La crisi tra le due guerre e l’avvento del Nazismo Da Weimar a Hitler
Weimar 1919 Costituzione democratica, aperta, innovativa Stato federale, suffragio universale Cancelliere + Presidente Repubblica con potere legislativo Ambiguità: art. 48 (sospensione libertà)
La Germania di Weimar Polarizzazione politica Crisi economica Weimar= sconfitta e crisi (“pugnalata alla schiena) Crisi della Ruhr (1923) Ma anche: Distensione e stabilizzazione
Stabilizzazione economica Piano finanziario Dawes (1924) Piano finanziario Young (1929) Renten mark (garantito dal patrimonio agricolo e industriale tedesco) Con questi piani finanziari proposti da due americani il pagamento delle riparazioni di guerra viene ridotto e rateizzato in 60 anni.
Distensione politica Accordo di Monaco (1923) tra i due ministri Stresemann e Briand Accordo di Locarno (riconoscimento da parte della Germania dei confini a ovest e cioè con la Francia) nel 1925
La crisi del ’29 e il Nazismo Conseguenze crisi in Europa: Protezionismo doganale Ritiro investimenti e prestiti USA (soprattutto dalla Germania) Deflazione e disoccupazione - salari + tasse – spesa pubblica Crollo economia europea
Obiettivo: pareggio del bilancio Limitazione importazioni Crollo del mercato mondiale del 60% 1929-1932: produz. ind. -38% La chiusura delle banche e delle aziende Usa in Germania
Più un paese era integrato nell’economia mondiale e più fu colpito dalla crisi L’Urss rimase fuori dalla crisi L’Europa si sarebbe ripresa solo con la II G.M. ma in quel caso, al posto di 40 milioni di disoccupati ci sarebbero stati 50 milioni di morti
Nazismo: bibliografia H. Arendt, Le origini del totalitarismo, Milano, 1967 N. Frei, Lo Stato nazista, Roma-Bari, 1992 G. Mosse, La nazionalizzazione delle masse, Bologna, 1975 W. S. Allen, Come si diventa nazisti, Torino, 1994
Il Nazismo NSDAP: Partito nazionalsocialista tedesco del lavoro 1928 2-3% 1930 18% 1932 33%
Cause ascesa nazismo 1) Crollo produz. industriale del 50% 2) 6 milioni di disoccupati 3) Scontri e violenze tra ali estreme (nazisti e comunisti) 4) Volontà di rivincita Bibliografia: Allen, Come si diventa nazisti, Torino, 1994
Hitler 1923: tentativo di colpo di Stato (Monaco) Prigione: Mein kampf: Utopia nazionalista e razzista: la vita come lotta “darwiniana”; la razza ariana superiore e il dominio sul mondo Gli ebrei capro espiatorio crisi e sconfitta; un popolo “inferiore” Contro la pace di Versailles: una nuova centralità della Germania Teoria dello “spazio vitale” Il Volk
Fino al 1928: NSDAP= 2-3%; violenza sistematica (S.A.) La grande crisi in Germania: 1932: produz. ind. – 50%+6 mln disoccupati Elezioni 1930: NSDAP al 18% e 1 mln di iscritti L’appoggio degli industriali
Hitler Elezioni presidenziali 1932: Hindenburg contro Hitler Vince il primo ma Hitler ottiene il 37% Alle elezioni del 1932 il NSDAP prende il 33% Il tentativo di “costituzionalizzare” il NSDAP Nel gennaio 1933 Hitler viene nominato cancelliere
La dittatura Incendio Reichstag: opposizioni fuorilegge I pieni poteri (art. 48 costituz. Weimar) Partito unico: elezioni autunno ’33 NSDAP= 92% Scioglimento sindacati (Fronte del lavoro) Fuhrerprinzip Fine SA (Notte del lunghi coltelli 6/1934) ’34: morte di Hindenburg e pieni poteri
Totalitarismo perfetto Tutti i poteri nelle sue mani No altri soggetti (ad es. Chiesa o Re come in Italia) Organizzazioni di partito e collaterali: gioventù hitleriana, lega delle ragazze tedesche, Fronte del lavoro Dicembre 1933:III Reich (millenario)
Totalitarismi ‘900 Regimi autoritari del XIX secolo: potere nelle mani di poche persone, esclusa la partecipazione popolare Totalitarismi del XX secolo: Coinvolgimento delle masse: partecipazione + consenso Organizzazione totalitaria della società Sfera privata
III Reich Partito unico + fine libertà + Culto del capo unico interprete della “volontà della nazione” Militarizzazione della società e repressione poliziesca (Gestapo, SS, polizia segreta) Militarizzazione dell’industria: Riarmo e politica estera aggressiva (Lebensraum) Identificazione Stato-Partito Disciplinamento e irregimentazione delle masse: propaganda e organizzazione Politica come azione estetica
La perfetta identificazione tra Stato e partito In Urss l’apparato statale si era estinto, sostituito dall’apparato di partito In Italia il PNF, benchè potentissimo, restava subordinato alla macchina statale
Il nazionalsocialismo aveva spezzato la fragile democrazia tedesca senza alterarne le gerarchie sociali
Politica III Reich Propaganda e censura (Goebbels): il Senato della cultura; i roghi dei libri; Radio cinema parate scenografie sontuose architetture imponenti (Speer): l’esaltazione delle glorie del popolo tedesco, della volontà nazionalista di egemonia mondiale tedesca, la forza ecc
Oltre al partito i cittadini erano organizzati nel Fronte del lavoro, nella Hitlerjugend, nel dopolavoro e in tutte le altre organizzazione collaterali, simili al fascismo italiano
Il Furher prinzip: solo al capo assoluto spettavano le decisioni più importanti; egli era la fonte suprema del diritto e l’interprete della volontà del popolo (volk). Il rapporto tra il capo e il popolo era diretto, senza mediazioni
Pianificazione economia: 1932-1939: raddoppio produzione industriale, riarmo, occupazione, investimenti per 4 volte rete autostradale di 3.000 Km raddoppio profitti nell’industria spese per il riarmo= ¼ del bilancio statale (nel 1938=il 58%) Volkswagen Compressione dei salari, piena occupazione e protezioni sociali per gli operai
La “terza via” tra capitalismo e socialismo: soppressione della dialettica sindacale e forte intervento dello Stato in economia
Il consenso Il nazismo godette di un largo e diffuso consenso? In realtà le classi popolari si piegarono ad esso “obtorto collo”; la grande borghesia per calcolo L’adesione più entusiasta venne dai ceti medi delusi dalla democrazia di Weimar, pronti a identificarsi con un capo carismatico, appartenendo a una comunità e a una gerarchia fondata sul merito
Ragioni del consenso: i successi in politica estera; la ripresa economica; l’identificazione del popolo tedesco in una ideologia che, riprendendendo i miti romantici della terra e del sangue, soddisfaceva il rifiuto per la civiltà industriale e moderna (ideologia ruralista)
Eppure, per diffondere un’utopia antimoderna il regime si servì di mezzi modernissimi Le cerimonie militari e sportive, fortemente spettacolarizzate, con al clou il discorso di H. drammatizzavano, cioè trasformavano in azione, la politica
Nelle parate il cittadino trovava momenti di socializzazione e di “sacralizzazione” che aveva perso con il tramonto della civiltà contadina Era una politica di massa fondata sulla liturgia di miti e di culti che risaliva alla fine del ‘700
Gli ebrei divennero il capro espiatorio al quale addossare ogni colpa e contro di loro furono emanate le odiose leggi di Norimberga che li privavano della cittadinanza, della possibilità di esercitare le professioni liberali, di possedere case, industrie, negozi. Furono vietati i matrimoni misti (tra ariani ed ebrei)
1938: notte dei cristalli 1939: internamento nei ghetti 1941-42: “soluzione finale”
Gli ebrei non furono i solo a essere perseguitati e poi soppressi nei campi di concentamento: malati di mente, malati incurabili, zingari, omosessuali, oppositori politici L’unica opposizione venne da alcuni gruppi conservatori che nel ’44 tentarono di fare un attentato contro H.
La politica estera 1936: Rimilitarizzazione Renania 1936: intervento Guerra civile spagnola a favore di Francisco Franco 1936: Patto con il Giappone contro l’URSS 1936: Asse Roma-Berlino 1938: Anschluss 1938: Monaco e “appeasement”
La politica estera 1938: Occupazione dei Sudeti 1939: Occupazione della Boemia e della Moravia (Repubblica Ceca) e creazione di una Slovacchia stato satellite della Germania Settembre 1939: occupazione della Polonia e lo scoppio della II G. M.
L’ideologia della razza pura I campi di concentramento per tutti i “diversi” (rom, omosessuali, malati di mente, ebrei) che per i nazisti attentavano alla purezza della razza
Le origini del razzismo nel positivismo di fine ‘800 )le scienze sociali La deviazione non scientifica: la diversa evoluzione biologica in base alla razza (falsa) L’Imperialismo e il “fardello dell’uomo bianco” (Kipling)
Il Nazismo mise la pseudo-scienza razzista a servizio della politica Per tutelare la purezza delle razze superiori bisognava sterminare quelle impure e inferiori, favorire la natalità delle prime e la denatalità delle altre
Vennero così proibiti i matrimoni misti Vennero isolati, sterilizzati e poi sterminati: malati di mente, malati incurabili, omosessuali, zingari Era il trionfo della eugenetica (dal greco= nascere bene)
La “soluzione finale” Un omicidio di massa premeditato Non un genocidio ma tanti genocidi: ebrei, omosessuali, malati di mente, oppositori politici, testimoni di Geova, zingari
La “questione ebraica” L’impero romano, la distruzione di Gerusalemme e la diaspora (135 d. C.) Il medioevo: intolleranza e antisemitismo (una religione chiusa, separata, ebrei accusati di deicidio), pogrom, persecuzioni
I mestieri consentiti: prestito e arte medica La Rivoluzione francese: emancipazione e assimilazione Scarsa integrazione nei paesi slavi e in Russia
Gli ebrei erano un popolo sradicato e quindi cosmopolita Estranei ai processi di nazionalizzazione In una europa “nazionalizzata” vennero percepiti come il “nemico”
Il sionismo Un movimento ebraico di ispirazione socialista che prevedeva anche per il popolo ebraico una dimensione nazionale-territoriale Le persecuzioni di fine ‘800-inizio ‘900 nell’Europa orientale e il trasferimento di 3 milioni di ebrei nell’Europa occidentale
Il nazionalismo, la nascita di nuovi Stati dopo la I guerra mondiale e l’antisemitismo In Polonia 3 milioni di ebrei (askenaziti) Nell’Europa mediterranea sefarditi In Germania mezzo milione di ebrei integrati
Gli ebrei tedeschi erano i più integrati, molti di loro avevano combattuto nella I guerra mondiale e si sentivano del tutto tedeschi Di qui il sentimento di incredulità con cui gli ebrei accolsero le leggi naziste antisemite e il genocidio
Hitler nel Mein Kampf era stato chiaro sulla sorte che avrebbe riservato agli ebrei Hitler teorizzava l’esistenza di una razza superiore e vedeva la storia come scontro tra razze Ognuna combatteva per la propria sopravvivenza
Hitler si chiedeva: come poteva sopravvivere la “razza” ebraica senza una propria terra? E si rispondeva, con il parassitismo Hitler giudicava gli ebrei nemici dell’umanità e pensava che il mondo avrebbe dovuto ringraziarlo se avesse eliminato un tale “pericolo” dalla faccia della terra
Dopo il 1918 anche gli ebrei furono creduti colpevoli dagli estremisti nazionalisti per quella “pugnalata alla schiena” che secondo loro aveva portato la Germania alla sconfitta; della crisi economica; del bolscevismo
Il dibattito sull’olocausto ha visto opporsi coloro che lo ritengono un fatto eccezionale, espressione di un male assoluto e coloro che lo ritengono un fatto “normale”, nel senso arendtiano del termine (La “banalità del male”)
Secondo gli “intenzionalisti” la decisione dello sterminio fu presa tempo prima e poi realizzata a freddo (percorso lineare) I “funzionalisti” pensano che l’idea di un omicidio di massa si sia fatta strada gradualmente (un genocidio loro malgrado)
Secondo Hilberg, uno dei maggiori storici dell’Olocausto, si trattò di una graduale processo di distruzione che si realizzò per tappe: 1) Definizione (1933): fuori dalla P.A. 2) Espropriazione (1937): confische 3) Concentramento (1939) 4) Distruzione (1941-42)
Hitler decise il genocidio ma la macchina statale fu pronta a rispondere alla volontà del Furher
Le reazioni alla persecuzione (fatalismo, passività): non si comprese la novità del progetto nazista Segnali non chiari e contrastanti Piani segreti non dichiarati L’impossibilità della emigrazione per molti
Lo sterminio I ghetti per il concentramento La conferenza di Wannsee (20/1/1942) e la decisione della “soluzione finale” Fucilazioni, deportazioni, i campi (centinaia) e le camere a gas (il ruolo dell’industria IG Farben e della IBM)
Una grande sfida logistica (trasporti, segretezza, arrivi/partenze) La collaborazione delle autorità ebraiche I movimenti giovanili nei ghetti e la consapevolezza La resistenza (1943>19 gg di rivolta a Varsavia)
“Combattiamo per 3 righe nella storia” La morte eroica in battaglia avrebbe rappresentato per i giovani ebrei un motivo di orgoglio per il loro popolo, che i nazisti tentavano di spogliare di ogni dignità umana Non più vittime da compatire ma difensori della propria integrità collettiva
Lo sterminio nei lager nazisti non fu un mezzo ma un fine Il calcolo economico di Hitler I silenzi e i dilemmi di papa Pio XII