Ulteriori implicazioni pratiche dei principi della percezione CENNI SUL MARKETING PERCETTIVO
La conoscenza dei meccanismi percettivi viene usata: a) nella progettazione dei prodotti; b) a livello di comunicazione aziendale (pubblicità); c) Per influenzare (educare?) il consumatore In altri termini, i meccanismi della percezione sostengono il valore del prodotto (esso ha così un valore percettivo che lo differenzia da altri) Si può dire che un prodotto ha una prestazione oggettiva (vale sul piano qualitativo, funziona, ecc.); una prestazione soggettiva più o meno buona ( è rilevato? È riconosciuto diverso dagli altri? Passa il filtro percettivo?)
Di conseguenza le imprese si sforzano di curare gli aspetti percettivi dei prodotti: la visibilità, la possibilità di essere ben individuati e discriminati, la fruibilità dell’immagine, la facilità di raggruppamento, l’evitamento di distorsioni percettive, il collegamento a bisogni del consumatore… In sostanza, nasce il marketing percettivo che intende creare sensazioni ottimali, che possono passare attraverso l’attenzione selettiva ed essere elaborate come percezione (valore del prodotto rispetto agli altri)
Sono valorizzati e “progettati” gli stimoli propri dei diversi organi di senso per accrescere il loro valore percettivo! Marketing visivo (scelta delle forme, colori , abbinamenti toni caldi e freddi, scenografia di presentazione, luminosità, altezza rispetto al cliente che osserva…) Marketing tattile (morbidezza, scivolosità, rugosità, peso, asperità, protuberanze; dimensione di presa di un attrezzo, ricerca di sensazioni. materiale soffice, caldo..) Marketing olfattivo (profumi, odori, flagranze evocative di emozioni, odorizzazioni mirate del packaging, ambienti di vendita, ecc….)
Marketing gustativo (ricordare l’interazione con l’olfatto e con il tatto; gamma dei sapori; variabilità nella presentazione dei cibi; combinazioni di sapori/odori; recupero di sapori “antichi”; connessione sapori ed emozioni provate o attese; vale soprattutto nel settore della ristorazione, agroalimentare e della produzione di attrezzature di trasformazione o biomedicale, ad es: dentifrici) Marketing uditivo (gradevolezza dei suoni, tipicità del rumore di un motore di auto, grado di silenziosità di sportelli e attrezzi meccanici, toni bassi e tipo di vibrazioni all’interno di un’auto, “suoni minori” caratteristici di una marca di PC, o di uno strumento, ecc…)