Ritengo come fatto certo che a tal punto questi due elementi, mi riferisco ovviamente alla terra e all'acqua, si legano, che le pietre continuamente vengono formate dalla loro quotidiana e vicendevole mescolanza. Nient'altro, infatti, è una concrezione lapidea se non una porzione di terra più sottile e pura mescolata con l'acqua, o una dose di acqua più impura e terrosa, che, avendo perso una quantità di liquido a causa del calore solare e per assorbimento della terra circostante, comincia a coagularsi, subendo un processo di addensamento causato dal freddo, per poi divenire più secca fino a completare, sottoposta per un lungo intervallo di tempo all'azione congiunta dei due agenti, la trasformazione in corpo solido da liquido terroso oppure fango acquoso e viscoso che era all'inizio.
La terra cotta dal calore del sole bagnata dall'acqua diviene viscosa e, non diversamente dalla calce preparata artificialmente o dal gesso mescolato all'acqua, si liquefa e con facilità si rapprende con l'eliminazione della parte acquosa a causa della natura ignea acquisita durante la cottura e infine ciò che resta raggiunge la natura lapidea sotto l'azione esterna del sole e del freddo. La pietra sarà più dura o fragile a seconda che la terra sottoposta a trasformazione risulti più pura o impura, più sottile o più grassa, più o meno sottoposta al calore del sole, infine condensata da un'azione più o meno intensa del freddo e portata a termine in un tempo più o meno lungo.
Esiste anche un altro tipo di concrezione più denso e puro che non avviene come nel caso precedente dalla commistione di terra e acqua con la pioggia, ma dai loro vapori trasportati verso l’alto e addensati, come sono le pietre che cadono dal cielo con un lampo, durissime e lucenti. Ma volendo proporre un esempio che capita sotto gli occhi e da cui si possa evincere il tipo di sollevamento e congelamento del vapore, si pensi alle evaporazione sulfuree di Pozzuoli, all’apparenza acquose, e pur tuttavia intorno a sassi dello specchio da cui fuoriescono, si deposita dello zolfo sotto forma di concrezioni simili a quelle saline, ma anche zolfo sotto forma di quello preparato artificialmente: infatti come da una fornace attraverso l’alambicco, dalla terra con i vapori emessi dalle pietre per il calore fluisce un umore che è per l’appunto zolfo, assieme ad altri minerali.
Ma forse che nei camini la fuliggine oltre allo strato spugnoso o lanoso in superficie non diviene sotto un strato crostoso e duro? E nient’altro è che l’umidità del legno, ma reca con sé una spiccata natura terrosa e una particolare viscosità come per l’appunto si osserva nei camini di legno ricoperti di una sostanza vitrea, lucida depositata dal fumo, come se fossero spalmati di pece. Le pietre formate da siffatta concrezione sembrano possedere una certa natura vegetale e qualcuno potrebbe ritenere che crescano. Ma in verità l’accrescimento si verifica per aggiunta di materiale proveniente dall’esterno, circostante, oppure come in questi casi proveniente dal fondo, per cui sembra che l’aumento e alimento provenga come da una radice.
Casi esemplari sono le unghie e i denti. Riguardo ai casi di accrescimento per addizione, come nelle conchiglie marine e nelle chiocciole terrestri, per i quali l’ampliamento avviene alla periferia e non al centro: i segni delle rughe ne sono testimonianza, giacché queste sono dovute al fatto che il margine estremo dell’apertura all’inizio è cartilagineo, non ancora indurito, proveniente com’è dal liquido viscoso circostante secreto dall’animale stesso.