Fai clic per aggiungere del testo Abitare in autonomia Le politiche regionali sull'abitare supportato Pisa 11 dicembre 2015 Dr.ssa Barbara Trambusti Regione.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE (D.S.M.) di Jesi
Advertisements

Piano di Zona 2011 – 2013 dellAmbito del Ciriacese PRIORITA E OBIETTIVI STRATEGICI PRIORITA E OBIETTIVI STRATEGICI.
Parma, 15 aprile 2009 Relatore : Giuseppina Rossi
9 Circoscrizioni 9 Distretti Sociali 1 U.O. Cittadini senza Territorio
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Strumenti e percorsi per la protezione civile locale Antonio Triglia - Formez Torino, 28 Giugno 2006 Progetto Sindaci.
Deliberazione Giunta Regionale Toscana n. 716 del 3 agosto 2009
Per una Agenzia di Valutazione Civica Cittadinanzattiva - Direzione Nazionale Intervento di Angelo Tanese Roma 22 maggio 2010.
PROGETTO INDIVIDUALIZZATO
Programma per il sostegno e lo sviluppo dei percorsi integrati di inserimento socio-lavorativo dei soggetti con disturbo psichico - Pro.P. PROGETTO ESECUTIVO.
AL PERCORSO DI PRESA IN CURA
IL DSM: LA RIABILITAZIONE PSICOSOCIALE (Dr
REGOLE DI SISTEMA 2011 DG Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale.
Il ruolo dei DSM per la salute mentale negli istituti Penitenziari in Toscana Galileo Guidi Coordinatore della Commissione regionale per il governo clinico.
Codice Deontologico dellInfermiere 1999 punto 3.1 Linfermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso: 1.La Formazione Permanente 2.La Riflessione Critica.
I soggetti dell'Inclusione
Oltre la Comunità Terapeutica, la riabilitazione continua.
Linfermiere della Salute Mentale della Toscana Non cè salute senza salute mentale Galileo Guidi Arezzo 23/05/2007.
Gli strumenti di gestione per la disabilità: i Piani Integrati di Salute Dr.ssa Laura Brizzi Resp. U.F. Alta Integrazione Az. USL 8 Zona Valdarno Pisa.
Lorientamento, gli orientatori CORSO DI FORMAZIONE PER I REFERENTI DELLORIENTAMENTO dicembre febbraio 2007.
Il programma delle attività territoriali PAT i nodi salienti da cui muove la programmazione
Opportunità – I punti di forza La centralità del Dipartimento di salute mentale (DSM) e lorganizzazione territoriale della presa in carico La differenziazione.
Università degli Studi di Bologna Ingegneria Informatica 1 Il cantiere del welfare del Comune di Bologna.
1 Unità locali EQUAL RESTORE sintesi della ricerca.
il Centro di salute mentale 24h
L’organizzazione dei servizi per la salute mentale.
Diritto sanitario e dell’assistenza sociale Prof. Alessandra Pioggia
“TWENTY TWENTY EUROPEAN POLICIES FOR MENTAL HEALTH
Le persone con disabilità al tempo della crisi
PAR PAR POLITICHE INTEGRATE REGIONALI PER LE PERSONE ANZIANE Assessore Regionale al Welfare.
Le scuole e l’autonomia
CI SONO ANGELI IN CITTA Tutte le Aree dellAutismo IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI San Salvo PALMA MONICA.
Linnovazione delle politiche pubbliche: lesperienza dellhousing sociale nel rhodense 17 Aprile 2012 La co-progettazione dellHousing Sociale elaborata dal.
“AUTONOMIA DIPENDENTE” Autonomia e disabilità intelletiva: il diritto esigibile e i percorsi operativi nell’ambito dei Servizi D.ssa Elvira De Nucci.
La comunità terapeutica nella comunità locale
L’unità valutativa geriatrica e i piani personalizzati di cura e assistenza Dr. Laura Bert U.V.G. A.S.L. TO3.
Processi di sussidiarizzazione
Volterra 19 Giugno 2009 DOPO DI NOI…. obiettivi e impegni della Regione Toscana Giornata pubblica di presentazione del Progetto COSTRUIAMO INSIEME UN NUOVO.
LA CRESCITA PROFESSIONALE DEL PERSONALE DELLA PROV. AUT. DI BOLZANO Bolzano 5 settembre 2008 Presentazione di: ALDO ANCONA Agenzia nazionale per i servizi.
La società della salute COMUNITA MONTANA DEL MUGELLO CHE COSA E: definizione DALLA SANITA (diagnosi- cura- riabilitazione) gli obiettivi della politica.
Fare salute in montagna: verso la costruzione dei Distretti e dei Piani di Salute Le risposte dei Servizi Sociali della Comunità Montana Val Pellice 29/09.
Indicazioni per il coinvolgimento dei cittadini: le Raccomandazioni generali e operative Alessandro Bazzoni 14/16 Novembre 2011.
RETE REALSAN RETEdi AUTORITA e ATTORI LOCALI PER LA SICUREZZA ALIMENTARE E NUTRIZIONALE.
Integrazione e Territorio
Educare e insegnare nellintegrazione: quali opportunità ci offrono le flessibilità di sistema in una scuola ormai intesa come comunità di sostegno Rita.
1 ACCORDO REGIONALE MG 2006 NCP MODELLO ORGANIZZATIVO promosso in Emilia – Romagna a cura di Ester Spinozzi Rimini 21 ottobre 2006 DIREZIONE GENERALE SANITA.
Il futuro è oggi. Orientare per non disperdere
Convegno “Governance sanitaria, modelli unici regionali
Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento
La domanda letta e interpretata dall’Assistente Sociale
ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI SUL TERRITORIO
PROMOZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DI SERVIZI SOCIALI E SOCIOSANITARI
Promozione del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari
LE SFIDE DELLA DOMICILIARITA’ - PROGETTO PROVINCIALE ASSISTENZA DOMICILIARE (con riferimento ai requisiti della DGR 1206/07) Lucio Belloi.
Le cooperative in Lombardia oggi Oltre cooperative in Lombardia cooperative sociali attualmente registrate nell’Albo regionale 2 milioni sono.
L’associazione infermieristica: una risposta libero professionale alle richieste di assistenza dei cittadini Andrea Guandalini Presidente Collegio IPASVI.
Piano di Zona 2006 – 2008 dell‘Ambito del Ciriacese PRIORITA’ E OBIETTIVI STRATEGICI PRIORITA’ E OBIETTIVI STRATEGICI.
“L’AGRICOLTURA SOCIALE:PERCORSI, ESPERIENZE, PROSPETTIVE”
CHE COS'E' L'AMBITO TERRITORIALE SOCIALE?
1 Il regolamento di organizzazione A cura del dott. Arturo Bianco.
Giuseppe Cardamone Federica Soscia Pisa, 11 dicembre 2015.
PROGETTO DI COLLABORAZIONE ‘ABITARE SUPPORTATO: APPARTAMENTI
La programmazione sociale a livello locale Un welfare che crea valore per le persone, le famiglie e la Comunità 24 novembre 2015.
Brevi note sul regolamento comunale a cura del Segretario Generale Lucia Perna.
1 Prospettive ed opportunità dello sviluppo locale: i Progetti Integrati Locali (PIL) Lorenzo Bisogni Fermo – 7 marzo 2016 SERVIZIO AMBIENTE E AGRICOLTURA.
L A S TRATEGIA REGIONALE PER L ’ INCLUSIONE SOCIALE ATTIVA I CANTIERI DI CITTADINANZA IN PUGLIA.
Autovalutazione d’Istituto DPR 28 marzo 2013, n. 80 regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) in materia di istruzione e formazione.
Stato dell’arte sulle attività regionali in materia di ECM Filippo Melita Treviso 11/2/2005.
L’ECM per potenziare il fattore di sviluppo “capitale umano” nella sanità Filippo Palumbo Direttore Generale della Programmazione sanitaria, dei livelli.
L’avvio dell’accreditamento per i servizi sociosanitari: governo del processo, criteri, procedure, standard. Assessorato Politiche per la Salute Assessorato.
Transcript della presentazione:

Fai clic per aggiungere del testo Abitare in autonomia Le politiche regionali sull'abitare supportato Pisa 11 dicembre 2015 Dr.ssa Barbara Trambusti Regione Toscana Settore Politiche per l’integrazione socio sanitaria

Disposizioni normative residenzialità e sostegno all'abitare Nazionali - DPCM 29/11/2001 Definizione dei livelli di assistenza (LEA) - Linee guida nazionali per la Salute Mentale - Conferenza Unificata 20/3/ Piano Nazionale di Azioni per la Salute Mentale (PANSM) - Conferenza Unificata 24/1/ “Le Strutture residenziali psichiatriche” - Conferenza Unificata 17/10/2013 Regione Toscana -DPGR 24 dicembre 2010, n. 61/R Regolamento di attuazione della legge regionale 5 agosto 2009, n. 5 in materia di autorizzazione e accreditamento strutture sanitarie - - Modifiche al Regolamento 61/R (DGR 1069/2015 sost. con DGR OGGI IN GIUNTA) - Piano Sanitario Sociale Integrato Regionale Deliberazione Consiglio regionale n. 91/2014 -“Le strutture residenziali psichiatriche e l'Abitare Supportato-Linee di indirizzo” Deliberazione Giunta regionale n del 9/12/2014

Piano Sanitario Sociale Integrato Regionale : residenzialità e sostegno all'abitare Qualificare gli interventi terapeutico-riabilitativi e sociali nelle strutture residenziali, monitorare e valutare i percorsi di riabilitazione e la qualità della vita all’interno di esse Ridurre il ricorso alla residenzialità e favorire le dimissioni di quei pazienti che hanno riacquistato le capacità relazionali e di autonomia personale necessarie a vivere nella comunità locale Favorire opportunità abitative supportate in cui la persona possa sperimentare percorsi di autonomia sviluppando altresì azioni integrate di mediazione abitativa condotte anche con familiari, gruppi di auto aiuto, associazioni di volontariato Promuovere la diffusione di buone pratiche nei percorsi di autonomia e il sostegno abitativo di tipo domiciliare

Revisione disposizioni in materia di residenzialità Alla luce del documento nazionale approvato in Conferenza Unificata il 17 ottobre 2013: Le strutture residenziali psichiatriche Scelta di predisporre Linee di indirizzo regionali: Le strutture residenziali psichiatriche e l'abitare supportato

“ Le strutture residenziali psichiatriche e l'abitare supportato - Linee di indirizzo e promozione di progettualità con assegnazione di risorse alle Ausl” DGR n°1127/2014 Obiettivi Recepire le indicazioni del documento nazionale “Le strutture residenziali psichiatriche” per promuovere percorsi in ambito residenziale per utenti adulti, strutturati per intensità di trattamento e per programmi e tipologie di intervento Rivedere l'attuale assetto organizzativo delle strutture residenziali per renderlo uniforme ai Livelli essenziali di assistenza (LEA) - Aggiornare le disposizioni regionali in materia di prestazioni residenziali per la salute mentale (DPGR 24 dicembre 2010 n. 61/R “Regolamento di attuazione della L.R. 51/2009 – Norme in materia di qualità e sicurezza delle strutture sanitarie: procedure e requisiti autorizzativi di esercizio e sistemi di accreditamento”) Individuare modalità operative che orientino i DSM verso programmi di sostegno abitativo ispirati al modello di intervento dell'”Abitare Supportato” L'atto deliberativo promuove lo sviluppo di progettualità di Sostegno abitativo ispirati al modello di intervento dell' ”Abitare supportato”

Contrasto all'istituzionalizzazione: Le strutture sono luoghi di supporto alla cura da attraversare temporaneamente per favorire un graduale e duraturo livello di autonomia e un adeguato inserimento sociale dei pazienti Le strutture residenziali non rappresentano soluzioni abitative definitive bensì spazi/luoghi in cui si realizza una parte del progetto terapeutico e socio riabilitativo Percorsi riabilitativi orientati al recovery: aiutare le persone a sviluppare le capacità che le rendano capaci di partecipare pienamente come cittadini alla vita comunitaria, anche supportandoli nei contesti di formazione, lavoro, ricreativi e sociali Il Recovery rappresenta la possibilità di riprendere il controllo sulla propria vita sviluppando le proprie potenzialità con soddisfazione personale, autonomia e responsabilità Aspetti imprescindibili dei percorsi residenziali

Aspetti imprescindibili dei percorsi residenziali Progetto terapeutico riabilitativo individualizzato globale Programma terapeutico riabilitativo individualizzato residenziale

INTENSITA' TERAPEUTICO-RIABILITATIVA e INTENSITA' ASSISTENZIALE 6 tipologie di strutture Dimensioni considerate nella classificazione delle strutture

SRP1 Strutture residenziali psichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere intensivo SRP2 SRP 2-A Strutture residenziali psichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere estensivo ad alta intensita' assistenziale SRP 2-B Strutture residenziali psichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere estensivo a bassa intensita' assistenziale SRP3 Strutture residenziali psichiatriche per interventi socio-riabilitativi: con personale sulle 24 ore SPR3.1 con personale sulle 12 ore SPR3.2 con personale a fasce orarie SPR3.3 6 tipologie di strutture

Formazione Incrementare le competenze professionali necessarie agli operatori per: - conservare ed accrescere l’efficacia e l’efficienza dei percorsi residenziali - ridurre lo stress e il burn out Alcuni criteri essenziali ed irrinunciabili della formazione: - Percorsi formativi Multiprofessionali in grado di garantire l’incremento delle Competenze per la presa in carico da parte dell'équipe e il lavoro di gruppo; - Metodologie di formazione: - orientate a potenziare le competenze di riflessione nello studio del singolo “Caso” - mirate a sviluppare la riflessione sul Sistema di cura in particolare in ambito residenziale (Audit Organizzativo, Ricerca Intervento, Focus Group, Inter e/o Super visione etc) - orientate all’intervento di comunità per l’attivazione delle reti sociali formali (Enti Pubblici, Istituzioni) e informali (Soggetti Sociali, Volontariato, Circoli, luoghi di aggregazione, Famiglie, Gruppi di Auto- mutuo-aiuto).

Percorsi di autonomia abitativa Il buon esito del percorso riabilitativo, svolto anche nelle strutture residenziali, è in larga parte connesso alla possibilità di individuare percorsi di autonomia per la realizzazione di progetti di vita personali.

Abitare supportato: obiettivi delle Linee di indirizzo  Individuare modalità operative che orientino i servizi verso programmi di sostegno abitativo ispirati al modello dell'abitare supportato per valorizzare l'autonomia abitativa L'obiettivo è quello di diffondere tali programmi e rendere le loro caratteristiche più uniformi sui territori

L'abitare supportato: caratteristiche I Progetti sono variegati e personalizzati ma si caratterizzano per elementi comuni : L'esperienza di Abitare Supportato nasce da un accordo esplicito tra utente e équipe del CSM. Tale accordo è parte del Progetto terapeutico-riabilitativo - UTENTE PARTE ATTIVA NELLA PROGRAMMAZIONE E REALIZZAZIONE DEL PERCORSO Le Associazioni possono partecipare a tali percorsi ricoprendo un ruolo importante nella loro implementazione. L'abitare supportato si realizza nell'ambito di normali civili abitazioni, dove l'utente vive da solo o in coabitazione Nell’accordo tra utente e CSM vengono specificate le responsabilità che l'utente assume quali la titolarità del contratto di locazione e/o delle utenze, l'impegno a rispettare un eventuale regolamento di coabitazione, l'eventuale adesione alla progettualità dichiarata dall'Associazione di Utenti il CSM supporta il Progetto attraverso azioni quali: attivazione di un apposito Budget di cura e di ore di assistenza personalizzata; attivazione diretta o indiretta di una concreta mediazione abitativa, per esempio tramite Associazioni di Utenti anche con il supporto della figura del Facilitatore Sociale. Il percorso deve essere monitorato nell'ambito del progetto Terapeutico riabilitativo individualizzato.

L'abitare supportato non è: Non si tratta di un tipo di “Residenzialità leggera”: Non si tratta di strutture residenziali, l’Abitare supportato è un percorso in cui la casa, pur essendo assunta come occasione terapeutico riabilitativa, deve mantenere, a tutti gli effetti, la sua natura di ambiente naturale (non istituzionale). Non si tratta di Programmi Domiciliari Intensivi: Nella Assistenza Domiciliare la domiciliarità rappresenta più il decentramento della prestazione che uno specifico lavoro sulla autonomia abitativa. Non si tratta della ricerca di una soluzione abitativa per la realizzazione del diritto alla casa. Anche se di fatto i percorsi di Abitare Supportato hanno dimostrato un'alta efficacia nel permettere alle persone con problemi di salute mentale di conseguire questo diritto, il progetto di Abitare Supportato rimane a carattere terapeutico. Non si tratta di una modalità di coabitazione realizzata autonomamente da utenti, in questi casi il DSM si limita a “prenderne atto” e normalmente non vi contribuisce con un proprio specifico apporto progettuale.

Sviluppo del modello “Abitare Supportato” Il modello di “Abitare supportato” richiede che il DSM si adoperi per allargare opportunità abitative da poter utilizzare nei singoli progetti, attraverso: Accordi interistituzionali con gli Enti Locali Promozione dell'accesso al libero mercato immobiliare Sensibilizzazione verso i privati che mettono a disposizioni appartamenti per soluzioni di coabitazione solidale Se il progetto prevede forme di coabitazione di più utenti è necessario implementare metodologia di microprogettazione per esaltare le risorse delle persone e promuoverne le competenze cooperative. La coabitazione deve essere considerata una risorsa e non un vincolo, non può ridursi ad un effetto collaterale di mancanza di risorse. Per sfruttare al massimo le opportunità di sviluppo personale ed umano, occorre un'azione strategica che utilizzi il gruppo di convivenza come una risorsa ed opportunità

La Regione nell'anno 2014 ha destinato specifiche risorse per favorire l'attivazione e/o il potenziamento di percorsi di “abitare supportato” promossi dalle Ausl in collaborazione con Enti locali, Associazioni di utenti e familiari e famiglie singole. Le aree che la Regione Toscana ha inteso sviluppare: a) Percorsi di abitare supportato orientati al recovery dei pazienti nell'ambito della presa in carico globale: favorire programmi che rappresentino interventi emancipativi e di sostegno all'autonomia nel setting naturale della casa, orientati a percorsi di recovery, ovvero di riacquisizione del controllo sulla propria vita. Promuovere il ruolo della famiglia quale risorsa potenziale del percorso. b) Qualificazione degli interventi: rafforzare le competenze degli operatori per favorire lo sviluppo di programmi riabilitativi diretti all'empowerment degli utenti e al riconoscimento e valorizzazione delle loro risorse e di quelle della famiglia c) Interventi sul contesto: - promuovere la funzione della rete locale in ordine alla mobilitazione delle risorse dei territori potenziali o espresse, per offrire opportunità di Abitare supportato - favorire la relazione e la collaborazione con Enti locali, Associazioni di familiari e utenti e famiglie singole. Il ruolo delle Associazioni può essere particolarmente valorizzato nella partecipazione alla gestione di esperienze di abitare supportato. Sostegno a progettualità di abitare supportato

Grazie!