La punteggiatura.

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La punteggiatura

Al top del videogioco Se l’apprendimento della lingua fosse un videogioco a più livelli, la sarebbe all’ultimo livello, quello che porta alla consapevolezza piena della propria lingua. Livello 1 – lessico Livello 2 – morfologia Livello 3 – sintassi (con, al comando, la punteggiatura)

Usare le parole Usare le parole è come prendere un aereo per arrivare da una destinazione all’altra. La sintassi, però, è la cabina di comando. È la macchina (l’aereo), più l’estro e la tecnica dell’uomo. Cambi di marcia, rapide accelerazioni, rallentamenti; tutte manovre legate al movimento della cloche – la barra di comando – che, nella scrittura, è rappresentata proprio dalla punteggiatura. (Francesca Serafini, Questo è il punto, Editori Laterza)

Pause, ma non per riprender fiato. I segni di punteggiatura segnano delle pause, ma non quelle che fa chi legge ad alta voce. Servono, invece, a indicare pause logiche, cioè la divisione fra le parti della frase, le divisioni fra le frasi, e il modo in cui il lettore dovrà interpretare quelle frasi. Quindi, se anche siete bravi a scegliere il lessico, ma non siete bravi a costruire le frasi con la punteggiatura, rischiate ugualmente di non farvi capire. Più che pause, quindi, sono demarcazioni logiche. Gli effetti di espressione e ritmo non servono a niente, se la punteggiatura è errata. Da ciò si deduce l’importanza della punteggiatura sopra tutto il resto.

Per un punto, Martin perse la cappa PORTA PATENS ESTO. NULLI CLAUDATUR HONESTO (La porta rimanga aperta. Non sia chiusa a nessun uomo onesto) E invece Martino scrisse: PORTA PATENS ESTO NULLI. CLAUDATUR HONESTO (La porta non sia aperta a nessuno. Sia chiusa all’uomo onesto)

Mario è arrivato, Paolo Mario, è arrivato Paolo. I ladri uscirono di corsa; sparando un poliziotto li rincorse. I ladri uscirono di corsa sparando; un poliziotto li rincorse. Una donna, senza l’uomo, è nulla Una donna: senza, l’uomo è nulla

La virgola Ha un ruolo fondamentale, perché può cambiare fortemente il senso logico della frase. 1. Non deve mai separare parole legate da uno stretto nesso sintattico: quindi, non si mette: Tra soggetto e predicato Tra predicato e suoi complementi Tra predicato e subordinate dirette (soggettive, oggettive, dichiarative). Es.: La teoria che vede nella lingua cortigiana lo strumento più adatto a superare la frammentazione linguistica dell’Italia comprende in realtà posizioni molto diverse. NO: La Divina commedia di Dante Alighieri, è un poema didattico - allegorico

Sempre la virgola È ammessa con riserva se il gruppo del soggetto è ampio e comprende frasi subordinate che lo allontanano molto dal suo predicato. Es. Le occhiate d’intesa, i cenni confidenziali che fratello e sorella mi indirizzavano ogni qualvolta ci incontravamo nei pressi del Guarini, non alludevano che a questo, lo sapevo bene.

Poi, la virgola… È necessaria per separare un nome dall’apposizione che lo segue: Es.: E’ morto Gabriel Garcia Marquez, scrittore e premio Nobel. Se la subordinata è esplicita, ne rafforza il valore: Es.: Sarò contenta quando ci vedremo Sarò contenta, quando ci vedremo È necessaria per aprire e chiudere un inciso: Es.: La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali.

Prima del pronome relativo ci vuole la virgola? I ragazzi di III B che non partecipano alla gita andranno regolarmente a scuola. I ragazzi di III B, che non partecipano alla gita ,andranno regolarmente a scuola. Non frequento i compagni di scuola che mi sembrano antipatici. Non frequento i compagni di scuola, che mi sembrano antipatici.

Prima della “e” ci vuole la virgola? La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. …Il pensiero che don Rodrigo tornerebbe glorioso e trionfante, e arrabbiato. Parlava più che mai nel suo solito stile, e sogghignava.

Quindi, la virgola si usa… Come interruzione debole: negli elenchi Per collegare due o più frasi Prima di un’apposizione Prima di (ed eventualmente dopo) un vocativo Negli incisi (tutti) Per collegare varie subordinate alla reggente: Relative Temporali Concessive Ipotetiche

E la virgola non si usa… Tra soggetto e predicato Tra predicato e complemento oggetto Tra verbo essere (con valore di copula)e il suo aggettivo o nome Tra un nome e il suo aggettivo Prima di quasi tutti i complementi introdotti dalle preposizioni Prima di una frase relativa che precisa e completa il significato dell’elemento cui si riferisce Se c’è un inciso, le virgole sono facoltative, ma se ne metti una, devi mettere anche la seconda. (Es.: Vi abbiamo già detto del resto che cosa sarebbe gusto fare/ Vi abbiamo già detto ,del resto, che cosa sarebbe gusto fare/

Punto e virgola È molto raro. Si usa quando, tra due frasi, c’è un’interruzione forte sul piano della forma (le frasi sono autonome e separate), ma non sul piano del contenuto. Ciò che viene detto dopo il punto e virgola è fortemente legato a ciò che è stato detto prima, ma non tanto da essere separato con un punto. Es.: Nina e Luciana si conoscevano da sempre, e insieme, dall’inizio, conoscevano l’odore della terra, la voce dei fossi e il fresco dei magazzini degli attrezzi ; la bruschetta fragrante, cotta sulle braci del focolare e strofinata con aglio e olio; i sentieri nascosti; l’intero e mutevole universo di minuscoli animali e piante e fiori di campo che dialogavano con la luce, la poggia e l’aria.

I due punti È un’interruzione forte e se ne mette solo una: Per spiegare Per dimostrare Per indicare le conseguenze Per arricchire di particolari Per introdurre un elenco Per introdurre un discorso diretto

Paragrafi, capoversi e superpunti Punteggiatura bianca: si scrive anche con lo spazio. Serve a spiegare la struttura del testo, l’equilibrio fra le parti o lo sbilanciamento. Aiuta il lettore a seguire il discorso. Dà risalto alle informazioni e indica la pista da seguire, come per la poesia.

Il capoverso È la porzione di testo che formiamo andando a capo dopo un punto. Il punto già segna la chiusura della frase e quindi un’interruzione forte sul piano del contenuto; questa interruzione può essere amplificata distanziando maggiormente la frase successiva con un a capo. Si parla di superpunto. Indica infatti una pausa più forte del solito: non tra una frase e l’altra, ma tra due blocchi di frasi.

Il paragrafo È ciascuna delle parti in cui è suddiviso il capitolo. Di solito è preceduto da un titolo, oppure distanziato con una riga di spazio dal testo precedente. È la porzione di testo che svolge in modo completo ognuno degli argomenti di cui si compone i tema centrale (ogni gradino o punto della scaletta). La divisione dei paragrafi deve corrispondere, quindi, all’architettura concettuale del testo e segue l’articolazione e le gerarchie del contenuto. È prezioso nel testo argomentativo, in cui il ragionamento deve procedere in modo graduale e rigoroso (ogni squilibro viene notato ed è un vizio).