LA NOTTE DI SAN BARTOLOMEO

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LA NOTTE DI SAN BARTOLOMEO Marigu 07/05/2010 il lavoro va benissimo. al titolo: Interpretazioni tradizionali e nuovo orinetamento scrivete una frase che dica subito quale è la interpretazione tradizionale e quale è il nuovo orient. queste frasi devono mettere in luce che di solito di accusano i cattolici francesi di aver massacrato solo per odio relgioso migliaia di poveri e innocenti e spirituali ugonotti, mentre oggi si pesano meglio le responsabilità e le motivazioni di tutti, senza negare che i cattolci sono stati senza dubbio crudeli e spietati può essere già presentato con le aggiunte richieste

INDICE Introduzione Il contesto La storia: _ Una pace e un matrimonio impopolare _ Il tentato assassinio di Coligny La strage La strage nel resto della Francia Interpretazioni storiografiche _ Interpretazione tradizionale _ Nuovo orientamento storiografico

La notte di San Bartolomeo è il nome con il quale è passata alla storia la strage compiuta nella notte tra il 23 ed il 24 agosto 1572 (festa di San Bartolomeo) dalla fazione cattolica ai danni degli ugonotti a Parigi in un clima di rivincita indotto dalla battaglia di Lepanto e dal crescente prestigio della Spagna. La vicenda è nota anche come Strage di San Bartolomeo o Massacro di San Bartolomeo. Notte di San Bartolomeo François Dubois (1790-1871): il massacro di San Bartolomeo Luogo Parigi Obiettivo Ugonotti Data 23-24 agosto 1572 Morti migliaia

Il contesto Tra il 1560 e il 1569, furono chiamati ugonotti i protestanti francesi di tendenza calvinista. Il protestantesimo si diffuse tra la nobiltà e la borghesia francesi nella prima metà del XVI secolo. Tale diffusione suscitò l'allarme dei cattolici, aggiungendo l'elemento religioso ai motivi di scontro politico-dinastico che opponevano la casa regnante dei Valois a quella di Guisa. Caterina de' Medici, reggente dal 1559, aveva più volte utilizzato la presenza e l'appoggio degli ugonotti per evitare di essere soffocata dalle pretese della grande nobiltà cattolica, rappresentata soprattutto dai Guisa.

La storia Il massacro di San Bartolomeo si pone in successione di una serie di avvenimenti dei quali è la conseguenza: la Pace di Saint-Germain che pone fine alla terza guerra di religione, l'8 agosto 1570 il matrimonio tra Enrico di Navarra e Margherita di Valois, il 18 agosto 1572 il mancato assassinio dell'ammiraglio de Coligny, il 23 agosto 1572

Una pace e un matrimonio impopolare Lo sposo e la sposa. Il loro matrimonio sarà ricordato come "le nozze vermiglie". La pace di Saint-Germain mise fine a tre anni di terribili guerre civili tra cattolici e protestanti, ma fu precaria, perché i cattolici intransigenti non l'accettarono. Il ritorno dei protestanti a corte li scandalizzava ma la regina madre Caterina de' Medici e il figlio Carlo IX, coscienti delle difficoltà finanziarie del regno, erano decisi a impedire la ripresa delle ostilità. Per concretizzare il mantenimento della pace tra i due partiti religiosi, Caterina progettò il matrimonio tra la figlia Margherita di Valois e il principe protestante Enrico di Navarra, futuro re Enrico IV di Francia. Il matrimonio, previsto per il 18 agosto 1572 non era accettato dai cattolici intransigenti né da papa Gregorio XIII, il quale, unitamente a Filippo II di Spagna, condannò apertamente la politica di conciliazione di Caterina. Il matrimonio fu l'occasione della presenza a Parigi di un gran numero di nobili protestanti venuti a scortare il loro principe. Parigi era una città a grande maggioranza cattolica e le giornaliere predicazioni dei cappuccini aizzavano all'odio ed allo scandalo che il matrimonio di una cattolica con un «eretico» avrebbe provocato; il Parlamento di Parigi decise quindi che il matrimonio andava disertato. La corte stessa era in grande inquietudine. Un Guisa, il cardinale di Lorena, era andato a Roma espressamente per chiedere al papa la condanna di un tale matrimonio ed infatti Caterina de' Medici non ne aveva ottenuto il consenso; anche gli altri prelati francesi erano esitanti circa l'atteggiamento da tenere. Occorse tutta l'abilità diplomatica della regina madre per convincere il cardinale Carlo di Borbone-Vendôme a celebrare le nozze. Anche le rivalità fra le grandi famiglie feudali ricomparvero. Il governatore di Parigi François duca de Montmorency, non riuscendo a controllare i disordini in città, preferì lasciare Parigi pochi giorni dopo il matrimonio.

Il tentato assassinio di Coligny Nel 1572 il clima di rivincita cattolica introdotto dalla battaglia di Lepanto (1571 - Golfo di Corinto - contro l'impero ottomano) e il crescente prestigio della Spagna, sostenitrice dei Guisa, indussero la regina madre a organizzare la strage. Il 22 agosto 1572, l'ammiraglio comandante delle forze protestanti Gaspard II de Coligny subisce un attentato, operato da Charles de Louviers, seigneur de Maurevert, dal quale esce soltanto ferito a un braccio. La storiografia non è riuscita a individuare con certezza i mandanti del tentato omicidio e risultano tre tesi: i Guisa: Carlo di Guisa, cardinale di Lorena, Enrico di Guisa e Claudio II d'Aumale sono i maggiori sospettati. Capi del partito cattolico, avrebbero voluto vendicare Francesco I di Guisa, assassinato, a loro parere, su ordine del Coligny dieci anni prima e il colpo di pistola contro l'ammiraglio protestante fu esploso da una casa appartenente ai Guisa Il duca d'Alba governatore dei Paesi Bassi in nome di Filippo II: Coligny progettava di appoggiare i ribelli fiamminghi per liberarli dal dominio spagnolo d'accordo con i Nassau. Nel mese di giugno aveva inviato clandestinamente delle truppe in aiuto della cittadinanza di Mons, assediati dal duca d'Alba e sperava, dopo il matrimonio, di portare una guerra a fondo contro la Spagna. Caterina de' Medici: secondo la tradizione, Coligny avrebbe acquisito troppa influenza sul re e Caterina avrebbe avuto il timore che il figlio trascinasse la Francia in una guerra nelle Fiandre contro i potenti spagnoli. Considerando i suoi sforzi per ristabilire la pace interna, sembra difficile credere che volesse provocare la nuova guerra interna che si sarebbe certamente scatenata dopo l'omicidio.

La strage Gli aristocratici escono dal Louvre: da Intolerance (1916) Il mancato assassinio del Coligny è l'evento che scatena la crisi: gli ugonotti chiedono vendetta e la capitale è al limite di un regolamento di conti fra i partigiani dei Guisa e quelli dei Montmorency; per rassicurare i protestanti, il re Carlo IX si presenta al capezzale del ferito, promettendogli giustizia, mentre i Guisa minacciano di lasciare la famiglia reale senza la loro protezione e Caterina, che non ha dimenticato il rischio corso in occasione del tentativo di sequestro - la sorpresa di Meaux - nel 1567, avrebbe deciso la strage. La sera del 22 agosto tiene una riunione alle Tuileries con il Maresciallo di Tavannes, il Barone de Retz, René de Birague e Ludovico Gonzaga-Nevers. La sera dopo Caterina avrebbe informato il figlio - un debole di mente come il fratello suo predecessore - che i protestanti stavano complottando contro di loro. A questo punto secondo una tradizione corrente Carlo IX, gridando di collera: « Ebbene, sia! Li si uccida! Ma tutti! Che non ne resti uno che me ne si possa rimproverare!», decise l'eliminazione dei capi protestanti, con l'esclusione dei principi di Navarra e di Condé. Poco tempo dopo, le autorità municipali di Parigi furono convocate ed ebbero ordine di chiudere le porte della città e di armare anche i borghesi. La fazione cattolica facente capo ai duchi di Guisa e appoggiata dal re Carlo IX, dal fratello Enrico (poi Enrico III) e dalla regina madre Caterina de' Medici, nella notte tra il 23 e 24 agosto scatenò la caccia agli ugonotti convenuti in città per il matrimonio tra l'ugonotto Enrico di Navarra (poi re Enrico IV) e la sorella del re Margherita di Valois. Sembra che il segnale d'inizio della strage fosse fissato dallo scoccare di un'ora imprecisata della notte delle campane della chiesa di Saint-Germain-l'Auxerrois, vicina al Louvre, dove molti dei nobili protestanti abitavano. L'ammiraglio de Coligny fu ucciso nel suo letto e scaraventato dalla finestra; i corpi degli uccisi, trascinati per le strade, furono ammassati nel cortile del Louvre. Parte della popolazione, scoperta la strage al mattino, partecipò ai massacri che durarono diversi giorni, incoraggiati dai preti che incitarono a sterminare anche gli studenti stranieri e i librai, considerati tutti protestanti. Molti cadaveri furono gettati nella Senna, come quello del de Coligny, poi ripescato, evirato e impiccato.

La strage nel resto della Francia Il 26 agosto il re tenne una lit de justice dove si assunse la responsabilità del massacro, dichiarando di aver voluto «prevenire l'esecuzione di una disgraziata e detestabile congiura fatta dall'ammiraglio, capo e autore, e dai suoi aderenti e complici, contro la persona del re e il suo Stato, la regina madre, i fratelli, il re di Navarra e i principi e i signori che erano presso di loro». Ma il massacro di San Bartolomeo fu seguito da molti altri: dura tutta una stagione, secondo l'espressione di Michelet. Avvertiti da testimoni, da commercianti di passaggio, incoraggiati da agitatori come il conte di Montsoreau nella valle della Loira, le città di provincia scatenarono i loro massacri: il 25 agosto è la volta di Orléans, dove fece un migliaio di vittime, e Meaux ; il 26 La Charité-sur-Loire, il 28 e il 29 Angers e Saumur, il 31 agosto Lione, l'11 settembre Bourges, il 3 ottobre Bordeaux, il 4 ottobre Troyes, Rouen, Toulouse, il 5 ottobre Albi, Gaillac, Bourges, Romans, Valence, Orange e altre ancora. Medaglia commemorativa di Gregorio XIII La reazione delle autorità fu varia: a volte incoraggiarono il massacro, come a Meaux dove il procuratore del re diede il segnale o anche a Bordeaux, dove fu organizzato dal Parlamento, a Tolosa il governatore duca di Joyeuse, si mostrò favorevole alla strage. A volte i protestanti vengono protetti chiudendoli in prigione, come Le Mans o a Tours, ma a volte le prigioni sono assaltate e i reclusi uccisi, come a Lione, Rouen, Albi. I governatori si oppongono a coloro che sostengono che la strage sia ordinata dal re stesso ma questo non sempre impedisce gli omicidi. Si calcola che in totale le vittime siano state circa 2.000 a Parigi e dai 5.000 ai 10.000 nel resto della Francia. All'apprendere la notizia, il papa Gregorio XIII fece cantare un Te Deum di ringraziamento, coniare una medaglia con la propria effigie per ricordare l'evento e commissionò al pittore Giorgio Vasari una serie di affreschi raffiguranti il massacro, tuttora presenti nella Sala Regia dei Palazzi vaticani. Filippo II di Spagna espresse la sua soddisfazione dichiarando che quello era il più bel giorno della sua vita: invece la regina Elisabetta I d'Inghilterra prese il lutto e fece stare l'ambasciatore francese in piedi per molte ore prima di fingere di credere, per ragioni diplomatiche, alla tesi del complotto ugonotto e del massacro preventivo. Quella strage provocò in Francia l'inizio della quarta guerra di religione.

INTERPRETAZIONI STORIOGRAFICHE Interpretazione tradizionale Nuovo orientamento storiografico

Interpretazione tradizionale Il massacro di San Bartolomeo divenne presto un tema di studio storiografico. Di fronte alle contraddizioni della politica reale, ciascuno ha cercato di darne la propria interpretazione. Secondo i protestanti, il re e la regina-madre sono responsabili di aver progettato il massacro o almeno di non aver saputo proteggere i protestanti. Scrittori come Aubigné non hanno esitato a esagerare le cifre e a trasformare l'evento come il risultato del solo conflitto religioso. I cattolici cercano di scolparsi gettando la responsabilità su altri, il maresciallo de Saulx-Tavannes, o su Margherita di Valois, che disse di non aver mai saputo nulla. In realtà, la complessità e la rapidità della tragedia fu tale che nessuno ha mai saputo veramente cogliere le differenti fasi del suo sviluppo. Rivendicando alcuni giorni dopo la paternità della strage, Carlo IX ne divenne, di fronte alla posterità, il principale responsabile. Un'altra interpretazione schematica del massacro consiste nel considerarne solo l'aspetto religioso. Al tempo della Rivoluzione, in un'epoca di tentativo di scristianizzazione, il fanatismo cattolico fu stigmatizzato e il dramma teatrale di Marie-Joseph Chénier, Charles IX ou la Saint Barthélemy (1790), ebbe un grande successo. Ancora nel XIX secolo Alexandre Dumas continuò la tradizione nel suo romanzo La Regina Margot.

Nuovo orientamento storiografico Se oggi gli storici separano l'esecuzione dei capi protestanti dal massacro popolare propriamente detto, essi dibattono ancora sulle responsabilità della famiglia reale. Il problema è di trovare il grado del loro coinvolgimento nell'organizzazione del massacro. L'interpretazione tradizionale, sostenuta da Janine Garrisson, fa di Caterina de' Medici e dei suoi consiglieri i maggiori responsabili. Essi avrebbero forzato la mano di un re esitante e velleitario per decidere l'esecuzione dei principali capi militari. Denis Crouzet pone il massacro nel contesto ideologico dell'epoca, il neoplatonismo. Carlo IX e Caterina non avrebbero potuto avere il disegno di assassinare Coligny, perché questo sarebbe andato contro il loro desiderio di mantenere l'armonia della persona reale. Una volta che il tentativo di uccidere l'ammiraglio è stato compiuto e che viene minacciata la riapertura di una nuova guerra a causa dell'indignazione protestante, Caterina avrebbe deciso di sopprimere tutti i capi protestanti. Per Jean-Louis Bourgeon furono i parigini, i Guisa e gli agenti di Filippo II i veri responsabili e il re e la regina madre del tutto estranei. Egli sottolinea lo stato quasi insurrezionale della città in quei giorni: già nel dicembre 1571 molte case ugonotte erano state saccheggiate e i Guisa, molto popolari nella capitale, avrebbero approfittato per fare pressione sul re e la madre ed essi sarebbero stati costretti a precedere la prossima sommossa. Per Thierry Wanegffelen, uno dei principali responsabili sarebbe il duca d'Anjou, il futuro re Enrico III. Dopo il fallito attentato al Coligny, che sarebbe stato organizzato dai Guisa e dagli spagnoli, i consiglieri italiani di Caterina de' Medici avrebbero suggerito l'eliminazione di una cinquantina di capi protestanti per profittare dell'occasione di eliminare il pericolo ugonotto, ma il re e la madre si sarebbero opposti. Tuttavia, Enrico d'Anjou, luogotenente generale del regno e presente al Consiglio reale, vide nel delitto l'occasione di imporsi al governo, accordandosi con Enrico di Guisa. La notte di San Bartolomeo sarebbe nata da questa unità d'interessi e gli uomini del duca d'Anjou avrebbero agito, secondo la mentalità dell'epoca, in nome del re. Si comprenderebbe così perché, l'indomani della strage, Caterina abbia fatto condannare attraverso una dichiarazione di Carlo IX i delitti, minacciando il Guisa: ma quando seppero del coinvolgimento di Enrico d'Anjou, si sentirono legati alla sua iniziativa e Carlo IX fu costretto ad assumersi pubblicamente la responsabilità della strage, giustificandola come un atto preventivo. Caterina de' Medici avrebbe da allora cercato di eliminare il figlio Enrico dalla successione reale, mandandolo a comandare l'assedio de La Rochelle e facendolo poi eleggere re di Polonia.

Marigu 07/05/2010 il lavoro va benissimo. al titolo: Interpretazioni tradizionali e nuovo orinetamento scrivete una frase che dica subito quale è la interpretazione tradizionale e quale è il nuovo orient. queste frasi devono mettere in luce che di solito di accusano i cattolici francesi di aver massacrato solo per odio relgioso migliaia di poveri e innocenti e spirituali ugonotti, mentre oggi si pesano meglio le responsabilità e le motivazioni di tutti, senza negare che i cattolci sono stati senza dubbio crudeli e spietati può essere già presentato con le aggiunte richieste