LEVITICO Parte seconda.

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LEVITICO Parte seconda

La TORAH dei Sacrifici (Lev.1-7) CONCETTO DI SACRIFICIO La parola con cui si designa il sacrificio è “CORBAN” (= presentare, avvicinare, quindi offrire): dono che si presenta a Dio, quindi segno dell’incontro con Lui e della rinnovazione dell’amicizia/alleanza I sacrifici possono essere cruenti (animali, giovenchi, pecore o capri) o non cruenti (vegetali…). A Dio vengono offerte cose che hanno a che fare con la vita dell’uomo

1. Le fasi del sacrificio cruento: Presentazione e imposizione delle mani (identificazione o scaricare su di essa qualcosa) Uccisione da parte di chi offre Al sacerdote spetta raccogliere il sangue (simbolo della vita) Quindi la vittima viene bruciata

2. Sacrificio non cruento: Su di essi viene messo l’incenso, il sale e un po’ di olio In parte bruciata e il resto portata sull’altare delle proposizione

LEVITICO 16 1Il Signore parlò a Mosè dopo che i due figli di Aronne erano morti mentre si presentavano davanti al Signore. 2Il Signore disse a Mosè: «Parla ad Aronne, tuo fratello: non entri in qualunque tempo nel santuario, oltre il velo, davanti al propiziatorio che sta sull’arca, affinché non muoia, quando io apparirò in mezzo alla nube sul propiziatorio. 3Aronne entrerà nel santuario in questo modo: con un giovenco per il sacrificio per il peccato e un ariete per l’olocausto. 4Si metterà la tunica sacra di lino, indosserà sul corpo i calzoni di lino, si cingerà della cintura di lino e si metterà in capo il turbante di lino. Sono queste le vesti sacre, che indosserà dopo essersi lavato il corpo con l’acqua. 5Dalla comunità degli Israeliti prenderà due capri per il sacrificio per il peccato e un ariete per l’olocausto. 6Aronne offrirà il proprio giovenco del sacrificio per il peccato e compirà il rito espiatorio per sé e per la sua casa. 7Poi prenderà i due capri e li farà stare davanti al Signore all’ingresso della tenda del convegno 8e getterà le sorti sui due capri: un capro destinato al Signore e l’altro ad Azazèl. 9Aronne farà quindi avvicinare il capro che è toccato in sorte al Signore e l’offrirà in sacrificio per il peccato; 10invece il capro che è toccato in sorte ad Azazèl sarà posto vivo davanti al Signore, perché si compia il rito espiatorio su di esso e sia mandato poi ad Azazèl nel deserto. 11Aronne offrirà il proprio giovenco del sacrificio per il peccato e compirà il rito espiatorio per sé e per la sua casa, e scannerà il proprio giovenco del sacrificio per il peccato. 12Poi prenderà l’incensiere pieno di brace, tolta dall’altare davanti al Signore, e due manciate d’incenso aromatico fine; porterà ogni cosa oltre il velo. 13Metterà l’incenso sul fuoco davanti al Signore, e la nube d’incenso coprirà il propiziatorio che sta sulla Testimonianza, affinché non muoia. 14Poi prenderà un po’ del sangue del giovenco e ne aspergerà con il dito il propiziatorio dal lato orientale e farà sette volte l’aspersione del sangue con il dito, davanti al propiziatorio. 15Poi scannerà il capro del sacrificio per il peccato, quello per il popolo, e ne porterà il sangue oltre il velo; farà con questo sangue quello che ha fatto con il sangue del giovenco: lo aspergerà sul propiziatorio e davanti al propiziatorio. 16Così purificherà il santuario dalle impurità degli Israeliti e dalle loro ribellioni, insieme a tutti i loro peccati. Lo stesso farà per la tenda del convegno che si trova fra di loro, in mezzo alle loro impurità. 17Nessuno dovrà trovarsi nella tenda del convegno, da quando egli entrerà nel santuario per compiere il rito espiatorio fino a quando non sarà uscito e non avrà compiuto il rito espiatorio per sé, per la sua casa e per tutta la comunità d’Israele.

18Uscito dunque verso l’altare, che è davanti al Signore, lo purificherà, prenderà un po' del sangue del giovenco e del sangue del capro e lo spalmerà sui corni intorno all’altare. 19Farà per sette volte l’aspersione del sangue con il dito sopra l’altare; così lo purificherà e lo santificherà dalle impurità degli Israeliti. 20Quando avrà finito di purificare il santuario, la tenda del convegno e l’altare, farà accostare il capro vivo. 21Aronne poserà entrambe le mani sul capo del capro vivo, confesserà su di esso tutte le colpe degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto. 22Così il capro porterà sopra di sé tutte le loro colpe in una regione remota, ed egli invierà il capro nel deserto. 23Poi Aronne entrerà nella tenda del convegno, si toglierà le vesti di lino che aveva indossato per entrare nel santuario e le deporrà in quel luogo. 24Laverà il suo corpo nell’acqua in luogo santo, indosserà le sue vesti e uscirà ad offrire il suo olocausto e l’olocausto del popolo e compirà il rito espiatorio per sé e per il popolo. 25E farà bruciare sull’altare le parti grasse della vittima del sacrificio per il peccato. 26Colui che avrà inviato il capro destinato ad Azazèl si laverà le vesti, laverà il suo corpo nell’acqua; dopo, rientrerà nell’accampamento. 27Farà portare fuori dall’accampamento il giovenco del sacrificio per il peccato e il capro del sacrificio per il peccato, il cui sangue è stato introdotto nel santuario per compiere il rito espiatorio; se ne bruceranno nel fuoco la pelle, la carne e gli escrementi. 28Colui che li avrà bruciati dovrà lavarsi le vesti e bagnarsi il corpo nell’acqua; dopo, rientrerà nell’accampamento. 29Questa sarà per voi una legge perenne: nel settimo mese, nel decimo giorno del mese, vi umilierete, vi asterrete da qualsiasi lavoro, sia colui che è nativo del paese sia il forestiero che soggiorna in mezzo a voi, 30poiché in quel giorno si compirà il rito espiatorio per voi, al fine di purificarvi da tutti i vostri peccati. Sarete purificati davanti al Signore. 31Sarà per voi un sabato di riposo assoluto e voi vi umilierete; è una legge perenne. 32Compirà il rito espiatorio il sacerdote che ha ricevuto l’unzione e l’investitura per succedere nel sacerdozio al posto di suo padre; si vestirà delle vesti di lino, delle vesti sacre. 33Purificherà la parte più santa del santuario, purificherà la tenda del convegno e l’altare; farà l’espiazione per i sacerdoti e per tutto il popolo della comunità. 34Questa sarà per voi una legge perenne: una volta all’anno si compirà il rito espiatorio in favore degli Israeliti, per tutti i loro peccati». E si fece come il Signore aveva ordinato a Mosè.

KIPPUR: il giorno dell’espiazione Oggi si celebra così: Yom Kippur è il giorno ebraico più santo e solenne dell'anno. Il tema centrale è l'espiazione dei peccati e la riconciliazione. È proibito mangiare, bere, lavarsi, truccarsi, indossare scarpe di pelle ed avere rapporti sessuali. Il digiuno - astinenza totale da cibo e bevande - inizia qualche attimo prima del tramonto e termina dopo il tramonto successivo, all'apparire delle prime stelle. Il servizio ha inizio con la preghiera di Kol Nidre che deve essere recitata prima del tramonto. Kol Nidre (parola aramaica che significa "tutte le promesse") rappresenta l'annullamento di tutti i voti pronunciati nel corso dell'anno. : "Tutti i voti, gli impegni, i giuramenti e gli anatemi che potremmo aver pronunziato o per i quali potremmo esserci impegnati siano cancellati, da questo giorno di pentimento sino al prossimo (la cui venuta è attesa con gioia), noi ci pentiremo". Yom Kippur completa il periodo di penitenza di dieci giorni iniziato con il capodanno di Rosh haShana. La preghiera mattutina viene preceduta da alcune litanie e richieste di perdono chiamate selihot; nel giorno di Kippur queste vengono aggiunte in abbondanza nella liturgia.

Coloro che Dio considera meritevoli entreranno nel Libro della Vita, la preghiera recita: "Entriamo nel Libro della Vita". Come anche "Possa tu essere iscritto per un gioioso anno". Il Giorno del Pentimento sopravisse all'abbandono delle pratiche sacrificali dell'anno 70 CE. "Nonostante nessun sacrificio verrà offerto, il giorno manterrà il suo proprio effetto di espiazione" (Midrash Sifra, Emor, xiv.). Il pentimento è l'indispensabile condizione per tutti i vari significati dell'espiazione. La confessione del penitente è una condizione richiesta per l'espiazione. "Il Giorno del Pentimento assolve dalle colpe di fronte a Dio, ma non di fronte alla persona offesa fin quando non si ottiene il perdono esplicito dalla stessa" (Talmud Yoma viii. 9). È usanza di terminare ogni disputa o litigio alla veglia del giorno di digiuno. Anche le anime dei morti sono incluse nella comunità dei perdonabili del Giorno del Pentimento. È un costume per i bambini che abbiano perso i genitori di ricevere una menzione pubblica in sinagoga, e di offrire doni caritatevoli alle loro anime.

"DIO Re, che siedi su un trono di misericordia per giudicare il mondo, allo stesso momento Giudice, Difensore, Esperto e Testimone, apri il Libro delle Firme. Si legge che dovrebbero esserci le firme di ogni uomo. La grande tromba viene suonata; si sente una voce piccola e decisa; gli angeli fremono, dicendo "Questo è il giorno del Giudizio": perché gli stessi ministri di Dio non sono puri dinnanzi a Lui. Come un pastore dirige il suo gregge, facendolo passare sotto il proprio bastone, così Dio fa passare ogni vivente di fronte a Lui, per stabilire i limiti della vita di ogni creatura e per definirne il destino. Nel giorno di capodanno il decreto è stilato; nel giorno del pentimento è sigillato; chi vivrà e chi morirà... Ma il pentimento, la preghiera e la carità possono evitare il crudele decreto."

Per noi cristiani il vero KIPPUR si realizza in Cristo, nel mistero della sua Pasqua, così come è scritto in Ebrei cap.9

II° La TORAH della Santità (Lev.17-26) Essa è un grande arazzo che santifica ogni dettaglio della vita di un ebreo: dalle piante (Lev.19,23) al sangue umano (17,10-12), alla sessualità nei suoi aspetti più intimi e spinosi Il punto di partenza è: DIO E’ SANTO, cioè separato, diverso… e l’uomo deve entrare in questa dimensione, rispettando le regole che egli dà. Nel codice di santità accanto a regole rituali “insignificanti” si trova invece (19,13ss…)

Levitico 19,9s. 9Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterete fino ai margini del campo, né raccoglierete ciò che resta da spigolare della messe; 10quanto alla tua vigna, non coglierai i racimoli e non raccoglierai gli acini caduti: li lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono il Signore, vostro Dio. 11Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del prossimo. 12Non giurerete il falso servendovi del mio nome: profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore. 13Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo. 14Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore. 15Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia. 16Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore.

17Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. 18Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore. 33Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. 34Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio. 35Non commetterete ingiustizia nei giudizi, nelle misure di lunghezza, nei pesi o nelle misure di capacità. 36Avrete bilance giuste, pesi giusti, efa giusta, hin giusto. Io sono il Signore, vostro Dio, che vi ho fatto uscire dalla terra d’Egitto.

Come dunque è possibile accedere a Dio? La risposta è attraverso le “separazioni rituali”: la tenda

Giunti a Dio, tramite il sacerdote, comincia un cammino discendente proprio attraverso Lui (che è il mediatore), portatore del dono di Dio agli uomini

III° La TORAH della Purità (11-16) E’ la condizione per essere ammessi al culto divino, cioè far parte del “popolo sacerdotale” Si hanno due tipi di impurità: Impurità rituale (Lev.11-15): è il contatto con processi o sostanze naturali Il parto: 12,1-8 Malattie della pelle: 13-14 Funghi nei vestiti; 13,47-49 Nelle case 14,33-53 Emissioni genitali 15,1-33 Carcasse di certi animali 11,1-47 Cadaveri umani (Num.19,20-22)

A queste si uniscono anche impurità prodotte da procedure sacrificali (16,28). Le fonti di tali impurità: Naturali (nascita, morte, sesso…) Inevitabili (quelle rituali) Obbligatorie (la riproduzione e la sepoltura) Non è peccato contrarre tali impurità Carattere transitorio dell’impurità rituale

b) Impurità morali: Peccati sessuali (18,24-30 Idolatria 19,31; 20,1-3 Spargimento di sangue (Num 35,33-34) Tali impurità contaminano il peccatore 18,24 La Terra 18,25 Il Santuario 20,3 E conducono all’espulsione dalla Terra di Israele 18,28

Le ragioni della Purità rituale sono: Dio è eterno e non muore: la condizione mortale non è compatibile con Dio Dio non ha moglie, non può avere sesso: per accostarsi a Dio bisogna lasciarsi dietro le spalle l’ambito sessuale Per cui il perno della legge di Purità e di Santità è l’imitazione di Dio (Lev.11,44-45)

Le ragioni delle leggi alimentari (Lev.11) Si tratta di leggi sia rituali che morali Proibizione di mangiare certi animali perché usati nei culti pagani Di quelli leciti la possibilità è data solo alla condizione di una speciale macellazione Il sangue è vita (Lev.17)

Il criterio che le fonda è etico: Ogni vita è inviolabile La vita animale è concessa solo a pochi uomini qualificati per la macellazione Che la morte sia provocata con il metodo di riverenza per la vita A Israele è chiesto di andare al di là di quanto concesso agli altri (per cui il numero degli animali commestibili si restringe). Tali norme sono il prerequisito della Torà per la vita etica: soltanto attraverso un regime quotidiano di disciplina che ricordi all’uomo che ogni vita è sacra, l’uomo può aspirare ad un modo di vivere pienamente informato da altre virtù etiche

Conclusione: da “Perashat” sulle leggi “CASHERUT” Poiché Israele la potenzialità di salire fino a Dio, Egli ha dato leggi alimentari tali che consentano a lui la sua crescita spirituale. Poiché Israele deve raggiungere la Fonte Assoluta, pertanto deve astenersi da quei cibi che la Divina Intelligenza ha individuato come ostacoli a quell’obbiettivo.