La rivoluzione industriale Maria Luisa Ferrari

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Transcript della presentazione:

La rivoluzione industriale Maria Luisa Ferrari Storia Urbana materiali Anno accademico 2010-2011

Rivoluzione agronomica e agraria: Innovazioni negli strumenti di produzione Rotazione quadriennale Allevamento in stalla Recinzioni (enclosures) Effetti sociali

Crescita demografica e diminuzione della mortalità Incremento demografico: 1700-1750= +18‰ 1750-1800= +44‰ Decrescita della mortalità: (1730-40 = 35,8‰; 1811-1821 = 21‰).

Crescita urbana 1700 1900 Città Pop. Costantinopoli 700 Londra 6.480 550 Parigi 3.330 530 Berlino 2.424 Napoli 207 Vienna 1.662 Lisbona 188 Pietroburgo 1.439 Amsterdam 172 Manchester 1.255 Roma 149 Birmingham 1.248 Venezia 144 Mosca 1.120 130 Glasgow 1.072 Milano 124 Liverpool 940

Le industrie

Principali cambiamenti dovuti alla rivoluzione industriale Sviluppo delle comunicazioni Inurbamento

Lo sviluppo ferroviario in Europa

Fasi dello sviluppo economico Tutte le società, per le loro caratteristiche economiche, possono essere classificate in una di queste cinque categorie: la società tradizionale, la fase delle condizioni preliminari per il decollo Il decollo Il passaggio alla maturità Il periodo del grande consumo di massa [Rostow]

La nascita delle città industriali La produzione si concentra in aree urbanizzate: possono essere le grandi città o centri che nascono rapidamente e in modo incontrollato senza alcuna attenzione all’igiene Le città tra ‘700 e ‘800 sono luoghi generalmente poco sani: non esistono sistemi fognari, l’acqua si preleva dai pozzi, non c’è distinzione tra lavorazioni inquinanti e aree abitative…

La nascita delle città industriali

La classe operaia Gli operai spesso sono contadini che abbandonano le campagne in cerca di fortuna. Sono detti proletari perché la loro unica risorsa sono i figli I quartieri popolari delle città sono assolutamente degradati Manca qualsiasi tipo di tutela sociale, d’istruzione Il degrado sociale favorisce anche forme di criminalità

Lavoro dei bambini

Il problema del pauperismo I problemi della povertà, dell’ignoranza, del difficile controllo delle classi proletarie è avvertito con forza in ambiti diversi La risposta conservatrice dei governi (ad es. Gran Bretagna) sono le leggi sui poveri, che mirano a garantire le condizioni di sopravvivenza, ma sono legate a strutture locali quali le parrocchie e non consentono la mobilità dei lavoratori I socialisti utopisti (Owen Fourier) cercano modelli alternativi di organizzazione che tutelino i lavoratori con progetti volontaristici Marx individua nella lotta di classe lo sbocco inevitabile del conflitto tra capitalisti e proletari

Artigiano cieco e la sua famiglia

La nascita di leghe e sindacati La prima manifestazione nei confronti dell’industrializzazione è la protesta degli operai specializzati che in Inghilterra cercano di opporsi al sistema di fabbrica con episodi di violenza e la distruzione delle macchine (Luddismo) Nascono le leghe: associazioni di mutuo soccorso per creare una rete di aiuto sociale Si organizzano i sindacati per tutelare e rivendicare migliori condizioni di vita, di lavoro e di salario per gli operai

L’industrializzazione dell’Europa Trasferimento delle tecnologie Estensione progressiva dal centro alle periferie: L’industrializzazione dell’Europa il decollo Inghilterra 1782-1802 Francia 1830-1860 Belgio 1833-1860 Stati Uniti 1843-1860 Germania 1850-1873 Russia 1890-1913 Italia 1896-1907

Aumento del commercio verso l’estero e l’interno

Tra il 1660 e il 1749 oltre 200 provvedimenti del Parlamento operarono nel senso di un miglioramento delle vie di comunicazione fluviali. Nei 70 anni successivi vennero spesi 17.000 milioni di sterline per la costruzione di 3.000 miglia di vie navigabili. I primi canali univano le miniere di carbone ai mercati e venivano costruiti ‘in economia’, aggirando gli ostacoli naturali per abbattere i prezzi.

La navigazione Il primo battello a vapore europeo iniziò a navigare in Inghilterra nel 1812. Nel 1830 i vapori britannici erano 315 con una capacità complessiva di 33.500 tonnellate. Nel 1818 si ebbero i primi collegamenti via mare con piroscafo a vapore sul mare d’Irlanda. Successivamente venne inaugurata la tratta Dover – Calais (1821).

Il primo battello a vapore europeo iniziò a navigare in Inghilterra nel 1812. Nel 1830 i vapori britannici erano 315 con una capacità complessiva di 33.500 tonnellate. Nel 1818 si ebbero i primi collegamenti via mare con piroscafo a vapore sul mare d’Irlanda. Successivamente venne inaugurata la tratta Dover – Calais (1821).

La locomotiva a vapore, perfezionata da Stephenson, iniziò ad essere utilizzata per tratti via via più lunghi dal 1825 e dal 1829 venne utilizzata sulla linea Liverpool- Manchester, considerata la prima moderna ferrovia. La ferrovia triplica la velocità delle tradizionali diligenze, rivoluziona la tradizionale concezione dello spazio e del tempo e appare come l’unica via in grado di liberare il traffico dagli abusi monopolistici dei proprietari di canali.

Fase pioneristica della costruzione delle ferrovie: 1830-50 Fase pioneristica della costruzione delle ferrovie: 1830-50. le ferrovie sono finanziate da imprese private, si infittiscono sul territorio senza fondersi in una rete unitaria 1842: viene creato un organismo per il coordinamento del traffico ferroviario che poco a poco inizia a coordinare la crescita delle linee inglesi 1850-70: “età d’oro della ferrovia”, tanto in Inghilterra quanto nel resto del mondo

Il telegrafo Il controllo delle ferrovie esige però lo sviluppo di un sistema di comunicazione veloce ed affidabile. Nel 1837 viene messo a punto un sistema a 5 aghi (ridotti poi a due) che indicava direttamente la lettera trasmessa. Nel 1846 nacque la Electric Telegraph Company.

Telegrafo e ferrovia La simbiosi tra telegrafo e ferrovia provocò anche l’ampliamento dell’attività della Borsa di Londra facendo sorgere una dozzina di borse in provincia che comunicavano grazie al telegrafo. Il primo cavo sotto la Manica venne posato nel 1851; nel 1866 venne posato un cavo transatlantico permanente.

Effetti del commercio estero sul processo di industrializzazione inglese (teorie di Ph. Deane): Creazione di una domanda nuova per i prodotti dell’industria britannica che amplia l’asfittica domanda interna Accesso alle materie prime laddove sono più convenienti

Attraverso il commercio internazionale i paesi poveri maturano il potere d’acquisto necessario per comperare le merci (p. es. gli importatori inglesi, che comperavano all’estero il cotone grezzo, fornivano ai venditori i mezzi per acquistare successivamente altri prodotti dell’industria britannica

Il commercio estero rende disponibile un surplus di capitali con cui è possibile finanziare l’espansione dell’industria e l’acquisizione di innovazioni tecnologiche. I grandi commercianti e i produttori imparano a gestire diversamente i loro affari, ottenendo in tal modo un accrescimento della produttività (migliore organizzazione, controllo della qualità, standardizzazione del prodotto)

Sviluppo dei centri urbani → dopo una prima fase di sviluppo, nel corso della quale continuano ad essere prevalenti gli investimenti relativi al mondo rurale e alle infrastrutture (in particolare: ferrovie) assistiamo ad un accresciuto interesse nei confronti della città: accrescimento e miglioramento del patrimonio edilizio e delle infrastrutture necessarie a far funzionare la città come ambiente umano (fogne, strade, biblioteche…)

La città si trasforma

Lo sviluppo della rete urbana europea dal 1500 al 1800 (popolazione in migliaia di abitanti) Categoria dimensionale Numero di città 1500 1600 1700 1750 1800 20-50 76 87 105 131 154 50-100 21 24 27 43 100-200 3 10 9 12 16 200-300 1 2 5 300-500 - 500-750 Oltre 750 Totale 101 123 141 175 221

Popolazione complessiva e popolazione urbana

Percentuale di popolazione urbana in diversi paesi europei Vediamo meglio la percentuale di popolazione urbana sul totale della popolazione

Popolazione europea Tra 1800 e 1910 la popolazione urbana europea cresce di circa 6 volte grazie a due fattori principali: Raddoppiamento della popolazione totale La percentuale classificata come urbana triplica I tassi di urbanizzazione in tutta Europa accelerano dopo il 1850 anche se esistono notevoli differenze tra l’uno e l’altro paese

Le città della Gran Bretagna In Gran Bretagna l’avvio della rivoluzione industriale comporta una rapida eclissi della maggior parte dei precedenti centri urbani di maggiore rilevanza: solo Londra, Edimburgo e Dublino resistono a questo processo. A metà del XIX secolo metà della popolazione della Gran Bretagna vive in città

Le nuove città in Gran Bretagna Nel corso del XIX secolo il primato dello sviluppo interessa soprattutto i satelliti industriali dei vecchi centri manifatturieri e commerciali. Accanto a loro, conoscono una crescita costante luoghi di nuova fondazione (p. es. l’area del Galles del sud) e le città ‘specializzate (p. es. i centri ferroviari e stazioni climatiche).

L’urbanizzazione in Francia La Francia è caratterizzata da: Lenta crescita demografica Industrializzazione più lenta e moderata di quella inglese Processo di urbanizzazione graduale Lo sviluppo urbano anticipa in parte lo sviluppo industriale. Scarsa propensione dei francesi ad emigrare.

Caratteristiche dell’urbanizzazione francese la popolazione urbana raggiunge il 50% del totale solo nel primo decennio del ‘900. Parigi mantiene la sua predominanza e impedisce lo sviluppo di altre città nella zona del nord-est della Francia. In quest’area si sviluppano le città industriali. Nel 1911 Parigi con i suoi sobborghi superava ancora come popolazione le 32 città maggiori di 50.000 ab. Presenti in Francia. (Parigi 28,7% lella pop. Urbana –le altre insieme il 26,9), però la somma dei due dati

Sviluppo urbano

Il modello tedesco In Germania: si ebbe marcato sviluppo dei centri di ogni regione: Precede l’unificazione politica E’ connesso allo sviluppo delle ferrovie

Gli altri paesi europei Urbanizzazione precoce in Belgio metà XIX sec. Nella seconda metà del XIX secolo lo sviluppo urbano tocca tutta l’Europa: soprattutto Austria, Svizzera, Svezia, poi anche Spagna, Romania, Serbia. Proporzionalmento più lenta la crescita in Italia e Olanda dove c’era già un notevole sviluppo urbano.