REALTÀ DELL’INCARNAZIONE Corso di Cristologia Lezione 2
OPERA DELLA TRINITÀ Nell’ammirevole piano della donazione che Dio fa di se stesso alla creatura, l’Incarnazione è l’evento centrale e culminante e Maria è stata colei che ha collaborato con la sua fede e con il suo amore all’unione di Gesù con l’umanità. L’Incarnazione è opera della Trinità. Il Padre (Eb 10, 5; Gal 4, 4) la realizza per mezzo dello Spirito Santo (Lc 1, 35) con l’adesione con il Figlio (Fil 2, 7). Lo affermano S. Agostino e il IV Concilio Lateranense
MARIA, MADRE DI DIO Maria è veramente Madre di Dio. “In effetti, Colui che Lei ha concepito come uomo, per opera dello Spirito Santo, e che si è fatto veramente suo Figlio secondo la carne, non è altro che il Figlio eterno del Padre, la seconda persona della Santissima Trinità” (CCC 495)
REALTÀ DEL CORPO DI CRISTO Il docetismo (secolo I) considera che la materia è cattiva e, di con- seguenza, nega che Cristo potesse avere un vero corpo materiale. Il corpo di Cristo sarebbe solo apparente: la sua nascita e la sua passione e la sua morte non furono reali ma solo apparenze irreali. NT: si afferma che Cristo fu uomo vero, con un corpo reale: che discende da Da- vide, che fu concepito da Maria, che nacque, si stancò, ebbe fame e sete, dormì, soffrì, sparse il suo sangue, morì, fu sepolto. Fu un corpo di carne e ossa, reale e tangibile. Tertulliano: negare la realtà del corpo di Cristo è negare la redenzione.
GESÙ CRISTO UOMO NUOVO Immagine perfetta di ogni creatura (Col 1, 15) Nuovo Adamo (Rm 5, 14) Nostro modello perfetto (Fil 2, 5; 1 Gv 2, 6) Venuto nella carne… (1 Gv 4, 2) Senza peccato… (1 Gv 3, 5) Cristologie non calcedoniane…
REALTÀ DELL’ANIMA DI CRISTO Apollinare di Laodicea (secolo IV): l’umanità di Cristo sarebbe composta solo da carne e anima sensitiva. Il Verbo assumerebbe la funzione di anima intellettiva e razionale. Sant’Atanasio: senza anima (senza intelligenza né volontà umane), Cristo non avrebbe reden- to la stirpe umana, infatti non venne sanato ciò che non venne assunto. Apollinarismo fu condannato dal Papa San Da- maso e dal Concilio Constantinopoli I (381). Vera natura umana di Gesù: unione dell’anima e del corpo.
GESÙ CRISTO È PERFETTO DIO Adozionismo: Cristo non era una persona divina, era un uomo che ha ricevuto una “dynamis” o forza divina nel Battesimo, che lo rese un uomo superiore. Non è Figlio di Dio per natura, ma solo per adozione (es.: Paolo di Samosata, vescovo di Antiochia, condannato e deposto dal suo incarico nell’anno 268). Ario (256-336): Subordinazionismo estremo: Figlio creato dal nulla, creatura attraverso la quale si fecero le altre cose. Condannato a Nicea I (325): Cristo è “homousios”, consustanziale al Padre. Secolo XIX e XX: negazione della divinità del “Gesù della storia”. Pio X condannò il modernismo (Enc. Pascendi, 1907).
PREROGATIVE DIVINE DI GESÙ È superiore alla Legge: Signore del sabato (Mt 12, 1-8). È superiore ai profeti e ai re (Giona e Salomone: Mt 12, 41-42). Perdona i peccati, potere esclusivo di Dio. Si equipara a Dio in autorità (“...Ma Io vi dico...”). Chiede fede (Gv 14, 1) e amore al di sopra di tutto (Mt 10, 37) che solo Dio può esigere, e la sua professione è requisito necessario per la salvezza (Mt 10, 32). Chiede anche che si doni la vita per Lui (Lc 17, 33).
PREESISTENZA AL MONDO Gv 17, 5: “la gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse”; Col 1, 15-17: creatore e conservatore del mondo; molti testi che affermano che è venuto inviato da suo Padre:viene “dal cielo” (Gv 3,13), “dall’alto” (Gv 8, 23), “sono uscito e vengo da Dio” (Gv 8, 42)
UGUAGLIANZA CON IL PADRE Gv 5, 17: Come il Padre agisce sempre, così Gesù dà la vita e la salute, anche di sabato; Gv 8, 19: “Se mi conosceste conoscereste anche il Padre”; Gv 10, 38: “Il Padre è in me, e io nel Padre”; Gv 14, 9: “Chi ha visto me ha visto il Padre”. Gv 10, 30: “Il Padre e io siamo una cosa sola”.
AFFERMAZIONI ESPLICITE NEL NUOVO TESTAMENTO Prologo del Vangelo di San Giovanni; Rm 9, 5: “il quale è sopra tutte le cose, Dio benedetto per i secoli”; Fil 2, 5-8: “essendo di condizione divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio...”; Tt 2, 13-14: “aspettiamo la manifestazione gloriosa del gran Dio (...) Gesù Cristo”.
AFFERMAZIONI ESPLICITE DEI PRIMI PADRI DELLA CHIESA S. Clemente Romano: “scettro della Maestà di Dio” (Lettera ai Corinti, 96-98); S. Ignazio di Antiochia: “Dio vivente nella carne” (Lettera agli Efesini, ~100) e “Figlio unico di Dio” (Lettera ai Romani, ~100); S. Policarpo: “Cristo è Dio Figlio” (Lettera ai Filippesi, 107-108); S. Giustino: “Cristo è il Verbo [che] come primogenito di Dio, è Dio” (Apologia, ~140);
Nell’Antico Testamento: “FIGLIO DI DIO” Nell’Antico Testamento: Titolo dato agli angeli (Dt 32, 8), al popolo eletto (Ex 4, 22), e ai suoi re (2 Sam 7, 14). Significa dunque una relazione particolare tra Dio e la sua creatura. Anche quando chiamano “figlio di Dio” il Messia (Salmo 2, 7), i giudei intendevano che era un uomo singolarmente benedetto da Dio, e non Figlio unico di Dio per natura. Tuttavia Eb 1, 5 applica questo salmo a Cristo in senso proprio e anche il Salmo 110 è attribuito a Cristo da Mt 22, 42-45.
“FIGLIO DI DIO” (2) Nel Nuovo Testamento: Si vede che Gesù si dichiarava Figlio di Dio in quanto vero Dio nato dal Padre: i giudei intendevano così e volevano ucciderlo per questo (Lc 22, 66-71); Gesù distingue: “mio Padre... vostro Padre”(Gv 20, 17); Lui è “proprio figlio” (Rm 8, 3) e Unigenito (Gv 3, 16.18) del Padre; Mt 11, 27: “Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio..., e nessuno conosce il Padre se non il Figlio...”.