Lingua di Dio, lingue degli uomini Dei Verbum 1-2 pluralità, uniformazione e inculturazione della fede Intervento di don Luciano Meddi al Convegno di «parole di vita» (28 novembre 2015)
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche Contesto ecclesiale Da Firenze2015 ci viene una richiesta «Vari gruppi sottolineano «l’importanza della conoscenza della parola di Dio», fino a farla diventare un’esperienza ordinaria della formazione cristiana. Occorre rimettere al centro della vita della Chiesa l’ascolto del Vangelo, elemento di unione e di aggregazione. Altri sottolineano che occorre «saperlo attualizzare», perché esso genera realmente «un profondo processo di conversione personale, comunitaria e pastorale» [F. MARCACCI, Annunciare. Sintesi e Proposte, ] 2
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche DV 1-2 sua importanza Lingua di Dio, lingue degli uomini DV rappresenta una innovazione nella comprensione della Rivelazione e ha contribuito al sogno di Giovanni XXIII di «aggiornare» il messaggio perché l’essenziale della fede possa essere compreso, accolto e interiorizzato nella vita, possa entrare in dialogo con altre espressioni della sapienza di Dio nel mondo e generare una cultura alla base della «civiltà dell’amore» di cui abbiamo grande bisogno. DV 1-2 presenta una prospettiva «dinamica», «sacramentale», «olistica» della rivelazione Apre prospettive plurali sia nella interpretazione della intelligenza della fede, che nella sua esperienza di vita. Apre alla prospettiva della risposta di fede come atto personale e integrato con la vita 3
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche Dei Verbum In religioso ascolto della parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il santo Concilio fa sue queste parole di san Giovanni: « Annunziamo a voi la vita eterna, che era presso il Padre e si manifestò a noi: vi annunziamo ciò che abbiamo veduto e udito, affinché anche voi siate in comunione con noi, e la nostra comunione sia col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo » (1 Gv 1,2- 3). Perciò seguendo le orme dei Concili Tridentino e Vaticano I, intende proporre la genuina dottrina sulla divina Rivelazione e la sua trasmissione, affinché per l'annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami 2. Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. Questa economia della Rivelazione comprende eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto. La profonda verità, poi, che questa Rivelazione manifesta su Dio e sulla salvezza degli uomini, risplende per noi in Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la Rivelazione 4
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche Descrizione del cammino 1. l’innovazione conciliare 2. La dimensione storica per comprendere e accogliere la rivelazione “attestata” 3. Fede come cultura. La cultura «carne» della fede (EN 18-20) (EN 18-20) 4. La mediazione della comunità al cammino «culturale» della Parola\parole 5. Prospettive didattiche 5
La riconsiderazione «spirituale» della rivelazione
Una «completa» visione di Rivelazione
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 1. l’innovazione conciliare La pubblicazione di DV 1-2 ha rappresentato una chiara innovazione nella interpretazione della rivelazione operata dalla chiesa Come superamento della prospettiva della modernità che aveva privilegiato la indagine «dottrinale» dei testi Sembra essere frutto dell’insieme dei rinnovamenti teologici del XX secolo, soprattutto il rinnovamento dialettico\missionario e quello storico-critico delle fonti. 8
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 1. l’innovazione conciliare DV 1-2 mette in evidenza nuove dimensioni della rilevazione in una prospettiva dinamica cioè spirituale Il «rivelarsi» di Dio è atto trinitario; è Sacramento per la divinizzazione e comunione È relazione dialogica È cristocentrica È evento culturale È Via missionaria La rivelazione è «potenza di Dio» (K. Barth, commento ai Romani, ad Rom 1,16) 9
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 1. l’innovazione conciliare Sacramentalità, demitizzazione, storicità e politicità, significatività e destinazione esperienziale del testo sacro sono le parole sintetiche che semplificano il lavoro di autori conosciuti come K. Bart, R. Bultmann, K. Rahner, D. Bonhoeffer e P. Tillich, O. Culmann e J. Danielou, R. Niebuhr, W. Pannenberg, J.B. Metz e G. Gutierrez, E. Schillebeeckx ottimamente riportati ad unità dal lavoro di A Dulles. Dulles A., Models of Revelation, Hong Kong, Gill and Macmillan, Ma è molto utile anche Gibellini R., La teologia del XX secolo, Brescia, Queriniana, [1992]. 10
La dimensione storica per comprendere e accogliere la rivelazione “attestata”
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 2. La dimensione storica per comprendere e accogliere la rivelazione “attestata” In modo particolare DV 1-2 mette in evidenza lo stretto rapporto tra Testo e Cultura E sollecita la comprensione della scrittura dentro il “pensiero storico”: culturale, linguistico progettuale (cf. anche DV 12). Alla base c’è una prospettiva della cultura (GS 53-58) allo stesso tempo antropologica e teologica. La cultura infatti partecipa delle manifestazioni salvifiche di Dio (AG 2.6; NA 2) La Scrittura (e in essa la rivelazione) si è servita in tre modi del dinamismo antropologico: delle sue espressioni salvifiche; dei mezzi linguistici a sua disposizione; delle diverse progettualità 12
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 2. La dimensione storica per comprendere e accogliere la rivelazione “attestata” Una delle conseguenze è stata la “ricomprensione” del messaggio biblico e della lettura dei temi biblici fondamentali secondo la prospettiva genetica L’attenzione è stata posta, anche sotto la spinta della cultura critica dell’illuminismo, sull’analisi storico-critica dei testi in modo che il testo potesse esprimere veramente il suo messaggio e “difendersi dalla accusa” di mancanza di veridicità storica. I passaggi della lettura culturale: la “fede” si lasciata aiutare dalle Scienze Umane producendo una progressiva elaborazione: aggiornamento, adattamento, incarnazione, inculturazione, contestualizzazione… del messaggio 13
Riconsidera la fede come atto personale e integrato con la vita
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 3. Fede come cultura. La cultura «carne» della fede (EN 18-20) L’accoglienza del pensiero storico ha consentito anche alla chiesa cattolica una prospettiva dinamica delle fede: essa è accoglienza ovvero interpretazione, adesione e azione al messaggio. Per cui la risposta di fede è atto della persona e questo comporta che la persona «dialoghi» con il messaggio biblico; oltre a comprenderlo desideri farlo proprio per inserirlo nel suo processo vitale. (DV 5) Mosso dallo Spirito il lettore (credente o meno) cerca nel messaggio un principio culturale: un orientamento di salvezza (realizzazione); una risposta di senso (significato antropologico e storico); un linguaggio religioso (sia per l’esperienza di Dio che per la sua liturgia); un quadro morale per l’esercizio della giustizia… un principio per la convivenza «sociale» 15
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 3. Fede come cultura. La cultura «carne» della fede (EN 18-20) In riferimento alla vita ecclesiale sottolinea l’importanza che nei diversi contesti la Scrittura generi stili di vita cristiana e cristianesimi possibili: spiritualità, liturgie, forme di aggregazione, rapporti con il mondo… (Lafont, Theobald) in secondo luogo si comprende che l’interpretazione della fede è plurale e che bisogno di modelli di interpretazione (teologie: Comblin, Lafont, Kung) in terzo luogo DV -12 ha generato la possibilità di leggere la Scrittura non in opposizione agli altri testi sacri, ma con reciproca illuminazione 16
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 3. Fede come cultura. La cultura «carne» della fede (EN 18-20) le forme di questo dialogo possibile sono state diverse: aggiornamento, adattamento, incarnazione acculturazione, inculturazione, contestualizzazione oggi la chiamiamo inculturazione cioè la comprensione, espressione e testimonianza a partire dai principi salvifici presenti nelle esperienze (culture) umane La/le culture (le dimensioni salvifiche presenti nelle culture) come «carne» (M.D. Chenu; Y. Congar) della fede 17
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 3. Fede come cultura. La cultura «carne» della fede (EN 18-20) questo processo ha richiesto un approfondimento della criteriologia. DV 2 ci offre la soluzione: la rivelazione è piena, infatti, quando esprime il significato della uccisione di Gesù dentro la sua esperienza di fede. GS 11 ci offre un chiarimento ulteriore «Il popolo di Dio, mosso dalla fede con cui crede di essere condotto dallo Spirito del Signore che riempie l'universo, cerca di discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni, cui prende parte insieme con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della presenza o del disegno di Dio» 18
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 3. Fede come cultura. La cultura «carne» della fede (EN 18-20) È questo quello che, forse, è mancato a Firenze 2015? È questo il fondamento possibile per annunciare un nuovo umanesimo? Secondo Giovanni XXIII, Paolo VI e Francesco, se l’incontro tra messaggio e cultura non avviene, se c’è una frattura, è anche problema che deriva dall’impedimento di un corretto processo di de-culturazione del testo biblico. 19
Per cui l’esercizio della vita cristiana riguarda la storia e si costruisce attraverso la cultura dei gruppi umani Giulio Massari
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 4. la mediazione della comunità al cammino «culturale» della Parola\parole Il compito di favorire la mediazione era poco presente in DV, ma fu recuperato con PCB 1993; Tema che sviluppa utilizzando tre chiavi di lettura: il termine interpretazione (principale), il termine ermeneutica e il termine approccio. Tuttavia il testo non si sente soddisfatto di questa impostazione e ritiene necessario introdurre all’interno della “interpretazione” altri due termini che, a nostro avviso, saranno determinanti: attualizzare e inculturare (la Bibbia). 21
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 4. la mediazione della comunità al cammino «culturale» della Parola\parole In ambito italiano ricordiamo le direzioni aperte da La Bibbia nella vita della chiesa. "La parola del Signore si diffonda e sia glorificata" (2 Ts. 3, 1) [1996]. Al n. 17 afferma la necessità di ricercare con attenzione il senso letterale od oggettivo del testo sacro; prestare grande attenzione al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, e dunque al mistero di Cristo e della Chiesa; leggere la Scrittura nella tradizione vivente di tutta la Chiesa; essere attenti all'analogia della fede, ossia alla coesione delle verità della fede tra loro nella totalità del progetto della divina rivelazione; realizzare il processo di inculturazione e di attualizzazione, grazie al quale la parola di Dio risuona come parola per l'oggi. 22
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 4. la mediazione della comunità al cammino «culturale» della Parola\parole Essa raccoglie indicazioni esperienze e autori molto presenti nella nostra realtà A. Rizzi (1983). Egli proporne un triplice passaggio per favorire il “percorso della parola”. La prima è il momento esegetico: leggere il testo nel contesto. La seconda è l’attualizzazione culturale o transculturale che consiste nel portare il testo al nostro contesto. Il terzo passaggio è l'attualizzazione esistenziale o applicazione: portare il testo alla vita. 23
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 4. la mediazione della comunità al cammino «culturale» della Parola\parole C. Bissoli (1972 e 2006) chiede di unire l'indagine esegetica (filologia, esegesi, critica storica, strutturalismo) e la lettura esistenziale. Far parlare un testo a me: nella piattaforma dell'humanum, accettando di essere illuminato: più che per conoscere per rifare, riattuare la verità, anche in senso sociale e politico; attraverso la mediazione del linguaggio nel senso della pluralità dei segni: informativo, emotivo, operativo”. È qui il limite di alcune espressioni e sussidi di Lectio? 24
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 4. la mediazione della comunità al cammino «culturale» della Parola\parole C.M. Martini (1978) ha ben chiaro che questa «mediazione» ha bisogno di tutto il popolo di Dio, attraverso il discernimento comunitario e della tradizione (LG 12c; DV 8) Il soggetto principale del momento ermeneutico sono i pastori. Ma "se invece andiamo al secondo livello, cioè al livello esistenziale, quello delle domande sul senso dell'esistenza, allora i tre attori mi sembra che si collocano in questo ordine: primo, i fedeli; secondo, i pastori e ultimi gli esegeti” l’interprete primo è il santo… (p. 53). È questo il motivo per cui le comunità sono ancora «mute»? 25
Una lettura adeguata della Scrittura chiede di far interagire testo e situazioni plurali dei destinatari
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 5. Prospettive didattiche La qualità del «percorso della Parola» nelle parole, compito della animazione biblica è quindi collegata alla qualità della mediazione «culturale» della scrittura Essa è troppo sbilanciata sul versante liturgico-spirituale che porta psicologizzazione dell’ascolto, alla selezione culturale e al ritorno a forme di apologetica del messaggio. Sarà utile ripensare quale sia il «percorso» che aiuta la parola ad esprimersi compiutamente? 27
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 5. Prospettive didattiche 1. La attualizzazione esistenziale incontra la persona nella sua dimensione di vocazione umana. Tale compito si sviluppa attraverso diversi interrogativi: il senso della vita e la costruzione della personalità. 2. La attualizzazione psicologica incontra la persona nella sua complessità biografica che si porta dentro i segni dei fallimenti e dei limiti del proprio spirito-anima. 3. La attualizzazione spirituale incontra la persona soprattutto nella sua vocazione religiosa e cristiana che pone interrogativi sul senso del linguaggio religioso e il senso del linguaggio cristiano. 28
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche 5. Prospettive didattiche 4. La attualizzazione socio-politica incontra la persona in quanto inserita in una comunità umana e chiamata a costruire la sua liberazione integrale come edificazione della fraternità attraverso le mediazioni necessarie. 5. La attualizzazione pastorale incontra la comunità cristiana in quanto soggetto di una missione radicata nella vocazione battesimale. Cf. L. MEDDI, Incontrare la Bibbia nel contesto culturale oggi. Il compito attualizzante della pastorale biblica, in Istituto di Catechetica Università Pontificia Salesiana-Pastore C. (a cura), "Viva ed efficace è la parola di Dio" (eb 4,32). Linee per l'animazione biblica della pastorale, Elledici, Torino 2010, [download: culturale-oggi-2/] 29
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche Invito finale Da Firenze2015 ci viene una richiesta «Vari gruppi sottolineano «l’importanza della conoscenza della parola di Dio», fino a farla diventare un’esperienza ordinaria della formazione cristiana. Occorre rimettere al centro della vita della Chiesa l’ascolto del Vangelo, elemento di unione e di aggregazione. Altri sottolineano che occorre «saperlo attualizzare», perché esso genera realmente «un profondo processo di conversione personale, comunitaria e pastorale» [F. MARCACCI, Annunciare. Sintesi e Proposte, ] 30
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche Invito finale «Libera traduzione attualizzante» ? una esperienza in riscritto/ 31
1. l’innovazione 2. La dimensione storica 3. Fede come cultura 4. la mediazione della Chesa 5. prospettive didattiche Descrizione del cammino 1. l’innovazione conciliare 2. La dimensione storica per comprendere e accogliere la rivelazione “attestata” 3. Scrittura e cultura. La fede “dentro la cultura” (EN 18-20) 4. la mediazione della comunità al cammino «culturale» della Parola\parole 5. prospettive didattiche 32