L’ Europa moderna protestanti ebrei eretici

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Transcript della presentazione:

L’ Europa moderna protestanti ebrei eretici Frontiera esterna vs. Islam e "selvaggi" Cattolici f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Le frontiere culturali e religiose: età moderna In età moderna vede farsi più minacciosa la frontiera esterna, a fronte della grande espansione dell’Impero Ottomano, che, nel 1529, arriva a minacciare Vienna, nel cuore dell’Europa, oltre a impensierire costantemente le aree costiere, minacciate dalle razzie dei pirati turchi. Inoltre, dopo le scoperte geografiche, si delineano altre frontiere, che vedono i “selvaggi” d’America contrapporsi ai cristiani. Ma l’evento più significativo dell’età moderna è la rottura dell’unità religiosa europea, che comporta l’apertura di altre “linee del fuoco” al proprio interno. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Nuove minacce dall’Islam I turchi non rappresentavano l’intero universo musulmano: nel nord Africa sopravvivevano vecchi sultanati arabi, mentre Persia e Me-sopotamia erano soggette ai mongoli, guidati dal Tamerlano, ed in Arabia, ovviamente, restavano gli arabi. I turki Selgiudihi, che alla fine del XI secolo parvero prossimi a conquistare Costantinopoli, fu-rono bloccati e dall’espansione mongola che li bloccò fino a tutto il XIV secolo, respingendoli in Anatolia, dove si divisero in varie tribù. Una di queste, guidata da Osman (da cui il nome di turchi ottomani, riprese le aggressioni nei confronti di Costantinopoli, riuscendo più volte a sconfiggerne l’esercito nel corso del ‘300, e varcare lo stret-to fri Dardanelli. Ma fu nel ‘400 che riprese l’offensiva turca verso il nord, ovvero verso la penisola Balcanica. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

La conquista turca dei Balcani Dapprima i turchi lanciarono l’attacco in dire-zione nord-ovest contro bulgari e serbi. Vincendo la resistenza albanese nella battaglia di Kosovo (1389), essi si aprirono la strada verso il con-trollo dell’intera penisola balcanica. Quindi, avendo ormai circondato la città di Co-stantinopoli, nel 1453, sotto la guida di Mao-metto II, essi riuscirono a conquistare la capitale dell’Impero d’Oriente, che divenne capitale ot-tomana, dopo essere stata ribattezzata Istanbul. In seguito cominciarono a minacciare i pos-sedimenti veneziani nel Levante, cioè nelle isole greche. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Gli ottomani si impongono sugli arabi La caduta di Costantinopoli fu un evento epocale, tanto che per alcuni storici può essere considerata come la data-simbolo d’inizio della storia moderna (1453). Frattanto le mire espansionistiche dei turchi si rivolgevano verso la Persia e l’Ar-menia, nonché verso l’Arabia: le città sante di Medina e la Mecca dovettero riconoscere l’autorità ottomana all’inizio del ‘500. Nel 1517 fu la volta dell’ Egitto. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

La minaccia turca su Vienna Appena salito al trono, il sultano Solimano si impadronì di Belgrado (1521) e successivamente lanciò una grande offensiva contro l’Ungheria che si concluse vittoriosamente per la parte turca con la battaglia di Mohàcs (1526), nella quale morì lo stesso re di Boemia e Ungheria. Più tardi ottenne una sorta di vassallaggio da parte del signore d’Ungheria. Frecce turche sopra Vienna Infine giunse a porre l’assedio su Vienna (1529) e ad invadere parte dell’Austria, ma le difficoltà di rifornimento impedirono ai turchi di portare a fondo l’offensiva. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

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f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 Termi e bagni turchi a Budapest f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Il pericolo turco nel Mediterraneo Intanto il capo della pirateria ottomana, Khair ad-Din, detto il Barbarossa, si era impadronito di Algeri, di Tunisi e di Otranto, oltre che di basi sulla costa spagnola e le isole Baleari. I traffici mercantili erano seriamente mi-nacciati, così come la sicurezza delle popolazioni costiere, costrette a riti-rarsi nell’interno a a far sorvegliare le coste da torri fortificate per evitare razzie e la riduzione in schiavitù. Tutto ciù accadeva mentre gli stati cat-tolici erano impegnati in un grande rilancio della fede. Nel 1565 i turchi invasero Malta, e nel 1570 attaccarono l’isola di Cipro, possedimento ve-neziano. Nicosia cadde subito, mentre la città di Famagosta fu difesa a lungo da M.A. Bragadin. Fu grande l’offesa dei veneziani quando si seppe che, in violaz-ione delle condizioni della resa, Bragadin era stato scorticato vivo. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

La riscossa cristiana a Lepanto Di fronte a questi fatti si formò una lega contro i turchi formata da Ve-nezia, Spagna, Papato. Non aderì la Francia, rivale della Spagna (ol-tre che dell’Impero) che con i turchi aveva trattato. Lo scontro avvenne a Lepantp il 7 ottobre 1571: delle 310 galee turche solo 30 si sal-varono. Quelle cattoliche erano 205, per oltre la metà veneziane, agli ordini del vecchio Sebastiano Venier. La vittoria cristiana fu molto celebrata e mitizzata ma non ebbe grandi effetti pratici, anche per-ché Venezia, in cambio di agevolazioni commerciali, preferì una pace separata. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Verso un impero multietnico Dopo la morte di Solimano l’offensiva turca si placò, anche se non mancarono del colpi di coda, come quando Vienna , nel 1629 e bel 17.. fu di nuovo minacciata. Tuttavia la carica espansiva si era esaurita e l’impero ottomano, che poteva dirsi multi-nazionale e multi-religioso (esistevano comunità ebree, cattoliche, armene e cristiano-ortodosse, a cui veniva concessa libertà di culto), entrò in una fase di stagnazione. L’amministrazione dello stato, soggetta a forme di corruzione e inefficienza, sarebbe andata via via decadendo, fino a fare dell’Impero ottomano, nell’800, un “gigante dai piedi d’ argilla”. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Gli ebrei in età moderna  Due eventi significativi in età moderna Il 31 Marzo 1492 i reali di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, emanarono un editto di espulsione di tutti gli ebrei. I primi si erano stabiliti sulla Penisola Iberica (in ebraico Sefarad o Sfarad) dopo la distruzione romana della Giudea (70 d.C.). A Venezia, dove gli ebrei godevano di un clima di relativa tolleranza, il 29 marzo 1516 (per ordine del Senato) furono obbligati a risiedere nel Ghetto. Nasceva così un'istituzione che sarebbe poi stata imitata nel resto d'Europa. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 Illustrazione del “Mercante di Venezia” di Shakespeare Interno sinagoga di Venezia f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 Monologo di Shylock Mi ha disprezzato e deriso un milione di volte; ha riso delle mie perdite, ha disprezzato i miei guadagni e deriso la mia nazione, reso freddi i miei amici, infuocato i miei nemici. E qual è il motivo? Sono un ebreo. Ma un ebreo non ha occhi? Un ebreo non ha mani, organi, misure, sensi, affetti, passioni, non mangia lo stesso cibo, non viene ferito con le stesse armi, non è soggetto agli stessi disastri, non guarisce allo stesso modo, non sente caldo o freddo nelle stesse estati e inverni allo stesso modo di un cristiano? Se ci ferite noi non sanguiniamo? Se ci solleticate, noi non ridiamo? Se ci avvelenate noi non moriamo? E se ci fate un torto, non ci vendicheremo? Se noi siamo come voi in tutto vi assomiglieremo anche in questo. Se un ebreo fa un torto ad un cristiano, qual è la sua umiltà? Vendetta. La cattiveria che tu mi insegni io la metterò in pratica; e sarà duro ma eseguirò meglio le vostre istruzioni f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

L’altra frontiera esterna: i selvaggi La scoperta del Nuovo Mondo aprì un confronto con gli indios, considerati come “omuncoli” o mezze bestie: in ogni caso essere da rieducare con violenze e punizioni corporali. Solo la voce del domenicano Bartolomeo de las Casas, che si sforzò di capire gli usi e i costumi di questi popoli e ottenne dal papa la dichiarazione che era eretico sostenere che gli indios fossero incapaci di intendere la parola di Dio. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 La frontiera interna Il ritorno della sede papale a Roma nel 1377 non era stato indolore: per circa quarant’anni vi erano stati addirittura due papi, uno italiano, l‘altro francese. Ricomposto lo scisma, a molti era parso che fosse necessario ripensare l’organizzazione della chiesa, ridimensionando il potere del pontefice e subordinandolo al concilio dei vescovi (conciliarismo). In ogni caso appariva necessaria una riforma. Nel frattempo erano nati nuovi movimenti ereticali: alla critica tradizionale alla ric-chezza della chiesa si aggiungeva ora an-che la contestazione della dipendenza da Roma delle varie comunità di dìfedeli. Jan Hus, teologo boemo, fu condannato al rogo per questo nel 1415. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Origini della Riforma Alla base della Riforma protestante, da cui sarebbe derivata una divisione dell’Europa cristiana, c’erano diverse motivazioni. Motivazioni della Riforma Morale Esigenza di rinnovamento (umanesimo cristiano) Economica (sistema indulgenze, decime ecclesiastiche) Politica In Germania prìncipi oppressi da Roma e imperatore Religiosa-teologica Dagli studi umanistici bisogno di ridefinire la dottrinai f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

La questione delle indulgenze Fin dalle Crociate la Chiesa aveva con-cesso indulgenze, ovvero annullamento delle pene del Purgatorio. In quel caso la partecipazione alla guerra santa as-sicurava l’indulgenza, poi erano state accettate anche offerte in denaro. L’edificazione della basilica di san Pie-tro, che richiedeva molte risorse, aveva indotto i papi Giulio II e poi Leone X a ricorrere in modo massiccio a questo sistema, che in Germania era stato appaltato alla banca dei Fugger. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Lutero: le origini della riforma Fu Marin Lutero, monaco agostiniano, ad interpretare i malumori diffusi in modo acuto in Germania. Nel 1517 affisse sulla porta della chiesa di Wittemberg le sue 95 tesi che sarebbero diventate la base del pensiero protestante. Condannato dal papa, che poi lo avrebbe scomunicato, Lutero si salvò solo grazie alla protezione del potente principe di Sassonia, e all’appoggio di altri principi. Questi espressero la loro protestatio nei confronti dell’imperatore Carlo V (dieta di Spira), che doveva combattere, per conto del papa, la nuova eresia. Ne scaturì una guerra tra principi cattolici e protestanti. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 Le tesi di Lutero Ruolo decisivo della Grazia divina (pecca fortemente ma credi ancor più fortemente) Salvezza per mezzo della fede e non delle buone opere Sacerdozio universale: ognuno è sacerdote di se stesso; rapporto diretto uomo-Dio Libero esame delle scritture Negazione delfa funzione del clero come meditatore tra uiomo e dio Crtiica ozio ordini monastici ed esaltazione vita attiva Abolizione dei sacramenti, meno eucarestia e battesimo f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Protestanti vs. cattolici f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Diffusione della riforma in Germania La riforma si diffuse rapidamente. La guerra tra principi cattolici e protestanti si concluse con un insuccesso dell’imperatore (impegnato anche nella lotta contro i turchi): nel 1555 la pace di Augusta riconobbe, assieme all’impossibilità di ricomporre la frattura, con la pace di Augusta che concedeva la libertà di culto solamente ai principi, secondo il principio del “cuius regio eius religio”: non era ancora la libertà religiosa moderna, ma un passo verso essa. La diffusione fu favorita dalla invenzione della stampa, che consentì ai protestanti di leggere direttamente la Bibbia, come suggeriva Lutero: essa divenne così il primo best sellers. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Minoranze religiose in Germania Fermo restando che tra cattolici e protestanti corre-va una nuova frontiera religiosa, in area luterana sorsero nuove minoranze religiose. Anzitutto ci fu la guerra dei contadini della Foresta Nera, capeggiata da Thomas Muntzer. Il movimento stava radicalizzando le idee della riforma, portandole sul piano sociale (se gli uomini erano uguali davanti a Dio, dovevano esserlo anche sulla terra: di qui assalti a ricche abbazie o a castelli). Lutero sconfessò il movimento (che fu sanguinosamente represso) con parole durissime, anche per non perdere l’appoggio dei principi. Successivamente le idee egualitarie di Muntzer furono riprese dagli anabattisti, secondo i quali il battesimo doveva essere impartito solo in età adulta. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 Q Q è un romanzo storico  del 1999 di Luther Blissett, nome collettivo , sotto il quale si celavano quattro scrittori. E’ ambientato durante le guerre di religione in Germania. Come tutti i libri scritti dai /poi Wu Ming, Q reca una dicitura anti-copyright. Pertanto il libro è interamente scaricabile in PDF, come gli altri romanzi dei Wu Ming, al sito http://www.wumingfoundation.com/italiano/downloads_ita.htm f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Il punto della situazione in Europa Cristianesimo PROTESTANTESIMO CATTOLICESIMO LUTERANESIMO CALVINISMO GERMANIA, NORD Eu. ANGLICANESIMO iNGHILTERRA P.B. FRANCIA SCOZIA f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Le idee-forza del calvinismo Il Calvinismo Come si è visto, il Calvinismo si diffuse soprattutto in Europa occidentale, soprattutto presso i ceti borghesi. Si trattava di una dottrina protestante rielaborata in Svizzera da Giovanni Calvino. Le idee-forza del calvinismo la prestinazione Il lavoro come dovere morale (e come mezzo per provare il favore divino) Organizzazione democratica della comunità dei fedeli. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 L’anglicanesimo L’anglicanesimo non può essere considerato un movimento riformatore al pari del luteranesimo, perché quest’ultimo fu un movimento di massa, mentre quello rappresentò solo una riforma dall’alto, che, oltre tutto, lasciò immutate le gerarchie ecclesiastiche. Infatti essa fu attuata dal re Enrico VIII, desideroso di mettere le mani sui beni del clero, che, approfittando del rifiuto del papa di annullare il proprio matrimonio con Caterina d’Aragona, si separò da Roma, e fece approvare al Parlamento l’Atto di supremazia, con il quale il re diventava capo della chiesa anglicana, la quale si sarebbe scontrata con le minoranze cattoliche e calviniste. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 Il Concilio di Trento Nel tentativo di ricomporre la frattura tra cattolici e protestanti si tenne a Trento (città di confine) un concilio di vescovi. Esso si protrasse dal 1545 al 1563.Se i primi papi erano aperti al dialogo, poi subentrarono altri più intransigenti. Il concilio di Trento non riuscì a ricomporre l’unità cristiana. Furono riconfermate invece l’autorità della chiesa e la tradizione. Sì ribadì la necessità delle buone opere per salvarsi. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 La riforma cattolica Con questo termine si indica un movimento di rinnovamento interno alla chiesa cattolica, in parte avviato prima di Lutero, con la creazione di nuovi ordini religiosi, in parte incentivato dal Concilio di Trento che cercava di curare la formazione e la moralità del clero, stabilendo l’obbligo di studiare in seminario, di risiedere nella parrocchia, di predicare. Inoltre introdusse i registri parrocchiali e le visite pastorali, per controllare la devozione e lo “stato delle anime”. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 I gesuiti Tra i nuovi ordini religiosi, il più importante fu quello fondato da Ignatio de Loyola dei gesuiti, destinati a diventare formatori della classe dirigente europea, nonché confessori e sovrani dei regnanti cattolici. I gesuiti non solo contribuirono ad arrestare il dilagare del protestantesimo nell'Europa centrale, ma intrapresero anche intensa attività missionaria nei paesi da poco scoperti, specie sulla scia dei portoghesi (v. Cina, Giappone…) f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Il gesuita vestito di rosso: R. Bellarmino Tra i gesuiti eccellenti, si può ricordare Roberto Bellarmino, grande teologo e predicatore, che ebbe modo di incontrare Giordano Bruno (poi mandato al rogo come eretico) e Galilei (poi costretto all’abiura). A lui si deve anche la stesura della Dottrina cristiana breve (1597), concepita secondo lo schema domanda e risposta. Fu per secoli l’abc dell’educazione cattolica. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

La controriforma e il Sant’Uffizio Con questa parola si intende caratterizzare la reazione più dura della Chiesa alla riforma protestante (Riforma per antonomasia). A tale scopo viene creato il Sant’Uffizio (o Inquisizione romana, in relazione alla sede), che riprende le funzioni e i metodi del vecchio tribunale dell’Inquisizione, e che si attiva per stanare i simpatizzanti di Lutero in Italia, Spagna e in genere nei paesi cattolici. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

La congregazione dell’Indice Inoltre viene creato (1558), a cura della Congregazione del Sant’Uffizio, il primo Indice dei libri proibiti. Vengono messi nell’elenco, tra gli altri, il Decameron, di Boccaccio, il Monarchia di Dante e tutti i libri di Machiavelli. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Processi e intolleranza: la caccia alle streghe Si viene a creare in tal modo un clima di sospetto, intolleranza e repressione, sia nei confronti della cultura “alta”, sia di quella “popolare”. A farne le spese, oltre agli eretici (che in campo protestante erano allora i cattolici, con un capovolgimento dei ruoli), le “streghe”, ovvero delle donne, che, per la pratica dell’erboristeria e della medicina popolare, venivano considerate con sospetto, come seguaci di culti satanici. Anch’esse venivano processate, sottoposte a tortura e condannate al rogo, sia in area cattolica, sia in area protestante, fino agli inizi del ‘700. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Il Malleus Maleficarum Il fenomeno della caccia alle streghe nacque all'incirca alla fine del XV secolo e perdurò fino all'inizio del XVIII secolo all'interno dell'occidente cristiano. Benché le prime tesi sulla stregoneria vengano fatte risalire alla letteratura cattolica del 1400 circa, fu in particolare nelle regioni protestanti che il fenomeno ebbe maggior rilevanza e recrudescenza. Alla base della caccia alle streghe c’era infatti il Malleus Maleficarum (trad.  Il martello delle streghe) del 1487, scritto dai  domenicani Jacob Sprenger e H. Kramer, allo scopo di reprimere l'eresia, il paganesimo e la stregoneria in Germania. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

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Guerre di religione in Francia La nuova frontiera tra cattolici e protestanti diede subito vita a delle cruente guerre di religione in Francia nel corso del XVI secolo. A guidare i due gruppi erano opposte fazioni nobiliari. La guerra, che conobbe episodi violentissimi come il massacro degli Ugonotti nella notte di S. Bartolomeo del 1572,si concluse solo quando uno dei leader protestanti (detti qui Ugonotti), salendo al trono di Francia per legittima successione, abiurò alla fede protestante per convertirsi al cattolicesimo (“Parigi val bene una messa”. In tal modo riuscì a riappacificare il Paese. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

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La guerre dei Trent’anni Altrettanto sanguinosa e violenta, fu la guerra dei Trent’anni (1618-1648), nata nel territorio imperiale, con la defenestrazione di Praga (gli ambasciatori dell’imperatore che voleva imporre il cattolicesimo alla Boemia furono gettati dalla finestra. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Un’altra guerra di religione Il conflitto si estese poi in tutta Europa. Anche in questa occasione, un fronte divideva cattolici e protestanti. Fu una fase caratterizzata da grande barbarie, da entrambi le parti e da un tragico bilancio di circa cinque milioni di morti. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 La fine della guerra La guerra, che rappresentò, tra l’altro, un’occasione di modernizzazione degli eserciti e delle strategie militari, si concluse con la pace di Westfalia (1648), che sembrava suggellare il fallimento degli sforzi di riunificazione dell’Europa cristiana. Invece proprio su questa presa d’atto dell’esistenza di fedi diverse si fonda la possibilità di una coesistenza civile e pacifica tra i due gruppi. Colonna commemorativa della fine della guerra dei Trent’anni a Monaco f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013 Verso la tolleranza… Fu un filosofo inglese, John Lockre, ad introdurre i temi fondanti della tolleranza nel dibattito culturale mediante la Lettera sulla toelleranza del 1789. In questo modo eglì aprì la strada alle teorie altrettanto tolleranti degli illuministi e contribuì al sorgere del pensiero liberale, che rivendicava la libertà di fede religiosa tra i diritti del’uomo e del cittadino. Nella pratica, forme di intolleranza si riproposero molte volte nella storia, ma un primo passo era compiuto verso una coesistenza più civile e pacifica. f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013

Oggi, in una società multiculturale: www.tolerance.it E’ un sito fondato su idea di Umberto Eco, autore de Il nome della Rosa, un sito che tratta i problemi della accettazione della diversità oggi: www.tolerance.kataweb.it               Umberto Eco Furio Colombo Jacques Le Goff f.meneghetti - itisplanck 2003 - rivisto nel 2013