Programma di lavoro La Parola (introduzione al testo) La madre (Cana e ai piedi della Croce) La Samaritana (la legge) Ladultera (il giudizio) Maria di Betania (ai piedi dellamore) La Maddalena * *approfondimento
Approfondimenti A lezione verrà trattata in modo approfondito la figura della Maddalena. Il lavoro svolto in aula servirà da saggio per lelaborato che lo studente dovrà presentare al colloquio sul modulo A. Si richiede un testo scritto di almeno 5 cartelle che illustri un approfondimento di una delle figure femminili trattate. Sono ben accetti richiami e confronti con altri linguaggi e forme espressive che possano contribuire ad una migliore trattazione del soggetto scelto.
N. B. Della possibilità di scegliere UNA sola delle figure femminili come argomento di discussione del colloquio riguardante il modulo A NON potranno usufruire coloro che decideranno di presentarsi ai colloqui senza aver frequentato o direttamente allesame ufficiale. Per questi ultimi largomento di discussione verrà scelto dal docente.
La Parola Ogni testo trova la sua ragione desistere nel bisogno di comunicare dellautore, che esprime il suo mondo, le sue idee ad un determinato pubblico attraverso due mezzi fondamentali: la lingua, possibilmente la stessa del lettore e la scrittura, come chiave daccesso.
temi I temi sono stati legati a parole chiave, secondo il loro significato etimologico e il loro uso nella cultura ebraica, in quella greca classica ed ellenistica, da cui prende le mosse il cristianesimo.
La centralità della parola Il privilegio della parola è assoluto in Giovanni. In una sintassi semplice e scorrevole essa è investita di un significato che si arricchisce a mano a mano che levangelista la impiega nel suo racconto. Ad ogni parola fa eco una precisa realtà umana, un mondo di idee e di esperienze concrete, che richiamano il lettore ad un confronto con se stesso e il suo modo di vivere.
Immagine/simbolo immagine La parola è unimmagine, perfetta e conclusa, che costituisce il contesto entro cui collocare i vari scenari che si susseguono nellevangelo. simbolo È simbolo delle contraddizioni delluomo, che può agire animato dalla luce o dalle tenebre.
Una scelta scelta La parola rappresenta una scelta o meglio le possibilità possibilità di una scelta: questa dinamica degli opposti governa la realtà, solo prendendo una posizione si può arrivare ad ununità interiore. creare Tuttavia scegliere significa non solo conoscere e vagliare, ma anche creare una nuova realtà, dare inizio ad un nuovo percorso.
Una creazione atto creativo La parola giovannea così intesa è un atto creativo, pari a quello di dare un nome alle cose. un nome La creazione originaria era stata scandita da questa dinamica: ad ogni opera il divino dava un nome e solo allora esisteva. La dinamica neotestamentaria vede la Parola farsi carne, divinamente concepita, umanamente partorita, chiamata con un nome che lavrebbe resa conoscibile agli uomini.
Parola/evento Nella storia dIsraele la Parola di Jahweh, proclamata su un monte e urlata nel deserto, doveva essere pensata per essere compresa, ascoltata per diventare fatto e quindi vera. evento In questo mondo i profeti avevano saputo percepire tale parola come un evento.
fattività Il Logos giovanneo riprende ancora una volta questidea della fattività per spiegare la parola divina: fa essa si fa carne, fa si fa tempo, fa si fa spirito, fa si fa vita e verità.
La Parola è… Per Giovanni la parola è corpo un corpo che conosce e vince il dolore, cuore è un cuore che illumina ogni tenebra, voce è una voce che ammonisce e consola, Croce è una Croce che si staglia sul monte delle paure umane, sepolcro è un sepolcro vuoto e libero da ogni fetore di morte, corsa è la corsa di una donna liberata, speranza è la speranza di unumanità sofferente in ogni tempo.
La parola di Gesù La parola rappresenta in sintesi il divino fatto carne, spiegandone la volontà di comunicarsi attraverso il mezzo più naturale, da uomo a uomo. Il personaggio di Gesù è una voce che parla, che chiama a sé, rimprovera, consola: perfino il dolore parla dalla Croce, perché ogni esperienza umana diventi un dono da comunicare agli altri.
Al posto giusto… È davvero difficile trovare un solo significato o isolare tutti quelli propri di ogni parola del Quarto Vangelo: nulla è mai detto a caso, ma esattamente al momento giusto e nel posto giusto, fedele ad una perfetta coerenza. È una parola che parla sempre solo a chi sceglie di ascoltarla, si arricchisce solo se qualcuno soffre per comunicarla.
6 ritratti di donna Sei donne rappresentate in altrettanti quadri pensati e costruiti con maestria. Sei storie ambientate in: - un LUOGO - in un TEMPO ben precisi.
6 tappe Ogni capitolo è strutturato secondo un percorso metodologico coerente: Testo greco (Nestle-Aland 27a ediz.) Traduzione letterale Nota critico-filologica Commento al testo secondo uno sviluppo tematico
Le nozze di Cana La madre (Giovanni 2,1-12) Giotto, Le nozze di Cana, Cappella degli Scrovegni
Il racconto di una festa È una festa a cui viene meno lingrediente fondamentale, garanzia di gioia e leggerezza danimo nei convitati: il vino. Una madre capisce lesigenza non appagata, un figlio trasforma lacqua della purificazione giudaica nel vino dei festeggiamenti. Nessuno si accorge del segno compiuto, ma il maestro di tavola si congratula con lo sposo per la generosità inusitata nel garantire un vino buono soprattutto alla fine del banchetto. Il risultato è raggiunto: i discepoli, visto quello che era accaduto, a differenza degli altri, credettero in Gesù.
Il terzo giorno E il giorno in cui culmina la settimana paradigmatica costruita dallevangelista: Mercoledì: la testimonianza di Giovanni Battista (1, 19-8); Giovedì: il Battista testimonia il ruolo di Gesù (1, 29-34); Venerdì:la sequela dei primi due discepoli (1, 35-39); Sabato-Domenica: Simon Pietro si reca da Gesù (1, ); Lunedì: lincontro di Filippo, Natanaele e il viaggio in Galilea; Martedì, uno dei giorni impliciti per la plausibilità del viaggio; Mercoledì, le nozze di Cana (2, 1-11).
A Cana di Galilea
Invitati ad una festa di nozze Tintoretto, Le nozze di Cana
Un gámos Il tema del banchetto nuziale è comune allAntico e al Nuovo Testamento: Pr 9, 1-6:la Sapienza ha imbandito la sua tavola, ha attinto il suo vino, ha inviato le sue ancelle sulle alture del villaggio per invitare tutti a mangiare del suo pane e a bere il vino che ha preparato. Nelle vesti di una ricca signora, secondo una lettura cristiana e allegorica della scena descritta, rappresenterebbe Cristo, la sua casa è la Chiesa, la mensa è la Parola di Dio, le ancelle i ministri, che la annunciano a tutti gli uomini. Pr 9, 1-6: la Sapienza ha imbandito la sua tavola, ha attinto il suo vino, ha inviato le sue ancelle sulle alture del villaggio per invitare tutti a mangiare del suo pane e a bere il vino che ha preparato. Nelle vesti di una ricca signora, secondo una lettura cristiana e allegorica della scena descritta, rappresenterebbe Cristo, la sua casa è la Chiesa, la mensa è la Parola di Dio, le ancelle i ministri, che la annunciano a tutti gli uomini. Questa scenografia reinterpreta quanto è narrato anche dai Sinottici, dove Gesù stesso ricorre alle immagini dello sposo, del banchetto di nozze e del nuovo vino (Mt 9, 14-17; Mc 2, 18-22; Lc 5, 33-39). Alcune parabole di Matteo utilizzano questo linguaggio simbolico e parlano delle nozze del figlio del re o dello sposo atteso dalle vergini (Mt 22, 1-14; 25, 1-13; Lc 14,15-24). delle nozze del figlio del re o dello sposo atteso dalle vergini (Mt 22, 1-14; 25, 1-13; Lc 14, 15-24).
Il banchetto omerico E io ti dico che non esiste momento più amabile di quando la gioia regna fra il popolo tutto, e i convitati in palazzo stanno a sentire il cantore, seduti in fila; vicino son tavole piene di pane e di carni, e vino al cratere attingendo, il coppiere lo porta e lo versa nei calici: questa in cuore mi sembra la cosa più bella. (Odissea IX, 5-11)
e la madre di Gesù era là… La figura femminile che apre la scena è designata dallevangelista Giovanni per ben tre volte col titolo di «madre di Gesù». Il personaggio appare esemplificato dal suo ruolo in luogo di un nome che lo identifichi. LAntico Testamento propone numerosi esempi di donne-madri del popolo, che in se stesse racchiudono i mali e le mancanze di unumanità da loro originata e in cerca del suo Dio. ABIGAIL DEBORAGIUDITTA ANNA
Il vino Nelle nozze di Cana il vino rappresenta un ingrediente fondamentale per la festa, il segno della gioia, il simbolo dellamore fra lo sposo e la sposa, come appare chiaramente nel Cantico. Le nozze di Cana prive di vino rappresentano un ordine antico, che si è esaurito ed ha bisogno di rinnovarsi per garantire una nuova celebrazione dellamore tra Dio e luomo. Lantica alleanza deve essere superata, deve nascere un nuovo amore, esuberante di gioia, capace di ubriacare tutti coloro che sono invitati a prenderne parte.
Le parole della madre Non hanno Vino. (2,3) Qualunque cosa dica, fatela. (2,5) [Gesù] Che cosa importa a me e a te, donna? (2,4)
Le donne omeriche ELENA PENELOPE TIROCIRCE ARETE NAUSICAA