Economia politica Lezione 14

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Economia politica 2015-2016 Lezione 14 monopolio Economia politica 2015-2016 Lezione 14

La concorrenza imperfetta Le imprese non perfettamente concorrenziali sono in grado di differenziare la propria offerta rispetto a quella dei concorrenti. Price setters (makers) piuttosto che Price takers Hanno in parte controllo sul prezzo Il prezzo può essere maggiore del costo di produzione Profitti di lungo periodo sono possibili

La concorrenza imperfetta Concorrenza perfetta Un mercato ideale che genera il massimo surplus economico Una situazione che di solito non esiste Mercati non perfettamente concorrenziali Riducono il surplus economico in varia misura rispetto al riferimento della concorrenza perfetta Sono molto comuni Possono riflettere preferenze per la varietà di prodotti

Forme di concorrenza imperfetta Monopolio perfetto (maggiore inefficienza) Una singola impresa che produce un prodotto che non ha sostituti Oligopolio (più efficiente di un monopolio) Un mercato in cui solo poche imprese vendono un determinato prodotto. Concorrenza monopolistica (vicina alla concorrenza perfetta) Un numero abbastanza alto di imprese che producono beni lievemente differenti che possono essere, in parte, sostituti l’uno dell’altro

Differenze tra imprese perfettamente e imperfettamente concorrenziali L’impresa perfettamente concorrenziale ha una curva di domanda perfettamente elastica. L’impresa non perfettamente concorrenziale ha un curva di domanda con pendenza negativa. In concorrenza perfetta Domanda e offerta determinano il prezzo di equilibrio. L’impresa non ha potere di mercato. Al prezzo di equilibrio, l’impresa vende la quantità desiderata. La curva di domanda dell’impresa è una retta orizzontale tracciata in corrispondenza del prezzo di mercato In concorrenza imperfetta L’impresa ha controllo parziale sopra il prezzo e potere di mercato. Ad un aumento di prezzo le vendite diminuiranno. Ad una diminuzione di prezzo, le vendite aumentaranno. La curva di domanda dell’impresa ha pendenza negativa

Curve di domanda delle imprese perfettamente e non perfettamente concorrenziali

potere di mercato capacità di un’impresa di aumentare il prezzo di un bene senza che si azzerino le sue vendite. Controllo esclusivo su input importanti Brevetti e copyright Licenze o concessioni governative Economie di Scala (monopoli naturali) Economie di rete

La massimizzazione del profitto per il monopolista Un price taker (concorrenza perfetta) e un price setter (concorrenza imperfetta) condividono due obiettivi economici: Massimizzare i profitti Scegliere il livello di output che massimizza la differenza tra TR e TC, dove MB (benefici marginali)= MC (costi marginali) Per un produttore Beneficio marginale (MB) = Ricavo marginale (MR) variazione del ricavo totale di un’impresa determinata dalla vendita di un’unità addizionale del prodotto

Ricavo marginale per il monopolista Concorrenza perfetta e monopolio Entrambi espandono l’output quando MR > MC. Calcolano il MC in modo analogo Non hanno lo stesso MR a un dato prezzo. In concorrenza perfetta: MR = P In monopolio: MR < P

Beneficio derivante dalla vendita di un’unità aggiuntiva per il monopolista P Q TR MR 6 2 12 5 3 15 4 16 3 1 -1 Osservazioni MR < P MR diminuisce all’aumentare della quantità MR è la variazione tra le due quantità MR < P perchè il prezzo deve essere abbassato per vendere un’unità addizionale Se P = €6, allora TR = €6 x 2 = €12 Se P = €5, allora TR = €5 x 3 = €15 Il MR della vendita della 3° unità = €3 (15-12) Per la 3° unità, MR = €3 < P = €5

Ricavo marginale in forma grafica P Q TR MR 6 2 12 5 3 15 4 16 3 1 -1

Curva del ricavo marginale per un monopolista con una curva di domanda lineare L’intercetta verticale, a, è la stessa per MR e D L’intercetta orizzontale per MR, Q0/2, è la metà dell’intercetta per D, Q0. Esempio: Domanda P = 6 - Q R’ = 6 - 2Q; infatti: R = P⋅Q = 6Q−Q2 .......RM = dR/dQ = 6 − 2Q In generale se p=a-bQ allora R = pQ cioè R =(a-bQ)Q= aQ-bQ2 Da cui dR/dQ = RM= a-2bQ

La massimizzazione del profitto per il monopolista La regola del monopolista per la massimizzazione del profitto Quando RM > CM, conviene espandere la produzione Quando RM < CM, conviene ridurre la produzione I profitti sono massimizzati al livello di output per il quale RM = CM

Livello di output che consente di massimizzare il profitto per il monopolista Se P = €3 e Q = 12 RM < CM e l’ouput deve essere ridotto I profitti sono massimizzati per 8 unità di output, dove RM = CM e P = €4 valore per il quale quantità domandata = quantità offerta

Perché la mano invisibile fallisce in regime di monopolio? L’output socialmente ottimale è prodotto quando MC = D(MB) = 12 unità Il livello di output che consente di massimizzare il profitto per il monopolista è pari a 8 unità (per il quale RM = CM), è minore dell’output socialmente ottimale di 12 unità Tra 8 e 12 unità, BM per la società > CM per la società Non è possibile espandere l’output perchè RM per le imprese è minore di CM

Perdita netta di benessere causata dal monopolio Poichè RM < P, il monopolio produce una quantità minore di quella socialmente ottimale Perdita netta di benessere per la società = (1/2)(€2/unità)(4unità/sett) = €4/sett

Perchè la mano invisibile fallisce in regime di monopolio? I profitti sono massimizzati quando MR = MC. P > MR P > MC Perdita netta di benessere Concorrenza perfetta I profitti sono massimizzati quando MR = MC. P = MR P = MC Nessuna perdita netta di benessere

Perchè la mano invisibile fallisce in regime di monopolio? Difficoltà nel ridurre la perdita netta di benessere causata da un monopolio Rendere effettive le leggi antitrust Brevetti, copyright e innovazione Monopoli naturali

esercizio Siamo in una situazione di monopolio caratterizzata dalla seguente curva di domanda P= 12–2Q Sapendo che il costo marginale è di 2€, determinare: - la curva di ricavo marginale - il prezzo che massimizza il profitto

Se P = 12 – 2 Q RM = 12 – 4 Q Massimizzazione del profitto RM=CM  12–4Q=2  Q*=10/4=2,5 Sostituendo Q* nella funzione di domanda otteniamo P* P*= 12–2(2,5)=12–5=7 €

esercizio Siamo in una situazione di monopolio caratterizzata dalla seguente curva di domanda P= 8–3Q Sapendo che il costo marginale è di 2€, determinare: - la curva di ricavo marginale - il prezzo che massimizza il profitto

Se P = 8 – 3 Q RM = 8 – 6 Q Massimizzazione del profitto RM=CM  8–6Q=2  Q*=6/6=1 Sostituendo Q* nella funzione di domanda otteniamo P*: P*= 8–3(1)=8–3=5€

esercizio Consideriamo un monopolista. La curva di domanda che fronteggia è: P = 80 – 1⁄2 Q La curva del costo marginale è: CM = Q I costi fissi ammontano a: CF =400 Rappresentare graficamente la curva di domanda e la curva di costo marginale Ricavare e rappresentare la curva di ricavo marginale Calcolare prezzo e quantità di equilibrio Calcolare il profitto Calcolare il surplus del consumatore

Prezzi e quantità di equilibrio P* = ? Q* = ? RM = 80 – Q e CM = Q RM= CM   80– Q = Q   2 Q = 80  Q* = 80 / 2 = 40 Sostituendo Q* nella funzione di domanda otteniamo P*: P* = 80 – 1⁄2 (40) = 80 – 20 = 60 €

Calcolo del profitto Profitto = RT – CT = P. x Q Calcolo del profitto Profitto = RT – CT = P* x Q* – CT La funzione del CT è data da: CT = CF + CV (Q) In particolare, poichè il CM indica come varia il CT in funzione di Q e poichè i CF non variano al variare di Q, il CM si riduce alla variazione del CV in funzione di Q. Nel grafico, quindi, il CV sarà rappresentato dall’area del triangolo compreso tra la curva del CM e l’asse delle ascisse. Nel nostro caso allora abbiamo: CT =CF+1⁄2CM*Q=400+1⁄2(40x40)=400+800 =1200 Quindi il nostro profitto sarà: Profitto = RT – CT = P* x Q* – CT = 60 x 40 – 1200 = = 2400 – 1200 =1200

Surplus del consumatore Sc = 1⁄2(bxh) = 1⁄2(40x20) =400

Discriminazione di prezzo La pratica di applicare ad acquirenti diversi prezzi differenti per lo stesso prodotto Per appropriarsi in tutto o in parte della rendita del consumatore, il monopolista può attuare pratiche di discriminazione di prezzo, ovvero “vendere lo stesso articolo, prodotto sotto un unico controllo, a prezzi diversi ad acquirenti diversi” (Robinson, 1969, p. 179). L’analisi economica classica distingue tre tipi di discriminazione: Discriminazione di prezzo di primo grado: il fornitore vende ogni unità di prodotto al prezzo più alto che gli acquirenti sono disposti a pagare per quell’unità; Discriminazione di prezzo di secondo grado: il fornitore suddivide la produzione in diverse partite e vende ogni partita al prezzo più alto che gli acquirenti sono disposti a pagare per quella partita; Discriminazione di prezzo di terzo grado: il fornitore suddivide i clienti in gruppi diversi e fissa un prezzo che massimizza il profitto delle vendite ad ogni gruppo (Pigou, 1963, cap. XVII) Esempio di discriminazione di prezzo Riduzioni sui biglietti del cinema riservate ad anziani e bambini Sconti sui biglietti aerei nella bassa stagione Buoni sconto offerti dai supermercati o altri punti di vendita al dettaglio

Discriminazione di primo grado: Monopolista perfettamente discriminante Impone a ogni consumatore esattamente il rispettivo prezzo di riserva Il surplus economico è massimizzato Il surplus del consumatore è zero Surplus economico = surplus del produttore Limiti alla discriminazione di prezzo perfetta I venditori non conoscono il prezzo di riserva di ogni consumatore I clienti che hanno acquistato il prodotto a prezzi bassi lo possono rivendere a prezzi più elevati.

La discriminazione di prezzo di secondo grado L’obiettivo del venditore intenzionato a massimizzare il profitto è quello di praticare a ciascun compratore il suo prezzo di riserva Ci sono due ostacoli alla realizzazione di questa strategia di prezzo Il venditore non conosce i prezzi di riserva Il venditore deve impedire che chi è disposto a pagare una cifra elevata effetti l’acquisto a un prezzo basso La discriminazione di prezzo tramite auto-identificazione dei consumatori è il metodo adottato per risolvere questi problemi. Imporre determinate condizioni che i compratori devono accettare per poter usufruire di uno sconto sul prezzo Esempi di discriminazione di prezzo Offrire uno sconto a chi spedisce un buono Svendite temporanee Le case editrici e le edizioni paperback I produttori di automobili vendono vari modelli Settore del trasporto aereo commerciali Produttori cinematografici (uscite al cinema, su DVD e infine in chiaro)

Nel caso di beni durevoli il monopolista può essere il concorrente di sè stesso: Nei periodi successivi al lancio di un prodotto il monopolista ha incentivo a diminuire il prezzo per inondare il mercato; I consumatori anticipano tale comportamento e, anche coloro che avrebbero comprato subito, preferiscono rimandare l’acquisto per comprare al prezzo più basso. Esempio: edizioni rilegate e tascabili dei libri. Congettura di Coase: il produttore di un bene durevole infinito perde tutto il suo potere di mercato quando il tempo intercorrente tra gli aggiustamenti di prezzo tende a zero (caso limite).

La discriminazione di prezzo di terzo grado Nella discriminazione di prezzo di terzo grado (segmentazione del mercato, o group pricing, o prezzi lineari), il monopolista riesce a segmentare il mercato in due o più parti caratterizzate da curve di domanda differenti; Per aumentare gli extra-profitti il monopolista fissa un prezzo maggiore (minore) nei mercati caratterizzati da domanda meno (più) elastica, in cui il suo potere di mercato è maggiore (minore); Condizioni necessarie: Possibilità di individuare la domanda associata ai diversi gruppi; Impossibilità di arbitraggio tra i diversi gruppi, ovvero rivendita del bene o servizio dal gruppo a cui è applicato il prezzo minore a quello cui è applicato il prezzo maggiore. Esempi: sconti di prezzo per anziani o ingressi gratuiti per i bambini al cinema.

Riepilogo I monopoli che applicano un unico prezzo sono inefficienti perchè P > MR. La discriminazione di prezzo tramite auto-identificazione dei consumatori riduce l’inefficienza. Quanto più precisa è la discriminazione, tanto minore sarà la perdita di efficienza. I meccanismi di auto-identificazione non sono perfetti e un certo grado di efficienza viene inevitabilmente perduto.

Le vie d’uscita dall’inefficienza statica del monopolio

La competizione alla Demsetz Nasce per evitare il ricorso a forme esplicite di regolamentazione Meccanismo d’asta tra i potenziali entranti I costi di collusione devono essere proibitivi Tutti i partecipanti all’asta devono essere in grado di acquistare gli input in un mercato competitivo Conduce ad un regola di average cost pricing

I mercati contendibili una configurazione di mercato non è contendibile quando nessuna impresa può intervenire sul mercato offrendo una quantità inferiore a quella esistente a un prezzo inferiore, nel rispetto del vincolo di profitti non negativi non è possibile entrare e uscire dal mercato senza costi Assenza di costi irrecuperabili di produzione Potere di mercato, con conseguente inefficienza, non necessariamente collegato al grado di concorrenza attuale nel mercato, ma alla minaccia di entrata; Nella teoria dei mercati contendibili (Baumol, 1982; Baumol, Panzar & Willig, 1982), in assenza di: barriere all’entrata (entry barrier). Es. barriere legali o informative; barriere all’uscita (exit barrier). Es. esistenza di costi irrecuperabili; il mercato è contendibile (contestable market). Nei mercati contendibili l’assenza di barriere all’entrata e all’uscita assoggetta gli incumbent ad una competizione “colpisci e fuggi” (hit and run) da parte delle altre imprese, che riduce (al limite annulla) gli extra-profitti, indipendentemente dal numero degli incumbent.

Le norme possono creare barriere legali all’entrata che limitano la concorrenza e aumentano la concentrazione e il potere di mercato. Es. licenze per tassisti e farmacisti, numero chiuso per notai; Alcune politiche tendono invece a limitare la concentrazione di mercato o le inefficienze collegate ai mercati non concorrenziali: Normativa antitrust; Proprietà pubblica dei monopoli (es. enti pubblici o società a proprietà pubblica nel caso delle public utilities); Regolamentazione pubblica dei monopoli privati (es. regolamentazione delle tariffe); Appalto in esclusiva (exclusive contracting) dei monopoli naturali (es. appalto per la raccolta dei rifiuti in una determinata zona).

La normativa antitrust USA – stato come arbitro Sherman Act (1890): divieto di monopolizzazione (§2) e cartelli (§1); Clayton Act (1914): divieto di pratiche anticoncorrenziali (§3, §7). Paesi Ue – stato come giocatore Germania 1957 Regno Unito 1968 Francia 1977 Italia 1990

Tariffe discriminate Si differenzia il prezzo pagato dall’impresa a seconda dei consumatori o delle condizioni in cui avviene il consumo Viene assorbita la rendita del consumatore di certe classi sociali, destinando però il maggiore profitto proveniente dalla vendita dei beni a prezzo più elevato al fine di compensare la perdita per i beni che vengono venduti ad un prezzo inferiore al costo medio.

Tariffe non lineari la spesa media unitaria per l'acquisto del servizio non è costante al variare della quantità consumata Tariffe in due parti Fissa (spese fisse) Variabile (costi marginali)

Tariffe peak load forma di discriminazione temporale del prezzo la domanda oscilla lungo un certo arco temporale gli impianti installati sono dotati di capacità produttiva sufficiente a far fronte alle «punte di domanda» (peak-load demand) è impossibile costituire delle scorte

Effetti delle Imposte in monopolio Il Grafico mostra la situazione di un monopolista prima dell’introduzione di un’imposta specifica. La massimizzazione dei profitti richiede il livello di produzione X0 con prezzo P0 e MRx=MCx Profitto unitario = distanza ab Profitto totale = area abcd

Introduzione di un imposta in monopolio Dopo l’introduzione di un’imposta specifica, la curva di domanda “effettiva” si sposta verso il basso (o equivalentemente verso l’alto la curva dei costi marginali), e altrettanto fa la curva “effettiva” del ricavo marginale. In presenza dell’imposta i profitti di monopolio sono inferiori, anche se l’impresa ha potere di mercato.

Introduzione di un imposta in monopolio X1 si trova dove MR’x=MCx Salendo da X1 a D’x si trova il prezzo ricevuto dal monopolista= Pn Il prezzo pagato dai consumatori = Pn+u=Pg Il profitto per unità =fg Il profitto totale = fghi