Il movimento di Gesù, che prepara e anticipa il regno di Dio, non deve essere un gruppo diretto da uomini forti che si impongono agli altri dall’alto. Deve essere piuttosto una comunità “di bambini” che non si impongono a nessuno, che entrano nel regno solo perché hanno bisogno di cure e di amore. Una comunità dove ci sono donne e uomini che, secondo lo stile di Gesù, sanno abbracciare e benedire e prendersi cura dei più deboli e piccoli. José Antonio Pagola. Gesù: approccio storico. Testo: Marco 10, 2-16 / 27 Tempo Ordinario –B- Musica: Jesús Guridi. Melodías Vascas. Amorosa.
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Sul divorzio, al tempo di Gesù, c’erano due tendenze opposte tra loro. La rigorista che esigeva una causa grave, come l’ adulterio, per potersi divorziare. E la più permissiva, che considerava motivo sufficiente qualsiasi fatto insignificante, perché l’uomo potesse divorziarsi. Questa era la situazione quando chiesero a Gesù, per polemizzare con Lui. Chi vinceva nelle discussioni acquistava prestigio e autorità sociale. I farisei gli chiedono sul divorzio tra uomo e donna. Il Vaticano II parlò del divorzio tra la vita e la fede di molti cristiani. Il messaggio di Gesù è che tanto l’uomo come la donna sono esseri per Dio e completamente uguali davanti a Lui.
Come ha fatto Gesù, risaliamo ai tempi di Mosè. Quel legislatore dell’Antico Testamento vide, con preoccupazione, che le uniche barriere che aveva il divorzio erano le brame e le arbitrarietà personali dell’uomo. Pensò che si doveva mettere un rimedio ai frequenti abusi e proteggere così la donna, stabilendo un procedimento legale, l’adempimento di alcune formalità precise. Così ebbe origine la legge mosaica del divorzio (Dt 24, 1-4). Gesù parlerà della nuova comunità impegnata nell’amore senza limiti e l’uguaglianza tra uomini e donne. Una comunità preoccupata dei diritti delle persone deboli, piccole... di quelle che non contano. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Le parole di Gesù, anche su questo tema, sono una buona e gioiosa notizia. Per Lui la legge non è una norma assoluta, ma una concessione “per l’ incapacità a capire”. La legge contraddice il piano amoroso e il progetto originario di Dio, che suppone la completa uguaglianza tra l’uomo e la donna uniti da un amore incondizionato, non da altri interessi. Solo c’è amore tra persone uguali e libere. Gesù non parla di nessun precetto legale, ma di un orizzonte, di un ideale, di una meta da raggiungere. La volontà di Dio si manifesta in ciò che fa e dice Gesù: alla durezza di cuore dei farisei risponde con il progetto di amore del Padre.
Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Può essere un po’ audace pretendere di sapere che cosa unisce Dio. Quello che è chiaro è che non ha niente a che fare con certe leggi, gioghi e cariche pesanti. Logicamente non sono parole applicabili al divorzio tra persone sposate con il rito cattolico né di nessun’altra religione. Sappiamo che uguaglianza, liberazione, rispetto, comunione, incontro, fiducia, gioia, sensibilità, tenerezza, generosità, progetto comune, felicità, pienezza, apertura, pace, AMORE..., sono sentimenti e atteggiamenti necessari perché esista relazione umana e cristiana. Le relazioni dove non si vivono questi atteggiamenti, ma al contrario, mancanza di rispetto, indifferenza, egoismo, abitudinarietà, violenza…, nessuno ha bisogno di separarle perché non c’è in esse nessun tipo di unione.
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». In tutte le occasioni Gesù mette sullo stesso piano la donna e l’uomo nei loro diritti, contro ogni tradizione. L’indissolubilità del matrimonio va intesa come un progetto, un ideale. Nella realtà pratica, bisogna regolare in qualche modo la possibile rottura matrimoniale. Sta di fatto che quello che deve essere, a volte non può essere, a causa della “durezza di cuore” e di tanti motivi che nessuno deve giudicare né condannare. Al suo tempo Gesù relativizzò e superò la Legge di Mosè interpretata in modo arbitrario dai rabbini, per ricuperare il suo spirito espresso in Gn 2 (1ª lettura). In questo tema, anche oggi si dovrebbero superare le norme e i legalismi, causa di sofferenze per tante persone. Come fa Gesù.
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. I discepoli cercano ancora una volta di controllare l’atteggiamento e la missione di Gesù. A quanti si credono in diritto di “rimproverare”, proibire, condannare, Gesù ripete: “Lasciate!, non glielo impedite!”. Gesù approfitta di questa occasione per regalarci un prezioso insegnamento: i più piccoli, quelli che non hanno nulla da perdere e nulla da offrire in cambio, accolgono il Regno. Regno e piccolezza vanno insieme. I bambini sono il contrappunto che l’evangelista mette alla malafede dei farisei. Il bambino è sempre disposto a ricevere il dono che gli viene offerto. Quanti sono come bambini abbracciano e si lasciano abbracciare, toccare e benedire da Dio e dagli altri, vivono dando e ricevendo apertura, fiducia, vicinanza, gratuità, sensibilità, pace, allegria, tenerezza, amore... È l’atteggiamento che Gesù propone come modello da seguire.
“Io sono per il mio amato e il mio amato è per me”. Credo che ci siano pochi esempi migliori per entrare nel mistero del tuo amore. Vivi per noi e vuoi che ti corrispondiamo con la stessa moneta. Giuri fedeltà eterna e ti aspetti la reciprocità e le nostre possibili debolezze non riescono a diminuire il tuo amore, puro e gratuito. Nella gioia e nel dolore, nella salute e nell’infermità sei con noi esempio fedele che le persone pretendono imitare nella loro vita in comune. Isabel Gómez-Acebo