STUDIO DI CASI SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole B.2 4 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03.

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STUDIO DI CASI SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole B.2 4 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03

Tipo di Attività: Preparazione di un bagnomaria per il riscaldamento di una soluzione. PRIMO CASO

Luogo: Laboratorio di Chimica Caso: Durante un’esercitazione di laboratorio, come previsto dalla metodica, è stato predisposto dagli studenti un bagnomaria per il riscaldamento di provette. Al termine dell’osservazione, uno studente, incurante delle disposizioni date prima e durante l’esercitazione, afferrò con le mani il bordo del becher. L’alta temperatura fece si che lo studente, non resistendo al calore, facesse rovinosamente cadere il becher. Conseguenze: Infortunio di due alunni, uno per lieve ustione, l’altro per lacerazione lieve a seguito della rimozione dei frammenti di vetro. Cortocircuito che provocò l’interruzione temporanea della tensione. Danni Fisici e materiali: Gli alunni riportarono lievi danni fisici, guaribili in un paio di giorni. I danni materiali furono la rottura del becher e della piastra riscaldante, quest’ultima dovuta al cortocircuito generatosi dal versamento dell’acqua contenuta nel becher e da una piccolissima lacerazione dell’isolamento del cavo di alimentazione.

Analisi del caso Prima: I docenti avevano in-formato gli alunni sui rischi derivanti dall’uso contemporaneo di più utenze, ma non avevano provveduto alla verifica dell’efficienza del cavo di alimentazione della piastra. La lacerazione del cavo non era facilmente individuabile. Era stato indicato agli alunni dove trovare i presidi per il primo soccorso. Erano a disposizione tutte le attrezzature necessarie a maneggiare l’ impianto o parti di esso (guanti, pinze, sostegni e supporti in sughero, ecc.)

Dopo: Tempestivamente venne tolta la tensione dal quadro generale del laboratorio per assicurarsi che non vi fossero ulteriori sviluppi e furono fatti uscire dal laboratorio gli alunni. Venne verificato dai docenti che non vi fossero reazioni chimiche in corso. L’ assistente tecnico (formato in materia di Prevenzione Incendi e Primo soccorso) verificò la presenza di infortunati (scottatura da calore), ed effettuò la relativa medicazione. Un docente, cessata la situazione d’emergenza, permise agli alunni di rientrare in laboratorio e si occupò della bonifica dell’area interessata. Un alunno nell’intento di aiutare in tale operazione si infortunò lievemente (lacerazione con vetro). Immediatamente fu sottoposto a medicazione.

Note 1.Sensibilizzare maggiormente gli alunni sui rischi specifici dell’esperimento che si sta per cominciare. 2.In-formare gli alunni sui possibili rischi e misure da attuare per prevenirli. 3.Verificare con periodicità l’efficienza delle attrezzature, possibilmente predisponendo un registro dei controlli e comunque al termine di ogni esercitazione.

Altri casi Una addetta alle pulizie di una scuola stava effettuando le operazioni di sanificazione dei servizi igienici utilizzando un prodotto anticalcare a base di acido fosforico. Non soddisfatta del risultato ha versato sul sanitario da pulire un altro prodotto a base di ipoclorito di sodio e ha sciacquato con acqua calda. Immediatamente si sono sviluppati vapori tossici che, inalati dalla dipendente, le hanno provocato una polmonite chimica da inalazione di vapori di cloro con ricovero per 15 giorni. SECONDO CASO

Una addetta alle pulizie, dipendente di una scuola da molto tempo, si accingeva a lavare i pavimenti con un prodotto a base di ipoclorito di sodio. Per diluire il prodotto ha impiegato il secchio dove precedentemente aveva versato un prodotto anticalcare, senza prima risciacquarlo. L’aggiunta di acqua calda ha sviluppato vapori di cloro che, inalati, hanno causato alla lavoratrice la crisi respiratoria, rendendo necessario il ricovero per 5 giorni. TERZO CASO