LA SUPERFICIE In ogni oggetto, sia esso naturale o realizzato dall'uomo, la superficie comunica determinati valori. Una superficie, per esempio, può essere.

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Transcript della presentazione:

LA SUPERFICIE In ogni oggetto, sia esso naturale o realizzato dall'uomo, la superficie comunica determinati valori. Una superficie, per esempio, può essere piana, e conferire all'oggetto un ritmo equilibrato, oppure curva, e conferire all'oggetto un ritmo più dinamico. A seconda del materiale e di come è trattata, una superficie può essere liscia, opaca, ruvida e avere così una diversa reazione alla luce, comunicando all'osservatore sensazioni diverse. In un'immagine bidimensionale, inoltre, è sulla superficie che si struttura la composizione: è lì cioè che i vari elementi compositivi si distribuiscono secondo criteri precisi che esprimono il significato dell'immagine stessa.

LE QUALITA’ ESPRESSIVE Superfici e valori espressivi Ogni oggetto è come avvolto esternamente da una specie di pelle: la superficie. Hanno una superficie la parete di un edificio, un oggetto di design, una scultura, una tela dipinta; sono superfici, in generale, tutti i piani che delimitano gli oggetti e tutte le facce più esterne delle cose. Le superfici sono caratterizzate da qualità espressive specifiche, che riassumeremo in tre categorie principali: le qualità geometriche, le qualità ottiche e le qualità tattili. Le qualità geometriche La superficie di un'opera d'arte o di un oggetto di design può essere piana, concava o convessa. Ognuna di queste qualità è stata utilizzata dagli artisti e dai designer per comunicare valori particolari: una superficie piana, per esempio, rivela ritmi più regolari e uniformi rispetto a una superficie curva, che ha la caratteristica di comunicare elasticità e dinamicità.

Le qualità ottiche Le qualità ottiche delle superfici sono determinate dalle loro reazioni alla luce, dalle trasparenze e dai colori. Gli artisti, gli architetti, i designer e i pubblicitari hanno spesso utilizzato le qualità ottiche per il loro forte valore espressivo. Una parete costruita con mattoni a vista, per esempio, risulta più opaca rispetto a una superficie realizzata con un materiale riflettente come il marmo lucidato o trasparente come il vetro. La superficie di una parete può sembrare leggera e trasparente non soltanto in seguito all'impiego di un particolare materiale nella sua costruzione, ma anche grazie alla presenza di aperture che lasciano intravedere altri spazi

La cà d’Oro a Venezia: qui la divisione tra struttura architettonica, acqua e aria è infranta. Qui i vuoti predominano sui pieni

Le qualità tattili La tessitura delle superfici dei muri conferisce agli edifici valori tattili, oltre che visivi, particolari. Nell'architettura rinascimentale, per esempio, l'utilizzo del bugnato (l'uso di pietre squadrate in rilievo per costruire la superficie della parete) crea continue modulazioni chiaroscurali aumentando l'effetto pittorico della facciata

Le qualità tattili delle superfici sono determinate anche dalla loro consistenza e dalle sensazioni che esse provocano a un contatto fisico. Nelle opere d'arte e negli oggetti di design, la lavorazione della materia (l'incisione dello scalpello sul marmo, l'impronta delle dita sulla creta, l'impasto del colore sulla tela, la granulosità di un materiale, il bugnato di una parete, la levigatura di un metallo) dà vita a superfici più o meno lisce. L'incidenza stessa della luce realizza sugli oggetti passaggi chiaroscurali diversi a seconda del loro grado di ruvidità: così un oggetto caratterizzato da solchi più o meno profondi sembra trattenere la luce, mentre una superficie perfettamente levigata la riflette

Un piano di base per la composizione La superficie è il piano di distribuzione nell'opera bidimensionale Un affresco, un quadro, una fotografia, un manifesto differiscono tra loro per molti aspetti: il tipo di supporto, i materiali, le tecniche esecutive. Una cosa però li accomuna: tutti hanno uno sviluppo bidimensionale. Essi consistono cioè di immagini che si sviluppano su una superficie, dotate quindi di larghezza e di altezza, ma prive della terza dimensione: la profondità.

I pittori e i grafici hanno spesso sentito questa come una limitazione e hanno cercato di dotare le loro opere di una profondità fittizia, illusoria, facendo ricorso alla prospettiva, al chiaroscuro e ad altri mezzi per potenziare gli effetti spaziali dell'immagine. Anche dinanzi a tali opere dobbiamo però tenere ben presente l'ammonimento di quel pittore che ricordava come un quadro, prima di essere una battaglia, un vaso di fiori o un nudo di donna, sia un insieme di forme e di colori distribuiti su una superficie. Questo discorso vale anche per le arti che si basano sulla ripresa diretta della realtà, come la fotografia e il cinema: il fotografo e l'operatore cinematografico, infatti, fondano il proprio lavoro sull'inquadratura, il cui formato è determinato, per il primo, dal supporto di stampa e, per il secondo, dalle dimensioni dello schermo di proiezione.

Il piano come base per Ia costruzione dell’immagine In questo modo ci sarà più facile penetrare nella dimensione puramente compositiva delle opere bidimensionali, capire cioè i criteri seguiti dall'artista, dal fotografo o dal grafico nella costruzione dell'immagine. Tali criteri tengono conto della forma, delle dimensioni, della struttura, della dinamica interna del piano compositivo, cioè, in breve, delle caratteristiche visive del formato che ciascun supporto può assumere (sia esso una parete da affrescare, una tela da dipingere, un foglio di carta su cui disegnare, imprimere o stampare l'immagine, uno schermo cinematografico su cui proiettare un film). I formati quadrangolari I formati più frequenti nelle rappresentazioni di immagini bidimensionali sono quelli quadrangolari: essi hanno in comune una struttura, uno "scheletro" che fornisce il riferimento di base per la distribuzione degli elementi sulla superficie. Questo "scheletro" è costituito dalla mediana verticale, da quella orizzontale e dalle diagonali.

In generale, quando la disposizione degli elementi segue questo tracciato strutturale, si ha una composizione che, a prescindere dal soggetto, da l'impressione di un insieme statico, le cui parti costitutive appaiono saldamente ancorate al piano di fondo. Quando l'artista vuole invece dinamizzare la composizione, sceglie piuttosto di collocare le sue figure al di fuori della griglia costituita dalle mediane e dalle diagonali.

Composizioni strutturate lungo l’asse verticale Considerati singolarmente, i quattro assi che costituiscono lo "scheletro" dei formati quadrangolari svolgono ciascuno una distinta funzione compositiva. L'asse verticale funge, essenzialmente, da asse di simmetria. La simmetria si presenta, nella sua forma più semplice ed evidente, quando una configurazione risulta divisa, proprio lungo l'asse verticale, in due parti equivalenti. Composizioni strutturate lungo l'asse orizzontale Mentre l'asse verticale divide il piano della composizione in due metà che, dal punto di vista compositivo, sono sostanzialmente equivalenti, l'asse orizzontale lo divide in due parti geometricamente uguali, ma percettivamente diverse. La metà inferiore appare infatti più "densa" e "pesante" di quella superiore, che appare invece più "leggera" e "dilatata". In basso, quindi, gli elementi della composizione trovano un ancoraggio più saldo. Questa impressione è certamente legata all'esperienza vitale della gravità: ci aspettiamo infatti che, per effetto del maggior peso, gli oggetti stazionino in basso.

Composizioni strutturate lungo la diagonali Se l'asse verticale e l'asse orizzontale sono il riferimento fondamentale per una composizione di carattere statico, le due diagonali fungono invece da vettori di movimento. Poiché noi tendiamo a "leggere" l'immagine seguendo un andamento che va da sinistra a destra, la diagonale dall'angolo in alto a sinistra verso l'angolo in basso a destra è generalmente vissuta come discendente; viceversa, l'altra è percepita come ascendente Più il formato rettangolare si allontana dalle proporzioni del quadrato e più importanza assume la dinamica interna al piano compositivo. Nei formati molto allungati si esaspera l'asimmetria alto-basso e l'asse verticale assume più decisamente il carattere di vettore dinamico. Anche le diagonali, avvicinandosi alla verticale, acquistano maggiore potenzialità dinamica. I formati ad andamento orizzontale favoriscono invece il movimento da sinistra a destra. Anche in questo caso la nostra sensibilità visiva è influenzata dall'esperienza: mentre un movimento lungo la verticale assume il carattere drammatico di un'ascesa o di una caduta, lungo l'orizzontale esso corrisponde all'ordinaria esperienza del trasferirsi da un luogo all'altro.

Il Quadrato e la sua struttura interna: Il quadrato è formato da 4 lati e 4 angoli Esso può essere suddiviso secondo linee chiamate strutturali, che permettono di riprodurlo in modo modulare nella superficie. Per riproducibilità modulare si intende il reticolo all’interno del quadrato, le parallele ai lati di ugaule distanza, fino ad ottenere i sottomoduli. Vengono anche chiamate forze strutturali quelle forze che formano i punti principali della struttura interna, formata dalle mediane e dalle diagonali. La struttura interna del quadrato è formata dall’incontro delel 2 mediane e delle 2 diagonali e dai 4 lati, così da ottenere 9 nodi (4 vertici, 4 punti mediani dei lati e il centro) 4 7 8 3 1 2 6 9 5

I formati circolari Più ancora del quadrato, il formato perfettamente circolare suggerisce soluzioni compositive fortemente centralizzate. Il tipo di simmetria su cui è costruito il cerchio è infatti la cosiddetta simmetria raggiata, il cui fulcro non è un asse, ma un punto, il centro, attorno a cui ruotano, con ritmo regolare, i raggi. Spesso gli artisti, accettando la dinamica interna imposta dal formato, costruiscono la composizione su direttrici che ne riprendono e ne accentuano l'andamento rotatorio. I formati composti Un formato intermedio tra quello circolare e quello quadrangolare è quello ellittico. L'ellisse, infatti, ha una dinamica interna più sciolta rispetto al quadrato e al rettangolo, ma nel contempo possiede quell'orientamento assiale che manca al cerchio. A volte, formati differenti vengono inglobati uno nell'altro dando vita a cornici spezzate o mistilinee. Altre volte, opere di diverso formato vengono conglobate entro un'unica struttura, venendo così a formare un polittico. Di soggetto prevalentemente religioso, il polittico comprende generalmente uno scomparto principale, alla cui struttura compositiva si subordinano le composizioni degli scomparti secondari.

ORA PROVACI TU…..