SUPPORTO ALLA DOMICILIARITA’ IN

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SUPPORTO ALLA DOMICILIARITA’ IN LA RETE DEI C.A.A.D. PER IL SUPPORTO ALLA DOMICILIARITA’ IN EMILIA ROMAGNA Maria Pia Biondi. L’esperienza che presento oggi è relativa ad un sistema virtuoso di servizi a supporto della domiciliarità , la rete dei CAAD. E’ un esempio di come si possa dare una risposta ad un bisogno reale mettendo insieme risorse strutturali e competenze specifiche dei territori, creando dei modelli replicabili fondati sulla prevenzione e abbattendo i costi sociali della istituzionalizzazione e della ospedalizzazione.

Centri di secondo livello LA RETE DEI CENTRI Legge Regionale 29/97 Centri di secondo livello 10 centri provinciali di primo livello per l’adattamento dell’ambiente domestico L29 norme per la promozione della vita autonoma e l’integrazione sociale delle persone con disabilità che ha risposto alle istanze della nazionale legge 104 del 1992 .(LR 5/1994,“Tutela e valorizzazione delle persone anziane - Interventi a favore di anziani non autosufficienti” e successive modificazioni ed integrazioni,…. Altri due strumenti normativi hanno rafforzato l’impegno della Regione, la LR 2/2003 “Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” con indicazioni, in particolare, in merito alla promozione di progetti attuativi locali finalizzati alla costituzione di centri provinciali di informazione e consulenza a favore di anziani e disabili per l’adattamento dell’ambiente domestico; e la DGR 2248/2003, che stabilisce i criteri organizzativi per la costituzione di Centri provinciali di primo livello per l’informazione e la consulenza al fine dell’adattamento dell’ambiente domestico per anziani e disabili. già dal 1997 l’obiettivo era il superamento della cosiddetta visione sanitaria della disabilità, come anche di quella meramente sociale. Il focus è sulla vita di relazione delle persone con disabilità e della loro integrazione che passa dal rafforzamento della domiciliarità e delle opportunità di vita indipendente.Oggi, tale approccio è sostenuto e rafforzato dalla consapevolezza che l’ambiente può diventare un facilitatore nella vita delle persone con disabilità, un’acquisizione culturale dell’ICF. Lo spirito che informa la strategia politica è questo : soddisfare un bisogno erogando un contributo ma interessandosi della creazione di una cultura dell’integrazione e dell’azione in un ottica di previsione dell’accessibilità come valore. Agire fin dall’inizio su due tipologie di destinatari: Il diretto beneficiario, comunque identificato, destinatario dei contributi, il disabile che necessita di cambiamenti per incrementare la propria indipendenza o per rimanere nella propria abitazione. Quindi da un lato contributi e agevolazioni, dall’altro la promozione e il sostegno di iniziative di informazione e formazione strutturate per la creazione e diffusione di una cultura dell’accessibilità che sia preventiva rispetto a bisogni futuri ma che permetta anche di dare risposte adeguate alle esigenze individuali che si presentano di volta in volta. I portatori di interesse, coloro che hanno la possibilità , per le loro posizione o il ruolo di intervenire attivamente per migliorare l’accessibilità, sia in caso di ristrutturazione in seguito a richieste specifiche che in caso di progettazione ex novo. Parliamo di tecnici pubblici e privati principalmente ma anche di artigiani, amministratori di condominio, associazioni di disabili e ovviamente amministratori pubblici. come si traduce in pratica… I Centri provinciali per l’adattamento dell’ambiente domestico per le persone anziane e con disabilità (CAAD) hanno iniziato la loro attività nel 2005 in ogni provincia della Regione Emilia-Romagna, completando una rete articolata di servizi di informazione e consulenza, che garantisce due livelli di intervento: il primo livello, svolto dai Centri provinciali, a disposizione per l’accesso diretto soprattutto da parte dei cittadini che chiedono informazioni e consulenza; il secondo livello, che comprende un’azione svolta dai due Centri regionali (il "Centro Regionale Ausili" di Bologna e il “Centro Regionale di Informazione sul benessere ambientale“ di Reggio Emilia) di supporto e di coordinamento dei Centri provinciali, oltrechè di consulenza per i casi di maggiore complessità operanti dal 2000 I Centri provinciali hanno un collegamento più o meno strutturato con dei referenti dei servizi sociali e sociosanitari dei diversi ambiti distrettuali, che con diverse modalità svolgono funzioni di informazione e di primo filtrodelle domande dei cittadini, e nel caso necessitino di una consulenza più approfondita, vengono inviati all’èquipe maggiormente specializzata del Centro provinciale.  Tre modelli a guida Comune a guida Asl ,polo esistente Informahandicap o Agenzia disabili Parma…,I CAAD ha assunto una articolazione organizzativa nei vari Distretti della provincia, prevedendo la presenza territoriale della equipe di consulenza e delle attività di sportello informativo).

Informazione e consulenza ai cittadini ATTIVITA’ C.A.A.D. Informazione e consulenza ai cittadini Sostegno nella definizione del progetto di autonomia personale e familiare della persona 2) Consulenza e informazione per l’accesso ai contributi ed alle agevolazioni. Azioni informative, promozionali e formative Altro (Es. Teleassistenza) Centri provinciali oltre ad occuparsi di informazione e consulenza diretta ai cittadini, svolgono anche azioni informative, promozionali e formative rivolte non solo agli operatori della rete territoriale dei servizi socio-sanitari, ma anche a vari soggetti del mondo professionale, artigiano, associativo e sindacale, ritenuti interlocutori cruciali per diffondere una cultura sulla progettazione accessibile e la qualità della vita a domicilio delle persone anziane e Disabili. Presso tutti i Centri provinciali è presente un’équipe di carattere interdisciplinare e multiprofessionale composta da: operatori sociali, terapisti della riabilitazione o altri operatori sanitari con particolare esperienza nel settore degli ausili per la mobilità e la vita quotidiana, operatori amministrativi con funzioni di segreteria organizzativa, tecnici progettisti esperti sui temi dell’accessibilità e del superamento delle barriere architettoniche. Le équipe territoriali sono in grado di favorire, attraverso progetti di intervento personalizzati, l’individuazione di soluzioni per accrescere l’autonomia personale delle persone anziane e disabili, l’accessibilità e la fruibilità della loro abitazione privata.

DATI REGIONALI ATTIVITA’ C.A.A.D. ANNO 2010

INTERVENTI- UTENTI P Tali dati da un lato ci dicono che il volume di attività dei CAAD si è ormai assestato ad un livello che raggiunge quasi i 6.000 interventi. Condizioni demografiche e disabilità sono praticamente invariate anche se nell’ultimo anno c’è stato un aumento di persone anziane dal 47 al 57 %( adulti dal 30 al 35 %.anziano donna 28 % anziano uomo 20 %. Invalidità totale 70% 54 perscorsi finanziati nel 2008, 69 progetti nel 2009…. DGR 1206/2007 FRNA, ritardo nell’attivazione di tali percorsi su tutto il territorio regionale è dovuto ad aspetti procedurali ma a che ad una certa fatica Nonostante le numerose iniziative rivolte ai servizi socio-sanitari da parte dei Centri provinciali per promuovere l’opportunità di adattare gli alloggi dei cittadini con il Fondo per la non autosufficienza, rimane infatti la difficoltà da parte di alcuni servizi a prendere in considerazione nella valutazione dei bisogni della persona anziana o disabile, anche i problemi legati alla condizione dell’abitazione e quindi, a riconoscere le problematiche dell’accessibilità nel domicilio, come bisogno da affrontare nella definizione del Progetto assistenziale individualizzato per la persona a dei servizi stessi ad utilizzare questo strumento anche per la sua forte innovatività rispetto agli interventi tradizionali di cura ed assistenza.

TIPOLOGIA ACCESSI La vocazione dei Centri quali sportelli a servizio prevalente del cittadino quindi anche dei familiari dei disabili che lo sostengono nel percorso viene confermata..Sanità si attesta al 10%, il 26% di operatori dei comuni si inserisce in gran parte nell’area sociale con una aumento dell’area tecnica con funzioni di progettazione e realizzazione nel settore dell’edilizia abitativa.

ATTIVITA’ Al di là degli sforzi di “omogeneizzazione regionale”, permangono delle differenze dovute non tanto a diversità di utilizzo del sistema informativo, quanto a prassi operative che inevitabilmente rispecchiano le peculiarità di ogni èquipe locale.I dati quindi non sono confrontabili in termini di efficienza del servizio del singolo CAAD per vari motivi. Inanzitutto per le notevoli differenze della dimensione territoriale di ogni provincia e del relativo bacino di utenza (popolazione residente).Una serie di elementi diversi possono inoltre aver influito sulle significative differenze di numero e tipologia di interventi, come ad esempio le modalità organizzative molto diverse di gestione del servizio, a partire dagli orari settimanali di apertura al pubblico che sono molto differenziati tra tutti i Centri. Altro elemento che differenzia significativamente le modalità di erogazione delle prestazioni è quello legato all’articolazione territoriale dei Centri provinciali molto diversificata: spesso il primo filtro e l’informazione di base dei cittadini vengono garantite da punti di accesso decentrati per alcuni o per tutti gli ambiti distrettuali, che non sempre fanno confluire a livello provinciale i dati che documentano tale attività.

CONTRIBUTI L.R. 29/97 art.9, art.10 Dato 2010 772. 411art10 più 361 art.9. Il consistente aumento del totale dei beneficiari del 2003 (vedi grafico 1), è legato in particolare alla presenza di un numero molto elevato di coloro che hanno ricevuto un contributo per l’acquisto di un autoveicolo. Nel 2003 infatti, la Giunta regionale stabilì di finanziare tutte le domande relative all’art. 9 comma 1 (per l’acquisto e l’adattamento di veicoli destinati al trasporto di persone disabili gravi) a cui non si era potuto dare risposta negli anni precedenti, scelta che ha anche facilitato il processo di riorganizzazione successivamente avviato ai sensi dela LR 2/03. Come dettagliato meglio nella tabella n. 2, il dato del 2004, risulta essere più basso di quello relativo del 2003, poiché nel 2004 non è stato aperto il bando relativo ai contributi per gli autoveicoli di cui all’articolo 9 comma 1, in quanto era in corso il processo di riordino delle procedure in attuazione della DGR 1161/04. Dal 2005, anno di prima applicazione della DGR 1161/2004, è ripresa la crescita del numero complessivo delle persone che hanno ricevuto un contributo, fino a raggiungere il numero massimo di 802 beneficiari nell’ultimo anno. La tabella 2 illustra invece la distribuzione dei beneficiari e dei finanziamenti regionali per le due tipologie di contributo: relativi all’articolo 9 e relativi all’articolo 10. Nel corso degli anni la parte complessivamente più consistente dei fondi regionali è stata utilizzata per soddisfare le domande riguardanti la mobilità privata, che risultano finora essere più numerose di quelle relative all’adattamento dell’ambiente domestico. Negli ultimi anni si è andati progressivamente verso un allineamento del numero di persone che ha fruito dei contributi per attrezzare la casa a quello dei beneficiari dei contributi per i veicoli, nel 2008 per la prima volta i primi hanno superato i secondi e nel 2009 questa tendenza viene onfermata (421 beneficiari per l’art. 10 contro i 381 per l’art. 9).

Sinergie con il mondo sanitario Struttura di Riabilitazione e Rieducazione Funzionale della Azienda Ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia PREMIO SANITABILE 2011 ‘La valutazione ambientale in team pre-dimissione: promuovere il rientro a domicilio nei pazienti con disabilità residua’ La Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER), CittadinanzAttiva, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche (FIABA) e Federazione Associazioni Nazionali Handicappati (FAND), attraverso il progetto SanitAbile, intendono promuovere la accessibilità delle persone con disabilità alle strutture ed alle informazioni in materia di salute, attraverso azioni di sensibilizzazione rivolte alle organizzazioni sanitarie ed alla comunità. I principali criteri adottati dal gruppo di valutazione, per quanto riguarda le iniziative di buona pratica, saranno: - Misurabilità   Innovatività-    Riproducibilità-    Valore aggiunto-    Sostenibilità Il nostro intervento riabilitativo” spiega il Dott. Camurri “ha l’obiettivo, fin dai primi giorni del ricovero, di lavorare insieme al paziente e alla famiglia per preparare il rientro della persona nel proprio ambiente di vita, puntando sull’autonomia e sul reinserimento sociale. La valutazione delle barriere architettoniche è fatta da un team multi-professionale esperto. L’intento è facilitare l’eliminazione degli ostacoli ambientali, l’informazione della famiglia sulle modifiche da fare e sui diritti anche in termini di agevolazioni fiscali. La valutazione comporta, inoltre, la prescrizione, prima della dimissione dall’ospedale, degli ausili più idonei alle necessità della persona, tenendo conto dell’ambiente in cui vive e delle caratteristiche di chi gli presta assistenza”.

PROGETTO DOMICILIARITA’ TELEASSISTITA Sistema integrato di teleassistenza a supporto della domiciliarità nella Provincia di Reggio Emilia Il Comune di Reggio Emilia ha istituito il Servizio di Telesoccorso fin dal 1989 con deliberazione consiliare 14/4/89 n 10510/874, consolidando la forma sperimentale avviata nel 1984 come corollario del servizio di assistenza domiciliare.

OBIETTIVI Supporto all’autonomia e alla sicurezza abitativa. Avviare nuove forme di contatto e di ascolto di bisogni di una parte della popolazione anziana oggi non sempre ascoltata. Il rafforzamento di un sistema di welfare che valorizzi il diritto dei cittadini all’accesso e alla personalizzazione degli interventi, nonché alla partecipazione attiva ai progetti di vita e di cura.

TARGET Tutti i cittadini che desiderano sostegno e sicurezza nel proprio ambiente di vita (indipendentemente dal loro stato di salute).

SOGGETTI COINVOLTI NELLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Amm.ne Comunale di Reggio Emilia; Amm.ne della Provincia di Reggio Emilia; Comuni della Provincia di Reggio Emilia; A.C.E.R. Reggio Emilia; P.A. Croce Verde; A.S.P. Rete; C.A.A.D. (Centro per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico) del Comune di Reggio nell’Emilia;

PIANO DI POTENZIAMENTO TELEASSISTENZA 1a FASE: Attivazione della Centrale Operativa a Reggio Emilia Introduzione di nuove strumentazioni a domicilio (sensori per la sicurezza, telesoccorso territoriale). 2a FASE: Attivazione degli altri teleservizi: TELEPRENOTAZIONE (pasti, spesa, farmaci, ecc.) TELECONSULTO (Informazioni su accessibilità, ausili,ecc.) 3a FASE: Sperimentazioni DOMOTICA e TELEMEDICINA per il monitoraggio di alcuni parametri vitali. La Telesorveglianza ambientale ha la finalità di aumentare il senso di sicurezza ed autonomia mediante l’utilizzo di dispositivi, collegati con la centrale, per la segnalazione di eventi anomali o di pericolo emersi nel contesto abitativo (ad esempio cadute, presenza in vita, fughe di gas, escursione termica, antintrusione, etc.);

TELEASSISTENZA (1) Telesoccorso: attiva gli interventi richiesti allertando le reti formali ed informali oppure servizi d’emergenza; Telecontrollo: sono telefonate programmate in accordo con l’utente. La Telesorveglianza ambientale ha la finalità di aumentare il senso di sicurezza ed autonomia mediante l’utilizzo di dispositivi, collegati con la centrale, per la segnalazione di eventi anomali o di pericolo emersi nel contesto abitativo (ad esempio cadute, presenza in vita, fughe di gas, escursione termica, antintrusione, etc.);

SERVIZI TERRITORIALI (118, servizi sociali, volontariato,ecc.) TELEASSISTENZA (2) SERVIZI TERRITORIALI (118, servizi sociali, volontariato,ecc.) GEST.ALLARMI ATTIV.TELESERVIZI INFO

CENTRALE OPERATIVA H24 Attivazione di una Centrale Operativa per: Gestire le emergenze (Telesoccorso); Effettuare telefonate di sostegno (Telecontrollo); Telesorveglianza ambientale (sensori per la sicurezza nell’ambiente domestico) Fornire informazioni (Teleconsulto); Attivare servizi convenzionati (Teleprenotazione). Punto di raccordo sul territorio tra domanda e offerta, fondamentale per l’erogazione dei teleservizi. Servizi preventivi, non solo di emergenza. Operatori formati per gestire i diversi teleservizi.

DOMICILIARITÁ-TELESERVIZI OBIETTIVI Fronteggiare e ritardare soluzioni istituzionalizzanti. (I teleservizi operano nella rete dei servizi sociosanitari e assistenziali). Incremento delle risposte domiciliari/empowerment. (Integrazione con il volontariato sociale, sulla base di specifici protocolli operativi e percorsi di formazione). Evoluzione dei Teleservizi. (Sulla base delle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico).

TELESERVIZI SERVIZI DI TELEPRENOTAZIONE, possibilità di prenotare a domicilio:      -consegna dei pasti o prenotazione degli stessi in punti di ristoro convenzionati;   -consegna della spesa o prenotazione della stessa in punti convenzionati;      -consegna dei farmaci;        -prenotazione di interventi di piccola manutenzione; -prenotazione dei servizi di trasporto per persone con disabilità; SERVIZI DI TELECONSULTO: possibilità di ricevere informazioni (accessibilità, mobilità, ecc.).

SPERIMENTAZIONE DOMOTICA La DOMOTICA riguarda l’integrazione degli impianti e l’automazione di alcune funzioni dell’ambiente domestico con controllo remoto dalla Centrale Operativa. La sperimentazione verrà condotta in collaborazione con ACER Reggio Emilia.

SPERIMENTAZIONE TELEMEDICINA La TELEMEDICINA riguarda il monitoraggio a distanza di alcuni parametri vitali, rilevati a domicilio ed inviati ad una Centrale Operativa supportata da competenze di carattere sanitario. L’utente potrà monitorare alcuni parametri vitali (Es: pressione). Telemedicina di carattere socioassistenziale come supporto alla domiciliarità nei casi di cronicità.

Convenzione ONU diritti persone con disabilità Articolo 19 – Vita indipendente ed inclusione nella società […] "Le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare situazione abitativa; le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere nella società e impedire che siano isolate o vittime di segregazione; i servizi e le strutture sociali destinati a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattati ai loro bisogni". Attraverso i suoi 50 articoli, la Convenzione indica la strada che gli Stati del mondo devono percorrere per garantire i diritti di uguaglianza e di inclusione sociale di tutti i cittadini con disabilità. 24 febbraio 2009: il Parlamento italiano ratifica la Convenzione, che diventa legge dello Stato. Con la legge 3 marzo 2009, n. 18 (pubblicata in G.U. n. 61 del 14 marzo 2009) il Parlamento ha autorizzato la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e del relativo protocollo opzionale, sottoscritta dall’Italia il 30 marzo 2007.   La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, rappresenta un importante risultato raggiunto dalla comunità internazionale in quanto, sino ad oggi, non esisteva in materia di disabilità uno strumento internazionale vincolante per gli Stati, se si escludono le Regole Standard ONU sulla disabilità, risalenti al 1993 e prive di forza vincolante.

GRAZIE! Ing. Carlo Montanari Centro provinciale per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico di Reggio Emilia Carlo.montanari@municipio.re.it Caad@municipio.re.it http://www.centricasaamica.emilia-romagna.it