Giovanni Boccaccio e la sua ricezione europea

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Transcript della presentazione:

Giovanni Boccaccio e la sua ricezione europea 2. Poemi narrativi e prose di romanzo

Filostrato Rime Caccia di Diana un poemetto mitologico in terza rima, 1334 ~1335 a Napoli nove parti ottava rima (stanza) espressioni d’origine greca

Filostrato Filostrato è il titolo di questo libro, e la cagione è questa: per ciò che ottimamente si confà con l’effetto del libro. Filostrato tanto viene a dire quanto uomo vinto e abbattuto d’amore; come veder si può che fu Troiolo dall’amor vinto sì ferventemente amando Criseida e sì ancora nella sua partita. Darete Frigio: Storia della caduta di Troia , 5° sec. l’assedio di Troia il vate troiano Calcas la figlia Criseida, una bella vedova

Filostrato Erano a Troia li greci re d’intorno, nell’armi forti, e, giusto a lor potere, ciascuno ardito, fier, pro’ e adorno si dimostrava, e colle loro schiere ognor la stringean più di giorno in giorno, concordi tutti in un pari volere, di vendicar l’oltraggio e la rapina, da Parìs fatta, d’Elena reina; quando Calcàs, la cui alta scienza avea già meritato di sentire del grande Apollo ciascuna credenza, volendo del futuro il venire udire, qual vincesse, o la lunga sofferenza de’ Troiani o de’ Greci il quale ardire, conobbe e vide, dopo lunga guerra, li Troian morti e distrutta la terra.

Filostrato Troiolo, uno dei figli del re Priamo eroe di guerra Ella era grande, ed alla sua grandezza rispondeano li membri tutti quanti, e ’l viso avea adorno di bellezza celestiale, e nelli suoi sembianti quivi mostrava una donnesca altezza; e col braccio il mantel tolto davanti s’avea dal viso, largo a sé faccendo, ed alquanto la calca rimovendo. un cugino – postiglione d’amore

Filostrato Egli è d’animo altiero e di legnaggio onesto molto, e cupido d’onore, di senno natural più ch’altro saggio, né di scienza n’è alcun maggiore; prode ed ardito e chiaro nel visaggio, io non potrei dir tutto il suo valore. Deh, quanto ell’è felice tua bellezza, poi che tal uomo più ch’altro l’apprezza. Ben è la gemma posta nell’anello, se tu sei savia come tu sei bella: se tu diventi sua così com’ello è divenuto tuo, ben fia la stella giunta col sole; né mai fu donzello giunto sì bene ad alcuna donzella come tu seco, se savia sarai: beata te se tu ’l conoscerai!

Filostrato «Io son giovane, bella, vaga e lieta, vedova, ricca, nobile ed amata, sanza figliuoli ed in vita quieta, perché esser non deggio innamorata? Se forse l’onestà questo mi vieta, io sarò saggia, e terrò sì celata la voglia mia, che non sarà saputo ch’io aggia mai nel core amore avuto. La giovinezza mia si fugge ogni ora, debbol’ io perder sì miseramente? Io non conosco in questa terra ancora niuna sanza amante, e la più gente, com’io conosco, veggio s’innamora, ed io mi perdo il tempo per niente; e come gli altri far non è peccato, né ne può esser alcun biasimato.

Filostrato Io piangerò sempre e sempre doloroso starò dove ch’io sia, mentre la vita mi durerà ’n questo corpo angoscioso! O anima tapina ed ismarrita, ché non ti fuggi dal più sventuroso corpo che viva? O anima invilita, esci del core e Criseida segui. Perché nol fai? Perché non ti dilegui? O dolenti occhi il cui conforto tutto di Criseida nostra era nel viso, che farete? Oramai in tristo lutto sempre starete, poi da voi diviso sarà, e ’l valor vostro fia distrutto dal vostro lagrimar vinto e conquiso. Invano omai vedrete altra virtute, se el v’è tolta la vostra salute. uno scambio di prigionieri il principe troiano Antenore ↔ Criseida

Filostrato Diomede Che vo’ dir, dunque, bella donna cara? Lasciate de’ Troian l’amor fallace, cacciate via questa speranza amara, che ’nvano sospirare ora vi face, e rivocate la bellezza chiara, la qual più ch’altra a chi intende piace; ch’a tal partito omai Troia è venuta, ch’ogni speranza ch’uom v’ha, è perduta. Criseida sedotta da altre sollecitazioni la sorella Cassandra, profetessa delle sfortune la nobilitas animi

Filostrato Che più, donna Cassandra, chiederete in donna omai? il sangue tuo reale? Non son re tutti quelli a cui vedete corona o scettro o vesta imperiale; assai fiate udito già l’avete: re è colui il qual per virtù vale, non per potenza; e se costei potesse, non cre’ tu ch’ella come tu reggesse? Luigi Surdich – la filosofia medievale da Alberto Magno o Tommaso d’Aquino Andrea Capellano o Dante Alighieri da homo naturalis a homo civilis

Filostrato Gregor Müller: Mensch und Bildung im italienischen Renaissance-Humanismus (Baden-Baden 1984) Bildung wurde damals auch als eine creatio secunda verstanden, denn durch sie wird der Mensch nach den Worten Giovanni Boccaccios zum zweitenmal erschaffen. la consolazione della morte eroica L’ira di Troiolo in tempi diversi a’ Greci nocque molto sanza fallo, tanto che pochi ne gli uscieno avversi che non cacciasse morti del cavallo, sol che ei l’attendesser, sì perversi colpi donava; e dopo lungo stallo, avendone già morti più di mille, miseramente un dí l’uccise Achille.

Filostrato la tradizione trovadoresca Benoît de Sainte-Maure: Roman de Troie, ~1165 Guido delle Colonne: Historia destructionis Troiae un interesse sentimentale nuovo l’approfondimento psicologico la forma metrica e ritmica l’ottava rima le strutture caratteristiche dei cantari una costruzione strofica divisa in due parti 4 + 4 versi oppure 6 + 2

Filostrato Geoffroy Chaucer (~1343-1400): Troilus and Criseyde più medievale la tradizione nordica William Shakespeare e John Dryden Louis de Beauvau, siniscalco d’Angiò e di Provenza: Roman de Troïlus, 1453-55 la reputazione di Boccaccio in Francia

Filocolo a Napoli, ~1336-38 un romanzo in 7 libri in stilo vulgare Florio e Biancifiore Floire et Blancheflor, fine del ‘200 la quête di Florio la struttura di un edificio composito

Filocolo un centone di tipo medievale i romanzi di avventura e d’amore le enciclopedie e i florilegi di cultura scolastica il primo grande romanzo originale della letteratura italiana ambientato storicamente nel secolo VI città famose dell’Occidente e dell’Oriente – Verona, Napoli, Roma, Alessandria, il Cairo dalla società agricola toscana agli harem dalla Corte pontificia alla corte d’amore napoletana

Filocolo il primo libro = un prologo all’azione Mancate già tanto le forze del valoroso popolo anticamente disceso del troiano Enea, che quasi al niente venute erano per lo meraviglioso valore di Giunone, la quale la morte della pattovita Didone cartaginese non avea voluta inulta dimenticare e all’altre offese porre non debita dimenticanza, faccendo degli peccati de’ padri sostenere a’ figliuoli aspra gravezza, possedendo la loro città, la cui virtù già l’universe nazioni si sottomise, sentì che quasi nelle streme parti dello ausonico corno ancora un picciolo ramo della ingrata progenie era rimaso, il quale s’ingegnava di rinverdire le già seccata radici del suo pedale.

Filocolo nel cuore dell’Italia meridionale, ai tempi del nascente impero germanico Adunque, o giovani, i quali avete la vela della barca della vaga mente dirizzata a’ venti che muovono dalle dorate penne ventilanti del giovane figliuolo di Citerea, negli amorosi pelaghi dimoranti disiosi di pervenire a porto di salute con istudioso passo, io per la sua inestimabile potenza vi priego che divotamente prestiate alquanto alla presente opera lo ’ntelletto, però che voi in essa troverete quanto la mobile fortuna abbia negli antichi amori date varie permutazioni e tempestose, alle quali poi con tranquillo mare s’è lieta rivolta a’ sostenitori; onde per questo potrete vedere voi soli non esser sostenitori primi delle avverse cose, e fermamente credere di non dovere essere gli ultimi.

Filocolo la natura capricciosa della sorte umana l’instabilità della nostra felicità O misera fortuna, quanto sono i tuoi movimenti varii e fallaci nelle mondane cose! i due fanciulli protagonisti i primi turbamenti d’amore O amore, dolcissima passione a chi felicemente i tuoi beni possiede, cosa paurosa e piena di sollecitudine, chi potrebbe o credere o pensare che la tua dolce radice producesse sì amaro frutto come è la gelosia? Certo niuno, se egli nol provasse.

Filocolo il terzo libro i pensieri d’amore dei protagonisti sogni e presagi in un’atmosfera fiabesca

Teseida delle nozze d’Emilia un poema di 12 libri in ottava rima 1339-41 il trasferimento da Napoli a Firenze il modello di Virgilio i regni di Marte e di Venere la sfilata degli eroi i giochi funebri per Arcita gli episodi di combattimenti le armi e l’amore

Teseida delle nozze d’Emilia l’origine del nucleo centrale ? E’ m’è venuto in voglia con pietosa rima di scrivere una istoria antica, tanto negli anni riposta e nascosa che latino autor non par ne dica, per quel ch’io senta, in libro alcuna cosa; la leggenda delle Amazzoni Teseo la regina Ippolita Incontro venne, sopra un bel destriere, al suo Teseo Ipolita reina, e più bella che rosa di verziere con lei veniva una chiara fantina, Emilia chiamata, al mio parere, d’Ipolita sorella picciolina; e dopo lor molte altre ne venieno, ornate e belle quanto più poteno.

Teseida delle nozze d’Emilia le feroci Amazzoni → mogli dei compagni Venere ha vinto Marte Le donne avevan cambiati sembianti, ponendo in terra l’arme rugginose, e tornate eran quali eran davanti, belle, leggiadre, fresche e graziose; e ora in lieti motti e dolci canti mutate avean le voci rigogliose, e’ passi avevan piccioli tornati, che pria nell’armi grandi erano stati.

Teseida delle nozze d’Emilia la guerra civile a Tebe i prigionieri nobili Arcita e Palemone Esso davanti al suo carro fé gire Arcita e Palemon, presi baroni, a’ qua’ facea tutti gli altri seguire ch’avea nel campo presi per prigioni; e dietro al carro faceva venire di preda onusti i suoi commilitoni; ma al carro d’ogni lato era ripieno di donne assai che gran festa facieno. la bella vedova Emilia, sorella d’Ippolita

Teseida delle nozze d’Emilia A quello omè la giovinetta bella si volse destra in su la poppa manca; né prima altrove ch’alla finestrella le corser gli occhi, onde la faccia bianca per vergogna arrossò, non sappiendo ella chi si fosser color; poi, fatta franca, co’ colti fiori in piè si fu levata, e per andarsen si fu inviata. Ella nol vide prima che ridendo con seco disse: “Questi è quello Arcita il quale io vidi dipartir piangendo. Ahi, misera dolente la sua vita! Che fa e’ qui? Or che va e’ caendo? Non conosc’el che se fosse sentita la sua venuta da Teseo, morire gli converrebbe o in prigion reddire?”

Teseida delle nozze d’Emilia Palemone fugge dal carcere un duello improvvisato sorpreso da Teseo Poi disse loro: - O cavalier, se Marte vittoria doni a chi più la disia, ciascun di voi si tragga d’una parte, e s’elli è in voi alcuna cortesia, mi dite chi voi sete e chi in tal parte a battaglia v’induce tanto ria, secondo ne mostrate nel ferire che fate l’uno a l’altro da morire. 100 cavalieri una battaglia regolare

Teseida delle nozze d’Emilia Arcita prega Marte Palemone prega Venere E fé divoto cotale orazione: - O bella dea, del buon Vulcano sposa, per cui s’allegra il monte Citerone, deh, i’ ti priego che mi sii pietosa per quello amor che portasti ad Adone; e la mia voglia per te amorosa contenta, e fa la mia destra possente doman, per modo ch’io ne sia godente.

Teseida delle nozze d’Emilia un cavallo eccitato da Marte Palemone preso Venere spaventa il cavallo di Arcita Sotto il qual cadde il già contento Arcita, e ’l forte arcione li premette ’l petto e sì il ruppe, che una fedita tutto pareva il corpo; e ’l giovinetto, che fu in forse allora della vita abbandonar da gran dolor costretto, per molti, che a lui corsero allora, atato fu sanz’alcuna dimora. Arcita sposa Emilia

Teseida delle nozze d’Emilia Arcita giunto alla morte la vedova vada sposa a Palemone Io muoio, e già mi sento intorno al core quella freddezza che suole arrecare con seco morte, e ogni mio valore sanza alcun dubbio in me sento mancare; però quel ch’io ti dico, per amore farai, poi più non posso teco stare; i fati t’hanno riserbata a lui, me’ sarai sua non saresti altrui. le grandiose onoranze funebri le nozze di Emilia con Palemone

Amorosa visione dopo gli anni giovanili a Napoli (1327-1340) un poema di 50 canti in terzine la civiltà toscana e dantesca 1341-42 Move nuovo disio l’audace mente, donna leggiadra, per voler cantare narrando quel ch’Amor mi fé presente, in vision piacendol di mostrare all’alma mia, da voi presa e ferita con quel piacer che ne’ vostri occhi appare. il sogno profetico e la visione mistica Gregorio (~540-604): Dialogi de vita et miraculis patrum Italicorum

Amorosa visione Giotto di Bondone (~1266-1337) la Basilica inferiore di Assisi i trionfi della Castità, della Povertà e dell’Obbedienza la cappella degli Scrovegni a Padova le allegorie delle virtù la Giustizia il Camposanto di Pisa la Morte

Amorosa visione il Palazzo comunale di Siena il trionfo del Buongoverno un’ekphrasis continua Quella parte dove ora mi voltai con gli occhi riguardando e con la mente pien la vidi d’istorie degne e assai.

Amorosa visione le sale di un misterioso castello i diversi stadi dell’amore i cinque cortei l’itinerario del protagonista maschile la guida celeste Tosto finio il suo camin costei, che di quel loco per una portella in altra sala ci menò con lei. Ell’era e spaziosa e d’arte bella, piena di vive e moventi pinture, come l’altre che sono avanti ad ella. Dante Alighieri Ovidio

Amorosa visione la grandezza, le ricchezze, la fama e l’amore la Provvidenza il ritratto della Fortuna Ivi vid’io dipinta, in forma vera, colei che muta ogni mondano stato, tal volta lieta, tal con trista cera, […] volgendo sempre ora indietro ora avanti una gran ruota sanza alcun riposo, con la qual dava or gioia e talora pianti. Giulio Cesare Vedevavisi appresso quanto e quale già fosse stato Cesare, tenendo primo in la patria ufficio imperiale.

Amorosa visione realtà e visione ? vita e sogno ? La fantasia non so come m’errava, ché, mentre avea sognato, mi credeva sogno non fosse e ver esser stimava. Or fuor di me ben sognar mi pareva, ché lungo spazio non seppi ove i’ m’era né vero sentimento in me riaveva. leggenda dell’uomo qualunque Francesco Petrarca

Elegia di madonna Fiammetta 1344-45 un nuovo rigore formale Elegia di Costanza, un carme funebre in latino un testo narrativo di 9 capitoli in prosa un romanzo psicologico ? un monologo per spirali Ovidio: Heroides Virgilio, Livio e Seneca Alano di Lilla e Abelardo Dante Alighieri: Vita nuova

Elegia di madonna Fiammetta una stratificazione e un’intersezione di diversi disegni tematici la Fortuna e la sua Ruota O Fortuna, ispaventole nemica di ciascuno felice, e de’ più miseri singulare speranza, tu, permutatrice de’ regni, e de’ mondani casi aducitrice, sollevi e avalli con le tue mani come il tuo indiscreto consiglio ti porge. Prologo – al pubblico femminile Fiammetta, ragazza bella e nobile, sposa di un uomo cortese un giovane straniero, Panfilo

Elegia di madonna Fiammetta un’esaltazione illusoria Io, brievemente, aveva il mondo per nulla, e con la testa mia pareva il cielo toccare, e nulla mancare a me al sommo colmo della beatitudine tenere reputava, se non solamente in aperto mostrare la cagione della mia gioia, estimando meco medesima che così a ciascheduna persona, come a me, dovesse piacere quel che a me piaceva. una serva d’Amore Panfilo promette di tornare fra 4 mesi la falsa notizia delle sue nozze il suicidio

Elegia di madonna Fiammetta O crudelissime spelunche abitate dalle rabbiose fiere, o inferno, o etterna prigione decretata alla nocente turba, o qualunque altro essilio più giù si nasconde, prendetemi, e me alli meritati supplicii date nocente. Desperatio, causa principale del suicidio Giotto, nella cappella degli Scrovegni a Padova un atto di penitenza

Elegia di madonna Fiammetta un omonimo e non il suo ex-amante una morte prematura Se tu forse alle mani d’alcuna pervieni, la quale sì felici usi li suoi amori, che le nostre angoscie schernisca, e per folle forse riprendane, umile sostieni li gabbi fatti, li quali menomissima parte sono de’ nostri mali, e a lei la fortuna essere mobile torna a mente, per la qual cosa noi lieta, e lei come noi potrebbe rendere in brieve, e risa e beffe per beffe le renderemmo. i più segreti impulsi di una donna innamorata ægritudo amoris Christine de Pizan (~1363-~1430): Cent ballades d’amant et de dame (1409-10)

Elegia di madonna Fiammetta Enea Silvio Piccolomini (1405-64): Historia de duobus amantibus, Vienna 1444 Alessandro Braccesi, 1477 Marqués de Santillana (1398-1458): Comedieta de Ponza (1436) e Sueño (1437) la letteratura femministica del Rinascimento francese Sophie Friederike Mereau Brentano (1770-1806), la traduzione del 1806 una prima traduzione manoscritta nella biblioteca di Maria Catharina Fugger Johann Engelbert Noyse von Campenhouten? –Cortegiano di Baldassare Castiglione (Dillingen 1593) Friedrich Schlegel (1772-1829) – Boccaccio = l’autore della nostalgia, di lamento e di ardore

Elegia di madonna Fiammetta Madame de Staël (1766-1817): Corinne ou l’Italie, 1807 L’amour tel qu’il existe en Italie, ne ressemble nullement à l’amour tel que nos écrivains le peignent. Je ne connais qu’un roman, Fiammetta du Boccace, dans lequel on puisse se faire une idée de cette passion décrite avec des couleurs vraiment nationales. Jean-Jacques Rousseau (1712-78): La Nouvelle Héloïse, 1761 Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832): Die Leiden des jungen Werthers, 1774 Benjamin Constant (1767-1830): Adolphe, 1816

Corbaccio iniziato nel 1354; portato a termine ~1365 l’amore = difetti, vizi e malvagità la lussuria dell’ex-consorte l’accentuata religiosità le annotazioni moralistiche Vedere addunque dovevi amore essere una passione accecatrice dello animo, disviatrice dello ’ngegno, ingrossatrice, anzi privatrice, della memoria, discipatrice delle terrene facultà, guastatrice delle forze del corpo, nemica della giovaneza, e della vecchieza morte; genitrice de’ vizii e abitatrice de’ vacui petti; cosa senza ragione e senza ordine e senza stabilità alcuna; vizio delle menti non sane e somergitrice della umana libertà.

Corbaccio l’utilità morale un sogno una vedova l’anima del marito della vedova l’intero sesso femminile perverso darsi solo alle Muse […] la gentileza non si può lasciare per eredità, se non come la virtù, le scienzie, la sanità e così fatte cose, ciascun conviene che la si procacci e aquistila, chi avere la vuole. ironia e sarcasmo la ricchezza del lessico

Corbaccio Le vitelle di latte, le starne, i fagiani, i tordi grassi, le tortole, le suppe lombarde, le lasagne maritate, le frittellette sambucate, i migliacci bianchi, i bramangieri, de’ quali ella faceva non altre corpacciate che facciano di fichi o di ciriege o di poponi i villani quando ad essi s’avvengono, non curo di dirti. l’attualità della tematica una notevole diffusione 76 codici manoscritti