”Autonomia e Responsabilità del Tecnico della Prevenzione”

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”Autonomia e Responsabilità del Tecnico della Prevenzione” UNIONE NAZIONALE PERSONALE ISPETTIVO SANITARIO D’ITALIA BENEVENTO, 3 Aprile 2007 CENTRO CONGRESSI Hotel de la Ville C.da Piano Cappelle SS. Appia Km. 265.500 CONVEGNO U.N.P.I.S.I. ”Autonomia e Responsabilità del Tecnico della Prevenzione” intervento: Il Tecnico della Prevenzione: l’evoluzione di una Professione. (T.d.P. dr. Gerardo Capone)

Sommario dell’intervento: La Storia; La nuova figura professionale; L’equipollenza dei vecchi titoli; La nuova disciplina delle professioni sanitarie; Alcuni aspetti conseguenti.

LA STORIA IL R.D. 6/07/1890 N° 7042, artt. 2 e 5 DEFINI’ LA FIGURA DI VIGILANZA SANITARIA A SUPPORTO DELL’UFFICIALE SANITARIO “VIGILE SANITARIO COMUNALE” NEL 1923 E NEL 1927, AVVENNE IL PASSAGGIO DEI LABORATORI MUNICIPALI (OVE ESISTENTI) ALLE PROVINCE CON L’ISTITUZIONE DEI LABORATORI PROVINCIALI.

LA STORIA IL REGIO DECRETO 27/07/1934 N° 1265 MEGLIO NOTO COME T.U.LL.SS. (TESTO UNICO LEGGI SANITARIE) STABILI’ ALL’ART.83: Che al laboratorio sono addetti i vigili sanitari per le disinfezioni e per la vigilanza in supporto dei Comuni della Provincia; Al laboratorio sovrintende il medico provinciale il quale determina l’impiego del personale e le particolari indagini che debbono eseguirsi.

LA STORIA REGIO DECRETO 27/07/1934 N° 1265 All’art. 91 prevede le norme di assunzione dei Vigili Sanitari tramite pubblico concorso indetto dall’allora Preside della Provincia. Essi vigilano : Sulle condizioni igieniche del suolo, degli aggregati urbani e rurali e delle abitazioni, sulla salubrità delle bevande e delle sostanze alimentari, sui mercati e pubblici esercizi; Compiono alle dipendenze dell’Ufficiale Sanitario le ispezioni disposte dal Medico Provinciale o dal Direttore del reparto del laboratorio, riferendo agli stessi sui risultati, sulle contestazioni e provvedimenti; Vigilano sull’esecuzione delle misure disposte per la profilassi delle malattie infettive; Esercitano tutte le altre attribuzioni di vigilanza che sono previste dalle leggi.

LA STORIA Ai vigili sanitari sono attribuite, per le loro funzioni, le facoltà spettanti ai vigili comunali. L’entrata in servizio è subordinato al giuramento dinanzi al Pretore. Per partecipare al concorso non era previsto alcun titolo specifico Il Ministero dell’Interno con circolare del 04/08/1939 n°64 sottolinea la necessità di richiedere il possesso di licenza media inferiore.

LA STORIA LA LEGGE n° 833 DEL 23/12/1978 Individua nelle USL l’esercizio delle funzioni per l’attività di prevenzione avvalendosi degli operatori dei propri servizi d’igiene e dei servizi multizonali. Non vi è traccia in merito al personale destinato all’attività di vigilanza in materia d’igiene e sanità pubblica.

LA STORIA LA LEGGE n° 833 DEL 23/12/1978 Per l’igiene del lavoro precisa all’art.21: “organizzazione dei servizi di prevenzione” alle USL sono attribuiti a decorrere dal 01/01/1980 i compiti svolti attualmente dell’Ispettorato del Lavoro in materia di prevenzione, di igiene e di controllo sullo stato di salute dei lavoratori in applicazione di quanto disposto dall’art. 27 del DPR 24/07/1977 N° 616; per la tutela della salute dei lavoratori ( e per la salvaguardia dell’ambiente ) le USL organizzano propri servizi ( di igiene ambientale ) e di medicina del lavoro anche prevedendo, ove non esistano, presidi nelle unità produttive; spetta al Prefetto in base all’ art. 27 DPR 24/07/1977 N° 616, su proposta del Presidente della Regione, quali addetti ai sensi di ciascuna USL assumano la qualifica di UPG per le funzioni ispettive e controllo sulla sicurezza del lavoro; al personale di cui al precedente comma è esteso il potere d’accesso come attribuito agli Ispettori del Lavoro (art. 8 secondo comma), nonché la facoltà di diffida (art. 9 DPR 19/03/1955 N° 520).

TABELLA M - OPERATORE PROFESSIONALE di 1° Catg. LA STORIA Il D.P.R. 20/12/1979 N° 761 (stato giuridico del personale USL) Individua il Personale di Vigilanza ed Ispezione Ruolo Sanitario - Tabella M – Personale di Vigilanza e Ispezione. TABELLA M - OPERATORE PROFESSIONALE di 1° Catg. Personale Enti Locali Personale Regionale Vigile Sanitario Capo Capo Guardia di Sanità Vigile Sanitario Guardia di Sanità

LA STORIA diploma di perito industriale; diploma di perito agrario; IL DECRETO MINISTERIALE 30/01/1982 Individua che per la posizione funzionale del personale di vigilanza ed ispezione i nuovi titoli di accesso: diploma di perito industriale; diploma di perito agrario; diploma di geometra.

LA STORIA IL D.P.R. 07/09/1984 n° 821 ATTRIBUISCE LE ATTIVITA’ E FUNZIONI GIA’ ORIENTATE VERSO L’AUTONOMIA PROFESSIONALE Capo X – Personale di Vigilanza e Ispezione : Operatore Professionale di 1 Catg. Art. 25 - OPERATORE PROFESSIONALE COORDINATORE svolge attività di vigilanza e ispezione proprie dell’unità operativa cui è assegnato; partecipa all’attività di accertamento e controllo analitico di laboratorio dell’U.O. cui è assegnato; coordina l’attività del personale nella posizione di collaboratore, predisponendone i piani di lavoro nell’ambito delle direttive impartite dal Responsabile dell’U.O. nel rispetto dell’autonomia operativa del personale e delle esigenze del lavoro di gruppo; svolge attività didattica finalizzata alla propria formazione.

LA STORIA IL D.P.R. 07/09/1984 n° 821 ART. 26 OPERATORE PROFESIONALE COLLABORATORE: nell’ambito del rispetto di quanto stabilito all’art. 25, partecipa alla formulazione dei piani d’intervento; svolge attività di vigilanza e ispezione di specifica competenza; assicura gli interventi previsti dai piani di lavoro e riferisce al coordinatore sui risultati; svolge attività didattica finalizzata alla propria formazione; ha responsabilità professionale limitatamente alle prestazioni e funzioni.

LA STORIA IL DECRETO LEGISLATIVO 30/12/1992 n° 502 Rappresenta per i Tecnici della Prevenzione la vera RIVOLUZIONE. Infatti introduce il nuovo sistema formativo Universitario: L’art. 6 comma 3 ( come sostituito dall’art.7 del Dlgs n° 517 del 1993) individua a norma dell’art. 1 lett. A della legge 23/01/1992 N° 421, la formazione del personale sanitario infermieristico, tecnico e della riabilitazione. Deve avvenire in sede ospedaliera o di altre strutture del S.S.N. o istituzioni accreditate. Il Ministro della Sanità, individua con proprio decreto le figure professionali da formare ed i relativi profili. L’orientamento didattico è definito ai sensi dell’art. 9 legge 19/11/1990 n° 341.

La nuova figura professionale DECRETO Ministero della Sanità 17 gennaio 1997, n. 58 - Regolamento concernente la individuazione della figura e relativo profilo professionale del tecnico delle prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro. (pubblicato sulla G.U. del 14 marzo 1997, n. 61) Con tale decreto viene finalmente disciplinata la figura e il relativo profilo professionale del “TECNICO DELLA PREVENZIONE NELL’AMBIENTE E NEI LUOGHI DI LAVORO”

La nuova figura professionale DECRETO Ministero della Sanità 17 gennaio 1997, n. 58 Art. 1 – 1. E' individuata la figura professionale del tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, con il seguente profilo: il tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro e' l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, e' responsabile, nell'ambito delle proprie competenze, di tutte le attivita' di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene di sanita' pubblica e veterinaria.    2. Il tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, operante nei servizi con compiti ispettivi e di vigilanza e', nei limiti delle proprie attribuzioni, ufficiale di polizia giudiziaria; svolge attivita' istruttoria, finalizzata al rilascio di autorizzazioni o di nulla osta tecnico sanitari per attivita' soggette a controllo. segue…..

La nuova figura professionale DECRETO Ministero della Sanità 17 gennaio 1997, n. 58 Art. 1 – 3. Nell'ambito dell'esercizio della professione, il tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro: a) istruisce, determina, contesta e notifica le irregolarita' rilevate e formula pareri nell'ambito delle proprie competenze; b) vigila e controlla gli ambienti di vita e di lavoro e valuta la necessita' di effettuare accertamenti ed inchieste per infortuni e malattie professionali; c) vigila e controlla la rispondenza delle strutture e degli ambienti in relazione alle attivita' ad esse connesse; d) vigila e controlla le condizioni di sicurezza degli impianti; e) vigila e controlla la qualita' degli alimenti e bevande destinati all'alimentazione dalla produzione al consumo e valuta la necessita' di procedere a successive indagini specialistiche; f) vigila e controlla l'igiene e sanita' veterinaria, nell'ambito delle proprie competenze, e valuta la necessita' di procedere a successive indagini; g) vigila e controlla i prodotti cosmetici; h) collabora con l'amministrazione giudiziaria per indagini sui reati contro il patrimonio ambientale, sulle condizioni di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e sugli alimenti; i) vigila e controlla quant'altro previsto da leggi e regolamenti in materia di prevenzione sanitaria e ambientale, nell'ambito delle proprie competenze. segue…..

La nuova figura professionale DECRETO Ministero della Sanità 17 gennaio 1997, n. 58   Art. 1 – 4. Il tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro svolge con autonomia tecnico professionale le proprie attivita' e collabora con altre figure professionali all'attivita' di programmazione e di organizzazione del lavoro della struttura in cui opera. E' responsabile dell'organizzazione della pianificazione, dell'esecuzione e della qualita' degli atti svolti nell'esercizio della propria attivita' professionale.    5. Il tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro partecipa ad attivita' di studio, didattica e consulenza professionale nei servizi sanitari e' nei luoghi dove e' richiesta la sua competenza professionale; contribuisce alla formazione del personale e collabora direttamente all'aggiornamento relativo al proprio profilo e alla ricerca.    6. Il tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro svolge la sua attivita' professionale, in regime di dipendenza o libero professionale, nell'ambito del servizio sanitario nazionale, presso tutti i servizi di prevenzione, controllo e vigilanza previsti dalla normativa vigente.   Art. 2 – 1. Il diploma universitario di tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, conseguito ai sensi dell'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, abilita all'esercizio della professione.

La nuova figura professionale Legge 26 febbraio 1999, n. 42. (Gazzetta Ufficiale 2 marzo 1999, n. 50) "Disposizioni in materia di professioni sanitarie" Con tale legge viene data una nuova definizione delle professioni sanitarie già disciplinate dal T.U.LL.SS.

La nuova figura professionale Legge 26 febbraio 1999, n. 42. Art. 1. (Definizione delle professioni sanitarie) La denominazione "professione sanitaria ausiliaria" nel testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modificazioni, nonchè in ogni altra disposizione di legge, è sostituita dalla denominazione "professione sanitaria". 2. Dalla data di entrata in vigore della presente legge sono abrogati il regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo 1974, n. 225, ad eccezione delle disposizioni previste dal titolo V, il decreto del Presidente della Repubblica 7 marzo 1975, n. 163, e l'articolo 24 del regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 1968, n. 680, e successive modificazioni. Il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni e integrazioni, è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi profili professionali e degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base nonchè degli specifici codici deontologici, fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario per l'accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di laurea, nel rispetto reciproco delle specifiche competenze professionali.

L’equipollenza dei vecchi titoli IL MINISTRO DELLA SANITA' di concerto con IL MINISTRO DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA Decreto Ministero Sanita 27 luglio 2000 Equipollenza di diplomi e di attestati al diploma universitario di fisioterapista, ai fini dell'esercizio professionale e dell'accesso alla formazione post-base

L’equipollenza dei vecchi titoli Sez. A – Diploma universitario Sez. B – titoli equipollenti Tecnico della prevenzione dell’ambiente e luoghi di lavoro – Decreto del Ministro della Sanità 17 gennaio 1997, n° 58 Tecnico con funzione ispettiva per la tutela della salute nei luoghi di lavoro – Decreto del Presidente della Repubblica n° 162 del 10 marzo 1982 – legge 11 novembre 1990, n° 341; Tecnico per la protezione ambientale e per la sicurezza – Decreto del Presidente della Repubblica n° 162 del 10 marzo 1982 – legge 11 novembre 1990, n° 341; Tecnico di igiene ambientale e del lavoro - Decreto del Presidente della Repubblica n° 162 del 10 marzo 1982 – legge 11 novembre 1990, n° 341; Operatore di vigilanza e ispezione – Decreto del Presidente della Repubblica n° 761 del 20 dicembre 1979 – decreto del Ministro della Sanità del 30 gennaio 1982, art. 81.

L’equipollenza dei vecchi titoli Al “vecchio” operatore professionale di 1a categoria, inquadrato nel Ruolo Sanitario – tabella M – Personale di Vigilanza e Ispezione, in possesso dei titoli e requisiti previsti dall’art. 81 del D.M. 30 gennaio 1982 (perito industriale, perito agrario, geometra) è pertanto, riconosciuto il titolo di TECNICO DELLA PREVENZIONE NELL’AMBIENTE E NEI LUOGHI DI LAVORO” ai fini dell’esercizio professionale e dell’accesso alla formazione post-base (master, laurea specialistica, scuola di specializzazione, dottorato di ricerca).

La nuova disciplina delle professioni sanitarie LEGGE 10 agosto 2000, n.251 (GU n. 208 del 6.9.2000) Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica. Art. 4. Professioni tecniche della prevenzione 1. Gli operatori delle professioni tecniche della prevenzione svolgono con autonomia tecnico-professionale attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene e sanita' pubblica e veterinaria. Tali attività devono comunque svolgersi nell'ambito della responsabilita' derivante dai profili professionali. 2. I Ministeri della sanità e dell'ambiente, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, emanano linee guida per l'attribuzione in tutte le aziende sanitarie e nelle agenzie regionali per l'ambiente della diretta responsabilità e gestione delle attività di competenza delle professioni tecniche della prevenzione.  

La nuova disciplina delle professioni sanitarie LEGGE 10 agosto 2000, n.251 Art. 5. Formazione universitaria Il Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, di concerto con il Ministro della sanità, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127, individua con uno o piu' decreti i criteri per la disciplina degli ordinamenti didattici di specifici corsi universitari ai quali possono accedere gli esercenti le professioni di cui agli articoli 1, 2, 3 e 4 della presente legge, in possesso di diploma universitario o di titolo equipollente per legge. 2. Le università nelle quali e' attivata la scuola diretta a fini speciali per docenti e dirigenti di assistenza infermieristica sono autorizzate alla progressiva disattivazione della suddetta scuola contestualmente alla attivazione dei corsi universitari di cui al comma 1.  

La nuova disciplina delle professioni sanitarie LEGGE 10 agosto 2000, n.251 Art. 7. Disposizioni transitorie …….omissis…… 2. Le aziende sanitarie possono conferire incarichi di dirigente, con modalità analoghe a quelle previste al comma 1, per le professioni sanitarie di cui alla legge 26 febbraio 1999, n. 42, nelle regioni nelle quali sono emanate norme per l'attribuzione della funzione di direzione relativa alle attività della specifica area professionale. NOVITA’ IMPORTANTE! Le aziende sanitarie ora possono conferire incarichi di dirigente anche a queste professioni sanitarie, laddove le regioni abbiano provveduto a quanto di competenza. Regione Campania: Legge Regionale n° 4 del 10 aprile 2001 “Istituzione dei servizi delle professioni sanitarie infiermeristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e tecniche della prevenzione”.

Art. 1 – Istituzione dei servizi Regione Campania: Legge Regionale n° 4 del 10 aprile 2001 “Istituzione dei servizi delle professioni sanitarie infiermeristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e tecniche della prevenzione”. Art. 1 – Istituzione dei servizi Sono istituiti distintamente i servizi delle professioni infermieristiche ed ostetriche,…omissis…. delle professioni tecnico della prevenzione a livello regionale e di ASL etc. Art. 2 – Elenco dei Servizi ….. Servizio professioni tecniche della prevenzione Art. 4 – Direttori dei Servizi I direttori dei Servizi di cui all’art. 2 sono nominati mediante concorso per avviso pubblico a rapporto quinquennale etc; In via transitoria per quanto riguarda le ASL si rimanda alle disposizioni transitorie della legge 10 agosto 2000 n° 251 Regione Campania: Decreto n° 336 del 26 maggio 2003: regolamento di esecuzione della Legge Regionale n° 4 del 10 aprile 2001

La nuova disciplina delle professioni sanitarie Decreto 29 marzo 2001: Definizione delle figure professionali di cui all’art. 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n° 502, e successive modificazioni, da includere nelle fattispecie previste dagli articoli 1, 2, 3 e 4 della legge 10 agosto 2000, n° 251 (art. 6, comma 1, legge n° 251/2000). Art. 1. Le figure professionali di cui all’art. 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n° 502, e successive modificazioni, sono incluse nelle fattispecie di cui agli articoli 1, 2, 3 e 4 della legge 10 agosto 2000, n° 251, come specificato nei successivi articoli. .................... Art. 5. Nella fattispecie: “professioni tecniche della prevenzione” sono incluse le seguenti figure professionali: Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro; Assistente sanitario.

La nuova disciplina delle professioni sanitarie Decreto interministeriale 2 aprile 2001: (Pubblicato nel S.O. n. 136 alla Gazzetta Ufficiale n. 128 del 5 giugno 2001) Determinazione delle classi delle lauree universitarie delle professioni sanitarie. Allegato 4 – CLASSE DELLE LAUREE NELLE PROFESSIONI SANITARIE DELLA PREVENZIONE Obiettivi formativi qualificanti I laureati nella classe sono, ai sensi della legge 10 agosto 2000, n. 251, articolo 4, comma 1, gli operatori delle professioni tecniche della prevenzione che svolgono con autonomia tecnico-professionale attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene e sanità pubblica e veterinaria. Tali attività devono comunque svolgersi nell'ambito della responsabilità derivante dai profili professionali. Nell'ambito della professione sanitaria del tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, i laureati sono operatori sanitari cui competono le attribuzioni previste dal D.M. del Ministro della sanità 17 gennaio 1997, n. 58 e successive modificazioni ed integrazioni; ovvero sono responsabili, nell'ambito delle loro competenze, di tutte le attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene di sanità pubblica e veterinaria. I laureati in prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, operanti nei servizi con compiti ispettivi e di vigilanza, sono, nei limiti delle loro attribuzioni, ufficiali di polizia giudiziaria; svolgono attività istruttoria, finalizzata al rilascio di autorizzazioni o di nulla osta tecnico-sanitari per attività soggette a controllo.

La nuova disciplina delle professioni sanitarie Decreto interministeriale 2 aprile 2001: Allegato 4 – CLASSE DELLE LAUREE NELLE PROFESSIONI SANITARIE DELLA PREVENZIONE Nell'ambito dell'esercizio della professione, essi istruiscono, determinano, contestano e notificano le irregolarità rilevate e formulano pareri nell'ambito delle loro competenze; vigilano e controllano gli ambienti di vita e di lavoro e valutano la necessità di effettuare accertamenti ed inchieste per infortuni e malattie professionali; vigilano e controllano la rispondenza delle strutture e degli ambienti in relazione alle attività ad esse connesse e le condizioni di sicurezza degli impianti; vigilano e controllano la qualità degli alimenti e bevande destinati all'alimentazione dalla produzione al consumo e valutano la necessità di procedere a successive indagini specialistiche; vigilano e controllano l'igiene e sanità veterinaria, nell'ambito delle loro competenze, e valutano la necessità di procedere a successive indagini; vigilano e controllano i prodotti cosmetici; collaborano con l'amministrazione giudiziaria per indagini sui reati contro il patrimonio ambientale, sulle condizioni di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e sugli alimenti; vigilano e controllano quant'altro previsto da leggi e regolamenti in materia di prevenzione sanitaria e ambientale, nell'ambito delle loro competenze; svolgono con autonomia tecnico professionale le loro attività e collaborano con altre figure professionali all'attività di programmazione e di organizzazione del lavoro della struttura in cui operano; sono responsabili dell'organizzazione della pianificazione, dell'esecuzione e della qualità degli atti svolti nell'esercizio della loro attività professionale; partecipano ad attività di studio, didattica e consulenza professionale nei servizi sanitari e nei luoghi dove è richiesta la loro competenza professionale; contribuiscono alla formazione del personale e concorrono direttamente all'aggiornamento relativo al loro profilo professionale e alla ricerca; svolgono la loro attività professionale, in regime di dipendenza o libero-professionale, nell'ambito del servizio sanitario nazionale, presso tutti i servizi di prevenzione, controllo e vigilanza previsti dalla normativa vigente.

La nuova disciplina delle professioni sanitarie QUESTE ULTIME TAPPE SEGNANO IL COMPIMENTO DEL PERCORSO CHE HA PORTATO ALLA DEFINIZIONE DELLA NUOVA PROFESSIONE SANITARIA Tra l’altro, già il C.C.N.L. comparto Sanità, secondo biennio economico 2000/2001 prevedeva compiti di responsabilità dei tecnici della prevenzione, prevedendo all’art. 10 il coordinamento e all’art. 11 le posizioni organizzative.

Il 10 febbraio 2004 con la firma del CCNL integrativo del CCNL dell’area della dirigenza dei ruoli sanitario, professionale, tecnico ed amministrativo del SSN, stipulato l’8 giugno 2000, all’art. 41 prevede l’istituzione della qualifica unica di dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione ostetrica. All’art. 42, in attesa dell’entrata a regime dell’art. 41 e comunque per un biennio dall’entrata in vigore del presente contratto, nel caso in cui le Aziende attuino la disciplina transitoria dell’art. 7, comma 1, della legge 251/2000, al personale cui è conferito l’incarico è attribuito il trattamento economico stabilito dai vigenti contratti collettivi per i dirigenti di nuova assunzione ……….

La nuova disciplina delle professioni sanitarie Legge 1 febbraio 2006, n° 43 – Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al governo per l’istituzione dei relativi ordini professionali.

Alcuni aspetti conseguenti Titoli e norme di accesso: Art. 33 - Concorso per titoli ed esami per la figura di operatore professionale sanitario del personale di vigilanza ed ispezione. 1. Per il personale appartenente al profilo professionale di tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro il requisito specifico di ammissione al concorso è il diploma universitario [oggi laurea] conseguito ai sensi dell’art. 6, comma 3 del d.lgs. 502/1992, ovvero i diplomi e attestati conseguiti in base al precedente ordinamento, riconosciuti equipollenti,, ai sensi delle vigenti disposizioni, al diploma universitario ai fini dell’esercizio dell’attività professionale e dell’accesso ai pubblici concorsi. Il nuovo regolamento sulla disciplina concorsuale del personale non dirigenziale del Servizio Sanitario Nazionale approvato con D.P.R. 27 marzo 2001, n° 220 stabilisce:

Alcuni aspetti conseguenti Titoli e norme di accesso: A tal proposito si fa riferimento ad alcune sentenze del TAR Campania: Sentenza del 10/06/2003 su ricorso n° 6227/2002 di Perito industriale, già in servizio in qualità di Operatore professionale sanitario Tecnico della prevenzione, ma con contratto a tempo determinato, escluso da concorso; Sentenza del 10/07/2003 su ricorso n° 6277/2002 di Geometra escluso da concorso Ne consegue che oggi non è più sufficiente il diploma di perito industriale, perito agrario o geometra per poter accedere alla professione sanitaria di Tecnico della Prevenzione……

Alcuni aspetti conseguenti Abilitazione alla professione: Come già evidenziato, la nuova figura professionale è diventata Professione Sanitaria tutelata dal T.U.LL.SS.; il relativo titolo universitario o di equipollenza “abilita all’esercizio della professione”. Ora, anche per le professioni sanitarie non mediche, l’esercizio delle attività previste nei relativi profili professionali da parte di soggetti non abilitati integra l’ipotesi di abuso professionale (art. 348 C.P.) e di concorso per lo stesso reato da parte di chiunque ne agevoli lo svolgimento [Cassazione Penale – Sez. VI, 16 gennaio 1973 n° 20]. La suprema corte ha altresì avuto modo di precisare che per attività professionale non si intende solo una attività compiutamente strutturata bensì “è sufficiente il compimento di una isolata prestazione professionale” [Cassazione Penale – Sez. VI, 7 maggio 1985]

Alcuni aspetti conseguenti Competenze professionali e area di attività: C’è differenza tra le funzioni che il professionista è abilitato a svolgere in base al titolo e quelle che possono essere effettivamente svolte in relazione agli incarichi attribuiti nell’ambito organizzativo in cui si trova ad operare: nel Servizio Sanitario Nazionale – nelle Aziende ULSS nel Ministero dell’Ambiente – nelle ARPA nella libera professione (ad es. come responsabile della sicurezza in azienda) ha competenze per la tutela della salute negli ambienti di vita e di lavoro ha competenze in campo ambientale non ha competenze di Polizia Giudiziaria

grazie per l'attenzione (T.d.P. dr. Gerardo Capone)