Gli alunni delle classi quarte di San Francesco d’Assisi Raccontano e presentano il grande poema: - L’Odissea
Le tappe del viaggio di Ulisse Troia Ciconi Mangiatori di loto Ciclopi Eolo Lestrigoni Circe Sirene Scilla e Cariddi Isola del sole Calipso Isola dei Feaci Itaca
Canto V Il sole splendeva sull’isola di Ogigia dove viveva Calipso. Arrivò Minerva dicendo che la mandava Giove e che Calipso doveva liberare Ulisse . Calipso rispose che lo lasciava andare,ma non aveva imbarcazioni. Così mentre Ulisse costruì la zattera,Calipso andò a preparare le provviste e dopo qualche giorno la zattera fu pronta. Calipso era triste e regalò ad Ulisse una tunica da indossare fatta da lei . Ulisse partì e quando stava per raggiungere la terra, Nettuno che era contrario, fece agitare il mare e scatenando una tempesta Ulisse cadde negli abissi. Pensò che era brutto morire, si afferrò a un tronco e per due giorni resistette,ma il terzo giorno stremato,riuscì finalmente ad arrivare sulla terra.
Canto VI Ulisse cadde tra i giunchi,solo dopo qualche sforzo riuscì ad alzarsi e a trovare un posto dove ripararsi. Mentre dormiva, vicino a lui giocavano Nausicaa e le sue ancelle, Ulisse si trovava nel regno dei Feaci il cui re era Alcinoo. Nausica era nel fiore della giovinezza e per volere di Atena (Minerva) la palla andò nel cespuglio dove dormiva Ulisse. All’improvviso dal cespuglio uscì Ulisse nudo e le ancelle scapparono. Nausicaa gli regalò un vestito e siccome Nausicaa doveva andare in città e non lo poteva portare con lei sul cocchio, Atena lo fece diventare invisibile. Arrivato in città per evitare che andasse in giro, Atena si trasformò in una bella ragazza, così Ulisse andò da lei a chiedere informazioni. Atena gli disse che lo avrebbe condotto alla reggia del re, ma lui non doveva rivolgere la parola a nessuno.
Canto IX Nella terra dei Ciclopi, Ulisse e i suoi compagni entrarono nella grotta del Ciclope Polifemo , figlio di Nettuno. Il mostro divorò quasi tutti i suoi compagni,ma alla fine fu ingannato da Ulisse che prima lo fece ubriacare e poi lo accecò. Per poter uscire dalla caverna ,Ulisse e i suoi compagni si nascosero sotto il ventre delle pecore di Polifemo. Ulisse disse a Polifemo di chiamarsi Nessuno e quando questi invocò il padre Nettuno, gli disse che Nessuno gli aveva fatto del male. Da allora Nettuno fu il nemico di Ulisse.
Canto XIII Ulisse partì per tornare finalmente alla sua patria, ma lungo il viaggio s’addormentò. Arrivati ad Itaca i Feaci lo presero,mentre dormiva,lo posero sulla spiaggia, sotto un olivo secolare,accanto a tutti i loro doni. Poi ripartirono con la nave, ma Nettuno infuriato chiese a Giove di punire i Feaci, perché avevano aiutato Ulisse a tornare a casa. Giove, allora trasformò nave e marinai in uno scoglio. Ulisse, intanto, si svegliò e non riconobbe Itaca a causa di una fitta nebbia. Vide un pastore e gli chiese dove si trovasse e il pastore rispose dicendo che quella era l’isola di Itaca . Il pastore si trasformò in una bella fanciulla, “Minerva”. La dea gli disse che voleva aiutarlo contro i Proci. Ulisse, allora le chiese dove fosse Telemaco e lei rispose che era a Sparta, ospite di Menelao,per avere sue notizie. Aggiunse, poi, che i Proci lo attendevano per tendergli un agguato, ma lei glielo avrebbe impedito. Minerva per far sì che nessuno lo riconoscesse, lo trasformò in un vecchio mendicante e gli disse di andare da Eumeo,il guardiano dei porci che lo avrebbe aiutato. Canto XIII
Canto XIX Ulisse solo nella grande sala, aspettò che Penelope lo raggiungesse per raccontarle la sua vita. Non si scopri, ma lasciò capire a Penelope che il suo sposo era vivo e sarebbe tornato a casa. Penelope pianse per la commozione, ordinò alle ancelle di prestargli ogni cura. La vecchia nutrice Euriclea, mentre gli lavava i piedi,riconobbe il suo padrone dalla cicatrice su un piede. Sul suo volto si lesse gioia e stupore, ma Ulisse le fece promettere di mantenere il segreto. Penelope dichiarò ad Ulisse che, se fosse stata costretta a sposare uno dei Proci,avrebbe scelto colui che avrebbe dimostrato di possedere la stessa forza e la stessa abilità del suo sposo scomparso, facendo fare una gara ai Proci e il vincitore sarebbe stato il suo sposo.