TORQUATO TASSO un interprete della crisi sociale e culturale del secondo rinascimento l'Italia funestata da guerre e invasioni: il culmine coincide con il Sacco di Roma del 1527, iniziato il 6 maggio 1527 (e protrattosi per nove mesi, fino al febbraio 1528) ad opera delle milizie spagnole e di un nutrito contingente di mercenari lanzichenecchi di Carlo V, che in tal modo volle punire il papa Clemente VII per aver aderito alla Lega di Cognac. L'intera Europa percorsa dai fermenti della Riforma protestante, che implicava una nuova più tormentata concezione dell’uomo e della sua salvezza e che, spezzando l'unità dei cristiani, provocherà la reazione controriformista della Chiesa. I valori stessi alla base della civiltà rinascimentale, quegli ideali di perfezione, monumentalità, splendore ed equilibrio cominciano a incrinarsi, a mostrarsi nella loro inadeguatezza e retorica artificiosità, in contrasto con una realtà sempre più precaria e miseranda; per di più la consapevolezza di aver raggiunto, soprattutto attraverso le realizzazioni dei "divini" maestri, vertici percepiti come ineguagliabili, dà luogo alla diffusa inquietudine che attraversa le manifestazioni e le coscienze degli artisti dell’ultimo Rinascimento.
La Controriforma si proponeva di orientare in senso morale e religioso l’impegno degli intellettuali Di qui l’istituzione, o l’impiego più severo che in passato, di strumenti, quali il Tribunale dell’Inquisizione e l’Indice dei libri proibiti, atti ad inquisire, censurare, reprimere qualsiasi manifesta o anche solo sospetta deviazione dall’ortodossia. A farne le spese furono soprattutto il pensiero umanistico e, conseguentemente, la produzione artistica e letteraria che a quel pensiero si richiamava: l’uno e l’altra, infatti, essendo improntati ad una profonda fiducia nelle capacità dell’uomo, esaltavano ideali, valori e comportamenti connessi ad una concezione antropocentrica ritenuta ormai incompatibile con il nuovo orientamento. Venne a disgregarsi a poco a poco quel sentimento di equilibrio e di sicurezza che aveva caratterizzato l’epoca precedente,che si era dimostrato terreno fertile per la grande fioritura dell’arte rinascimentale.
BIOGRAFIA: Nasce a Sorrento nel 1544, dal nobile Bernardo e da Porzia de Rossi, una nobildonna pistoiese il padre è al servizio del principe di Salerno, ma alla caduta di questo viene proclamato ribelle e il suo patrimonio viene sequestrato nel 1552 si trova a Napoli con la madre e frequenta la scuola gesuita Bernardo dopo la morte della moglie ne 1556, diventa poeta ufficiale della corte di Urbino, dove si trasferisce con il figlio. dal 1565 al 1572 T. Tasso è al servizio del cardinale Luigi d'Este e nel 1572 passa al servizio di Alfonso II d'Este a Ferrara. In questo periodo realizza le sue opere più importanti: nel 1573 pubblica la commedia pastorale Aminta in endecasillabi e settenari e nel 1574 completa il poema Gerusalemme Liberata. nel 1579 entra in conflitto con i nobili d'Este e viene costretto al ricovero nell'ospedale psichiatrico di Sant'Anna. Nel 1581 avviene la pubblicazione del poema Gerusalemme liberata senza il controllo del poeta: inizialmente con il titolo di Goffredo e in seguito con il titolo Gerusalemme liberata. Negli ultimi anni della sua vita vive un avvicinamento alla vita religiosa, e a questi anni risale la revisione del poema secondo i principi della Controriforma, al quale viene cambiato il titolo: Gerusalemme conquistata.
Nel 1558il quattordicenne Tasso si trovava col padre ad Urbino, quando gli giunse la notizia che una scorreria di pirati saraceni aveva toccato le coste della Campania e anche la natìa Sorrento. La sorella Cornelia, che viveva assistita dai parenti dopo la morte della madre, era riuscita a salvarsi a stento. La notizia generò in lui, forse per la prima volta, un sentimento misto di timore e di sdegno nei confronti del mondo islamico. Erano quelli, del resto, anni carichi di tensioni per l’Europa: i Turchi minacciavano l’Occidente cristiano; la Chiesa di Roma, impegnata a fronteggiare la Riforma protestante, guardava con apprensione anche ad Oriente, giudicando tutt’altro che remota l’eventualità di un’invasione musulmana dell’Europa. Approfondì lo studio delle crociate e l’anno successivo si trasferì a Venezia, la città da sempre attiva nei rapporti con l’Oriente Non fu dunque per un caso che proprio lì compose la prima opera sull’argomento il Gierusalemme, abbozzo di un poema epico che avrebbe dovuto celebrare la conquista cristiana della città santa. Ma il progetto era ambizioso per il quindicenne Torquato. Così lo accantonò, ripromettendosi di rimettervi mano in età più matura.
la presenza dell’intento moralistico. Mentre Torquato abbandonava temporaneamente il progetto del Gierusalemme, il padre Bernardo riusciva finalmente a pubblicare a Venezia il suo Amadigi L’opera di Bernardo riproponeva i classici ingredienti del medievale ciclo bretone, quel binomio amore-avventura che si era rivelato una formula di successo con il Boiardo prima e l’Ariosto poi, ma con una sostanziale differenza: la presenza dell’intento moralistico.