Storia ed attualità della teoria dell’allenamento

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Storia ed attualità della teoria dell’allenamento

Teoria a fattore unico L’ideatore di tale teoria è stato il dottor Weigert. Tale teoria (molto semplicistica) si basa sull’andamento della curva allenamento-recupero-adattamento. E’ più conosciuta come «teoria della supercompensazione»

Teoria monofattoriale

Teoria monofattoriale Tale teoria detta «Teoria della supercompensazione» si basa sul principio delle pause remunerative. In tale caso l’adattamento al carico risulta positivo e il livello di prestazione aumenta nel caso in cui si riesca a quantificare la giusta durata del recupero dopo la seduta.

Corretto allenamento In questa circostanza gli allenamenti vengono svolti dopo pause corrette. Stabilire in maniera ottimale il tempo ottimale per le sedute di allenamento successive è cosa assai difficile, in quanto ogni individuo, pur rispondendo a leggi fisiologiche uguali, ha dei tempi di adattamento diversi dai suoi simili

Teoria monofattoriale L’errata collocazione e quantificazione delle pause porta ad un abbassamento della performance e del livello adattativo ai carichi di lavoro.

Allenamento errato In questa circostanza non è stato rispettato il periodo di tempo necessario per poter ottenere dei miglioramenti prestazionali. Continuando con allenamenti con queste pause, è facile incappare nell’ Overreaching, o, addirittura nei casi più gravi, in quell’effetto dannoso di Overtraining

Conclusioni Considerando la teoria monofattoriale (teoria della supercompensazione) si può affermare che pause troppo ravvicinate alla seduta di lavoro, portano ad un adattamento di tipo negativo alla performance, pause troppo lunghe portano ad un adattamento di tipo nullo, mentre pause stabilite correttamente portano ad adattamenti positivi.

Teoria a due fattori La teoria a due fattori è più attuale e si basa sul presupposto che lo stato di preparazione caratterizzato dal potenziale di prestazione di un atleta non sia stabile, ma vari nel tempo. Esso comprende una componente dal cambiamento lento (Fitness o condizione fisica) ed una dal cambiamento più repentino (fatica).

Teoria bifattoriale

Teoria bifattoriale Anche in questa circostanza, come nel caso della teoria monofattoriale, si rende opportuno l’esatto collocamento delle sedute postume. Sedute troppo vicine sono in contrasto con adattamenti di tipo positivo, mentre pause troppo lunghe portano ad un annullamento degli effetti positivi dell’allenamento svolto.