Süditalien aus linguistischer Perspektive

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Süditalien aus linguistischer Perspektive 14.06.2010 1. Schwerpunkt (Wiederholung und Ergänzungen) Die Dialekte Süditaliens in Literatur und Kunst

Wiederholung und Ergänzungen Die Dialekte Süditaliens als literarisches und künstlerisch-dramaturgisches Ausdrucksmittel

Theoretische Aspekte –Die „Letteratura dialettale riflessa“ Seit dem späten 16. Jahrhundert

Letteratura dialettale riflessa La letteratura dialettale d’arte o riflessa si distingue in ciò dalla letteratura dialettale spontanea, che questa o precede lo svolgimento della letteratura nazionale, e in tal caso non si può neppur chiamare dialettale mancando il termine di riferimento per qualificarla con questo nome; ovvero è giustamente detta dialettale, perché persiste accanto a quello svolgimento e con sua propria legge […]. Diversamente da queste due, la letteratura dialettale riflessa suppone come antecedente e punto di partenza la letteratura nazionale […]. Il movente effettivo, o il movente principale, della letteratura dialettale riflessa, non che essere l’eversione e la sostituzione e della letteratura nazionale, era, per contrario, l’integrazione di questa, la quale le stava dinanzi, non come nemico, ma come un modello. […] (B. Croce, La letteratura dialettale riflessa, la sua origine nel Seicento e il suo ufficio storico, 1926: vedi Dialetto e letteratura di P. Bestini Malgarini e U. Vignuzzi, in I Dialetti italiani, Torino, 2003)

Dialektliteratur Neapolitanische Autoren des 17. und 18. Jahrhunderts

Dialektliteratur Giambattista Basile geb. 1575 in Neapel; gest. 1632 in Giugliano / Kampanien)

Dialektliteratur

Übersetzungen ins Neapolitanische (I) Klassische lateinische Stoffe

Dialektliteratur Giancola Sitillo

Übersetzungen ins Neapolitanische (II) Italienische (= toskanische) Klassiker

Dialektliteratur

Volkstümliche Kunst und Kultur Neapolitanisch

Das neapolitanische Theater

Dialekt und Volkskultur I personaggi della tradizione popolare napoletana

Dialekt und Volkskultur ‘O Scartellato ‘O Scartellato così chiamato nel dialetto napoletano non è altro che il gobbo.

Dialekt und Volkskultur Cicerenella Trattasi di una famosa filastrocca popolare scritta da autori ignoti nel 1700 e diffusasi in era romantica. La canzone ha per protagonista una piccola fanciulla chiamata Cicerenella che vuol dire “piccolo cece”.

Dialekt und Volkskultur I’ faccio ‘o schiattamuorto ‘e professione, modestamente sono conosciuto pe tutt’ ‘e ccase ‘e dinto a stu rione, pecchè quann’ io maneo nu tavuto, songo nu specialista ‘e qualità. (Totò, A livella) Lo Schiattamorto Lo Schiattamorto, noto nella nostra lingua dialettale con l’etimologia “Schiattamuòrto”, indica secondo le credenze popolari una persona di malaugurio, simboleggia l’arrivo della morte, dato che il suo compito è quello di prelevare i defunti. Lo schiattamuòrto non è altro che il “becchino”.

Dialekt und Volkskultur

Dialekt und Volkskultur Lo iettatore Amico stretto dello schiattamuòrto è lo iettatore, colui che porta sfortuna ed emana un influenza negativa. Iettatura deriva dalla forma dialettale napoletana “gettatura” (l’atto di gettare), e in questo caso si getta il malocchio. ‘O guappo Più che una figura popolare è prima di tutto una figura storica, apparsa nella criminalità napoletana verso il secondo dopoguerra.

Volkskultur/Volkstheater Il Gioco del lotto in Non ti Pago di Eduardo De Filippo. La smorfia la cui terminologia viene da Morfeo, "il dio greco dei sogni e quindi del sonno”, regola dunque il rapporto fra i vivi e i morti e tale rapporto è ampliamente rappresentato in una nota commedia eduardiana Non ti pago, commedia in tre atti scritta nel 1940 e inserita nel ciclo Cantata dei giorni pari.

Dialekt und Volkskultur La Smorfia Napoletana

Das neapolitanische Theater Eduardo De Filippo (1900-1984)

Das neapolitanische Theater CHI È CCHIÙ FELICE ’E ME! (1929) Due atti

Die Canzone napoletana Dialekte in Kunst und Literatur

http://www.radio.r ai.it/canzonenapol etana/index.htm Archiv der RAI

Die Canzone napoletana Tutta pe mme E' una serenata molto ironica e, a tratti dispettosa, questa Tutta pe mme di cui vi proponiamo oggi l'ascolto. «Io mo nun canto pe tte, / canto pe' n'ata. / No, nun te voglio vedé comm'a na vota. Tu nun si' niente pe mmé, / niente pe mmé. / Nun saccio cchiù / che nomme tiene tu, / Marì», recita infatti questo brano che termina, però, con quella che si può definire una resa incondizionata alla donna che, del protagonista, ha rapito il cuore. «Ti voglio tutta per me. / Tutta per me. / Ti voglio bene, sì, / solo a te, Maria». Tutta pe mme, musicata da Gaetano Lama e pubblicata dalla casa editrice La Canzonetta nel 1930, è sicuramente una delle canzoni più famose tra quelle scritte dal poeta Francesco Fiore. A portarla per la prima volta in scena, al Teatro Bellini di Napoli, fu il tenore Vittorio Parisi. La versione di cui vi proponiamo l'ascolto è invece interpretata da Ferdinando Rubino. http://www.radio.rai.it/canzonenapoletana/view.cfm?Q_EV_ID=316411 &Q_PROG_ID=524

Moderne Dialektliteratur Neapolitanisch

Dialektliteratur http://ammasciata.blogspot.com/2008/05/lia-vul.html

Bibliographie Vittorio Viviani : Storia del Teatro Napoletano. Napoli 1992.

Bibliographie (Internet) http://www.sorrentoradio.com/prova/testinapoli/canzoni.ht m http://www.radio.rai.it/canzonenapoletana/index.htm http://medivia.sele.it/italiano/canzoni/index.htm http://www.portanapoli.com/Ita/Cultura/cu_smorfia_napoletana.h tml

Dialektliteratur Sizilien

Dialektliteratur Antonio Veneziano geb. in Monreale, 1543 gest. in Palermo, 1593)

Dialektliteratur

Dialektliteratur

Dialektliteratur « Non è xhiamma ordinaria, no, la mia è xhiamma chi sul'iu tegnu e rizettu, xhiamma pura e celesti, ch'ardi 'n mia; per gran misteriu e cu stupendu effettu. Amuri, 'ntentu a fari idulatria, s'ha novamenti sazerdoti elettu; tu, sculpita 'ntra st'alma, sì la dia; sacrifiziu lu cori, ara stu pettu. » « No, la mia non è fiamma ordinaria, è una fiamma che sol'io possiedo e controllo, una fiamma pura e celeste che dentro di me cresce; da un grande mistero e con stupendo effetto l'Amore, desiderante d'adorare icone, è diventato sacerdote un'altra volta; tu, sculpita ientro quest'anima, sia la dia; il mio cuore è la vittima, il mio seno è l'altare. »

Giovanni Meli Dialektliteratur

Dialektliteratur

Dialektliteratur

Sizilien Dialekttheater

Tommaso Aversa Der Beginn der dialektalen Dramaturgie auf Sizilien im 17. Jahrhundert

Das sizilianische Theater Tommaso Aversa (1623 –1663) La notti di Palermu (1638) = das älteste erhaltene Theaterstück auf Sizilianisch (abgesehen von Vincenzo Galatis Dalida, 1630) 1654-1660: Übersetzung von Virgils Äneis ins Sizilianische

Das sizilianische Theater

Das sizilianische Theater La notti di Palermu Die Stadt Palermo als Bühne Cassero Via Maqueda Quattro Canti Chianu di li Bologni Inhalt 2 Liebespaare ROSALBA – FLAMINIU SABEDDA – FIDIRICU Don Alfonzu (soll auf Wunsch des Vaters SABEDDA heiraten)

Das sizilianische Theater La notti di Palermu – die Schauplätze

Das sizilianische Theater – La notti di Palermu Tri `namurati, nu vecchiu, una zitedda (Chi nun è troppu bedda) Tri criati, una schetta, una cattiva. Vlanca comu n‘aliva, Un paru di smargiazzi, e un sciurteri Darrannu a vui placiri vulinteri.

Das sizilianische Theater – La notti di Palermu [Rosalba] Notti chiara, e serena Chi burdatu di stiddi hai lu tò mantu; Tu, ch‘à tanta mia pena Sempri fusti presenti à lu miu chiantu Hora, chi staiu in risu Ferma, e fa stu iardinu un Paradisu.

Das sizilianische Theater – La notti di Palermu [Tiberiu] Cussi haiu ‚ntisu diria sti littruti. Mi cuntanu ca `n celu Cci è crastati, ci è tauri, cani e granci, Cancari, scippiuni, corna e pisci, Tal chi lu celu nu pocu é piscaria E di ddá a n‘autra pocu è bucciria

Die Übersetzung klassischer Stoffe – Die Übersetzung von Vergils Aeneis von Aversa ins Sizilianische Latein Italienisch Sizilianisch Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris Italiam fato profugus Laviniaque venit litora, multum ille et terris iactatus … L‘armi canto e `l valor del grand ´eroe che pria da Troia, per destino, a i liti d‘Italia e di Lavinio errando venne; … L‘armi cantu, l‘eroi, chi di auteri ripi di Troia primu auzau l‘antinni profugu versu l‘Italia, a li riveri lavinii spintu da lu fatu, vinni…

Luigi Pirandello Theorie und Praxis des sizilianischen Theaters

Theorie und Praxis des sizilianischen Theaters Luigi Pirandello, Teatro Siciliano? Rivista Popolare di Politica, Lettere e Scienze sociali - 31 gennaio 1909

Theorie und Praxis des sizilianischen Theaters Welche Form von Dialektalität soll verwendet werden? Ortsdialekt Gelehrter Dialekt Mischdialekt (…)

Theorie und Praxis des sizilianischen Theaters „Esemplare è il caso di Liolà che, concepita nella ‚dolce lingua materna‘ („Meine süsse Muttersprache“), nella versione italiana risulta disancorata dal mondo agreste insulare da cui deriva. Il dialetto assicura infatti alla comedia autenticità sia sul piano della fascinazione emotiva che su quello della dramatizzazione. Ed è ancora l‘originaria versione dialettale de `A giarra a conferire alla pièce la contiguità socio-psicologica vitalizzante il microcosmo contadino nel quale si situa.“ Luigi Pirandello, Tutto il teatro in dialetto, a cura di Sarah Zappulla Muscarà, Milano 1994, Introduzione, p. xxxv.

Theorie und Praxis des sizilianischen Theaters Liolà (1916) Dialekt von Girgenti (= Agrigento) CORU: E Maria darrà li porti, chi sintìa li curïati: „Nun cci dati accussì forti, su‘ carnuzzi dilicati!“ ZA CRUCI (vinennu d‘ ‘a porta d‘ ‘u magasè cu `na coffa di mènnuli): Va‘ va‘, picciotti, ca l‘urtimi su‘! `Na juntidda l‘unu, e cu la manu di Di‘ p‘aguannu ‘a scacciatina è finuta. […]

Theorie und Praxis des sizilianischen Theaters Teatro Argentina / Rom “La commedia fu messa in scena per la prima volta il 4 novembre 1916 al Teatro Argentina di Roma con la Compagnia di Angelo Musco. Poiché era scritta totalmente in lingua siciliana, all'inizio pubblico e critica avevano molte difficoltà nel comprendere i dialoghi. Questo inconveniente convinse l'autore ad inserire nel testo una traduzione in italiano della commedia.” (Auszug aus: Wikipedia) It. Fassung 1927

Theorie und Praxis des sizilianischen Theaters Liolà di Peppino De Filippo, riduzione in dialetto napoletano dell'opera, 1935.

Theorie und Praxis des sizilianischen Theaters „Il mondo borghese-impiegatizio di Pensaci, Giacuminu!, A birritta cu `i ciancianeddi, Ccu `i nguanti gialli, attraverso l‘uso di codici espressivi diversi (un dialetto che ora si offre alla contaminazione della lingua e ora si chiude nella gelosa custodia della propria intimità), manifesta un segreto bisogno di promozione sociale, di credibilità culturale che, venuto meno l‘interno dinamismo dialettico, si smorza nella versione in lingua“ Luigi Pirandello, Tutto il teatro in dialetto, a cura di Sarah Zappulla Muscarà, Milano 1994, Introduzione, p. xxxv.

Theorie und Praxis des sizilianischen Theaters Die Uraufführungen verschiedener dialektalen Komödien und Tragödien fanden interessanterweise häufig nicht auf sizilianischen Bühnen statt, sondern in der Hauptstadt Rom. Die Premiere der Stücke Pensaci, Giacuminu! (am 10. Juli 1916), ‘A birritta cu ‘i ciancianeddi (27. Juni 1917) und ‘A giarra (9. Juli 1917) fand beispielsweise im Teatro nazionale statt. Liolà (4. November 1916), ‘A morsa (6. September 1918) und ‘U ciclopu (25. Januar 1919) wurden ebenfalls an römischen Theatern uraufgeführt.

Bibliographie (Internet) http://scn.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Circulu/Archiviu_M%C3%B9sica_ siciliana http://www.capuana.it/cavadduzzu____.htm