IL DOPOGUERRA IN ITALIA E L’ASCESA DEL FASCISMO

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IL DOPOGUERRA IN ITALIA E L’ASCESA DEL FASCISMO
IL REGIME FASCISTA © Pearson Italia spa.
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IL DOPOGUERRA IN ITALIA E L’ASCESA DEL FASCISMO © Pearson Italia spa

UNA DIFFICILE SITUAZIONE ECONOMICA SPESE DI GUERRA % PIL DEBITO PUBBLICO % PIL 1914 5,9 73 1915 18,3 80 1916 27,3 82 1917 33,1 96 1918 99 1919 24,8 136 1920 17,0 160 RICONVERSIONE DALL’INDUSTRIA DI GUERRA ALL’INDUSTRIA DI PACE INFLAZIONE disoccupazione Dopoguerra italiano e ascesa del fascismo © Pearson Italia spa

L’EMIGRAZIONE ITALIANA L’EMIGRAZIONE ITALIANA medie annue in migliaia di persone VERSO L’EUROPA VERSO L’AMERICA TOTALE 1870 - 1880 91 15 118 1881 - 1890 93 94 188 1891 - 1900 129 154 283 1901 - 1910 251 349 603 1911 - 1913 289 405 706 © Bettmann/Corbis © Bettmann/Corbis Dopoguerra italiano e ascesa del fascismo © Pearson Italia spa

MITO DELLA VITTORIA MUTILATA ingresso in guerra al fianco dell’Intesa PRIMA GUERRA MONDIALE 1914 neutralità italiana 1915 Patto di Londra promessa all’Italia di compensi territoriali (Trentino, Tirolo meridionale, Venezia Giulia, Istria e altri) 1919 Trattati di pace di Versailles MITO DELLA VITTORIA MUTILATA insoddisfazione italiana Dopoguerra italiano e ascesa del fascismo © Pearson Italia spa

IL BIENNIO ROSSO BIENNIO ROSSO 1919-1920 crisi economica e sociale del primo dopoguerra ciclo di lotte sociali e sindacali BIENNIO ROSSO 1919-1920 suggestioni rivoluzionarie conquiste sociali OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE "noi faremo come la Russia" FABBRICHE riduzione giornata lavorativa a 8 ore e aumenti salariali CAMPAGNE “imponibile di manodopera” SUD redistribuzione delle terre incolte occupate Dopoguerra italiano e ascesa del fascismo © Pearson Italia spa

L’ULTIMO GIOLITTI: IL COMPROMESSO IMPOSSIBILE dopoguerra CRISI ECONOMICA CONFLITTUALITÀ SINDACALE E POLITICA Mito bolscevico Riconversione industriale Inflazione Disoccupazione Biennio rosso non risponde alle paure dei ceti borghesi che temono la rivoluzione comunista Giolitti sostiene la neutralità dello Stato nel conflitto fra capitale e lavoro non persegue una decisa politica riformista a favore delle classi lavoratrici Dopoguerra italiano e ascesa del fascismo © Pearson Italia spa

LE ORIGINI DEL FASCISMO «Noi ci permettiamo di essere aristocratici e democratici, conservatori e progressisti, reazionari e rivoluzionari, legalisti e illegalisti, a seconda delle circostanze di tempo, di luogo e di ambiente…» B. Mussolini PROGRAMMA DI SAN SEPOLCRO (base ideologico-programmatica dei Fasci di Combattimento, 1919) istanze democratiche e socialisteggianti istanze nazionaliste e reazionarie tassazione proporzionale del reddito diritto di voto per donne e diciottenni legge elettorale proporzionale repubblica antibolscevismo nazionalismo reducismo Dopoguerra italiano e ascesa del fascismo © Pearson Italia spa

G. Matteotti, intervento parlamentare 10 marzo 1921 IL FASCISMO AGRARIO G. Matteotti, intervento parlamentare 10 marzo 1921 «Mentre i galantuomini sono nelle loro case a dormire, arrivano i camion di fascisti nei paeselli, nelle campagne, nelle frazioni composte di poche centinaia di abitanti; arrivano accompagnati naturalmente dai capi dell’agraria locale, sempre guidati da essi, perché altrimenti non sarebbe possibile conoscere nell’oscurità in mezzo alla campagna sperduta la casetta del capolega o il povero miserello ufficio di collocamento, si presentano davanti alla casetta e si sente l’ordine: "Circondate la casa!“ Sono venti, sono cento persone armate di fucili e rivoltelle. Si chiama il capolega e gli si intima di scendere; se il capolega non discende, gli si dice: "Se non scendi ti bruciamo la casa, tua moglie e i tuoi figlioli". Il capolega discende: se apre la porta lo pigliano, lo legano, lo portano sul camion, gli fanno passare le torture più inenarrabili, fingendo di ammazzarlo, di annegarlo, poi lo abbandonano in mezzo alla campagna, nudo, legato a un albero. Se il capolega è uomo di fegato e non apre e adopera le armi per la sua difesa, allora è l’assassinio immediato che si consuma nel cuore della notte. Cento contro uno. Questo è il sistema nel Polesine.» Dopoguerra italiano e ascesa del fascismo © Pearson Italia spa

LA CRESCITA DEL FASCISMO 1919 1922 Primavera 1919 Estate 1920 Autunno 1920 Elezioni maggio 1921 Primavera 1921 Estate 1921 Novembre 1921-Ottobre 1922: Fondazione PNF squadrismo urbano di matrice futurista e arditista azioni isolate contro obiettivi simbolici del socialismo sviluppo dello squadrismo agrario l’epicentro è Bologna, capitale simbolica e politica del socialismo forte crescita numerica dello squadrismo e delle violenze si passa dalle spedizioni punitive locali ad azioni a più ampio raggio scarsa o nulla reazione dello stato debolissima resistenza dei socialisti completa distruzione delle organizzazioni "rosse" e violenza anche contro quelle "bianche" squadrismo come movimento di massa occupazione militare dei centri urbani (Ferrara, Ravenna, Bolzano, Trento) marcia su Roma Dopoguerra italiano e ascesa del fascismo © Pearson Italia spa

DAI FASCI AL PNF Marzo 1919 FASCI DI COMBATTIMENTO squadrismo arditi nazionalisti antibolscevichi socialisti-rivoluzionari squadrismo novembre 1921 PARTITO NAZIONALE FASCISTA programma nazionalista e conservatore accreditamento come interlocutore affidabile presso le classi dirigenti controllare e disciplinare il fascismo "intransigente" che mette in discussione la leadership di Mussolini Dopoguerra italiano e ascesa del fascismo © Pearson Italia spa

IL DISCORSO DEL BIVACCO 30 ottobre IL RE INCARICA MUSSOLINI DI FORMARE IL GOVERNO 28 ottobre MARCIA SU ROMA 16 novembre DISCORSO DEL BIVACCO «Mi sono rifiutato di stravincere e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non vi abbandona dopo la vittoria. Con 300.000 giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti a un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli; potevo sprangare il Parlamento e costruire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo; ma non ho, almeno in questo primo tempo voluto. […] Ho costituito un governo di coalizione e non già con l’intento di avere una maggioranza parlamentare, della quale oggi posso fare benissimo a meno, ma per raccogliere in aiuto della nazione boccheggiante quanti, al di sopra delle sfumature dei partiti, la stessa nazione vogliono salvare. Io non voglio, finché mi sarà possibile, governare contro la Camera; ma la Camera deve sentire la sua particolare posizione che la rende passibile di scioglimento fra due giorni o fra due anni.» B. Mussolini Dopoguerra italiano e ascesa del fascismo © Pearson Italia spa