LA CITTA’ ROMANA Lo schema urbanistico adottato dai Romani nella costruzione della città è caratterizzato dall'incontro ortogonale delle strade, cardi.

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LA CITTA’ ROMANA Lo schema urbanistico adottato dai Romani nella costruzione della città è caratterizzato dall'incontro ortogonale delle strade, cardi (da nord a sud) e decumani (da est ad ovest), che suddividono la città in isolati quadrangolari. La città solitamente è circondata da una cerchia di mura che segue un percorso generalmente rettangolare ed è suddivisa in isolati di forma quadrata (centurie) delimitati, da strade parallele a cardo e decumano massimi, ovvero le vie principali, che si incontrano nel centro della città dove sorge il foro, fulcro della città romana. Il foro in principio aveva funzione soprattutto commerciale, poi venne adibito ad ospitare gli edifici pubblici principali. Era di forma rettangolare, spesso circondato da portici. Al suo interno l'edificio più importante era la basilica che aveva molteplici funzioni; innanzitutto fungeva da tribunale, ma era spesso usata anche come luogo di riunioni, accogliendo pure i mercanti per le loro contrattazioni. Questo edificio aveva pianta rettangolare e poteva essere chiuso o aperto sui lati esterni; possedeva file di colonne che lo dividevano in navate. Altro edificio fondamentale nella città romana era il capitolium, tempio dedicato alla Triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva), che voleva essere un'imitazione del Campidoglio. Anch'esso era situato nel foro, accompagnato generalmente da altri edifici religiosi; veniva considerato il simbolo del potere religioso e politico dell'impero. arch. Bianca Vitale

arch. Bianca Vitale

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L'Arco di Augusto a Rimini Fra le costruzioni onorarie, cioè quelle realizzate per onorare, glorificare e ricordare qualche personaggio importante e le sue gesta, i Romani fecero uso, già dal periodo repubblicano, di strutture ad arco (i cosiddetti archi di trionfo) o della colonna isolata sormontate da statue, da monumenti equestri o anche da fontane L'Arco di Augusto a Rimini arch. Bianca Vitale

Esso consiste in un solo fòrnice, la sua massima altezza è di 17,50 metri, mentre la sua larghezza è di 14,90 metri, arch. Bianca Vitale

L'arco a tutto sesto, del diametro di 8,84 metri, si innalza su bassi piedritti e il piano d'imposta è evidenziato da leggere cornici. L'arco è affiancato da due semicolonne corinzie addossate alla parete, sulle quali grava la trabeazione - sporgente in loro corrispondenza - sormontata da un frontone decorato con mensole. I piedritti dell'arco e le basi delle semicolonne poggiano su un comune, alto basamento. Al di sopra dell'attico su cui un tempo troneggiava una quadriga bronzea con la statua di Augusto [111 si ergono adesso i merli aggiunti in epoca medioevale. arch. Bianca Vitale

Il timpano accoglie anche le figure di Giove, Apollo, Nettuno e della dea Roma all'interno di clipei, secondo la tradizione delle imàgines cìipeàtae (immagini nello scudo) arch. Bianca Vitale

arch. Bianca Vitale

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Molta rilevanza nella società romana aveva il teatro, nonostante il suo avvento, in età repubblicana, fosse stato accolto con diffidenza dai romani, poiché gli attori erano sempre liberti o schiavi. Il teatro era formato da cavea od orchestra che avevano forma semicircolare; quest'ultima col passare del tempo venne adibita ad ospitare i seggi senatoriali. Dietro al palco (pulpitum) vi era il frons scenae, che presentava una ricca decorazione costituita da colonne e statue. Differenze con quello greco: Il teatro romano contrariamente a quello greco, non ha la cavea poggiante contro il declivio di una collina, ma su una struttura muraria prevalentemente in pietra e in calcestruzzo L'orchestra, da grande e rotonda che era nella maggior parte dei teatri greci classici, si riduce ora a un semicerchio perdendo gradualmente importanza. La scena romana era fissa. IL TEATRO arch. Bianca Vitale

arch. Bianca Vitale

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IL TEATRO DI MARCELLO arch. Bianca Vitale

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Molto frequente nella città romana era anche la presenza dell'anfiteatro (dal greco amphi da ambo le parti), che veniva utilizzato per spettacoli di lotte fra gladiatori, caccie di animali e battaglie navali. Questi erano gli spettacoli preferiti dal popolo romano, che vi partecipava in massa. L'anfiteatro era di forma ellittica; la parte più bassa dell'edificio, cioè quella in cui gareggiavano i gladiatori, era detta arena; attorno ad essa vi era la cavea, composta da gradinate che salivano progressivamente. La costruzione esterna era costituita da una parete composta da archi disposti generalmente su due ordini ed intervallati da colonne ornamentali. Anche il circo aveva una funzione simile a quella dell'anfiteatro; in esso si svolgevano le corse dei cavalli e dei carri. Anche questo edificio era di forma ellittica molto allungata. L'arena era percorsa da un basamento ornato da statue, detto spina ed era circondata dalla cavea; su uno dei suoi lati corti vi erano i carceres dove venivano tenuti i cavalli. arch. Bianca Vitale

L’Anfiteatro Flavio a Roma, meglio conosciuto come Colossèo, sia per le sue dimensioni colossali sia perché nei suoi pressi era collocato il Colosso di Nerone, una statua di grandi dimensioni rappresentante quell'imperatore. Il colosseo ha forma ellittica di dimensioni 188x156 metri e un’altezza di 50 metri. Poteva contenere tra i 50.000 e i 73.000 spettatori arch. Bianca Vitale

Le strutture voltate sono in opus caementicium. La costruzione venne iniziata sotto Vespasiano nel 70 d. C. Inaugurata durante il regno di Tito nell'anno 80 d.C. fu conclusa da Domiziano. L’edifico ha forma ellittica, è costruito in massima parte di tufo e laterizi ed è rivestito in travertino (una pietra bianca porosa largamente diffusa a Roma). Le strutture voltate sono in opus caementicium. La faccia esterna si compone di quattro piani. I tre inferiori sono costituiti da una successione di 80 arcate su pilastri per ciascun livello; ognuna dì esse consentiva l'accesso ai vari settori dell'immensa cavea interna. arch. Bianca Vitale

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Al di sopra del terzo livello (le cui semicolonne sono corinzie) è situato un attico in muratura continua. Lesene corinzie ne spartiscono la superficie in spazi alternativamente occupati da finestroni squadrati Per la prima volta gli ordini architettonici si sovrappongono, nella facciata curvilinea, secondo la loro completa suc­cessione (dorico, ionico e corinzio), anche se l'ordine dorico del piano terreno è sostituito dal tuscanico. Dal secondo ordine in su le semicolonne e le lesene poggiano su alti piedistalli sporgenti. arch. Bianca Vitale

arch. Bianca Vitale

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