Università Suor Orsola Benincasa

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Transcript della presentazione:

Università Suor Orsola Benincasa Il valore della diversità- la diversità come valore. Savino Cristina Deda Marzia Costanzo Marika Coretti Rossella

Il valore della diversità- la diversità come valore. Il percorso: Il percorso potrà essere sviluppato all’interno delle classi, come meglio si riterrà opportuno in quanto trattasi di obiettivi trasversali che appartengono a diverse aree educative. Utile sarebbe avviare un laboratorio di psicomotricità capace di coinvolgere sia il corporeo – emotivo che il cognitivo relazionale per permettere agli alunni di acquisire la consapevolezza di avere ed essere un corpo, un corpo uguale ma nel contempo diverso dagli altri e per poter sperimentare l’empatia percependo l’altro in una diversità « provata» , assunta sulla propria pelle. Tutto questo sarà estremamente interessante perché ci darà l’occasione di conoscere meglio i nostri alunni e darà loro l’opportunità di scoprire che dietro la diversità c’è pur sempre una persona dotata di risorse, che fa parte del nostro mondo e come qualunque altra persona è connessa a noi e condivide lo spesso patrimonio di bisogni e aspettative. E insieme alunni e docenti impareranno a vedere la diversità come una dimensione esistenziale e non come una caratteristica emarginante.

Finalità: Favorire la diffusione di un’etica umanitaria di rispetto e di integrazione. Abbattere le barriere mentali che portano al pregiudizio, alla discriminazione. Attraverso una favola insegneremo e faremo comprendere ciò che abbiamo descritto nel percorso.

C’era una volta… C’era una volta, una elefantessa di nome Jumbo, che era il leader femminile delle elefantesse del circo. Una sera, mentre gli animali del circo vengono trasportati nelle loro gabbie dai padroni verso un altro circo in vista degli spettacoli , a ognuno viene portato il proprio cucciolo durante la notte da una cicogna smemorata .

Durante il tragitto la cicogna smarrisce il cucciolo, poiché non ricorda la strada per consegnare alla signora Jumbo il proprio piccolo. Finalmente la signora Jumbo riceve il suo grazioso elefantino e E decise di chiamarlo Dumbo.

La madre lo trovava molto bello, nonostante le enormi orecchie. « Come sono buffe!» ridevano le altre elefantesse, ma lei non se ne curava e coccolava il suo piccino. In visita del circo alcuni monellacci iniziarono a prendere in giro Dumbo tirandogli le enormi orecchie : << avete mai visto nulla di più buffo? » La signora Jumbo, arrabbiata, prese a sculacciarli con la proboscide.

Successe il finimondo i ragazzini urlavano e scappano terrorizzati « Legatela è impazzita ! » gridò il direttore del circo. L’elefantessa fu rinchiusa in una gabbia e così Dumbo rimase solo. Com’era triste senza la sua mamma! Per fortuna strinse amicizia con un simpatico topolino Timoteo.

Intanto il direttore del circo aveva deciso che Dumbo si esibisse in un numero con i pagliacci. Il poverino travestito e truccato, doveva saltare da un edificio in fiamme a mollo in una tinozza. Il pubblico rideva a crepapelle, ma Dumbo aveva tanta paura e piangeva. Una sera, Timoteo lo portò a trovare la mamma, che gli cantò una dolce ninna nanna.

Tornando a casa, però, l’elefantino era triste. Timoteo allora lo consolò facendolo giocare e ballare, finchè entrambi crollarono dal sonno. La mattina dopo, si svegliarono sopra un albero!

Chi li aveva portati lì? Timoteo alla fine capì che non poteva essere stato altri che Dumbo, volando grazie alle sue orecchie. Ma l’elefantino non avrebbe mai avuto il coraggio di riprovarci. Timoteo allora si mise d’accordo con i corvi che in un primo momento lo derisero. Poi però, questi ultimi diedero a Dumbo una piuma, dicendogli che aveva il potere di far volare.

Dumbo non era molto convinto, ma afferrò la piuma con la proboscide, stese le orecchie e chiuse gli occhi. Quando li riaprì…sorpresa! Stava davvero volando!

Dumbo e Timoteo decisero quindi che quella sera, al circo, Dumbo non sarebbe caduto nella tinozza, come era sempre accaduto… Ma avrebbe volato, lasciando tutti a bocca aperta! Ma proprio sul più bello, la piuma gli sfuggì e Dumbo cominciò a precipitare.

Timoteo allora gli gridò: « Apri quelle orecchie, la piuma magica era un pretesto… puoi volare, dico davvero! Fa presto, ti prego…» Timoteo aveva ragione, l’elefantino cominciò a battere le orecchie come se fossero delle ali e riprese il volo. «Evviva!» esultò il topolino, mentre gli spettatori applaudivano nel vedere Dumbo che volteggiava in aria. Il successo fu enorme, Dumbo divenne l’attrazione del circo e una stella dello spettacolo. I giornali parlavano di lui e tutti accorrevano per poterlo vedere e applaudire. La signora Jumbo fu subito liberata e così riabbracciò il suo piccolo. Ora stavano sempre insieme e viaggiavano in un vagone riservato a Dumbo, l'elefantino volante.

Dumbo, abbasso Il Conformismo Una parabola esemplare sull'importanza di credere in sé stessi a dispetto dell'opinione comune. Una favola sul tema della diversità che si sviluppa senza formalismi o compatimenti di sorta. L’esclusione dell’elefantino dalle grandi orecchie e la sua rivincita, giunta nel momento in cui segue una strada diversa da quella degli altri sono storie che in fondo accadono tutti i giorni. Walt Disney, nel suo mondo di fantasia, di fatto racconta molte verità. La narrazione della favola è talmente accurata da restituire immagini abbastanza crude e sconcertanti; immagini che in questo caso ci fanno capire l'importanza che il successo ha per alcune persone. Raggiungere il successo può spingere chi non ha le caratteristiche adatte persino a violare il proprio corpo. Quanto è attuale questo discorso, eh? :) Eppure ci viene raccontato in una fiaba scritta orientativamente verso la fine del '700 e gli inizi dell'800

Il finale non è altro che un seme: potrebbe non essere stato il contadino a piantarlo lì perché a volte accade che i semi vengano trasportati dal vento. I semi portati dal vento hanno meno speranze di germogliare ma se trovano le giuste condizioni ambientali possono dar vita a piante rigogliose e forti in grado di fare fiori e frutti in estate. Il finale originale di Dumbo è necessario: sta a noi innaffiarlo per fare in modo che cresca trasformandosi in uno spunto di riflessione importante sulla realtà legata allo sfruttamento degli animali.