VICENDE STORICHE DEL BRANDEBURGO DAL 983 AL 1741

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VICENDE STORICHE DEL BRANDEBURGO DAL 983 AL 1741 Di Federico Maiozzi

L’Impero romano germanico alla morte di Ottone il Grande, nel 973 L’Impero romano germanico alla morte di Ottone il Grande, nel 973. Le aree tratteggiate corrispondono ai territori perduti nella grande rivolta slava e baltica del 983. Sarebbero trascorsi secoli prima che venissero riannessi.

Il Brandeburgo nel 1320 Per i collegamenti con il Baltico, ed i commerci ad esso legati, era necessario il Brandeburgo, inglobandolo nell’Impero, come avvenne nel 1150, sotto l’imperatore Lotario III. Per scongiurare conflitti nelle zone di confine, le libertà concesse alla Marca furono tali da accrescerne molto il potere e l’autonomia in tempi relativamente brevi. In viola il territorio originario della Marca, in tratteggio quelli acquisiti entro il 1320

Alberto I, detto l’Orso Già margravio della Marca del Nord, nel 1150 divenne il primo margravio del Brandeburgo. Tramite una serie di spedizioni militari condotte in larga autonomia dall’imperatore, rafforzò l’Impero ed i suoi feudi ad est dell’Elba. Malgrado la resistenza delle popolazioni locali non fosse ancora domata, contribuì a porre le condizioni per la creazione di grandi insediamenti tedeschi nelle regioni baltiche.

Enrico il Leone Cugino e rivale dell’imperatore Federico I Barbarossa, fu tra i principali fautori, nonché protagonista di una serie di campagne militari per la riannessione dei territori al di là dell’Elba, perduti a seguito della prima grande rivolta slava e baltica. Le ragioni risultavano sia politiche che commerciali, oltre al desiderio di rafforzare la struttura imperiale mediante la costruzione di una piena identità germanica. A questo scopo, la sua opera si volse al potenziamento commerciale delle città tedesche, alla riorganizzazione del sistema feudale ed alla messa in sicurezza delle frontiere orientali

Scontri alle frontiere Per effetto dell’invio costante dal resto dell’Impero di militari, soldati coscritti, religiosi, cavalieri, notabili, artigiani e contadini, il carattere slavo dei feudi imperiali sulla frontiera orientale andò scemando. L’ostilità verso le classi dirigenti romano-germaniche rimase tra gli slavi, ma essi non erano più in grado di affrontare con incisività forze esterne ben organizzate, che alternavano l’uso della forza con atti conciliatori “mirati” verso le singole realtà locali. Eppure la tensione politica nell’area aumentò, visto che l’Impero, per lo più dal XII secolo, dovette fronteggiare la crescita di nuove entità politiche potenzialmente rivali, >>>

>>> primi fra tutti i cavalieri teutonici ed il regno di Polonia. A questi si aggiunga la sempre più potente lega anseatica. Non disponendo di un apparato militare che potesse garantirgli vittorie risolutive, l’Impero, per evitare la perdita totale di quei territori, dovette ricorrere continuamente ad accordi politici perfino con i suoi stessi feudatari, processo che ben presto logorò la sua autorità.

La Lega Anseatica

Malgrado si dichiarasse un’unione commerciale tra singole città, la Lega Anseatica, ( rappresentata nella carta precedente tratta dal sito della rivista “Limes” ) nata nel XII secolo dall’azione della città fluviale di Lubecca, nell’Impero, assunse sempre più i connotati di un’organizzazione politica, dandosi ordinamenti interni e perfino una politica estera che tenevano scarsamente conto della volontà dei Principi a cui avrebbero dovuto rispondere. La ricchezza e la potenza crescente permisero alle città anseatiche, fossero esse scandinave, tedesche o britanniche, di seguire una politica autonomista, che ebbe più forte seguito in quelle entità dove il potere centrale era meno forte, il Sacro Romano Impero. Qui tale fenomeno, molto forte nel XIV secolo, indebolendo il potere dell’Imperatore, favorì il rafforzamento dei Principi territoriali, ed il Brandeburgo non fece eccezione alla tendenza generale. >>>

>>> La sua posizione strategica sul mare, un entroterra sempre più vasto e sicuro, con abbondanza di legname, fiorente commercio di cui le città anseatiche si occupavano, gli permisero di assumere un potere politico paragonabile a quello di feudi incomparabilmente più ricchi come la Baviera, o con antiche tradizioni storiche e culturali tedesche, quali la Sassonia ed il Lussemburgo. La Diocesi di Brandeburgo, fondata da Ottone I per meglio controllare la regione, divenne in quel periodo un ulteriore sostegno alla formazione di un embrionale stato regionale indipendente.

La Diocesi di Brandeburgo Fondata da Ottone il Grande nel 963, la diocesi fu tra i primi centri di potere imperiale oltre l’Elba. Dalla sede arcivescovile della diocesi, strategicamente collocata sul fiume Havel, affluente dell’Elba, prese il nome l’intera regione.

La Bolla d’Oro dell’imperatore Carlo IV, 1356 L’impossibilità di creare forze armate e burocrazia che rispondessero solo all’imperatore e le logoranti lotte contro nemici esterni non permisero agli imperatori romano-germanici di creare uno stato proto-nazionale. Per salvare l’Impero era quindi necessario che almeno al suo interno regnasse la pace, ottenibile solo con accordi politici con i maggiori principi territoriali.

L’imperatore stesso stabilì che l’elezione dei suoi successori sarebbe stata appannaggio di sette grandi feudatari, tre religiosi e quattro laici. Pur compromettendo il potere imperiale, la soluzione era l’unica praticabile per garantire pace interna all’apparato imperiale. I sette elettori erano : >>>

Arcivescovo di Treviri Arcivescovo di Colonia Arcivescovo di Magonza Boemia Re di Elettore Palatino Margravio di Brandeburgo Duca di Sassonia

L’Imperatore Carlo IV di Lussemburgo Fu sotto col suo primogenito, Venceslao “il Pigro”, che il Brandeburgo divenne un principato, nel 1373.

Federico di Hohenzollern, primo della sua casata a divenire principe elettore del Brandeburgo (1415), viene qui raffigurato assiso in trono.

Gli Hohenzollern Gli Hohenzollern avrebbero mantenuto il titolo di principi del Brandeburgo fino al 1918. A partire dal 1525, il principato avrebbe legato il suo destino a quello della Prussia. In quell’anno, gli Hohenzollern acquisirono anche il titolo di duchi di Prussia, benché solo nel 1618 i due titoli di duca di Prussia e principe di Brandeburgo sarebbero stati attribuiti ad un’unica persona.

Alberto di Hohenzollern, primo duca di Prussia Nel 1525, a seguito della dura guerra teutonico-polacca, il re di Polonia cedette la Prussia ad Alberto, terzogenito del primo principe di Brandeburgo, con stretti legami con l’imperatore. Per salvare le apparenze, la Prussia sarebbe rimasta un feudo polacco, ma di fatto gli Hohenzollern, già padroni del Brandeburgo, gestirono il nuovo possedimento come un ducato indipendente tedesco-baltico.

Giovanni Sigismondo Nel 1618, il principe di Brandeburgo, Giovanni Sigismondo di Hohenzollern, eredita il titolo di duca di Prussia, senza lasciare la carica brandeburghese. Il ducato per il momento resta un feudo del Regno di Polonia, distinto dal Brandeburgo. Di fatto, la distinzione, causa anche la debolezza dell’Impero, è solo sulla carta. 

Nel 1660, con il trattato di Oliva, a conclusione della Prima guerra del Nord, Polonia, Russia, Sacro Romano Impero e Svezia riconoscono l’indipendenza del Ducato di Prussia e gli Hohenzollern legittimi sovrani.  

Federico Augusto I, re “in” Prussia Il titolo lo ottenne nel 1701 dall’imperatore Sigismondo, dopo il sostegno nella Guerra di successione spagnola. Non era re «di» ma «in», poiché nell’Impero l’unico re riconosciuto era quello di Boemia, oltre che per non portare pregiudizio all’elettorato del Brandeburgo. Quest’ultimo avrebbe ritrovato una sua autonomia solo con la costituzione del Land di Brandeburgo nel 1990.

Berlino capitale regia Per ribadire la germanicità del suo regno, dal nome baltico, Federico I proclamò Berlino capitale di Prussia già nel 1701. La città era stata residenza dei margravi e principi brandeburghesi fin dal 1451.

L’espressione Brandeburgo-Prussia, per indicare un regno che ufficialmente si chiamava solo «Prussia», rimase ben radicata sia nel linguaggio comune che negli atti ufficiali fino a tutto il secolo XVIII.

Il principe illuminato Uno degli eventi più significativi per l’ Europa del XVIII secolo fu l’autoproclamazione di Federico II, nell’anno 1741, a re “di” e non “in” Prussia. Ciò contravveniva ad una legge imperiale ed ignorarla equivaleva ad una dichiarazione d’indipendenza. Federico II non rompeva i rapporti con l’Impero, ma mutava drasticamente i rapporti di forza fra i principati tedeschi, l’Austria imperiale e la Prussia, a vantaggio di quest’ultima. Da allora in poi il lento processo di unione fra due stati profon- damente diversi quali Brandeburgo e Prussia poteva dirsi concluso.

Federico Il Grande. Primo re di Prussia