Corso di Antropologia della Musica A. A. 2007-2008 Lezione Introduttiva Brevi Cenni di Teoria Musicale 23 Novembre 2007 Docente: Dott.ssa Laura Ruzza
L'ottava Toni e semitoni Un'ottava può essere definita come la distanza che separa due suoni che l'orecchio umano percepisce come uguali, ma ad altezze diverse. Toni e semitoni L'ottava è divisa in dodici parti uguali: i sette suoni principali e le cinque alterazioni. Queste dodici frazioni sono chiamate semitoni; due semitoni formano un tono. Per capire meglio questo concetto si pensi alla tastiera di un pianoforte, composta di tasti bianchi e tasti neri. I tasti bianchi corrispondono ai sette suoni principali (le sette note), i tasti neri alle loro alterazioni. Il passaggio da un tasto a quello adiacente (bianco o nero) e' un semitono (o mezzotono).
Le alterazioni il Diesis (simbolo #), alterazione ascendente; Le alterazioni hanno la funzione di spostare un suono, avanti o indietro, di un semitono (o di un tono, nel caso di alterazioni doppie). Le note alterate corrisponderanno quindi ai tasti neri del pianoforte. Le alterazioni sono due: il Diesis (simbolo #), alterazione ascendente; il Bemolle (simbolo b), alterazione discendente. Le alterazioni vengono neutralizzate dal Bequadro che riporta il suono alla nota naturale. Si ha uno spostamento di un tono nel caso del Doppio Diesis (movimento ascendente) e del Doppio Bemolle (movimento discendente).
Il Tempo Il tempo indica il numero di movimenti (o accenti) contenuti all'interno di ogni battuta. E', quindi, l'indicatore metrico-ritmico di un brano musicale. Viene espresso da una frazione posta all'inizio del pentagramma, frazione che indica il contenuto, in termini di valore delle note, di ogni battuta. Il tempo è: -binario, quando all'interno della battuta vi sono due delle unità assunte come valori base del tempo (es. un tempo di 2/4); -ternario, se queste unità sono tre (es. 3/4). Inoltre si distingue tra: -tempo semplice, se l'unità di base è assunta di per sè -tempo composto, se l'unità di base è assunta quale multipla di una suddivisione ternaria (es. il tempo di 6/8 e' composto di due movimenti di 3/8 ciascuno; il tempo di 9/8 da tre movimenti ecc.)
Gli Intervalli L'intervallo è la differenza di altezza fra due suoni. In fisica acustica tale differenza può essere espressa come rapporto tra le frequenze dei due suoni. La grandezzadi un intervallo è data dal numero di suoni consecutivi contenuti nel segmento di scala diatonica che separa le due note (incluse le due note stesse). Tale grandezza si indica con l'aggettivo numerale (femminile) corrispondente. Esempio: Per determinare l'intervallo esistente tra Do e il La immediatamente superiore bisogna fare riferimento alla scala diatonica di Do e contare le note che formano il segmento di scala Do-La. Esse saranno: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La - cioè sei note, per cui tale intervallo si chiamerà di sesta. Esistono diverse qualità di intervalli, a seconda delle note che li compongono. Gli intervalli di unisono, di quarta, di quinta e di ottava sono chiamati giusti, in quanto appartengono sia alla scala maggiore che alla scala minore. Gli intervalli di terza, sesta e settima variano a seconda della scala e possono perciò essere maggiori o minori. N.B.: Gli intervalli maggiori sono più "grandi" di un semitono rispetto a quelli minori
Gli intervalli possono essere aumentati o diminuiti di un semitono Gli intervalli possono essere aumentati o diminuiti di un semitono. I nomi che gli intervalli assumono seguono questo schema: - Gli int. giusti abbassati di un semitono si dicono diminuiti - Gli int. giusti aumentati di un semitono si dicono eccedenti - Gli int. maggiori abbassati di un semitono si dicono minori - Gli int. maggiori aumentati di un semitono si dicono eccedenti - Gli int. minori abbassati di un semitono si dicono diminuiti - Gli int. minori aumentati di un semitono si dicono maggiori
Tutti gli intervalli possono essere rivoltati, spostando all'ottava superiore la nota grave, così che la nota acuta diventa il basso del rivolto. Nell'esempio che segue l'intervallo Do-Sol viene trasformato nel suo rivolto Sol-Do La somma dell'intervallo e del suo rivolto dà sempre nove. Infatti: l'unisono diventa ottava (1+8=9); la seconda diventa settima (2+7=9); la terza diventa sesta (3+6=9) e così via. Da ricordare, inoltre, che il rivolto di un intervallo giusto dà un intervallo giusto; il rivolto di un intervallo maggiore dà un intervallo minore, e viceversa; il rivolto di un intervallo diminuito dà un intervallo eccedente, e viceversa. L'intervallo di seconda si definisce: -maggiore (intervallo corrispondente ad un tono) quando il suo rivolto è una settima minore; -minore (intervallo corrispondente ad un semitono) quando il suo rivolto è una settima maggiore.
Le Scale Vari Tipi di Scale Si intende per scala una successione di note che, partendo da una, arriva alla stessa nota su una diversa ottava. Esistono numerosissimi tipi di scale diverse, sia per il numero di suoni che le compongono sia per l'ampiezza degli intervalli che separano i suoni. Gran parte della musica occidentale, sia antica che moderna, si basa sulla scala diatonica, cioè una scala composta da sette note che dividono l'ottava in cinque toni e due semitoni e sulla scala cromatica, che invece suddivide l'ottava in dodici intervalli di uguale ampiezza. Vari Tipi di Scale La scala maggiore è una successione ascendente di sette note ordinate in questo modo: un tono, un tono, un semitono, un tono, un tono, un tono, un semitono. Di seguito alcuni esempi di scale maggiori. Scala di Do Maggiore
Scala di Re Maggiore Scala di Fa Maggiore Ad ogni tonalità maggiore corrisponde una tonalità relativa minore. Quest' ultima ha come tonica il sesto grado della tonalità maggiore, per cui è possibile costruire una scala minore partendo dal sesto grado di un scala maggiore. La scala che si ottiene è detta scala minore naturale e corrisponde al modo eolico. La successione degli intervalli è la seguente: un tono, un semitono, un tono, un tono, un semitono, un tono.
Alcuni esempi: la scala minore naturale di La è costruita sul sesto grado della scala maggiore di Do; la scala minore naturale di Re sul sesto grado della scala maggiore di Fa. Una prima variazione della scala minore naturale si ottiene alterando, cioè aumentando di un semitono, la settima nota della scala. Si ha così una successione di un tono, un semitono, un tono, un tono, un tono e mezzo, un semitono; tale successione prende il nome di scala minore armonica. Esempio: la scala minore armonica di La si ottiene trasformando il Sol della scala minore naturale in un Sol diesis.
La seconda variazione si ottiene alterando il sesto e il settimo grado della scala minore naturale. Si ha in questo modo una successione di un tono, un semitono, un tono, un tono, un tono, un semitono. Tale scala prende il nome di scala minore melodica e ha funzione ascendente, cioè viene usata salendo dalla nota grave alla nota acuta dell'ottava. Esempio: la scala minore melodica di La si ottiene alterando il Fa a Fa# e il Sol a Sol#. La scala cromatica divide l'ottava in dodici parti uguali, ognuna delle quali corrispondente quindi ad un semitono. In altro modo può essere definita come la scala che contiene tutte le sette note più le relative alterazioni.
La Scala Pentatonica è una scala formata da cinque suoni La Scala Pentatonica è una scala formata da cinque suoni. Ne esistono due tipi, entrambi caratterizzati dall' assenza di semitoni: -Pentatonica Maggiore, formata dalla prima, seconda, terza, quinta e sesta nota della scala maggiore. Quindi la scala pentatonica maggiore di Do sarà: Do - Re - Mi - Sol - La (successione di un tono, un tono, un tono e mezzo o terza minore, un tono e un'altra terza minore per tornare a Do) -Pentatonica Minore, che ha perciò come tonica il sesto grado della relativa maggiore ed è ottenuta dalla pentatonica maggiore con lo stesso procedimento visto per le scale diatoniche maggiori e minori. La pentatonica minore è una scala usatissima, essendo caratterisitca del Blues, che deve gran parte della sua sonorità proprio all'uso di questa scala su tonalità maggiori. In questo constesto la nota caratteristica della pent. minore, cioè la terza minore, viene chiamata "blue note"
La tonalita' La tonalità può essere definita, in senso lato, come il rapporto gerarchico esistente tra le note di una scala. In questo modo individuiamo una Tonica, prima nota della scala, che è il fulcro attorno al quale ruotano tutti gli altri suoni. Per questo viene detta anche Nota Fondamentale. Quindi, un brano nella tonalità di Do avrà il Do come tonica, e sarà basato sulla scala di Do. L'indicazione della tonica deve essere affiancata dall'indicazione del Modo, che può essere maggiore o minore La tonalità indica una scala di riferimento, maggiore o minore, le cui note assumono determinati nomi in base alla propria posizione. La prima nota della scala, come detto, si chiama Tonica o Nota Fondamentale, la seconda Sopratonica, la terza Mediante o Modale, la quarta Sottodominante, la quinta Dominante, la sesta Sopradominante, la settima Sensibile. La tonalita' puo' essere determinata dall'esame delle alterazioni in chiave, cioe' individuando il numero di diesis o di bemolli indicati sul pentagramma subito dopo la chiave.
Le Triadi La Triade è l’insieme di tre suoni simultanei sovrapposti per terze. IIIM + IIIm = triade maggiore IIIm + IIIM = triade minore IIIM + IIIM = triade eccedente IIIm + IIIm = triade diminuita Rivolti: variazioni dello stato fondamentale di un accordo dove le terze, le quinte etc prendono l’altezza più grave della nota fondamentale Primo rivolto: la nota più grave è la III Secondo rivolto: la nota più grave è la V Terzo rivolto: la nota più grave è la VII Armonia a quattro parti: ogni accordo contiene quattro suoni e quindi quattro linee melodiche diverse che si distinguono in ordine dalla più alta alla più bassa in: soprano - contralto - tenore - basso Cadenze: successioni di accordi che possono essere forti o deboli
Una volta gli accordi non venivano visti nella loro dinamicità ma nella loro staticità. Per questo motivo, in seguito, si è sviluppato l’utilizzo delle cadenze e delle dominanti secondarie. cadenza perfetta V - I è la più forte di tutte e per questo non necessita risoluzioni cadenza sospesa I - V ha come conseguenza la cadenza perfetta cadenza plagale IV - I non è definitiva e quindi richiede una risoluzione