Lezione 4 La “scoperta” dello sviluppo locale in Italia Indice La “scoperta” dei distretti industriali L’atmosfera industriale La terza Italia Storia sviluppo locale- Lezione 4
I - La “scoperta” dei distretti industriali A cavallo tra gli anni sessanta e settanta Giacomo Becattini, nel tentativo di ricostruire lo sviluppo economico delle aree a industrializzazione leggera della Toscana, sposta l’oggetto di indagine: non la singola piccola impresa, ma i sistemi di piccole imprese. Il cambiamento del punto di vista risulta decisivo e aprirà una ricca stagione di studi sia economici che sociologici. A metà degli anni ‘70 Sebastiano Brusco critica la nozione tradizionale di economie di scala, sostenendo che anche le piccole imprese possono essere efficienti, soprattutto se inserite in contesti socio-economici favorevoli Questo percorso di ricerca porta a una rivisitazione del pensiero di Alfred Marshall. L’economista inglese, vissuto nel XIX secolo, aveva già introdotto il concetto di “distretto industriale”, individuando le economie esterne che permettevano ai sistemi di piccole imprese di essere competitivi sul mercato. Storia sviluppo locale- Lezione 4
II – L’atmosfera industriale Il distretto industriale, secondo Marshall, non è semplicemente una forma organizzativa del processo produttivo, ma un “ambiente sociale” in cui le relazioni tra gli uomini e le loro propensioni verso il lavoro, il risparmio e il rischio presentano caratteristiche particolari. Marshall definiva queste caratteristiche particolari “atmosfera industriale”. Con questo concetto si vuole sottolineare che all’interno del distretto la comunità e il sistema delle imprese sono elementi indivisibili e che condividono gli stessi valori. E’ l’atmosfera industriale a garantire forti economie esterne alle piccole imprese e quindi a dare competitività all’intero sistema. Per esempio nella formazione professionale, che all’interno dei distretti risulta essere molto più diffusa ed efficace che altrove. Ma l’atmosfera industriale è frutto di un’evoluzione di lungo periodo che permette alla società distrettuale di conservare e tramandare i valori. In questo modo il distretto diventa “a factory without walls”. Storia sviluppo locale- Lezione 4
Storia sviluppo locale- Lezione 4 III - La terza Italia Gli studi sui distretti industriali e, più in generale, su tutte le aree a industrializzazione leggera, hanno portato a un profondo ripensamento del modo in cui viene descritta la struttura economica dell’Italia. Ci si è resi conto, infatti, che la classica divisione tra nord sviluppato e sud arretrato nascondeva profonde differenze. Esiste una terza Italia, formata proprio da quelle aree in grado di crescere durante la crisi degli anni ‘70, che comprende il nord-est, l’Emilia Romagna, la Toscana, le Marche e anche alcune zone ristrette del Mezzogiorno. La definizione “terza Italia” la si deve a sociologi come Bagnasco e Trigilia, che a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80, forniranno una descrizione molto accurata delle società distrettuali e in particolare vi studieranno i rapporti tra sistema economico e sistema politico. Storia sviluppo locale- Lezione 4