Health: an integrating index of ecological and social sustainability

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Health: an integrating index of ecological and social sustainability Degree of equity Conditions of the natural and physical Environment Conditions of the social environment Population Health Size Effect Population Distribution-eg urbanisation Degree of consumption Economic activity per capita Effect Prevailing technology McMichael – Lancet 2002; 359: 1145

Organizzazione Mondiale della Sanità Centro Europeo Ambiente e Salute Roma Aree ad elevato rischio di crisi ambientale : uno studio commissionato dal Ministero dell’Ambiente

Primo rapporto Ambiente e Salute in Italia pubblicato nel 1997 (dati 1980-87)

20 % della popolazione residente italiana 5.7% della superficie italiana

Équipe di ricerca Organismi coinvolti nella analisi ed interpretazione dei dati ARPA Piemonte Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Statistica Università di Milano, Istituto di Biometria CILEA, Milano ENEA, Dipartimento Ambiente Istituto Superiore di Sanità Comitato Scientifico Benedetto Terracini Annibale Biggeri Giuseppe Costa; Francesco Forastiere Consulenti e collaboratori Ennio Cadum, Francesco Calamo Specchia, Cesare Cislaghi, Pietro Comba, Maurizio Di Paola, Emanuela Dreassi, Paolo Lauriola, Corrado Magnani, Marina Mastrantonio, Lorenzo Simonato, Raffaella Uccelli Staff OMS Roberto Bertollini,Michele Faberi, Marco Martuzzi, Francesco Mitis, Daniela Giannuzzo

Metodi di analisi 1 Sono stati utilizzati i dati di mortalità ISTAT aggiornati al 1994. Periodo di studio 1990-94 e 1981-94 per l’analisi degli andamenti temporali. Sono state prese in considerazione le 15 aree classificate “ad alto rischio di crisi ambientale” con Decreto Ministeriale dell’8.7.1986 n.349. Le aree sono state classificate come puntiformi o complesse in base alla fonte di inquinamento e all’estensione dell’area.

Metodi di analisi 2 Ogni area a rischio esaminata è stata confrontata con la sua area di riferimento (Regione o Provincia). Nell’analisi dei dati si è tenuto conto della distribuzione per sesso, età e stato socio-economico. E’ stato calcolato il rapporto tra decessi osservati nelle aree a rischio e quelli attesi per 65 cause di morte per ogni area (SMR, Rapporto Standardizzato di Mortalità) aggiustato per indice di deprivazione (DI). Sono state eseguite mappe per analisi spaziale del rischio Sono stati studiati i trend temporali di mortalità e per coorte di nascita Sono stati condotti due studi in profondità (disaggregazione sub-comunale) a Gela e Brindisi

Valore dell’indice di deprivazione per quintili Indice di deprivazione socioeconomica Basato su cinque variabili standardizzate proporzione di popolazione > 6 anni con licenza elementare o senza proporzione di disoccupati tra la popolazione attiva proporzione della popolazione abitante in case non di proprietà proporzione di famiglie di genitori soli con figli superficie media delle abitazioni Valore dell’indice di deprivazione per quintili 1 disagiato 5 agiato SICILIA Dati ISTAT, censimento 1991

Alcuni numeri della ricerca 715 comuni indagati per 32 + 33 cause di morte (maschi e femmine) 2363 comuni elaborati per le analisi spaziali 3 anni di lavoro; 1 comitato scientifico e collaboratori per un totale di 14 consulenti 130 tabelle finali di dati 546 mappe di mortalità 540 grafici per i trend temporali di mortalità 8 mappe regionali e 6 quadri generali di riepilogo

Mortalità per tutte le cause Eccesso di almeno 4167 casi nel periodo 1990-94 (oltre 800 annui) pari a +2.64 % sul totale dei decessi nelle aree studiate (157787) Uomini: 2640 (528 annui) Donne: 1527 (305 annui)

Principali cause di morte in eccesso osservate per anno Malattie circolatori e cerebrovascolari + 240 morti Malattie dell’apparato digerente + 120 morti Malattie respiratorie + 130 morti Cirrosi epatica + 90 morti Diabete + 80 morti Tumori + 130 morti

Tumore alla trachea, ai bronchi e ai polmoni: uomini LOS VAL BORMIDA PO POLESINE PO di VOLANO CONOIDI MASSA MANFREDONIA NAPOLI SARNO TARANTO Significativo Non significativo BRINDISI PORTOSCUSO CROTONE AUGUSTA GELA 50 70 90 110 130 150 170 SMR

Area di Brindisi (4 comuni)* Mortalità: linfomi non-Hodgkin, 1990-94 > 125 (8) 110-125 (2) 90-110 (0) 75-90 (3) 0-75 (16) > 125 (11) 110-125 (1) 90-110 (1) 75-90 (0) Maschi Femmine SMR > 125 (4) 110-125 (4) 90-110 (2) 75-90 (5) 0-75 (14) > 125 (0) 110-125 (0) 90-110 (29) 75-90 (0) 0-75 (0) EBR Uomini: 90% dei RR compresi tra 20.9 e 227.2 Test di omogeneità: p < 0.01 Donne: 90% dei RR compresi tra 93 e 107 non significativo *Cerchio di raggio 37 km con centro in Brindisi (29 comuni)

Area di Brindisi: tumore al sistema linfoematopoietico - maschi

Area di Gela: tumore alla trachea, ai bronchi e ai polmoni - maschi

Area of Massa Carrara: respiratory diseases - men 12 10 8 7.05 6 6.09 Cumulative risk % (0-64) 5.1 4 4.01 2 1.36 1920 1925 1930 1935 1940 Cohort of birth

Conclusioni Lo studio effettuato dall’OMS e commissionato dal Ministero dell’Ambiente dimostra che la salute dei residenti nelle aree a rischio risente negativamente dello stato di compromissione ambientale, in misura molto variabile ma significativa; I risultati osservati nello studio sono coerenti con quanto riportato dalla letteratura scientifica; È necessario caratterizzare con maggior precisione l’andamento dell’esposizione e degli esiti sanitari anche attraverso una più pronta disponibilità di informazioni di mortalità e morbosità ed una più alta risoluzione geografica, ; L’adozione di misure di bonifica ambientale e di monitoraggio sanitario appare necessaria ed urgente.

Nota sul metodo Ricondurre l’interpretazione degli eccessi di mortalità all’uso del territorio è comunque difficile, infatti: altri fattori di rischio, oltre alle condizioni ambientali, quali le abitudini alimentari, lo stile di vita (fumo, alcol, sedentarietà…), le predisposizioni individuali e altro ancora, determinano lo stato di salute; le esposizioni occupazionali sono state rilevanti nel condizionare lo stato di salute delle popolazioni residenti; Il livello socio economico condiziona lo stato di salute (condizioni abitative, istruzione, accesso ai servizi, esclusione sociale, disoccupazione…).