Nuove tendenze nella mobilità urbana: la condivisione Per una riappropriazione degli spazi urbani e un migliore sistema di mobilità. Nuova Mobilità

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Nuove tendenze nella mobilità urbana: la condivisione Per una riappropriazione degli spazi urbani e un migliore sistema di mobilità. Nuova Mobilità

Lo share transport SHARE / TRANSPORT: Pratiche che coinvolgono l'utilizzo condiviso di mezzi di trasporto e più generalmente degli spazi nei quali prende corpo il bisogno di mobilità che si pongono in quella inesplorata terra di mezzo tra il trasporto pubblico e la mobilità privata su gomma

Lo share transport Si tratta di modalità di trasporto che valorizzano la fruizione condivisa di un servizio contrapposta alla pura e semplice proprietà privata (dell'auto, della bici, dello spazio) 30 secondi sulla condivisione.

TRASPORTO PUBBLICO esternalità basse o bassissime Grande capacità di trasporto Rigidità di orari e percorsi Ultimo chilometro Quanta minimi di utenza

L'AUTOMOBILE flessibilità spostamenti porta a porta esternalità altissime uso inefficiente della rete stradale: bassissima capacità di trasporto Sicurezza stradale, scarso rispetto del codice della strada Non per tutti

Share / Transport (co-mobilità?) Se ben implementato (integrazione di tariffe e orari con i tradizionali servizi di TPL sfruttando fino in fondo le possibilità offerte dalle ICT per garantire un trasporto on-demand) può contribuire a garantire una flessibilità di servizi concorrenziale a quella dell'auto privata, senza però le esternalità negative che questa comporta.

Bike sharing Con il bike sharing si può coprire la distanza che separa la fermata del trasporto pubblico dalla destinazione finale

Taxi collettivi un servizio di taxi condiviso on-demand può fornire lo stesso servizio venendo attivato dalla richiesta di fermata sull'autobus

Co-mobilità nei piccoli centri Le diverse tipologie di co-mobilità possono avere un ruolo ancor più di primo piano nelle città medio piccole dove il tradizionale trasporto pubblico non può per forza di cose fornire un servizio adeguato in termini di frequenza delle corse e di copertura oraria.

L'ultimo chiodo. Il car-sharing può garantire un mezzo per tutti quegli spostamenti non effettuabili tramite altre modalità di trasporto; spesso la disponibilità di un servizio di car-sharing in una zona ben servita dal tpl funge da catalizzatore per drastici mutamenti negli stili di vita. Per questo qualcuno definisce il car sharing l'ultimo chiodo nella bara della vecchia mobilità.

Hardware e software Fino qui ho elencato brevemente alcune delle possibilità offerte attualmente dalla tecnologia per implementare servizi veramente competitivi con l'auto privata. Ma come sempre avviene in questo campo quello che manca non è tanto la tecnologia, l'hardware, ma la mentalità, cioè il software che la utilizza.

Il software mancante La prima carenza di software si riflette già su una componente hardware fondamentale per la buona riuscita di questa filosofia di trasporto: riguarda la allocazione di spazio a favore delle modalità di trasporto, sia condivise che pubbliche nel senso tradizionale del termine.

L'allocazione degli spazi Da questo punto di vista la condivisione degli spazi tra le diverse utenze della strada può essere raggiunta attraverso due sistemi per certi aspetti antitetici: Segregazione (piste ciclabili, corsie preferenziali, marciapiedi) Creazione di ambienti che inducano un maggior rispetto delle utenze deboli (zone 30, shared space)

Shared space: Una concezione dello spazio pubblico come spazio che deve assolvere la duplice funzione di luogo di socialità e attività economiche e di trasporto. La funzione di trasporto non deve andare a detrimento della funzione di socialità.

Shared Space Per questo si creano degli ambienti dove la segnaletica stradale viene completamente abolita, inducendo le utenze della strada a una negoziazione dei diritti di precedenza. A garanzia della sicurezza degli utenti più deboli viene introdotto il principio di responsabilità del più grosso nei confronti del più piccolo: se un'auto investe una bici la colpa è sempe dell'automobilista; se un ciclista investe un pedone la colpa è sempre del ciclista.

Carenza di software Purtroppo, al contrario di quello che succede quando si presentano progetti che coinvolgono l'introduzione di nuove affascinanti tecnologie dell'informazione, le proposte che mirano alla riallocazione degli spazi in favore di modalità di trasporto condivise non incontrano l'entusiasmo che meriterebbero.

Carenza di software: lo spazio Così si avviano servizi di bike sharing senza la presenza di un'adeguata rete di percorsi ciclabili, oppure si introducono delle notevoli migliorie tecniche alla rete di trasporto pubblico locale ma senza curare l'accessibilità alle fermate in termini sia di facilitazione dei percorsi che di infrastrutture volte a facilitarne l'integrazione con altre forme di trasporto. E la lista potrebbe continuare.

Carenza di software: la velocità Oppure non si introducono limiti di velocità compatibili con la vita che si svolge o dovrebbe svolgersi negli spazi pubblici, conditio sine qua non per l'attuazione di sistemi di mobilità basati sulla condivisione; è sintomatico che con le tecnologie ormai disponibili da più di un decennio nessuno, di fronte alle quotidiane stragi della strada pensi all'introduzione di limitatori di velocità intelligenti; è altrettanto sintomatica la visibilità che ha sui media il problema alcool al volante presentato come se il problema fosse solo relativo al primo termine di questo binomio.

Carenza di software Siamo evidentemente di fronte a un problema politico che non verrà mai risolto senza: una adeguata leadership che fondi la sua autorevolezza sulla competenza e sull'esempio. Un cambiamento culturale diffuso che valorizzi la fruizione di servizi contrapposta alla pura e semplice proprietà privata.

Cambiare la mentalità In attesa che il mondo politico sia in grado di esprimere una volontà adeguata alle sfide che la mobilità ci pone credo che sia dovere di chiunque sia interessato a questi problemi lavorare per favorire il cambiamento di mentalità. Le due diapositive che seguono non sono che due esempi.

Sharing is cool. In italiano potremmo tradurre condividere è figo ma non so se è uno slogan altrettanto cool. Però potremmo cercare delle alternative: Perchè comperare una mucca Se tutto quello che vi serve è Un bicchiere di latte?

Anche rallentare è cool Un altro esempio più terroristico ma secondo me molto efficace: