«LEVÒ GLI OCCHI AL CIELO, PRONUNZIÒ LA BENEDIZIONE, SPEZZÒ I PANI E LI DIEDE» (Marco 6,34-44) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI.

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Transcript della presentazione:

«LEVÒ GLI OCCHI AL CIELO, PRONUNZIÒ LA BENEDIZIONE, SPEZZÒ I PANI E LI DIEDE» (Marco 6,34-44) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale

Strumenti per capire La «sezione dei pani» (Mc 6,6b-8,26) entra nel vivo: siamo di fronte alla prima moltiplicazione dei pani (la seconda in Mc 8,1-10), ripor­tata da tutti e quattro i Vangeli.

v. 34 si commosse. Espressione abbastanza rara (Os 11,8), ma sempre fortemente significativa:

o Mt 18,27 (il padrone e il servo);

o Lc 7,13 (vedova di Nain);

o Lc 10,33 (il samaritano);

o Lc 15,20 (il figliol prodi­go).

o Cfr. pure Mc 8,2: «Sento compassione» (seconda moltiplicazione dei pani).

Qui però il motivo della compassione (commozione) è nuovo e diverso, perché...

- erano come pecore senza pastore. Immagine biblica (Nm 27,17; 1Re 22,17; Ger 23,3-4; Ez 34,5; Sal 23,1-4). Cfr. Mt 9,36.

- e si mise a insegnare loro molte cose. Prima di sfamarli, Gesù li sazia con la sua parola. Mc sottolinea l’importanza dell’insegnamento (Mc 1,22; 4,1-2), ma non ne precisa il contenuto.

v. 37 Voi stessi date loro da mangiare. Gesù obbliga i suoi discepoli ad agire e li associa a sé per collaborare alla sua opera di pastore. Mt 14,16 aggiunge: «Non occorre che vadano» via!

v. 40 a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. Era l’organizzazione di Israele nel deserto (Es 18,21.25).

v. 41 pronunziò la benedizione. Preghiera di lode e ringraziamento che accompagna la frazione del pane durante i pasti giudaici dell’e­poca.

È pure la prefigurazione dell’istituzione della eucaristia (Mc 14,22; Mi 26,26-28) e del banchetto messianico promesso per la fi­ne dei tempi.

Notare che sono presenti i quattro gesti: o prendere, o recitare la benedizione, o spezzare, o dare.

vv Tutti mangiarono e si sfamarono (Sal 78,29) e portarono via dodici ceste piene. L’accenno ai «resti» indica la sovrabbondanza (cfr. 2Re 4,43-44).

Piste di riflessione Questo racconto, chiamato «moltiplicazione», parla in realtà di una condivisione. Quali sono state e sono tutt’oggi le nostre esperienze di condivisione? Che significato ha per noi, nella nostra vita concreta, questa parola?

Di fronte a un impegno difficile, a una richiesta esigente, contia­mo solo sulle nostre forze, su quello che possediamo o che pos­siamo comprare, o ci fidiamo di Dio aprendoci ad una logica di­versa dalla nostra?

La distanza tra Gesù e i discepoli è grande. Loro parlano di com­prare: senza denaro non si fa nulla, ciascuno deve provvedere a sé con i propri mezzi. Invece Gesù mette in primo piano la fame degli altri, la responsabilità verso chi non ha nulla, da parte di chi qualcosa ce l’ha, la condivisione come possibilità di moltipli­care le risorse, il saziarsi come conseguenza del saziare gli altri. Gesù prende l’iniziativa, ma non rinuncia a servirsi dei discepo­li, e i suoi gesti fanno intuire quale sarà il vero pane spezzato ca­pace di nutrire tutti. Il miracolo della moltiplicazione dei pani è una lezione per i discepoli: infatti - stranamente - Marco (a dif­ferenza di Gv 6,14- 15) non parla di reazioni della folla.

Suggerimenti per pregare Chiedere di imparare a vivere l’azione quotidiana del «mangiare insieme» come vero gesto di comunione e di amicizia.

Ringraziare perché anche per noi il Signore prova «compassio­ne»: si accorge delle nostre difficoltà, del nostro disorientamen­to, della nostra fame e ci viene incontro.

Signore Gesù, per il dono del tuo Corpo e del tuo Sangue, concedimi di passare dalla morte alla vita nuova nell’amore, perché possa dissetarmi alla sorgente stessa della tua compassione. Amen.