Diocesi di Brescia Simposio di pastorale familiare 11 giugno 2011

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Diocesi di Brescia Simposio di pastorale familiare 11 giugno 2011 Accompagnare i genitori nella trasmissione della fede vissuta

L’ideale Da due secoli la Chiesa è impegnata nella difesa della famiglia che la modernità ha messo in crisi per tanti motivi Nell’Ottocento: Difesa dell’istituto familiare come restaurazione Nella seconda metà del novecento: Difesa della famiglia sulla base di una concezione comunionale della persona umana e del riscoperto valore della sua dimensione relazionale “ Il bene della persona e della società umana e cristiana è strettamente connesso con una felice situazione della comunità coniugale e familiare” (F.C. 47) Dato fondamentale è che la famiglia è il soggetto principale della trasmissione della fede “La Chiesa trova così nella famiglia, nata dal Sacramento, la sua culla e il luogo nel quale essa può attuare il proprio inserimento nelle generazioni umane e queste reciprocamente nella Chiesa” (F.C. 15)

La famiglia non è solo oggetto ma soggetto della missione della Chiesa “La famiglia ha ricevuto da Dio la missione di essere la cellula prima e vitale della società. Essa adempirà a tale missione: 1) se mediante il mutuo affetto dei membri e la preghiera elevata a Dio si mostrerà come il santuario domestico della Chiesa; 2) se tutta la famiglia si inserirà nel culto liturgico della Chiesa; 3) se praticherà una fattiva ospitalità; 4) se promuoverà la giustizia, le buone opere a servizio di tutti i fratelli che si trovano in necessità” (A.A 11) La famiglia è Chiesa domestica Da una mentalità che pensava Chiesa e famiglia come istituzioni alla concezione di famiglia e di Chiesa legate dall’elemento della comunione Il cammino della Chiesa e della famiglia, quindi sono paralleli sia nella loro comprensione che nel loro sviluppo E per la grazia del Sacramento la famiglia assume una posizione centrale nella Chiesa-Sacramento

La realtà Assodato che la famiglia è soggetto della missione ecclesiale sia al suo interno che al suo esterno dobbiamo guardare la realtà in faccia: Quante sono le famiglie che condividono davvero la fede e quante quelle in cui marito, moglie e figli non la condividono? La Familiaris consortio, affronta una dettagliata casistica: Figli che contestano o addirittura rifiutano la fede cristiana ricevuta nei primi anni della loro vita (53) Necessità di essere missionari in famiglia quando qualche membro non ha fede o non la pratica con coerenza (54) Famiglie divise dall’ideologia (77) Matrimoni misti fra cristiani, matrimoni tra cattolici e non battezzati e questi ultimi non appartenenti ad alcun credo (78) Convivenza (80) Unioni libere dai vincoli istituzionali (81) Coppie di fatto che derivano a volte da situazioni difficili, economiche, culturali o religiose (81) Disprezzo, contestazione o rigetto dell’istituto familiare Cattolici uniti con solo rito civile (82) Separati o divorziati non risposati (83) Divorziati risposati (84)

Quale risposta Insistendo sul concetto di famiglia chiesa domestica, modello di grande valore, c’è il rischio di restringere il campo d’interesse pastorale a poche famiglie Occorre elaborare una spiritualità e una appartenenza ecclesiale adatte alla situazione La Chiesa può integrare in sé le diverse famiglie attraverso il coniuge o il figlio credente, intessendo con chi non lo è nuovi rapporti Ci sono di fatto parziali appartenenze ecclesiali costituite da una non omogenea posizione rispetto alla fede “Se un nostro fratello ha la moglie non credente e questa acconsente di rimanere con lui non la ripudi; e una donna che abbia il marito non credente, se questi consente di rimanere con lei,non lo ripudi; perché il marito non credente viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente.” (1 Cor. 7)

Questi rapporti “anomali” rispetto ad una struttura ecclesiale ideale, non possono non plasmare il volto stesso della Chiesa Il cristiano porta nella Chiesa le sue relazioni ed esse, in nome della fede, lo costituiscono. Tutto il mondo di relazioni di un credente è portato dentro alla Chiesa 2. Ci sono, poi da tener presenti tutti quanti appartengono alla Chiesa ”con riserva”. Pensiamo, ad esempio, a quanti non vogliono accettare il Magistero su alcune tematiche. Questa realtà sta estendendosi in modo considerevole e non di rado coinvolge anche gli operatori pastorali

Siamo invitati a vivere nuove forme di accoglienza che valorizzino quella parte di scelta per Cristo che la persona dichiara di voler fare, dentro ad una storia familiare che è spesso ancora segnata dal Sacramento Si tratta di “mantenere un contatto personale con tali famiglie. I credenti devono essere fortificati nella fede e sostenuti nella vita cristiana, devono essere moltiplicate le manifestazioni di amore e di rispetto, nella ferma speranza di mantenere salda l’unità” (F.C. 78) 3. Anche i conviventi, le coppie di fatto o i risposati sono appartenenti alla Chiesa non solo come individui ma come portatori della loro stessa storia

Situazioni poliedriche, frammentarie e complesse caratterizzano la famiglia di oggi, dove la fede non è assente ma presente in modo anomalo rispetto ai nostri riferimenti ideali Tuttavia, avendo un ruolo centrale nella trasmissione della fede, la famiglia di oggi pone il problema dell’appartenenza alla Chiesa che va ripensata. Forse la famiglia cosiffatta, proprio per i suoi aspetti problematici si colloca come via per una auto-comprensione della Chiesa più decisamente aperta all’evangelizzazione

Si parla molto di evangelizzazione e se ne fa poca Si parla molto di evangelizzazione e se ne fa poca. La famiglia, quella di oggi, può davvero costituire un luogo privilegiato La disponibilità all’accoglienza e al dialogo nel riconoscimento della verità fa della Chiesa una interlocutrice stimata ed apprezzata La chiusura su posizioni di difesa non è in grado di garantire una testimonianza di fede al mondo di oggi “Dio ha tanto amato il mondo da mandare suo Figlio”

La Parrocchia rinnova se si rinnova Partiamo da tre atteggiamenti scorretti con i quali affrontiamo il capitolo “fede-sacramenti-vita cristiana”: Ci chiediamo anzitutto quali siano le condizioni da porre ai soggetti che chiedono i sacramenti, per sé o per i propri figli In realtà l’interrogativo da porre è quello sulla comunità cristiana chiamata a farsi missionaria: Chiesa che sei a Brescia, cosa offri tu a chi viene a bussare alla tua porta? Chi già vive la comunione ecclesiale è invitato ad interrogarsi sulla capacità di accoglienza e di educazione alla fede Si tratta di una conversione della mentalità della comunità cristiana che prima di chiedere ed esigere deve dare ed offrire

Non siamo capaci di corresponsabilità pastorale: Pluralismo di scelte legate all’opinione dei singoli Fatica a ricercare in comunione orientamenti mirati e concreti Così si passa dalla fiducia smisurata nell’ex opere operato alla severa richiesta di condizioni che possono portare al rifiuto Rischiamo di ridurre la fede a “sapere”, anziché coniugarla sul piano della vita e della sapienza Trappola della reazione dottrinalista Riscoprire la globalità-circolarità della proposta cristiana In questo contesto si colloca la conversione pastorale richiesta dai nostri vescovi che consiste nella nuova evangelizzazione (Verità e vita insieme. Ritorno alla centralità della persona di Cristo))

Il contesto Sentimento di discontinuità rispetto al passato: rottura con i punti di riferimento della tradizione La fluidità: elasticità dei modelli Frammentazione del comportamento e atteggiamenti antitetici Caduta delle scelte a lungo periodo: assenza di fiducia e di progetto Soggettività della dimensione religiosa: dalla religione della credenza a quella dell’esperienza si crede se si hanno prove si accetta Dio con riserva si accetta la religione che lascia spazio all’individualità ognuno si fa la propria religione Pluralità dei movimenti religiosi: religione come esperienza psicologica che insegna l’autodominio la salvezza è ridotta a star bene concezione sperimentale del religioso

Linee portanti della nuova evangelizzazione Dal RICA: La Parola è l’elemento imprescindibile per la mentalità del discepolo: momento catechistico di apprendimento dei contenuti e della relativa assimiliazione della fede della comunità che educa momento Kerigmatico in cui creare una vera coscienza di verità La celebrazione liturgica: priorità della grazia nel camino di conversione è il luogo in cui Dio opera per rompere tutte le resistenze del peccato La fraternità vissuta: Il catecumenato è un cammino comunitario La comunità è il luogo in cui condividere con i fratelli la stessa fede e missione

Le condizioni ecclesiologiche La Parrocchia è chiamata ad una conversione qualitativa: da distributrice di servizi religiosi a luogo di fraternità evangelica e di partecipazione comunitaria. Trasformare il “cliente” in “appartenente” Da una pastorale incentrata sulla pratica dei sacramenti ad una che è chiamata a suscitare e consolidare la fede Anche il prete si sente provocato a divenire davvero un apostolo e un padre nella fede

Particolare attenzione alla famiglia La comunità deve abilitarsi ad accompagnare i nuovi fratelli nell’esperienza di vita cristiana Con la molteplicità dei ministeri Con la maturazione e la preparazione di veri accompagnatori Con esperienze di vita cristiana (Che non rompono il nesso indispensabile tra fede e ragione. Attenzione agli spontaneismi ed emotivismi) Particolare attenzione alla famiglia I genitori devono essere aiutati a vivere o a riscoprire la fede (dimensione fondativa dell’annuncio) Devono essere abilitati a diventare testimoni ed educatori L’autorevolezza dell’educare nella dinamica traditio-redditio (libertà) Connubio importante tra evangelizzazione e ritmi consueti di vita della comunità cristiana Perno della catechesi permanente dell’intera comunità sono: L’anno liturgico la celebrazione del “dies Dominicus” Attorno ad essi si devono far convergere tutti gli itinerari propri delle diverse età” Ma quanto ci investiamo?

Più concretamente La proposta evangelica è bella, ha la forza intrinseca della verità (corrispondenza interno esterno) Incontrare l’adulto nella sua vita ascolto assenza di giudizi e pregiudizi annunciare a partire dall’esperienza (Matrimonio,lavoro, tempo libero e morte) Un nuovo stile relazionale che scomoda che chiede pazienza che accompagna in un percorso che chiede il coraggio della verità nella carità (amore= passione per la vita dell’altro) Promuovere una appartenenza comunione per gradi parte-cipazione