La struttura della frase latina: L’ordine delle parole (Ordo verborum) Annamaria De Simone
L’ordine delle parole nella frase latina Considera la seguente frase latina: Servorum magna turba Romanorum praedia colebat In italiano significa: La grande massa degli schiavi coltivava i fondi dei Romani Annamaria De Simone
L’ordine delle parole nella frase latina Servorum magna turba Romanorum praedia colebat La grande massa degli schiavi coltivava i fondi dei Romani Se traducessimo questa frase rispettando l’ordine che le parole hanno in latino, si avrebbe: Degli schiavi la grande massa dei Romani i fondi coltivava Annamaria De Simone
L’ordine delle parole nella frase latina Servorum3 magna1 turba2 Romanorum6 praedia5 colebat4 La grande1 massa2 degli schiavi3 coltivava4 i fondi5 dei Romani6 Come puoi vedere l’ordine delle parole (ordo verborum) più tipico è decisamente diverso tra l’italiano e il latino…. Annamaria De Simone
Parentesi: metodo di traduzione Ecco perché è decisamente sconsigliabile tradurre nel modo a prima vista più facile, ossia…. PAROLA PER PAROLA… …seguendo l’ordine delle parole latine. E’ proprio così che per Servorum magna turba Romanorum praedia colebat si ottengono “risultati grandiosi” come Degli schiavi la grande massa dei Romani i fondi coltivava al posto della traduzione corretta La grande massa degli schiavi coltivava i fondi dei Romani Annamaria De Simone
Parentesi: metodo di traduzione Un metodo di traduzione del latino efficace richiede invece PRIMA DELLA TRADUZIONE: l’analisi grammaticale del verbo (che persona, se singolare o plurale) e… …l’analisi logica delle parole (che declinazione e che caso)… …per capire (attraverso l’analisi del verbo e dei nominativi) quale può essere il soggetto, e (attraverso l’analisi dei casi) che funzione svolgono nella frase tutte le altre parole (è genitivo, quindi è compl. di specificazione; è dativo, quindi è compl. di termine, etc.). Dunque: prima ANALISI di verbi e parole Solo dopo RICERCA sul vocabolario e TRADUZIONE Su questo arg. scarica il mio doc Metodo di traduzione del latino Annamaria De Simone
L’ordine delle parole nella frase latina Tornando alla disposizione delle parole in latino… Alcuni parlano di costruzione diretta per la costruzione più tipica della frase in italiano… …E di costruzione inversa per la frase in latino… In realtà tra le due lingue non c’è una precisa inversione di costruzione, del tipo 1 2 3 4 / 4 3 2 1… Annamaria De Simone
L’ordine delle parole nella frase latina L’ordine delle parole in latino (più libero che in italiano) presentava di norma queste caratteristiche: Miles gladio hostem necat cioè: Soggetto--compl.Indiretto--compl.Oggetto--Verbo Mentre l’italiano (e già il latino volgare) preferisce l’ordine diretto: Il soldato uccide il nemico con la spada cioè: Soggetto--Verbo--compl.Oggetto--compl.Indiretto Annamaria De Simone
Flessibilità versus Rigidità E’ corretto dire che in latino le parole possono essere disposte in modo più LIBERO e FLESSIBILE, mentre in italiano la loro posizione all’interno delle frase è più RIGIDA e VINCOLATA. Questo perché: in LATINO la funzione logica (ossia il complemento) degli elementi nominali è indicata senza possibilità di equivoci dal CASO Mentre in ITALIANO la funzione logica è indicata dalla POSIZIONE delle parole nella frase e dalle PREPOSIZIONI che introducono i diversi complementi (di, a, da, in, con…); ad es. (in italiano) la posizione iniziale della parola la identifica quasi sempre come soggetto, mentre il complemento oggetto di solito segue il verbo Annamaria De Simone
Flessibilità versus Rigidità Quindi, mentre in italiano la posizione delle parole nella frase è fondamentale per determinarne la funzione logica, in latino il loro ordine non è soggetto a norme particolari (vedi l’esempio “il cane morde l’osso”). Il latino, dunque, non ha norme rigide, ma tendenze sì (e sono diverse dall’italiano) Conoscerle ci può aiutare in quel lavoro di ANALISI che, come abbiamo visto, deve precedere la TRADUZIONE Annamaria De Simone
L’ordine delle parole: 5 regole pratiche fondamentali Annamaria De Simone
L’ordine delle parole: 5 regole pratiche fondamentali In estrema sintesi IN LATINO: SOGGETTO ALL’INIZIO DELLA FRASE IN MEZZO I VARI COMPLEMENTI VERBO ALLA FINE Vediamo le regole pratiche nel dettaglio: IL SOGGETTO A VOLTE E’ ALL’INIZIO DELLA FRASE (ma spesso non è così) Caesar ad castra venit Cesare è giunto all’accampamento Avia domi est La nonna è a casa Annamaria De Simone
L’ordine delle parole: 5 regole pratiche fondamentali IL VERBO QUASI SEMPRE E’ ALLA FINE DELLA FRASE Domina severa erat La padrona era severa Canis os mordet Il cane morde l’osso IL COMPLEMENTO OGGETTO DI SOLITO SI TROVA DOPO IL SOGGETTO E SUBITO PRIMA DEL VERBO Cloelia patriam liberavit Clelia liberò la patria Domina ancillae modestiam laudat La padrona loda la modestia dell’ancella Annamaria De Simone
L’ordine delle parole: 5 regole pratiche fondamentali IL COMPL. DI SPECIFICAZIONE (GENITIVO) MOLTO SPESSO PRECEDE IL NOME CUI SI RIFERISCE Formae gloria fluxa est La gloria della bellezza è fugace Siciliae ora amoena est La costa della Sicilia è amena SE IL NOME CHE REGGE IL GENITIVO E’ ACCOMPAGNATO DA UN AGGETTIVO O DA UNA PREPOSIZIONE, IL GENITIVO SI TROVA IN MEZZO, TRA L’AGGETTIVO/PREPOSIZIONE E IL NOME Magna piratarum audacia nota est E’ nota la grande audacia dei pirati In deorum aris coronae sunt Sugli altari degli dei ci sono corone Annamaria De Simone
L’ordine delle parole: altre regole pratiche Annamaria De Simone
L’ordine delle parole: altre regole pratiche /1 IL DATIVO DI TERMINE SOLITAMENTE PRECEDE IL GRUPPO FORMATO DA COMPL. OGGETTO + PREDICATO Valerius Marco victoriam suam nuntiavit Valerio annunciò la sua vittoria a Marco L’AGGETTIVO TENDE A PRECEDERE IL NOME CUI SI RIFERISCE QUANDO INDICA UNA QUALITA’ DA UN PUNTO DI VISTA SOGGETTIVO Firma amicitia Amicizia salda Secura vita Vita tranquilla L’AGGETTIVO TENDE INVECE A SEGUIRE IL NOME QUANDO NE INDICA UNA CARATTERISTICA OGGETTIVA Ripa dextra Riva destra Luna plena Luna piena Annamaria De Simone
L’ordine delle parole: altre regole pratiche /2 L’AGGETTIVO POSSESSIVO DI SOLITO SEGUE IL NOME CUI SI RIFERISCE Amicum tuum vidi Ho visto il tuo amico NEI PREDICATI NOMINALI, LA PARTE NOMINALE DI SOLITO PRECEDE IL VERBO ESSE Sicilia insula est La Sicilia è un’isola LA NEGAZIONE, SIA QUANDO E’ ESPRESSA DA AVVERBIO CHE DA PRONOME, PRECEDE IL VERBO Marci amicum non vidi Non ho visto l’amico di Marco In foro neminem vidi In piazza non ho visto nessuno LA PAROLA CHE NE DETERMINA UN’ALTRA GENERALMENTE LA PRECEDE Fabi avum vidi Ho visto il nonno di Fabio Annamaria De Simone
L’ordine delle parole: altre regole pratiche /3 IL PRONOME RIFLESSIVO “SE” DI SOLITO E’ SEPARATO DAL PREDICATO PER MEZZO DI COMPLEMENTI Marcus se in forum contulit Marco si ritirò nella piazza L’AVVERBIO PRECEDE IMMEDIATAMENTE LA PAROLA CUI SI RIFERISCE Puella pupam valde desiderabat * Leggi la nota La bambina desiderava molto una bambola L’APPOSIZIONE SEGUE IL NOME CUI SI RIFERISCE, TRANNE CHE CON I TERMINI GEOGRAFICI E CON REX E IMPERATOR (quest’ultimo solo se significa imperatore e non comandante) Horatius poeta (Il poeta Orazio) Cicero consul (Il console Cicerone) Scipio imperator (Il comandante Scipione) Imperator Traianus (L’imperatore Traiano) Se l’avverbio si trova all’inizio della proposizione, il suo valore riguarda l’intera frase: Facile nostri Gallos fugaverunt Con facilità i nostri misero in fuga i Galli Annamaria De Simone
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Approfondimento di Linguistica generale Annamaria De Simone
Linguistica generale Un criterio per classificare le lingue dal punto di vista sintattico è quello dell’ordine degli elementi principali della frase (Soggetto, Verbo, complemento Oggetto). A livello teorico sono possibili 6 combinazioni: SOV, SVO, OVS, OSV, VSO, VOS. Nelle lingue del mondo l’ordine SOV è il più frequente; SVO è il secondo per frequenza. VSO è il terzo e VOS il quarto. OVS è raro e OSV rarissimo. La maggior parte delle lingue europee, e anche l’italiano, ha ordine SVO; il latino, invece, era SOV. Oggi sono SOV, fra le altre, il turco e l’ungherese. Annamaria De Simone
Linguistica generale Un ordine delle parole tendenzialmente libero hanno quelle lingue con morfologia flessiva (ossia che hanno le declinazioni). Ad esempio, confrontiamo il latino e l’italiano con le due identiche frasi elementari canis os mordet e il cane morde l’osso. In latino l’inversione o lo spostamento degli elementi della frase non provoca alcuna modifica del significato: os canis mordet mordet os canis, ecc. sono tutte frasi con lo stesso significato = il cane morde l’osso; nella frase italiana, invece, l’unico spostamento possibile nell’ordine delle parole “il cane”, “morde” e “l’osso”, produce un significato completamente diverso dal precedente (l’osso morde il cane). Annamaria De Simone
Linguistica generale Ciò conduce a una considerazione di carattere storico: all’indebolimento della struttura flessiva (ossia la scomparsa delle declinazioni) che spesso segna il passaggio da uno stadio linguistico all’altro (ad esempio il passaggio latino > italiano) corrisponde un progressivo irrigidimento nell’ordine delle parole… …Proprio come è avvenuto in italiano, che di norma rispetta l’ordine SOGGETTO-VERBO-OGGETTO * * vedi nota L’ordine diretto delle parole (S.V.O.) in realtà in italiano è entrato nell’uso soltanto di recente (dall’Otto-Novecento). Per secoli l’imitazione dello stile latineggiante-boccacciano ha fatto utilizzare (nella prosa letteraria, non certo nel parlato e nelle scritture private) periodi lunghi e difficili da leggere, ricchi di subordinate e di inversioni. Per fare un esempio, ecco un brano tratto dalle Prose della volgar lingua di Pietro Bembo (1525): Chiama - rispose mio fratello - cortigiana lingua quella della romana corte il nostro Calmeta, e dice che, per ciò che facendosi in Italia menzione di corte ognuno dee credere che di quella di Roma si ragioni, come tra tutte primiera, lingua cortigiana esso vuole che sia quella che s’usa in Roma, non mica da’ Romani uomini, ma da quelli della corte che in Roma fanno dimora. Se riscrivessimo il brano con una sintassi moderna e adattando anche un po’ il lessico, ecco come potrebbe leggersi oggi: Il nostro Calmeta chiama cortigiana la lingua della corte di Roma. Dice infatti che, quando in Italia si parla [facendosi menzione] di una corte, bisogna credere che si parli di quella di Roma, che è la prima [primiera] fra tutte. Perciò, Calmeta vuole che sia considerata lingua cortigiana quella che si usa a Roma: ma, attenzione, non quella che usano i romani, ma quella che usano coloro che vivono [fanno dimora] a corte. Come si vede, dunque, la sintassi è molto cambiata nel giro di qualche secolo, subendo un deciso alleggerimento e una disposizione più fluida degli elementi della frase. Oggi infatti scegliamo periodi brevi e con un ordine lineare delle parole (generalmente Soggetto-Verbo-Complemento Oggetto), con poche subordinate e di lettura scorrevole. Annamaria De Simone
Linguistica generale In generale nelle lingue del mondo prevalgono gli ordini delle parole in cui il soggetto precede il complemento oggetto. Questo avviene per vari motivi: (i) innanzitutto, di norma il soggetto è il tema, e il tema per un principio iconico viene prima del rema; (ii) poi, per una questione di priorità logica, il soggetto deve venire prima dell’oggetto; (iii) infine, l’oggetto e il verbo debbono essere contigui, in quanto stanno in una stretta relazione sintattico-semantica. SOV e SVO obbediscono a tutti e tre questi principi, VSO solo ai primi due, VOS e OVS violano (i) e (ii), e OSV viola tutti e tre. Annamaria De Simone
Linguistica generale La posizione del complemento oggetto rispetto al verbo è un importante parametro, al quale di solito si accompagnano altri fatti linguistici. Annamaria De Simone
Linguistica generale Se in una lingua il complemento oggetto è posto dopo il verbo, SVO (come in italiano), allora tendenzialmente si avranno anche l’aggettivo dopo il nome, l’avverbio dopo il verbo, il possessivo prima del nome, ecc. All’inverso, le lingue a ordine SOV (come il latino) hanno l’aggettivo prima del nome cui si riferisce, l’avverbio prima del verbo, il possessivo dopo il nome, ecc. Si tratta solo di una tendenza, per quanto consistente. Da ricordare che tutte le lingue presentano un certo grado di incoerenza. Annamaria De Simone
FINE Annamaria De Simone