DALLE PARI OPPORTUNITA’ ALLA PARTECIPAZIONE PROTAGONISTA: risultati della ricerca.

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DALLE PARI OPPORTUNITA’ ALLA PARTECIPAZIONE PROTAGONISTA: risultati della ricerca

Indice Obiettivi della ricerca Caratteristiche socio demografiche del campione I risultati della ricerca – Percezione della discriminazione di genere – Esperienze di discriminazione di genere – Le proposte degli intervistati – La associazioni Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista Conclusioni

Obiettivi della ricerca Macro Obiettivo R afforzare la partecipazione delle donne nel tessuto istituzionale, socioeconomico e associativo in tutti i momenti decisionali, con particolare attenzione al rapporto tra donne e politica, donne e lavoro, donne e ruoli decisionali al fine di rafforzare la democrazia e lo stesso Sistema Paese. Obiettivi specifici Analisi della percezione e delle esperienze di discriminazione di genere, con particolare attenzione alle discriminanti socio- economiche e alle specifiche caratteristiche lavorative; raccolta delle segnalazioni dei cittadini di situazioni discriminatorie nei confronti delle donne al fine approfondire sia gli elementi di disagio che le possibili soluzioni. Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

Caratteristiche socio-demografiche Il campione è composto da 82% donne 18% uomini. Il 54.2% ha 41 anni o meno e il 69% meno di 51. Il 44,1% dichiara di vivere in nord Italia, il 35,6% in centro e solo il 15,3% nel Meridione; il 5,1% risiede all’estero. Il 74% ha conseguito una laurea o un livello di istruzione superiore, il 21,5% ha ottenuto un diploma di maturità, e il 4,5% ha interrotto gli studi alla licenza elementare o alla scuola secondaria di primo livello. la popolazione maschile ha un tasso di occupazione più elevato rispetto a quella femminile, con un divario di circa 10 percentuali (79,3% - 69,9%), che sale al 15% per le giovani donne. Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

La percezione della discriminazione di genere: ruoli dirigenziali La popolazione analizzata dimostra di avere una forte percezione della discriminazione di genere per quanto riguarda i ruoli dirigenziali nel nostro paese. La totalità degli uomini intervistati e il 98,5% delle donne ritiene che siano gli uomini a occupare i ruoli di rilevanza all’interno di enti, aziende e associazioni. Il dato non cambia se si analizzano i dati in base all’età dei rispondenti, o in base alla macro area di origine, o in base al livello di istruzione. L’unanimità degli intervistati riconosce la discriminazione di genere nei ruoli di comando. Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

La percezione della discriminazione di genere: la sfera politico-istituzionale (1/2) Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

La percezione della discriminazione di genere: la sfera politico-istituzionale (2/2) Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista % sulla popolazione totale

La percezione della discriminazione di genere: ambito lavorativo, economico e sociale (1/2) in questo ambito la percezione di discriminazione di genere è più intensa: > 80%; forte differenza tra i generi: nessun intervistato di sesso maschile ritiene le donne sempre discriminate; maggior omogeneità territoriale (più forte al Nord); più forte negli inoccupati/disoccupati; cresce la percezione al crescere dell’età. Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

La percezione della discriminazione di genere: ambito lavorativo, economico e sociale (2/2) Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

La percezione della discriminazione di genere Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

Esperienza della discriminazione di genere (1/2) Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

Esperienza della discriminazione di genere (2/2) Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

Tutela della maternità e tempi di vita “cambiare radicalmente tempi e modalità di lavorare, più flessibilità. Stare fisicamente più ore in ufficio non significa lavorare meglio né lavorare di più. Dare servizi per le donne anche in azienda. Insomma, anche il mondo del lavoro deve essere flessibile e adattabile alle esigenze delle lavoratrici (con o senza figli), no riunioni dopo le quattro del pomeriggio! Dovrebbero dare la possibilità di lavorare anche fuori l’ufficio senza distinzione di orari, figli vicini al nido se molto piccoli. Questo tanto per cominciare e poi dare strumenti legali molto più mirati e forti per far valere i diritti di base”» TUTELA, SERVIZI E FLESSIBILITA’ Le proposte degli intervistati (1/2) Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

Le proposte degli intervistati (2/2) Cambiamenti di natura istituzionale “le istituzioni nazionali e regionali italiane che si occupano di pari opportunità e di tutela dei diritti delle donne sono frammentate, poco coordinate tra loro, senza una chiara divisione delle competenze e dei poteri decisionali, nonché sprovviste di fondi adeguati per contrastare ed eliminare le discriminazioni basate sul genere”; MAGGIOR COORDINAZIONE E RISORSE Cambiare la cultura di genere “cambiare la visione che la società ha della donna. Non pensare che la donna abbia un unico destino, quello di essere madre, e che tutta la sua vita, il suo lavoro gira intorno a questo. Eppure nella società una donna che fa carriera perché lo vuole per se stessa è ancora criticata e stigmatizzata. Bisogna cambiare la mentalità maschilista non solo degli uomini, ma di tutti. Perché le prime nemiche delle donne sono le donne stesse”. CAMBIAMENTO CULTURALE Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista

Associazioni 6 Associazioni coinvolte: Assoutenti, Movimento Consumatori, Confconsumatori, Konsumer Italia, Legambiente Onlus, SOS Telefono Azzurro Nel 2013 le donne hanno rappresentato in media il 53% dei nuovi iscritti Nessuna delle associazioni coinvolte presenta l’obbligo delle quote rosa nei propri statuti Nessuna delle associazioni ha un ufficio dedicato alle Pari Opportunità Tuttavia: 5 associazioni su 6 hanno donne che coprono ruoli dirigenziali ai vertici nazionali e territoriali In 2 associazioni su 6 si è dibattuto sul tema delle Pari Opportunità e sono stati prodotti articoli e rapporti in merito.

Conclusioni AmbitiPunti di forzaDebolezze Politico istituzionaleTutti gli intervistati sono concordi nel riconosce l’esistenza di discriminazione di genere Tale percezione diminuisce per le classi di età più giovani e per le donne che risiedono nel Meridione LavorativoAccesso al mercato del lavoro e possibilità di carriera sono problematiche molto sentite Le giovani donne mostrano una percezione della discriminazione di genere più debole rispetto ai coetanei maschi Quasi la totalità degli intervistati riconosce gli svantaggi lavorativi connessi alla maternità Scarsa conoscenza delle tutele e solo una minoranza ha deciso di utilizzare vie legali AssociativoLe donne rappresentano una quota importante tra gli iscritti Assenza di dipartimenti/uffici dedicati alle Pari Opportunità e quote rosa Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista Le proposte: Avviare politiche per la famiglia e per la conciliazione Potenziare le istituzioni che promuovono la parità di genere Cambiare la cultura di genere

Grazie della vostra attenzione Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista per ulteriori informazioni: