La Rivoluzione industriale Profondo e rapido cambiamento nella vita economica che si verificò con l’affermazione dell’industria quale settore primario e, infine, dominante. Luogo: Inghilterra seconda metà del 1700 – primi decenni del 1800.
Aspetto distintivo della RI Rapido aumento della capacità produttiva grazie all’introduzione nei processi lavorativi di tecniche sempre più perfezionate ed efficienti, e grazie allo sfruttamento di nuove fonti di energia: carbone a legna poi fossile: coke
Perché in Inghilterra? Alla base vi fu il progresso tecnologico e lo sfruttamento di nuove forme energetiche. Però il progresso tecnologico non è un fenomeno esogeno rispetto all’economia. Deve essere spiegato con il ricorso ad altri elementi.
Popolazione: 1700, 5 milioni 1750, 6,5 milioni Cause della RI Popolazione: 1700, 5 milioni 1750, 6,5 milioni 1801, 9 milioni – intera GB 11 mil. 1831, 14 milioni – intera GB 16,5 mil.
Cause della RI Agricoltura: Introduzione tuberi da foraggio, allevamento stabulare. Macchine come la seminatrice (1700), Trebbiatrici (1780c). Introduzione nuove colture: rifoglio, patata. Quindi rottura “trappola malthusiana”. Enclosure. Abbassamento prezzo del grano.
Trasporti. Investimenti anche privati. Cause della RI Sviluppo commercio. Trasporti. Investimenti anche privati. Miglioramento igiene, diffusione biancheria di cotone, uso mattone, progresso in medicina: diminuzione pericoli infezioni. Banche. Banca d’Inghilterra 1694. dopo il 1760 diffusione Banche di provincia.
Effetti sui consumi di abbigliamento A causa del progresso tecnico e del conseguente abbassamento dei prezzi dei tessili, il consumo di beni manufatti divenne una presenza sempre meno occasionale nelle abitudini di spesa delle famiglie.
Effetti sui consumi di abbigliamento La dinamica quantitativa si dispiegò insieme all’affermazione di nuovi orientamenti nei gusti dei consumatori. Si iniziarono ad apprezzare i calicò indiani, tele stampate a tinte intense e contrastanti o con variopinti motivi floreali, al posto degli opachi e grossolani tessuti di lana, ai fustagni e alla bombasine – tessuti misti cotone, lino e canapa – con le loro monotone varianti limitate al marrone, al nero, al verde scuro.
Effetti della RI sui consumi di abbigliamento Noti agli europei già alla fine del ‘500, grazie ai portoghesi che per primi li importarono dalle indie, un secolo dopo i calicò rappresentavano in valore circa il 40% del totale delle merci importate dai possedimenti d’oltremare, percentuale che sarebbe ulteriormente aumentata con il monopolio dei commerci dalle compagnie olandesi a quelle inglesi.
Effetti della RI sui consumi di abbigliamento La nuova moda si diffuse ben presto in tutta Europa, seguita da una scia di iniziative imprenditoriali. Per l’Italia ne è stata documentata la presenza intorno alla metà del ‘700 nello Stato di Milano e nel Granducato di Parma.
Effetti della RI sui consumi di abbigliamento In Inghilterra la nuova moda indiana minacciò gli interessi dei grandi allevatori di greggi, dei mercanti imprenditori lanieri, della nobiltà. Per arginare la diffusione dei calicò si promulgarono leggi suntuarie, e si emanarono due decreti legislativi: i “calicò acts” nel 1720 e 1721, con i quali si proibiva l’importazione del tessuto di cotone.
Le invenzioni L’effetto dell’aumento di domanda di cotone fu alla base dell’avvio di numerose innovazioni tecnologiche che iniziarono nella regione del Lancashire. La “spoletta volante”. Consentiva un aumento della produzione a costi inferiori rispetto ai tradizionali telai manuali. Si creò una strozzatura nella produzione: sarebbe stato necessario il lavoro di cinque ruote, o filatoi, per produrre il filato necessario ad un telaio.
Spoletta volante - flying shuttle - 1733 .
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Il “filatoio idraulico” (Richard Arkwright ’60 del ‘700). Le invenzioni Il “filatoio idraulico” (Richard Arkwright ’60 del ‘700). Il lavoro delle dita femminili venne sostituito da due coppie di rulli, che ruotavano a diversa velocità. La materia grezza dipanata da un rocchetto, passava in mezzo a una prima coppia di rulli e subiva una prima grossolana torcitura, rifinita da una seconda coppia di rulli.
Water frame di Richard Arkwright .
Le invenzioni L’invenzione di Arkwright fu completata da James Hargreaves: filatoio con molti fusi (jenny), ma aveva il difetto di sottoporre i fili a tensioni variabili, il che causava rotture al filato stesso. Inconveniente risolto da Samuel Crompton, operaio di una filatura, che inventò la “mule”, nel 1778, che combinava i rulli del filatoio con i fusi multipli della “jenny”.
Crompton inizia gli esperimenti nel 1774, la macchina cominciò a funzionare nel 1770. Mette in comunicazione i rulli del telaio ad acqua con il carrello mobile della giannetta, sistemando i fusi sul carrello e i rulli al posto dei fusi nella giannetta. Il filatore tirava indietro il carrello con la stessa rapidità con la quale i rulli estraevano il nastro, fino a che erano stati ricoperti i 5/6 dell'intera distanza; quindi i rulli venivano fermati e fatti funzionare come il fermaglio della gianneta, mentre il carrello continuava a retrocedere a una velocità molto minore e i fusi continuavano a ruotare. Alla fine dello stiramento si faceva compiere ai fusi qualche giro in senso opposto per liberare il filato. Il carrello veniva di nuovo riavvicinato ai fusi e, girando lentamente nel senso originario, avvolgevano il filato con l'aiuto del tenditore, come nella giannetta.
Le invenzioni la mule consentiva di sottoporre i filati a una tensione costante e quindi permetteva di ottenere filati più sottili, più resistenti e più uniformi. Poiché il processo produttivo tessile è di tipo “labour intensive”, l’industrializzazione inglese non ebbe bisogno di ingenti quantità di capitale fisso. Questo aspetto della prima rivoluzione industriale spiega il suo rapido decollo e la sua diffusione oltremanica. Le innovazioni tessili che si verificarono nella seconda metà del ‘700 ebbero grandi ricadute sulla confezione degli abiti.
Spinning Jenny (giannetta) – 1764 c.
Spinning Jenny - Museo Wuppertal, Germania .
La mule di Crompton (mule jenny, o spinning mule) .
Il processo di meccanizzazione della filatura raggiunse la sua fase culminante nel 1785, quando ormai il filatoio idraulico era ampiamente diffuso, venne introdotta nelle fabbriche tessili la macchina a vapore di Matthew Boulton e James Watt. Il vapore si sostituiva all’acqua come forza motrice, consentendo di impiantare la produzione tessile anche laddove non vi erano corsi d’acqua nelle vicinanze
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CARTWRIGHT (1743 Marnham (Nottinghamshire) –1823) Studiò a Oxford CARTWRIGHT (1743 Marnham (Nottinghamshire) –1823) Studiò a Oxford. Nel 1784, visitando una filanda, osservò che non sarebbe stato difficile costruire un telaio meccanico, e ne brevettò uno il 4 aprile 1785. Non avendo però studiato prima il telaio a mano, la sua invenzione riuscì poco pratica; ma, trasferitosi a Doncaster, la perfezionò e l'applicò in uno stabilimento impiantato per proprio conto. Sebbene altri inventori lo avessero preceduto, il suo telaio fu certamente il primo a costruire una macchina capace di tessere tela liscia di una certa altezza
Dall’innovazione tecnologica scaturì l’innovazione merceologica Il cotone prima era stato utilizzato solo come trama, mentre altre fibre costituivano l’ordito. La macchina di Crompton consentì di utilizzare tessuti di solo cotone. Rispetto alla lana e al lino, il cotone è un tessuto di più semplice manutenzione, ha una durata più lunga, si presta ad una molteplicità di usi maggiore. Inoltre, con le innovazioni della chimica, il cotone si prestava ad essere sottoposto a colorazioni ottenendo colori più vivaci su un’ampia scala cromatica.
Cause sull’abbigliamento La confezione sartoriale: da confezione su committenza a produzione tessile su scala industriale: l’espansione dei consumi conteneva le premesse per la ridefinizione delle prerogative sartoriali. Oltre che del taglio e cucito il sarto cominciò ad occuparsi della scelta e acquisto dei tessuti. Alla produzione su misura si affiancò la produzione su modelli graduati – i manichini – parcellizzata in singole operazioni e organizzata dal sarto.
Altre innovazioni esogene Un'altra importante innovazione per la storia dell’abbigliamento furono i coloranti sintetici: semplificazione tecniche di tintura e diminuzione costi materie prime sui costi di produzione.
Altre innovazioni esogene Telaio Jacquard. La machina da cucire, che alimentò il lavoro a domicilio contribuendo a rendere l’abbigliamento un bene di diffusione di massa. Messa a punto nel 1829 dal francese Barthelèmy Thimmonier, e successivamente perfezionata dall’americano Isac Merrit Singer.
Influenze altre innovazioni: i trasporti Le ferrovie, e le navi a vapore, permisero di abbattere i costi dei trasporti e quindi delle materie prime e delle merci.
L’industrializzazione europea Fra 1850 - 1870, altri paesi europei, con mirate politiche economico-finanziarie e la costruzione delle ferrovie, cercarono di seguire il “modello” inglese. I primi furono il Belgio, la Germania, la Francia e gli Stati Uniti, poi l’Italia. La borghesia liberale si impose come classe egemone.
L’industrializzazione europea Fra il 1850 e il 1870 si ebbe un ciclo economico favorevole, dovuto anche alla scoperta dell’oro in California e Australia. Iniziarono le esposizioni universali, nelle quali si divulgavano le scoperte scientifiche e industriali, la prima si tenne a Londra nel 1851.
Verso un’economia matura Dal 1870 una nuova fase di sviluppo si ebbe grazie alla nascita dell’industria petrolifera e all’utilizzazione dell’elettricità. Nacque l’industria chimica, il telefono, il motore a scoppio, l’automobile, l’aeroplano, il cinematografo. Le ferrovie ormai interessavano tutti i paesi europei Marconi, grazie alla scoperte delle onde elettromagnetiche ad opera del tedesco Hertz, inventò le radiotrasmissioni, nel 1899.
La moda Napoleone fece installare in Francia, a Sedan e Louviers, macchine inglesi per la produzione tessile. Saint-Quentin divenne famoso per la sua mussola e il suo lino, Valenciennes per i suoi pizzi e il suo tulle. Così la Francia riprese il primato nel campo della moda. Napoleone fece anche produrre, scialli tessuti con il famoso vello delle capre selvatiche del Kashmir. I primi esemplari li aveva visti, e spediti a Giuseppina, dall’Egitto, che ne aveva lanciato la moda.
Napoleone favorì lo sfarzo a corte. La moda Napoleone favorì lo sfarzo a corte. le dame indossavano vesti pesanti confezionate con tessuti francesi. Napoleone proibì l’importazione della leggera mussola di origine indiana e impose l’utilizzo della seta di Lione. Nacque l’abitudine di cambiare la biancheria intima più volte al giorno. Le signore cominciarono ad indossare sotto l’abito una sorta di mutanda molto ampia lunga fino alla caviglia , dove si restringeva chiudendosi con una balza arricciata.
La moda Come consulente per la moda fu chiamato Leroy. Figlio di un macchinista dell’Opera, era stato parrucchiere di Maria Antonietta. Gli fu ordinato un abito “degno della Repubblica” ed egli conquistò il successo con un modello tricolore guarnito. Egli influenzò l’uso di Crêpe, Kashmir, satin, taffetas, raso, velluto (dalle fabbriche comasche e genovesi), e francesi di Lione e Marsiglia.
Vennero abolite le vesti aderenti. La moda Vennero abolite le vesti aderenti. La moda si indirizzò verso forme classiche, secondo la corrente culturale del Neoclassicismo allora dominante. Si affermarono le linee verticali dell’arte greco- romana.
Come guarnizioni, pizzi, veli leggeri, ricami dorati. La moda La figura femminile apparve sottile con la cintura alta sin sotto il seno, scollatura quadrata o rotonda. Come guarnizioni, pizzi, veli leggeri, ricami dorati. Le maniche erano cortissime, o si allungavano a coprire il dorso della mano. Una varante delle manche era a palloncino nella parte superiore e poi aderenti al braccio. Apparvero anche i cappotti foderati di pelliccia.
Lo “stile impero” venne lanciato con l’incoronazione di Giuseppina. La moda Lo “stile impero” venne lanciato con l’incoronazione di Giuseppina. I suoi vestiti disegnati da Isabey, pittore di corte, furono confezionati da Leroy.
Giuseppina Bonaparte
Paolina Bonaparte- 1800
La moda L’abbigliamento maschile risentì del clima militaresco e si ispirò alle uniformi dell’esercito. Generalmente si usavano pantaloni lunghi, non al ginocchio. Sopra il gilet si indossava la redingote, giacche con falde lunghe sotto il ginocchio.
La restaurazione La fine dell’impero napoleonico e la restaurazione, decretata dal Congresso di Vienna del 1815, ebbe notevoli influenze sulla moda, che tornò a linee tradizionali, con abiti che preannunciavano lo stile romantico.
La moda La tunica femminile si allargò in fondo assumendo un alinea trapezoidale e si arricchì di ornamenti. Le spalle divennero spioventi e il busto si irrigidì. Il segno della vita si abbassò fino alla posizione naturale. Le maniche divennero a palloncino. Importante divenne l’abito da amazzone che si riferisce a quello maschie.
L’abbigliamento maschile. La moda L’abbigliamento maschile. I calzoni si strinsero ai malleoli e venne usata una staffetta per tenerli tesi. I pantaloni da passeggio si allargarono sul fondo e vennero chiamati “a zampa di elefante”. Sotto la redingote e il frac si indossavano gilet molto decorati. Le camicie e le cravatte vennero confezionate in fine batista. La tuba di feltro.
Anni ’40 – ’60 dell’Ottocento Affermazione della “gabbia”. Evoluzione della crinolina in complessa struttura a cerchi metallici per sostenere gli enormi volumi delle gonne. Nel 1866 raggiunge la massima ampiezza arrivando fino ai sette metri di circonferenza dall’orlo. La linea a campana, o a mongolfiera, evidenzia ancor di più la sottigliezza del punto vita sempre costretto nel busto gonfiando la gonna che tende ad appiattirsi sul davanti ed a gonfiarsi sul dietro con ricche pieghe che finiscono in strascico
1868-1870. Si impone l’uso di veste a corsetto aderente staccato dalla sottana, e questa si gonfia posteriormente. Tramontata la grande cage crinoline, ecco apparire la cage regénte, in Italia chiamata con più chiarezza “cul de Paris”, “sgonfio”, “sellino”. La nuova foggia impone una linea quasi piatta davanti con grandi volumi posteriori accentuati da ricchi drappeggi di tessuto e sontuosi strascichi.
periodo umbertino (1878-1890) Nell’abbigliamento maschile affermò quella sobrietà di linee e colori che l’avrebbe contraddistinto fino alla prima metà del XX secolo. Al colore e alla stravaganza la moda maschile sostituì una linea formale e tonalità scure (nero, marrone, grigio scuro). L’austerità della foggia e l’utilizzo del nero negavano simbolicamente il corpo dell’uomo e rafforzavano l’idea della mente motrice dell’evoluzione industriale e borghese. Dalla seconda metà dell’Ottocento, nella moda maschile i segni di eleganza e distinzione furono relegati all’utilizzo di pochi ma ricercati accessori: le cravatte, il bastone, il cappello, i guanti.
Affermazione di uno “stile internazionale” – seconda metà 1800 Agli inizi del secolo XX interessò tutto il mondo occidentale, elesse Londra come capitale della moda maschile e Parigi di quella femminile. Lo stesso secondo re d’Italia Umberto I si serviva presso le sartorie dell’elegante Savile row di Londra, dove i grandi sarti avevano i loro negozi.
Affermazione di uno “stile internazionale” Fu l’abbigliamento femminile e Parigi, a segnare la storia della moda nel corso dell’Ottocento. Nel periodo compreso fra il 1850 e il 1870 – nella cosiddetta époque de Worth - la capitale francese affermò il suo dominio sulla moda femminile internazionale.
Il dominio della moda francese Charles Frédéric Worth, sarto di origine inglese che nel 1858 aprì una sartoria a Parigi inventando l’haute couture, e diventando il sarto della nobiltà di tutta Europa. Anche le signore dell’aristocrazia e dell’alta borghesia romana, spesso indossavano abiti del famoso couturier parigino, esaltati dalle cronache romane.
C.F. Worth, 1888
C.F. Worth
La moda fine ‘800 Riflesse le novità socio economiche che stavano modificano anche le abitudini di vita femminili. La moda veste donne nuove. Le femministe degli States americani, le intellettuali avanguardiste d’oltre manica, le borghesi e le aristocratiche Mitteleuropee. La rivoluzione dei trasporti, le ferrovie, richiesero abiti pratici da “viaggio”. Per i viaggi in ferrovia si realizzano abiti in due pezzi dalle volumetrie ridotte, per non intralciare la seduta, la salita e la discesa. Si trattava di un abito generalmente di colore scuro, confezionato con tessuti quadrettai o a spiga, prima di allora impiegati solo per la confezione di abiti maschili.