento positivo delleconomia e disuguaglianze sociali non accentuate. Buon andamento della produzione industriale, in particolare della meccanica (macchinari agricoli esportati verso gli altri paesi CSI). Accentuato dirigismo nelleconomia, scarse riforme strutturali. Isolamento a livello internazionale. Scarso accesso ai mercati internazionali. Investimenti esteri al di sotto del potenziale a causa del contesto operativo poco trasparente, posizione molto bassa nelle classifiche doing business e index of economic freedom.
46 Moldavia Buon andamento della crescita, in particolare grazie allexport (prodotti agricoli e tessile) e alle rimesse degli emigrati. Riduzione della dipendenza commerciale dalla Russia: riposizionamento delle esportazioni verso i paese UE e altri CSI. Recente accordo con il FMI e con il Club di Parigi, dopo anni di rapporti non distesi. Il consistente afflusso di rimesse ha reso meno pressante lattuazione delle necessarie riforme strutturali. Dipendenza dalle forniture energetiche russe. Laumento dei prezzi del gas deciso nel 2006 potrebbe avere ripercussioni pesanti, considerato lelevato debito del Paese con società come Gazprom. Incidenza della corruzione e della criminalità organizzata sul contesto operativo. Instabilità nella regione della Transdnestria, che rivendica lautonomia.
47 Russia e Ucraina Bielorussia e Moldavia Asia centrale: Kazakistan, Kyrghizistan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan Caucaso: Armenia, Azerbaijan e Georgia Outlook regionale
48 Asia centrale – Kazakistan Principale economia dellarea, tra i primi 20 produttori mondiali di petrolio e tra i principali esportatori di rame e minerali ferrosi. Le Autorità hanno creato un Fondo di Stabilizzazione, dove vengono accantonate parte delle entrate petrolifere. Buoni rapporti a livello internazionale con i paesi occidentali e le IFI. IL Paese emerge come leader della regione. Consolidamento e crescita del sistema bancario. Il settore petrolifero è gravato da vincoli di capacità produttiva. Gestione fiscale non trasparente (fondi fuori bilancio). Il buon andamento del settore petrolifero e minerario rallenta la diversificazione delleconomia. La nuova legge sugli investimenti del 2003 riduce gli incentivi agli investitori esteri e vi sono incertezze sui meccanismi di arbitrato in caso di controversie.
49 Asia centrale – Kyrghizistan Nonostante lavvicendamento politico, il Paese mantiene la collaborazione con il FMI. Gli obiettivi del programma con il Fondo sono stati finora raggiunti. Proseguono il consolidamento della posizione fiscale e il rafforzamento del sistema bancario. Centrale nella strategia a medio-termine la ristrutturazione del settore energetico. Il Paese risente ancora della situazione politica incerta, dopo luscita di scena del presidente Akayev nel Il contesto operativo rimane estremamente difficile e la corruzione elevata. Forte dipendenza dal settore minerario, in particolare dallesportazione di oro.
50 Asia centrale – Tagikistan Crescita economica sostenuta (anche se in rallentamento), grazie al buon andamento dei principali settori (cotone, alluminio) Forti afflussi di rimesse dallestero. Debito in calo, grazie in particolare ad accordi bilaterali con i principali creditori (Russia). Consistenti investimenti da parte russa e iraniana. Il Tajikistan rimane il Paese più povero della CSI, con un PIL pro capite di circa 350 dollari Incertezza politica in vista delle elezioni presidenziali di novembre. Vulnerabilità delleconomia ai prezzi delle materie prime. Insufficiente raccolta fiscale. Contesto operativo difficile, posizione molto bassa nelle classifiche corruption perception index e index of economic freedom.
51 Asia centrale – Turkmenistan Potenziale economico elevato, legato alle ingenti riserve di gas e petrolio. Andamento positivo delle esportazioni, in particolare grazie ai recenti aumenti dei prezzi del gas nei confronti di Russia e Ucraina. Forte dirigismo di stampo sovietico; lo Stato controlla totalmente leconomia. Il Presidente mantiene saldamente il comando di ogni aspetto della vita politica del Paese. Lo sviluppo è frenato da vincoli strutturali e dalla carenza di investimenti esteri. Scarso progresso nelle riforme: allultimo posto per lindicatore di transizione della BERS e per gli indicatori di corruzione e libertà economica.
52 Asia centrale – Uzbekistan Andamento sostenuto delleconomia, spinto dal settore oil&gas e dallagricoltura. Elevato potenziale sia nel settore estrattivo che in quello minerario, grazie alla ricchezza di minerali (oro, rame, argento, uranio). Forti legami con la Russia (principale investitore) e legami in crescita con la Cina. Isolamento internazionale, elevato interventismo dello Stato nelleconomia. Contesto operativo difficile, posizione molto bassa nelle classifiche doing business, index of economic freedom e Corruption Perception Index. Investimenti esteri limitati, elevate barriere allentrata
53 Russia e Ucraina Bielorussia e Moldavia Asia centrale: Kazakistan, Kyrghizistan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan Caucaso: Armenia, Azerbaijan e Georgia Outlook regionale
54 Caucaso – Armenia Crescita sostenuta del PIL reale negli ultimi anni (oltre 10% medio). Cooperazione con le IFI (nuovo accordo FMI siglato nel 2005). Consistente afflusso di rimesse dallestero (10% del PIL). Buon contesto operativo (primo tra i paesi CSI nelle classifiche doing business e index of economic freedom) Forte evasione fiscale e raccolta insufficiente (15% del PIL, la più bassa di tutti i paesi dellarea). Il Paese è fortemente dipendente dagli aiuti internazionali e dai finanziamenti a carattere concessional. Permangono tensioni a livello regionale (Nagorno-Karabakh). La chiusura con la Turchia danneggia lexport. Vulnerabilità allandamento dei prezzi delle materie prime
55 Caucaso – Azerbaijan Crescita estremamente sostenuta (oltre 25% nel 2005) grazie alla messa in opera di importanti progetti oil&gas Ottima performance del settore petrolifero, che attrae ingenti investimenti. Le Autorità hanno creato un Fondo di Stabilizzazione, dove vengono accantonate parte delle entrate petrolifere. Dutch disease. Il settore non-oil resta sottosviluppato e il buon andamento del settore petrolifero può frenare le riforme. Lunica fonte di entrate per lo stato è il settore petrolifero, il bilancio non- oil è negativo. Recente episodio di esproprio nei confronti di una società occidentale, che potrebbe minare la fiducia degli investitori.
56 Caucaso – Georgia Notevoli progressi raggiunti dopo la rivoluzione delle rose del Al primo posto nella classifica Top Reformers per la Banca Mondiale. Le privatizzazioni spingono la crescita del settore industriale. Il Paese beneficerà del completamento delloleodotto Baku-Tbilisi- Ceyhan. Nel lungo termine la crescita è legata allattuazione delle riforme strutturali. Relazioni non distese con la Russia, da cui dipende per le forniture di petrolio e gas. Permane linstabilità nelle regioni di confine (Abkhazia, Ossezia del Sud e Adjaria).
57 Russia e Ucraina Bielorussia e Moldavia Asia centrale: Kazakistan, Kyrghizistan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan Caucaso: Armenia, Azerbaijan e Georgia Potenzialità e rischi nella regione
58 Forte crescita, in particolare per i produttori di petrolio e materie prime. Elevato potenziale di sviluppo nel lungo periodo, opportunità interessanti per gli investitori esteri. La creazione di fondi di stabilizzazione nei paesi esportatori di petrolio consentirà di affrontare un possibile (anche se al momento improbabile) calo sostenuto dei prezzi energetici. Afflusso di investimenti esteri, diversificazione dei mercati di sbocco (più UE meno Russia?). Basso costo della manodopera. Scarso sviluppo del sistema bancario, il livello di intermediazione rimane insufficiente. Il settore privato stenta a crescere, spiazzato dal settore pubblico. Dirigismo statale. Corruzione e difficoltà operative, sistema legale al di sotto degli standard internazionali. Presenza di conflitti interni e rivendicazioni di autonomia. Rischio esproprio, revisione dei contratti di sfruttamento delle risorse naturali considerati onerosi. Potenzialità e rischi nella regione
59 Tel.: fax: Grazie Tel.: Contatti