Malattie sessualmente trasmesse - MST

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Transcript della presentazione:

Malattie sessualmente trasmesse - MST LE 10 MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE PIU’ IMPORTANTI microrganismo malattia commenti terapia papillomavirus (tipi 6 e 11 associati con condilomi genitali visibili) condilomi genitali, displasie la più diffusa tra le MST, associata con carcinoma della cervice uterina, del pene, ecc. podofilina, crioterapia Chlamydia trachomatis (sierotipi D-K) uretrite aspecifica incidenza in aumento doxiciclina, azitromicina C. trachomatis (sierotipi L1, L2, L3) linfogranuloma venereo principalmente nelle aree tropicali doxiciclina, tetraciclina eritromicina Candida albicans mughetto vaginale, balanite molto comune, fattori predisponenti nistatina, fluconazolo Trichomonas vaginalis vaginite, uretrite molto diffusa metronidazolo Herpes simplex virus tipi 1 e 2 herpes genitale in aumento: problemi legati alla latenza e alla riattivazione aciclovir, valaciclovir, famciclovir Neisseria gonorrhoeae gonorrea incidenza in diminuzione nei Paesi industrializzati ceftriaxone, ciprofloxacina HIV AIDS incidenza in aumento a livello mondiale Inibitori della trascrittasi inversa nucleosidici, nucleotidici e non-nucleosidici; inibitori della proteasi; inibitori della fusione Treponema pallidum sifilide incidenza in diminuzione nei Paesi industrializzati penicillina Virus dell’epatite B Epatite 300 milioni di portatori nel mondo lamivudina, adefovir, interferone alfa Haemophilus ducreyi cancroide principalmente tropicale eritromicina, ceftriaxone

Micrografia in campo scuro Treponema pallidum Il genere Treponema è composto da varie specie parassite. La più importante nella patologia umana è il Treponema pallidum. I treponemi sono batteri gram-, anaerobi mobili per la presenza di un filamento assiale, di lunghezza variabile fra 5-20m. Il T. pallidum ha come serbatoio naturale l’uomo ed è l’agente eziologico della sifilide (o lue), malattia cronica contagiosa trasmessa prevalentemente per contagio sessuale (sifilide acquisita) o dalla madre al feto (sifilide congenita). Il meccanismo patogeno è ancora in parte sconosciuto PATOGENESI: La patogenicità del T.pallidum non dipende dalla produzione di esotossine ma dalla sua capacità invasiva. Aderisce efficacemente alle superfici cellulari Passa attraverso le giunzioni cellulari Evade la risposta immune dell’ospite per la scarsità di antigeni proteici di superficie. Una di queste proteine chiamata TROMP (Treponema Rare Outer Membrane Protein) è stata di recente identificata. Micrografia in campo scuro

Nella sifilide acquisita l’infezione viene contratta per contagio sessuale diretto. I treponemi si moltiplicano nel punto d’ingresso (cute o mucose)  da dove si diffondono ai linfonodi e  invadono il torrente circolatorio. La malattia evolve in diversi stadi: Dopo l’infezione si ha un periodo d’incubazione di circa 3 settimane Nello stadio primario (o sifilide primaria) si sviluppa una papula che evolve ad ulcera (sifiloma del pene) nel cui essudato sono presenti numerosi treponemi. Il sifiloma dopo circa 10-14 giorni va incontro a guarigione spontanea. Lo stadio secondario (o sifilide secondaria) compare dopo diverse settimane(4-6) ed è caratterizzato dalla diffusione ematica dei treponemi e dalla comparsa di manifestazioni secondarie a livello della cute e delle mucose (esantemi e verruche) le cui lesioni contengono Treponemi. Queste manifestazioni evolvono a guarigione Lo stadio terziario (o sifilide terziaria) è lo stadio tardivo che può insorgere (in circa 1/3 dei soggetti non trattati) dopo un periodo di latenza asintomatico di 3-30 anni (treponemi nella milza e nei linfonodi ?). La sifilide terziaria può colpire qualsiasi organo, ma coinvolge preferenzialmente il Sistema Nervoso Centrale con paralisi generalizzata (neurolue), il sistema cardiovascolare (lesioni aortiche e insufficienza miocardica) e fegato, ossa e cute con le lesioni caratteristiche di tipo granulomatoso chiamate “gomme” ,che a livello cutaneo guariscono con cicatrici deformanti.

La sifilide congenita si trasmette dalla madre al feto, che spesso muore prima del parto (aborto) o se nasce è destinato a gravissimi vizi nello sviluppo (occhi, meningi, ossa, cute, fegato). Il trattamento della gestante con antibiotici idonei impedisce la sifilide congenita DIAGNOSI:  Ricerca microscopica (illuminazione in campo oscuro) dei treponemi presenti negli essudati delle lesioni primarie e secondarie. Ricerca degli anticorpi nei confronti di un antigene lipoideo (antigene di Wassermann o cardiolipina) o antigeni proteici del Treponema. Ricerca degli anticorpi proteici mediante tecniche immunoenzimatiche (ELISA e immunoblotting) TERAPIA. La penicillina G è il farmaco di scelta. Nei soggetti allergici alle penicilline si può utilizzare l’eritromicina o tetracicline

Neisseria gonorrhoeae “gonococco” La N. gonorrhoeae, agente eziologico della gonorrea o blenorragia, si localizza a livello dell’apparato genitale e si trasmette attraverso rapporti sessuali. I neonati possono contrarre una grave infezione agli occhi (congiuntivite del neonato), durante il passaggio attraverso il canale del parto ed in seguito al contatto con le secrezioni vaginali infette. Le donne hanno il 50% di probabilità di acquisire l’infezione in seguito ad un rapporto sessuale con un partner infetto, mentre nell’uomo è il 20%. L’infezione genitale dell’uomo è limitata all’uretra con secrezione purulenta che si manifesta dopo 2-5 giorni di incubazione. Nelle donne la sede dell’infezione è rappresentata dalla cervice uterina. La sintomatologia è modesta e può passare inosservata. Una seria complicanza è rappresentata dalla salpingo-ooforite che può portare a sterilità. Le infezioni disseminate (1-3%) possono causare febbre, artrite purulenta alle articolazioni e comparsa di papule eritematose. PATOGENESI I gonococchi aderiscono alle cellule mucose dove si moltiplcano e passano nello spazio sottoepiteliale dove inizia l’infezione I pili e alcune proteine sono importanti per l’adesione iniziale L’azione tossica è dovuta alla proprietà antifagocitaria della capsula e alla presenza di LPS DIAGNOSI DI LABORATORIO: si utilizzano le modalità descritte per N. meningitidis. TERAPIA: molti ceppi sono resistenti ai sulfamidici (40%) e alla penicillina (10%). Oltre alla penicillina, oggi si utilizzano cefixime o fluorochinoloni e doxiciclina nei casi di infezione mista gonococco e Chlamidie. (a) Papule eritematose che spesso divengono pustole e (b) artrite settica della caviglia con eritema e tumefazione della caviglia e della gamba. Uretrite gonococcica con tipico essudato purulento ed infiammazione del glande

Clamidie Le clamidie sono piccoli batteri, Gram-, parassiti obbligati, che presentano un caratteristico ciclo di sviluppo dimorfico. Gli involucri esterni sono quelli caratteristici dei Gram- anche se la parete manca del peptidoglicano sostituito da uno strato di proteine ricche di cisteina (CRP).  Le Clamidie comprendono 3 specie patogene per l’uomo: C. trachomatis (15 serovar) è il più importante agente causale delle malattie batteriche a trasmissione sessuale nei paesi occidentali C. pneumoniae rappresenta, insieme a Mycoplasma pneumoniae una delle principali cause di polmonite atipiche come anche di alcune infezioni respiratorie contratte in comunità, come: faringiti, laringiti e bronchiti. (nota: le polmoniti vengono suddivise in “tipiche” quelle causate da batteri piogeni come: Streptococcus pneumoniae o Haemophilus influenzae, e “atipiche” quelle causate da Mycoplasma pneumoniae e Clamidia pneumoniae. Queste ultime si manifestano con forme più lievi e raramente mortali. C. psittaci parassita di uccelli che occasionalmente infetta l’uomo (zoonosi) causando infezioni delle vie respiratorie inferiori con frequenti broncopolmoniti ad andamento clinico molto grave. DIAGNOSI: Colorazione, mediante Giemsa, delle cellule infettate e osservazione delle caratteristiche inclusioni citoplasmatiche.  Ricerca del DNA batterico mediante PCR TERAPIA. Le clamidie, per la mancanza di peptidoglicano nella parete, sono insensibili agli antibiotici beta-lattamici. I farmaci di elezione sono le tetracicline e i macrolidi

Ciclo di sviluppo dimorfico: Il ciclo di sviluppo inizia con la penetrazione per fagocitosi di una particella infettante chiamata “corpo elementare” (0,3 m di diametro). Una volta introdotto nella cellula all’interno di un vacuolo il “corpo elementare” evolve in uno più grande denominato “corpo reticolare” (0,5-1 m di diametro) che inizia a dividersi per scissione binaria formando nuovi “corpi elementari”. La vescicola che contiene i corpi elementari si presenta come una inclusione citoplasmatica basofila la cui osservazione al microscopio consente la diagnosi. In seguito a lisi cellulare i “corpi elementari” vengono liberati all’esterno ed infettano altre cellule.

PATOGENESI: Il meccanismo patogenetico non è ancora completamente chiarito e sembra sia dovuto al blocco delle sintesi della cellula ospite (in particolare del DNA). MALATTIE: C. trachomatis causa un’ampia gamma di infezioni delle vie urogenitali e degli occhi 1. Uretrite non gonococcica (NGU). Nell’uomo la malattia più frequente è un’uretrite scarsamente purulenta, che può evolvere ad uretrite purulenta causata da una doppia infezione C. trachomatis e Neisseria gonorrhoeae. Nella donna l’uretrite è asintomatica e la patologia più frequente è una cervicite, con modesta leucorrea, alla quale, a volte, può seguire una endometrite, con propagazione dell’infezione alle tube di falloppio che possono dar luogo a seri ostacoli alla fecondazione ovulare. L’infezione può propagarsi al peritoneo (infiammazione pelvica) con dolore, febbre e leucorrea. Le infezioni da C. trachomatis rappresentano la principale causa di infertilità da alterazioni tubariche. 2. Linfogranuloma venereo (LGV). Malattia a trasmissione sessuale a carattere invasivo, rara nei paesi industrializzati ma endemica in Asia, Africa a America meridionale. LGV è caratterizzto dalla comparsa di papule transitorio nella sede della penetrazione, sui genitali esterni, seguite dopo alcuni mesi da una compromissione dei linfonodi inguinali e rettali che vanno incontro a suppurazione, mentre l’infiammazione e la fibrosi portano alla comparsa di ulcere estese e al blocca del drenaggio linfatico. 3. Tracoma. Cherato-congiuntivite cronica che spesso porta a cecità trasmessa per auto-inoculazione o da mosche e artropodi vettori. 4. Congiuntivite neonatale (malattia da inclusi del neonato). Oltre il 50% dei neonati da madri infette dai sierotipi D-K contrae un’infezione sintomatica al passaggio attraverso il canale del parto. La conngiuntivite purulenta in genere guarisce senza danni permanenti agli occhi. 5.Congiuntivite da inclusi negli adulti. Gli individui di qualsiasi età possono sviluppare una congiuntivite purulenta transitoria per contatto con secrezioni genitali infette.

Ureaplasma urealyticum I Micoplasmi rappresentano i più piccoli batteri (0,2-0,3 m) capaci di vita autonoma e si differenziano da tutti gli altri procarioti per la mancanza assoluta di parete cellulare. I Micoplasmi che infettano l’uomo appartengono a due generi: il Mycoplasma e l’Ureaplasma. Del genere Mycoplasma una dozzina di specie sono state trovate nel tratto respiratorio (specialmente cavo orale) o genitale dell’uomo, mentre si conosce un’unica specie del genere Ureaplasma. Il Mycoplasma pneumoniae è l’agente ezologico di tracheobronchiti e bronchioliti e di una forma di polmonite (polmonite atipica primaria) nei soggetti in giovane età. U. urealyticum provoca l’uretrite non gonococcica e non sostenuta da C. trachomatis , soprattutto negli uomini. Questo organismo presenta un alto tasso di colonizzazione tra gli uomini e le donne sessualmente attivi. Nelle donne. U. urealyticum è la causa della febbre post partum e della corionamnionite. Tale organismo è stato isolato da casi di endometrite e di secrezioni vaginali di donne che sono soggette a parto prematuro, oppure che partoriscono neonati con basso peso alla nascita. Questi neonati vengono spesso colonizzati, e U. urealyticum è stato isolato a livello delle vie respiratorie basse e del SNC, in ambedue i casi con o senza la presenza di una risposta infiammatoria in atto.

Haemophilus ducreyi H. ducreyi provoca il cancroide (sifiloma molle), una malattia ulcerativa sessualmente trasmessa. Il cancroide rappresenta uno dei più importanti problemi sanitari nei paesi in via di sviluppo e la sua incidenza sta aumentando negli Stati Uniti. L’infezione da H. ducreyi provoca ulcere dolorose e frastagliate a livello dei genitali, e inoltre può causare una linfoadenopatia genitale. Se non trattata correttamente, questa patologia progredisce con la formazione di un bubbone (ovvero un linfonodo gonfio e doloroso), che poi tende a suppurare. Le ferite esposte a livello dei genitali facilitano la trasmissione dell’HIV e l’infezione da H. ducreyi risulta frequentemente associata all’AIDS. cancroide

Candida albicans C. albicans è un lievito che costituisce parte della normale flora corporea, e che può essere presente sulla cute, nella bocca, nella vagina e nell’intestino. Per esempio può essere introdotta nel nostro corpo durante il rapporto sessuale. Una eccessiva crescita della candida (candidosi) si verifica per esempio quando la flora batterica competitiva viene eliminata, per esempio, da una terapia con antibiotici antibatterici. A differenza di Trichomonas vaginalis, che richiede un pH ottimale vaginale di circa 6,0 per la propria crescita, C. albicans cresce al normale pH vaginale di 4,0. Candidosi vulvovaginale (vedi figura) rappresenta una frequente sindrome clinica, che viene comunemente osservata dai medici ambulatoriali e nei reparti STD. Questa sindrome provoca un fastidioso prurito e un dolore a livello della vulva e della vagina, accompagnato da una secrezione biancastra che frequentemente assume un aspetto denso e cagliato. Mughetto orale o candidosi

Trichomonas vaginalis Trofozoiti di Trichomonas vaginalis. Morfologia e ciclo biologico IL Tv è un flagellato lungo10-30 m dotato di quattro flagelli e di una membrana ondulante responsabili del suo movimento. Si moltiplica per divisione binaria. Tv esiste soltanto come trofozoite e si ritrova nell’uretra e nella vagina femminile e nell’uretra, nei testicoli e nelle ghiandole prostatiche maschili.

Epidemiologia. I rapporti sessuali costituiscono la principale modalità di trasmissione. La trasmissione indiretta attraverso asciugamani, spugne umide può essere alla base della trasmissione in età pediatrica nelle bambine. I neonati possono infettarsi attraverso il canale vaginale al momento del parto. La prevalenza di questo flagellato nei paesi sviluppati è del 5-20% nella donna e del 2-10% nell’uomo. La tricomoniasi è una parassitosi con una incidenza annuale di più di 100 milioni di casi. Patologia. Il parassita è in grado di aderire alle cellule della mucosa vaginale, che danneggia profondamente. Inoltre la sua presenza fa diminuire il numero di lattobacilli che contribuiscono ad acidificare l’ambiente vaginale proteggendolo da infezioni batteriche e complicando così il quadro della parassitosi. La tricomoniasi si manifesta come forte infiammazione vaginale (vaginite) accompagnata da leucorrea, prurito, edema della mucosa vaginale (aspetto “a fragola”) e spesso cronicizza. Nel sesso maschile si manifesta spesso come uretrite purulenta, dolore alla minzione e all’erezione; a volte l’infezione può raggiungere la prostata. A volte le manifestazioni cliniche sono assenti, più spesso nell’uomo. Diagnosi e terapia. La diagnosi si basa sull’evidenziazione diretta del parassita nell’essudato vaginale e nelle urine dopo almeno 48 ore di astensione dai rapporti sessuali. Il farmaco di scelta è il metronidazolo che deve essere assunto da entrambi i componenti della coppia.