Pianto antico (Giosuè Carducci).
né il sol più ti rallegra POESIA. L'albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno da' bei vermigli fior, nel muto orto solingo rinverdì tutto or ora e giugno lo ristora di luce e di calor. Tu fior de la mia pianta percossa e inaridita, tu de l'inutil vita estremo unico fior, sei ne la terra fredda sei ne la terra negra, né il sol più ti rallegra né ti risveglia amor. PARAFRASI. L'albero a cui tendevi la tua piccola mano, il verde melograno dai bei fiori rossi, è da poco completamente germogliato nel silenzioso orto solitario rinforzato dal calore di giugno con la sua luce e il suo calore. Tu fiore della mia pianta inaridita e sofferente, tu unico figlio della mia vita, sei sepolto nella terra fredda sei sepolto nella terra nera ormai il sole non ti rallegra più né ti può più risvegliare il mio amore.
Giuseppe Carducci (1835-1907) Carducci, Giosué nasce a Lucca il 27 maggio 1835 e muore a Bologna il 16 febbraio 1907. Fu definito " Vate della Terza Italia» per la sua concezione eroica della poesia e per il prestigio nazionale e ufficiale che gli fu riconosciuto dopo l'unità. Fu il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1906. Vate= Carducci venne considerato tale per il suo passato da patriota e per la forza e l'energia della sua poesia che glorificava personaggi del Risorgimento.
Commento. Il poeta Giosuè Carducci in questa poesia esprime il dolore profondo che prova per il figlio morto. Nella prima strofa racconta di quando il figlio era vivo e allungava la sua piccola mano sull'albero per raccogliere il melograno con i suoi fiori rosso vivo. Nella seconda strofa, invece, narra del silenzioso orto solitario dove tutto è fiorito e che il mese di giugno offre, con la luce e il colore del sole, nutrimento per le piante. Il poeta nella terza strofa, si paragona ad una pianta inutile, che è percossa e senza acqua perché ormai il suo unico fiore è morto e non potrà più ricrescere. Invece, nell'ultima strofa, il poeta pensa alle condizioni di suo figlio che si trova sotto la terra scura e fredda dove il sole non lo può rallegrare e dove non può provare più sentimenti d'amore.
Commento personale. La poesia è dedicata al figlio Dante morto di tifo a tre anni. Già il titolo di questa breve poesia ci dà l’esatta percezione del periodo storico e degli sviluppi della poetica dell’autore, il pianto del padre è antico come il dolore che gli uomini di tutti i tempi hanno provato di fronte alla morte, soprattutto alla morte di un figlio e secondo noi antico anche nel senso di profondo.
Abbiamo deciso di mettere questa immagine per rappresentare la poesia perché emerge dal passato anche la figura del melograno, antico simbolo di fertilità, di rinascita e resurrezione, così incontrasto con la morte.