GESTIONE DEI FILE Per poter mantenere disponibili i dati tra le diverse esecuzioni di un programma (persi-stenza dei dati) è necessario poterli archi-viare.

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GESTIONE DEI FILE Per poter mantenere disponibili i dati tra le diverse esecuzioni di un programma (persi-stenza dei dati) è necessario poterli archi-viare su memoria di massa. dischi nastri cd ...

IL CONCETTO DI FILE Un file è una astrazione fornita dal sistema operativo, il cui scopo è consentire la memo-rizzazione di informazioni su memoria di massa. Concettualmente, un file è una sequenza di registrazioni (record) uniformi, cioè dello stesso tipo. Un file è un’astrazione di memorizzazione di dimensione potenzialmente illimitata (ma non infinita), ad accesso sequenziale.

È illecito operare oltre la fine del file. IL CONCETTO DI FILE Una testina di lettura/scrittura (concettuale) indica in ogni istante il record corrente: inizialmente, la testina si trova per ipotesi sulla prima posizione dopo ogni operazione di lettura / scrittura, essa si sposta sulla registrazione successiva. È illecito operare oltre la fine del file.

OPERARE SUI FILE A livello di sistema operativo un file è denotato univocamente dal suo nome assoluto, che comprende il percorso e il nome relativo. In certi sistemi operativi il percorso può comprendere anche il nome dell’unità. in DOS o Windows: C:\temp\prova1.c in UNIX e Linux: /usr/temp/prova1.c

APERTURA DI UN FILE Poiché un file è un’entità del sistema opera-tivo, per agire su esso dall’interno di un programma occorre stabilire una corri-spondenza fra: il nome del file come risulta al sistema operativo un nome di variabile definita nel programma. Questa operazione si chiama apertura del file ed è concettualmente un’operazione del modello di coordinazione.

APERTURA E CHIUSURA DI UN FILE Una volta aperto il file, il programma può operare su esso operando formalmente sulla variabile definita al suo interno: il sistema operativo provvederà a effettuare realmente l’operazione richiesta sul file associato a tale simbolo. Al termine, la corrispondenza fra nome del file e variabile usata dal programma per operare su esso dovrà essere distrutta, mediante l’operazione di chiusura del file.

FILE IN C Per gestire i file, il modello di coordinazione del C definisce il tipo FILE. FILE è una struttura definita nello header standard stdio.h, che l’utente non ha necessità di conoscere nei dettagli – e che spesso cambia da un compilatore all’altro! Le strutture FILE non sono mai gestite direttamente dall’utente, ma solo dalle funzioni della libreria standard stdio. L’utente definisce e usa, nei suoi program-mi, solo dei puntatori a FILE.

Libreria standard stdio IL MODELLO DI FILE DEL C Libreria standard stdio l’input avviene dal canale di input associato a un file aperto in lettura l’output avviene sul canale di output associato a un file aperto in scrittura Due tipi di file: file binari e file di testo basterebbero i file binari, ma fare tutto con essi sarebbe scomodo i file di testo, pur non indispensabili, rispondono a un’esigenza pratica molto sentita.

FILE* fopen(char fname[], char modo[]) FILE IN C: APERTURA Per aprire un file si usa la funzione: FILE* fopen(char fname[], char modo[]) Questa funzione apre il file di nome fname nel modo specificato, e restituisce un puntatore a FILE (che punta a una nuova struttura FILE appositamente creata). ATTENZIONE alle convenzioni dipendenti dal sistema operativo usato (\ nei percorsi oppure /, presenza o assenza di unità, etc)

FILE* fopen(char fname[], char modo[]) FILE IN C: APERTURA Per aprire un file si usa la funzione: FILE* fopen(char fname[], char modo[]) modo specifica come aprire il file: r apertura in lettura (read) w apertura in scrittura (write) a apertura in aggiunta (append) seguita opzionalmente da: t apertura in modalità testo (default) b apertura in modalità binaria ed eventualmente da + apertura con possibilità di modifica.

Per aprire un file si usa la funzione: FILE IN C: APERTURA Per aprire un file si usa la funzione: FILE* fopen(char fname[], char modo[]) Il valore restituito da fopen() è un punta-tore a FILE, da usare in tutte le succes-sive operazioni sul file. esso è NULL in caso l’apertura sia fallita controllarlo è il solo modo per sapere se il file si sia davvero aperto: non dimenticarlo! I tre canali predefiniti standard (stdin, stdout, stderr) sono in tutto e per tutto dei file già aperti: quindi, il loro tipo è FILE*.

Per chiudere un file si usa la funzione: FILE IN C: CHIUSURA Per chiudere un file si usa la funzione: int fclose(FILE*) Il valore restituito da fclose() è un intero 0 se tutto è andato bene EOF in caso di errore. Prima della chiusura, tutti i buffer vengono svuotati.

FILE BINARI Un file binario è una sequenza di byte: come tale, può essere usato per archivia- re su memoria di massa qualunque tipo di informazione input e output avvengono sotto forma di una sequenza di byte la lunghezza del file è registrata dal sistema operativo la fine del file è rilevata basandosi sull’esito delle operazioni di lettura

fread() legge una sequenza di byte FILE BINARI Poiché un file binario è una sequenza di byte, sono fornite due funzioni per leggere e scrivere sequenze di byte fread() legge una sequenza di byte fwrite() scrive una sequenza di byte Essendo pure sequenze di byte, esse non sono interpretate: l’interpretazione è “negli occhi di chi guarda”. Quindi, possono rappresentare qualunque informazione (testi, numeri, immagini...)

OUTPUT BINARIO: fwrite() Sintassi: int fwrite(addr, int dim, int n, FILE *f); scrive sul file n elementi, ognuno grande dim byte (complessivamente, scrive quindi ndim byte) gli elementi da scrivere vengono prelevati in memoria a partire dall’indirizzo addr restituisce il numero di elementi (non di byte!) effettivamente scritti (possono essere meno di n): dunque, quando restituisce zero significa che il file è finito.

INPUT BINARIO: fread() Sintassi: int fread(addr, int dim, int n, FILE *f); legge dal file n elementi, ognuno grande dim byte (complessivamente, legge quindi ndim byte) gli elementi da leggere vengono scritti in memoria a partire dall’indirizzo addr restituisce il numero di elementi (non di byte!) effettivamente letti (possono essere meno di n, al limite anche zero nel caso di fine file). Dunque, quando restituisce zero significa che il file è finito.

ESEMPIO 1 Salvare su un file binario numeri.dat il contenuto di un array di dieci interi. #include <stdio.h> #include <stdlib.h> main(){ FILE *fp; int vet[10] = {1,2,3,4,5,6,7,8,9,10}; if ((fp = fopen("numeri.dat","wb"))==NULL) exit(1); /* Errore di apertura */ fwrite(vet, sizeof(int), 10, fp); fclose(fp); } La funzione exit() fa terminare il programma anticipatamente. L’operatore sizeof è essenziale per la portabilità

ESEMPIO 2 Leggere da un file binario numeri.dat una sequenza di interi, scrivendoli in un array. #include <stdio.h> #include <stdlib.h> main(){ FILE *fp; int vet[40], i, n; if ((fp = fopen("numeri.dat","rb"))==NULL) exit(1); /* Errore di apertura */ n = fread(vet,sizeof(int),40,fp); for (i=0; i<n; i++) printf("%d ",vet[i]); fclose(fp); } fread tenta di leggere 40 interi, ma ne legge meno se il file finisce prima (come qui) n contiene il numero di interi effettivamente letti

Scrivere su un file di caratteri testo.txt una sequenza di caratteri. ESEMPIO 3 Scrivere su un file di caratteri testo.txt una sequenza di caratteri. #include <stdio.h> #include <stdlib.h> main(){ FILE *fp; int n; char msg[] = "Ah, l'esame\nsi avvicina!"; if ((fp = fopen("testo.txt","wb"))==NULL) exit(1); /* Errore di apertura */ fwrite(msg, strlen(msg), 1, fp); fclose(fp); } Dopo averlo creato, provare ad aprire questo file con un editor qualunque (es. blocco note) Un carattere ha sempre size=1 Scelta: non salvare il terminatore.

ESEMPIO 4 Leggere da un file di caratteri testo.txt una sequenza di interi, salvandoli in una stringa. #include <stdio.h> #include <stdlib.h> main(){ FILE *fp; int msg[80], n; if ((fp = fopen("testo.txt","rb"))==NULL) exit(1); /* Errore di apertura */ n = fread(msg,1,80,fp); puts(msg); fclose(fp); } Idea: perché non provare ad leggere un file (corto) creato con un editor qualunque? n contiene il numero di interi effetti-vamente letti.. ma non ci interessa!

Supponiamo che sia int x = 31466; Che differenza c’è fra OUTPUT DI NUMERI L’uso di file binari consente di rendere evidente la differenza fra la rappresentazione interna di un numero e la sua rappresentazione esterna come stringa di caratteri in una certa base. Supponiamo che sia int x = 31466; Che differenza c’è fra printf("%d", x); e fwrite(&x, sizeof(int), 1,stdout); ?

OUTPUT DI NUMERI Se x è un intero che vale 31466, internamente la sua rappresentazione in complemento a due è (ipotesi: interi lunghi 16 bit): 01111010 11101010 Perciò, emettendo direttamente tale sequenza di byte, come farebbe fwrite() e interpretandoli come se fossero caratteri, come accade se li si invia sul video (stdout) si otterranno i caratteri corrispondenti al codice ASCII di quei byte: êz

e poi stampare la stringa così ottenuta: OUTPUT DI NUMERI Per ottenere invece la stringa “31466”, che rappresenta il numero in base dieci, occorre convertire il numero in stringa in TurboC, con la funzione itoa() [non standard] oppure con la nostra numToS() e poi stampare la stringa così ottenuta: puts() il che è esattamente quello che fa printf() !!

Analogamente, che differenza c’è fra INPUT DI NUMERI Analogamente, che differenza c’è fra scanf("%d", &x); e fread(&x, sizeof(int), 1,stdin); nell’ipotesi di battere da tastiera “23” ? Anche qui, scanf() preleva una stringa di caratteri adeguati alla sintassi di un intero decimale e li converte in numero, ottenendo ventitre viceversa, fread() prende due caratteri (la size di un int) e scrive dentro a x i loro codici ASCII, inter-pretandoli poi come intero. Risultato (assurdo): tredicimilacentosei !

FILE DI TESTO È un caso particolare di file binario, che coinvolge una sequenza di caratteri Ha senso trattarlo come caso a parte per- ché i caratteri sono un caso estremamen- te frequente, con caratteristiche proprie: esiste un concetto di riga e di fine riga (‘\n’) certi caratteri sono stampabili a video (quelli di codice  32), altri no la sequenza di caratteri è chiusa dal carattere speciale EOF

Quindi, la fine del file può essere rilevata FILE DI TESTO (segue) La lunghezza del file è sempre registrata dal sistema operativo (come per ogni file binario)… ... ma è anche indicata in modo esplicito dalla presenza del carattere EOF. Quindi, la fine del file può essere rilevata o in base sull’esito delle operazioni di lettura o perché si intercetta il carattere di EOF. Attenzione: lo speciale carattere EOF (End-Of-File) varia da una piattaforma all’altra.

FILE DI TESTO & CANALI STANDARD I canali di I/O standard non sono altro che file di testo già aperti stdin è un file di testo aperto in lettura, di norma agganciato alla tastiera stdout è un file di testo aperto in scrittura, di norma agganciato al video stderr è un altro file di testo aperto in scrittu-ra, di norma agganciato al video Le funzioni di I/O disponibili per i file di testo sono una generalizzazione di quelle già note per i canali di I/O standard.

CONFRONTO tutte le funzioni da file acquistano una “f” davanti nel nome (qualcuna però cambia leggermente nome) tutte le funzioni da file hanno un parametro in più, che è appunto il puntatore al FILE aperto sempre davanti… tranne in fgets/fputs 

PECULIARITÀ: fgets() vs. gets() fgets() prevede anche un parametro intero n, che consente di leggere non più di n-1 di caratteri char* fgets(char s[], int n, FILE* f) È una caratteristica importante per non superare la lunghezza massima della stringa s. A differenza di gets(), che lo elimina, fgets() mantiene il carattere di fine riga, se presente nella stringa letta; aggiunge comunque in fondo il terminatore ‘\0’.

PECULIARITÀ: fputs() vs. puts() A differenza di puts(), che lo aggiunge sempre, fputs() non inserisce in fondo il carattere di fine riga Però, nessuna trascrive il terminatore ‘\0’

PECULIARITÀ: getchar() vs. fgetc() putchar() vs. fputc() getchar() e putchar() sono delle scorciatoie linguistiche per fgetc() e fputc() getchar()  fgetc(stdin) putchar(c)  fputc(stdout, c) in effetti, getchar() e putchar() sono quasi sempre delle macro!

FUNZIONI SUI FILE: PECULIARITÀ Esistono poi alcune funzioni per i file di testo che non hanno un analogo sui canali standard: feof() indica se si è già incontrato EOF perror() stampa un messaggio di errore sul canale standard di errore (stderr) fseek() sposta la testina di lettura/scrittura su una posizione a scelta nel file ftell() dà la posizione corrente della testina di lettura/scrittura nel file

ESEMPIO 1 Salvare su un file di testo prova.txt ciò che viene battuto sulla tastiera. #include <stdio.h> #include <stdlib.h> main(){ FILE *fp; if ((fp = fopen("prova.txt","w"))==NULL) exit(1); /* Errore di apertura */ else { int c; while ((c=getchar())!=EOF) fputc(c,fp); fclose(fp); } fp può essere NULL se non c’è spazio su disco o se il disco è protetto da scrittura. Per generare EOF, CTRL+Z (DOS / Windows) o CTRL+D (Unix/Linux)

Stampare a video il contenuto di un file di testo prova.txt. ESEMPIO 2 Stampare a video il contenuto di un file di testo prova.txt. #include <stdio.h> #include <stdlib.h> main(){ FILE *fp; if ((fp = fopen("prova.txt","r"))==NULL) exit(1); /* Errore di apertura */ else { int c; while ((c=fgetc(fp))!=EOF) putchar(c); fclose(fp); } fp può essere NULL se il file richiesto non esiste.

ESEMPIO 3 Scrivere un programma che, dato un file di testo prova.txt, sostituisca tutte le minuscole in maiuscole. Occorre poter leggere e poi riscrivere un carattere  apertura con modifica "r+" presuppone che il file esista, lo apre in lettura ma consente anche (alternatamente) di scriverci sopra "w+", pur consentendo delle letture, crea il file se non esiste o lo cancella se già esiste "a+" è analoga a "r+", ma agisce in coda al file. Nel caso in esame serve la modalità r+.

ESEMPIO 3 (segue) È inoltre necessario potersi collocare in una ben precisa posizione sul file, per poter sostituire una minuscola nella corrispondente maiuscola. In particolare, quando si legge una minuscola: si retrocede di una posizione la si sovrascrive con la maiuscola. A questo provvedono fseek() e ftell(). ATTENZIONE: la modalità r+ consente di alternare letture e scritture, ma con l’obbligo di effettuare una fseek() per passare da lettura a scrittura o viceversa.

fseek() e ftell(): SINTASSI int fseek(FILE* f, long offs, int orig) long ftell(FILE* f) dove: offs dà la posizione, rispetto a orig, a cui portarsi sul file orig dà la posizione rispetto a cui misurare offs, e può essere: l'inizio del file SEEK_SET la posizione corrente nel file SEEK_CUR la fine del file SEEK_END NB: per un file di testo, offs deve valere o 0 o un valore resti- tuito da ftell(), nel qual caso, orig deve essere SEEK_SET

ESEMPIO 3 int main() { FILE *file; char fname[20]; int ch; printf("Nome del file: "); scanf("%s", fname); if ((file=fopen(fname, "r+"))==NULL) { perror("Impossibile aprire file di input\n"); exit(1); } while((ch=fgetc(file))!=EOF) if(islower(ch)) { fseek(file, ftell(file)-1, SEEK_SET); fputc(toupper(ch), file); fseek(file, 0, SEEK_CUR); /* OBBLIGO! */ fclose(file); exit(0); non fa nulla, ma è obbligatoria per alternare letture e scritture.