SOSTEGNO A DISTANZA NIGERIA 2011
Carissimi amici, Abbiamo pensato di inviarvi la relazione annuale in questo formato per poter privilegiare le immagini. Spero di riuscire a trasmettere attraverso questa scelta di fotografie e testi il lavoro che stiamo svolgendo e comunicarvi la nostra gratitudine per il vostro costante e generoso sostegno. Prima di addentrarmi nei singoli progetti del sostegno a distanza vorrei aggiornarvi sulla situazione generale della Nigeria. Ad Aprile abbiamo avuto l’elezione del governo federale, la situazione era tesa e per varie settimane abbiamo dovuto chiudere scuole ed uffici per motivi di sicurezza. Il 2011 è stato un anno travagliato e pieno di tensione specialmente nel Nord della Nigeria che è stato teatro di frequenti attentati da parte del gruppo islamico Boko Haram. Quest’ultimo vuole imporre la legge della Shari’a negli stati federali del Nord della Nigeria. Tutt’ora la situazione è tesa a causa dell’escalation di violenza per gli scontri etnico/religiosi sopratutto negli stati del Nord.
MAPPA DELLA NIGERIA DIVISA IN STATI
Ai primi di gennaio c’è stato uno sciopero generale, a causa dell’aumento della benzina che ha paralizzato tutta la nazione per due settimane causando, oltre che disagi, alcuni morti negli scontri tra polizia e manifestanti. La situazione più difficile e complessa è quella delle nostre scuole di S.Monica e Kona nello stato di Taraba nel Nord della Nigeria. Nel mese di luglio il villaggio di Kona è stato teatro dello scontro tra due tribù autoctone che fino ad allora avevano vissuto insieme ed in pace. Suor Caterina e le altre suore si sono trasferite nella città di Jalingo portando con sè alcuni bambini che rischiavano di diventare vittime dell’odio tribale. C’è stata molta paura ed alcune vittime, ma grazie all’intervento del vescovo di Jos Ignatius Kaigama e del capo villaggio, la guerra è stata sedata. Il Taraba State è stato scenario di alcuni attacchi degli estremisti islamici ed ogni giorno cresce la paura e l’incertezza della popolazione, specialmente la minoranza cristiana.
Prima di iniziare il nostro viaggio attraverso immagini e testimonianze vorrei darvi alcuni numeri del nostro lavoro. Avsi 2011: Bambini sostenuti direttamente: 1.320 Famigliari sostenuti indirettamente:9.800 Accesso alla scuola : 1098 Pasti serviti ai bambini annualmente:289.020 Servizio sanitario: 1033 bambini Materiale scolastico fornito a: 1150 bambini Libri scolastici forniti a : 1150 bambini Attività ricreative per:1.222 bambini Kit sanitari:59 Counseling e visite domiciliari: 3.840 visite Interventi vari: 15 famiglie
Le aree dove operiamo in Lagos State:
Le aree dove operiamo in Taraba State:
St.Kizito Clinic Centro Nutrizionale La clinica di St.Kizito, gestita da Avsi, opera da più di vent’anni in Nigeria. La clinica opera come Primary Health Care cioè come poliambulatori. Una dell’attività svolte dalla clinica è il centro nutrizionale dove sono riferiti e curati bambini malnutriti. La malnutrizione è ancora un grave problema e le cause sono sia la povertà sia l’ignoranza. Lo scopo principale di Avsi è educare i genitori, in particolare le madri, ad una corretta nutrizione dei bambini ed al rispetto delle basilari norme igieniche. La maggior parte delle malattie infantili sono causate dalla scarse condizioni igieniche. Il nostro focus, oltre a rispondere ai loro bisogni materiali immediati, è di stabilire un rapporto di amicizia con i bambini e le famiglie per poterli aiutare a riconoscere la loro dignità umana e valore. Questo lavoro è fondamentale perché solo chi è stato guardato con libertà e amore è capace di ritrovare speranza ed è in grado di far fronte alle sfide della vita.
Bambini durante la festa di Natale alla clinica St.Kizito
Bambini durante le danze tradizionali alla clinica St.Kizito
Infemiere centro nutrizionale insegnano a far da mangiare alle madri
Tre gemelle che ricevono il pasto al “Friendship meeting”
Bambine che ballano durante la festa alla clinica St.Kizito
St.Kizito Clinic: Storie dal campo Prendo l’occasione per raccontarvi alcune storie dei nostri bambini nel centro nutrizionale St.Kizito a Lekki: La mamma di Sule è sieropositiva, il padre alcolizzato. A poco a poco il nostro ufficio è diventato una casa per loro ed un posto dove raccontare problemi e litigi. Ultimamente la condizione della famiglia stava peggiorando: la bambina ed i fratellini, nonostante le cure, erano sempre ammalati. Sfrattata dalla loro stanza, la famiglia aveva trovato un luogo di fortuna dove abitare: un container senza porte e finestre. Quando stavamo valutando cosa fare, inaspettatamente, un sostenitore, dopo aver letto la notizia, ci ha contattato e si è reso disponibile ad un ulteriore contributo. Grazie a questo contributo abbiamo preso in affitto una camera, comprati utensili ed alimenti per tutta la famiglia. Loro sono entrati nella loro nuova casa, al primo piano, proprio il giorno prima dell’alluvione di Luglio, che nella zona di Lekki ha causato morti e danni. Questa famiglia ha evitato il peggio, ma la cosa più bella è stata vedere finalmente la faccia sorridente dei bambini!!!
St.Kizito Clinic: Storie dal campo Un’altra bella storia è quella di Miracle, portata al centro nutrizionale St.Kizito a Idi-araba: La mamma di Miracle è morta di parto, il padre era senza lavoro. L’anziana nonna disperata ha portato Miracle gravemente malnutrita alla St.Kizito. Grazie alle cure del personale infermieristico e degli assistenti sociali, Miracle è migliorata, riguadagnando oltre al peso anche un bel sorriso. Grazie all’incoraggiamento la nonna, in principio scoraggiata, ha iniziato a prendersi cura sia della bambina sia di se stessa. Ora frequentano con regolarità la clinica e il Friendship Meeting dove ricevono il pacco mensile e le cure mediche. Gli assistenti sociali vanno spesso a casa della nonna per assisterla moralmente. Per la nonna la clinica è diventata una famiglia. Miracle che oggi ha quasi cinque anni e frequenta la materna. Appena può corre alla clinica per salutare le sue “Aunty”!!!! La nonna e’ piena di gratitudine perché non è più sola: nel rapporto con noi ha imparato a guardare la sua nipotina non come un problema ma come un dono!
Scuola materna e dopo scuola a Kona Suor Caterina vive da ormai 27 anni in Nigeria. E’ una suora dell’ordine del Bambin Gesù e vive con altre suore locali. Segue la scuola materna di Kona ed il dopo scuola dei bambini che frequentano le elementari. Il dopo scuola è fondamentale per i bambini delle elementari. Gli insegnanti della scuola pubblica hanno delle classi molto numerose e non hanno il tempo di ripetere gli argomenti ed aiutare i bambini più bisognosi. Il valore del dopo scuola è riconosciuto non solo dal preside della scuola elementare pubblica ma anche dagli esponenti governativi della pubblica istruzione che hanno visitato Kona. A giugno le zone di Kona e Jalingo sono state colpite da inusuali ed abbondanti piogge che hanno causato il crollo di un ponte sul fiume portando grande disagio nell’approvvigionamento dei generi alimentari. Molte capanne sono state distrutte dalla pioggia e alcune persone sono morte. Anche la scuola materna di Kona ha riportato alcuni danni ma, grazie al pronto intervento degli “uomini di Kona”, sono stati contenuti. Siamo rimasti colpiti dal loro intervento, segno che è diventata la “loro" scuola, un grande successo dopo anni di lavoro con le famiglie sul valore dell’educazione!
L’erosione fino alle fondamenta dovuta alla violenza delle piogge L’erosione fino alle fondamenta dovuta alla violenza delle piogge. La scuola di Kona ed i sassi portati dalla gente del villaggio
Villaggio di Kona: danni riportati dalle capanne a causa delle forti piogge
Kona: Storie dal campo Suor Caterina racconta che Gadbri frequenta la scuola elementare, è nel SAD dalla materna. Appartiene ad una famiglia molto povera e numerosa: 8 tra fratelli e sorelle. Il papà ha un braccio paralizzato, vende carne macellata nei giorni di mercato. Tutta la famiglia abita insieme in due capanne: una accanto all’altra. Con loro all’inizio dello scorso anno scolastico è venuto ad abitare un bambino di un altro gruppo etnico che vive in un villaggio interno ad alcuni chilometri di distanza da Kona. Lì non esiste la scuola materna, così, perché il bambino la possa frequentare, i genitori di Gadbri hanno accettato di tenerlo con sé durante il periodo scolastico. Un’altra bocca da sfamare, ma questo non sembra essere un grosso problema: si condivide quel poco che c’è. Le famiglie dei due bambini si conoscono ma non sono parenti, appartengono a due etnie diverse, che hanno sempre vissuto in buoni rapporti tra di loro. Nel mese di luglio, improvvisamente, una domenica pomeriggio scoppiano degli scontri tra queste due etnie in un villaggio vicino. Giungono a Kona notizie contrastanti e alcuni uomini del villaggio decidono di andare a vedere cosa succede. Per mettere pace, vanno disarmati, tra essi c’è anche il papà di Gadbri. Quando giungono sul luogo vengono attaccati a tradimento e quattro di loro vengono uccisi con frecce avvelenate, tra questi c’e`il padre di Gadbri.
Kona: Storie dal campo Gli scontri continuano, sono giorni di confusione e paura. Anch’io sono costretta ad allontanarmi per un paio di giorni per motivi di sicurezza. Al mio ritorno vado a salutare e fare le condoglianze alle famiglie che hanno perso i loro cari. Vado anche dalla famiglia di Gadbri. La mamma è seduta su una stuoia con alcuni dei figli e alcuni parenti. E’ contenta di vedermi e mi ringrazia, non una parola di lamentela per la morte del marito. Sono profondamente colpita dalla sua serenità e dal suo coraggio. Si capisce che è gente che ha sempre vissuto una vita dura, ma questo non li ha amareggiati. Mentre siamo tutti seduti, mi accorgo che uno dei bambini più piccoli sta dormendo ma ha la febbre molto alta: la solita malaria. Sono convinta che sia uno dei fratellini di Gadbri e la mamma sembra essere un po’ preoccupata per lui e lo tratta amorevolmente. Solo quando chiedo il nome del bambino, mi rendo conto che non e’ il fratellino di Gadbri, ma è un bambino dell’altra tribù: il gruppo etnico tra cui c’è chi ha ucciso il padre di Gadbri. Nonostante tutto quello che è accaduto e nonostante ci sia ancora tensione tra le due tribù, il bambino viene trattato amorevolmente, come un figlio. Lascio quella famiglia molto commossa ed edificata per la testimonianza di questa donna e di questa famiglia povera e semplice, ma capace di un perdono ed un’accoglienza così grande che continuano a stupirmi”.
Bambini durante la ricreazione alla scuola materna di Kona
Scuola materna di Kona
Bambina delle elementari Kona
Ricreazione a scuola
Bambini aspettano l’inizio della lezione
Insegnante durante la lezione
Scuola materna Elementare St. Monica Jalingo Suor Caterina e Suor Benedicta seguono insieme la scuola di Santa Monica e ci raccontano: “Anche quest’anno l’aiuto offerto ai bambini del SAD è stato un aiuto estremamente utile senza il quale non avrebbero potuto frequentare la scuola”. Molti genitori infatti, nonostante la loro buona volontà ed i loro sforzi, non riescono a pagare la retta scolastica, date le loro condizioni finanziarie. Il sostegno che questi bambini ricevono è pertanto motivo di gioia e speranza per il loro futuro. L’esperienza ha dimostrato che questi bambini fanno poi dei notevoli progressi sia dal punto dell’apprendimento sia dal punto di vista del comportamento. Quest’anno siamo intervenuti anche portando un aiuto alimentare ad alcune famiglie più in difficoltà, donando soldi per quelle che non riuscivano a pagare le cure mediche. Abbiamo organizzato varie attività ludiche e sportive, oltre alle normali attività scolastiche. Come le gare sportive “Inter-house competition”. Tutti i bambini della scuola hanno partecipato. Uno tra i migliori è stato Fureh Yohanna che dopo il suo inserimento nel sostegno a distanza, ha sorpreso tutti per i progressi fatti in tutte le attività scolastiche e sportive e alla fine dello scorso anno è stato premiato come il migliore della sua classe.
Scuola materna Elementare St. Monica Jalingo Per Natale, come ormai è abitudine, abbiamo offerto a tutti i bambini un dono, per molti di loro si è trattato di un vestito nuovo o di cibo per le famiglie con la speranza che tutti possano vivere con gioia e serenità le festività natalizie. Quest’anno sono successe tante cose belle ma anche fatti tragici. Due bambini hanno perso uno dei genitori: Jennifer ha perso il papà a causa delle credenze popolari. Lui era malato è stato portato da un guaritore locale che ha provato a curarlo con la magia e poco dopo è morto. Ruth ha invece perso il papà, ucciso in degli scontri tra due gruppi etnici; arrivatagli la notizia che un suo fratello era stato ucciso negli scontri, si è affrettato sul luogo per poter recuperare il corpo del fratello, ma purtroppo è stato lui stesso ucciso. Abbiamo visitato più volte entrambe le famiglie per poter essere loro vicini in questo difficile momento. Di seguito vedrete alcune foto della scuola e dei dintorni di Jalingo. .
Uno dei più comuni mezzi di trasporto usati per la vendita e trasporto merci nella città di Jalingo
La scuola di Jalingo con i bambini al momento dell’inno nazionale
La scuola di Jalingo vista dalla strada
St.John school nursery primary school Ikorodu
St.John school Ikorodu Nel 2011 la scuola di St.John ha compiuto cinque anni. La scuola è frequentata oggi sia da bambini Egun (figli dei pescatori) sia da bambini della zona. Durante l’anno siamo stati costretti a chiudere la scuola in diverse occasioni per colpa degli scontri fra due differenti clan per le proprietà terriere della zona di Oreta-Ofin. Sono stati momenti difficili, in questi casi può accadere di tutto perché questi clan girano per la zona armati di machete e fucili pronti a rivalersi contro chiunque incontrano sul proprio cammino. La cosa che ci ha meravigliato è che nonostante la violenza generalizzata nessun clan abbia mai attaccato o fatto atti vandalici contro la scuola e questo perché riconoscono e rispettano il lavoro di Avsi. Avsi ha costruito il nuovo blocco con quattro classi per le materne. I bambini erano entusiasti e colpiti dal fatto che sono state costruite delle nuove aule tutte per loro!! Avsi sta lavorando per la formazione degli insegnanti. Oltre a training in loco quest’anno abbiamo posato un’altra pietra miliare del nostro lavoro formativo, cioè il gemellaggio delle nostre scuole con la Scuola materna ed elementare e media “La Nave” di Forlì. Il responsabile educativo delle nostre scuole John Williams è venuto in Italia per condividere l’esperienza scolastica. Leggiamo la sua testimonianza:
St.John school Ikorodu ”Scrivo queste poche parole per esprimere gratitudine a voi dello staff della “La Nave”. Osservando tutti voi, i miei preconcetti, dubbi, e preoccupazioni sulla scuola materna sono stati chiariti e risolti grazie alla passione che ho visto in voi e nella vostra squadra. L'energia, la creatività e l'amore nell’insegnamento mi hanno dato forza e speranza per l’insegnamento in Nigeria. I bambini hanno la possibilità d’incontrare la realtà in modo concreto ed amorevole, cosa che li aiuta ad essere liberi. Attraverso l'esperienza ho visto il grande bisogno di riconoscere il valore di me stesso, del mio lavoro e dell'impresa educativa delle nostre scuole, perché ciò che è bello e vero è dunque universale”. Lo scambio dell’esperienza educativa è molto importante perché permette di confrontarsi nelle metodologie educative e si scopre che le sfide con i bambini e con gli insegnanti sono occasione di riscoprire il proprio valore umano.
St.John school Ikorodu I bambini desiderano ricevere uno sguardo capace di scoprire e valorizzare la loro personalità. Hanno bisogno di andare a scuola, di mangiare, di studiare ma tutto questo sarebbe poco se non ci fosse un luogo dove si sentono accolti e voluti … Florence è una bambina Egun. Abita con i genitori e sei fratelli in una capanna di bambù. Il padre non lavora, la madre vende pesce al mercato. Non hanno ricevuto nessun tipo d’educazione e non ne capiscono il valore. Una grande povertà economica e umana. Perciò Florence a scuola è incostante e svogliata. In occasione della consegna della corrispondenza dello sponsor abbiamo iniziato a chiederle il perché del suo comportamento. Lei si giustificava dicendo che le mancavano cose materiali, ci disse che non sarebbe andata a scuola finché non le avessimo comprato dei vestiti. Abbiamo deciso di non comprare nulla ma di intensificare le visite a casa. Evidentemente la sua richiesta era un modo per sfogare un disagio, molto più grande e profondo. Siamo andati molte volte a casa mostrandole amicizia e dicendole quanto era fortunata ad avere un amico in Italia. Grazie al rapporto con noi Florence, ha percepito che qualcuno ci teneva a lei e gratuitamente desiderava il suo bene. Lentamente il suo atteggiamento è cambiato. Ha ripreso ad andare a scuola e non ha più preteso nulla, anzi ha scritto all’assistente sociale un biglietto con scritto: “Ti voglio bene!” Adesso è felice non perché non le manca più nulla ma perché si sente voluta bene!!
St.John school : Storie dal campo Kehinde Whafonde ha potuto frequentare la scuola grazie al SAD ed è diventata la migliore della classe. Per questo ha deciso d’aiutare non solo suo fratello minore ma anche altri bambini a fare i compiti. Lei ogni pomeriggio raduna un gruppetto di bambini delle classi inferiori e fa con loro i compiti e spiega le cose che non hanno capito. Di fronte alla domanda “perché lo fai?” non sa rispondere, ma sorride e allarga le braccia come per dire: “ho ricevuto gratuitamente e lo voglio fare anch’io!!” Joseph Rosemary ha perso, pochi mesi fa, il padre in un incidente stradale. La bambina è tornata al villaggio con il resto della famiglia per il funerale e come da tradizione è rimasta presso la famiglia del padre defunto. La madre è venuta a scuola a comunicare che la figlia avrebbe interrotto gli studi. Il suo insegnante ed il preside della scuola sono andati a parlare con la madre e con alcuni parenti nel villaggio di Ikorodu. Il loro intervento pieno di ragioni e passione ha indotto la famiglia a rimandare Rosemary a Lagos per farle finire l’educazione elementare. Per Avsi è stato un grande successo perchè il lavoro fatto da più di vent’ anni con la popolazione, per trasmettere il valore dell’educazione ed il valore della persona, sta iniziando a far cambiare mentalità alla gente che ci incontra!
Christmas party: bambini di St Christmas party: bambini di St.John durante lo spettacolo sotto i tendoni
Spettacolo dei bambini dell’asilo della scuola di St.John
Bambini delle elementari durante la festa di Natale a S.John
Bambine di St.John in costume tradizionale
Bambini della materna che escono dalla classe
I primi giorni a scuola per i più piccoli
Il laboratorio di artistica dove i più grandini iniziano a disegnare
Ss.Peter and Paul nursery and primary school Come ogni anno vorrei raccontarvi alcune storie di bambini della scuola che mi hanno particolarmente colpito e sono il segno del lavoro educativo che stiamo svolgendo. Molte volte i bambini non sono capaci di esprimere la gratitudine che nutrono per i sostenitori ed Avsi. Sono rimasta stupita, alcuni mesi fa, quando è entrato David, un ragazzino di sesta elementare, nel mio ufficio. Aveva un’aria solenne e molto seria, io gli ho chiesto come potevo aiutarlo e lui mi ha detto che frequentava l’ultimo anno delle elementari ed era venuto per dire grazie ad Avsi ed al suo sostenitore per avergli dato la possibilità di andare a scuola. Mi sono commossa e l’ho abbracciato, lui era venuto da scuola al mio ufficio per dire grazie!! Questo è solo uno dei tanti piccoli esempi di come uno sguardo nuovo sta penetrando nella vita dei nostri bambini. Un altro esempio: terminata la scuola i bambini recitano tutti insieme nel cortile la preghiera, ci sono bambini cristiani, musulmani e animisti ma il gesto di pregare è un punto di unione dove percepiscono la positività della loro vita e di quella dei compagni.
Ss.Peter and Paul : Storie dal campo In Nigeria è un momento difficile perché iniziano ad evidenziarsi le differenze etniche. L’esempio della preghiera è il frutto del metodo educativo che Avsi sta proponendo e che vale per tutti, di qualsiasi etnia o religione siano. Come ci racconta Barbara (direttore Avsi Nigeria): “Tra i nostri insegnanti ci sono musulmani, cristiani pentecostali, noi facciamo una proposta educativa ben chiara ai nostri insegnanti. Non importa da dove provengano, ma occorre che accettino il nostro metodo educativo. Il contenuto della nostra proposta educativa è che il bambino non è un recipiente da riempire di quello che l'insegnante sa, ma è tirare fuori le sue capacità, aiutarlo a scoprire il significato di tutta la realtà e insieme seguirla. Non è facile, ma anche se abbiamo tante difficoltà economiche non ci facciamo mancare mai questi corsi di formazione. E a questo livello la famiglia del bambino musulmano o l'insegnante musulmano non fa nessuna obiezione, vogliono il bene dei loro figli, hanno lo stesso desiderio di conoscere”.
Ss.Peter and Paul : Storie dal campo Vi racconto la storia di Tosin, un bambino che frequenta la quinta elementare alla Ss.Peter and Paul e proviene da uno degli slum più degradati di Lagos. E’ stato segnalato all’ufficio del Sostegno a Distanza dalla scuola, perché non era attento alle lezioni, disturbava in classe: in altre parole faceva impazzire gli insegnanti. Abbiamo chiesto a Tosin di venire al pomeriggio presso i nostri uffici Avsi per fare i compiti e raccontarci come era andata la giornata. All’inizio aveva alcune pretese e raccontava bugie. Poi, piano piano, è nata una vera e propria amicizia non solo con gli assistenti sociali ma anche con altre persone che lavorano in Avsi. Lui si è sentito voluto bene e libero nel rapporto con noi e, piano piano, il suo atteggiamento a scuola è cambiato: non è più aggressivo come una volta. Continua a fare scherzi e qualche marachella ma studia di più ed è diventato responsabile. Viene spesso a trovarci e chiede spesso notizie del suo sostenitore. Da Natale ha iniziato a far parte del coro di Avsi, cioè un gruppo di ragazzini del sostegno che spontaneamente vengono in clinica per cantare e giocare insieme seguiti da un volontario.
David Omolaade durante la visita in ufficio
Un insegnante con la sua classe elementare alla fine della festa
Scuola di Ss. Peter and Paul durante la festa del S.Natale
Babbo Natale ed un bambina alla Ss.Peter and Paul Father Christmas porta doni ai bambini della Ss.Peter and Paul
Joy Boat & Nig & Sec Questi tre gruppi sono i ragazzi del dopo scuola, delle scuole secondarie e delle elementari ai quali paghiamo le tasse e il materiale scolastico. Questi ragazzi provengono quasi tutti da Jakande e vivono in condizioni di estremo abbandono materiale e morale. Leggiamo il racconto di Paola, volontaria che segue la Jbo: “Spesso i ragazzi, dopo aver fatto i tests a scuola, tornano da noi contenti dicendo che grazie al lavoro fatto insieme sono riusciti a prendere un bel voto. Nelle loro classi sono in tanti ed i professori non hanno tempo di rispiegare. Io e Gladys li seguiamo al pomeriggio per aiutarli a comprendere ciò che al mattino nessuno ha avuto il tempo di rispiegare. Io insegno matematica e la settimana scorsa quando finalmente Nicodemus è riuscito a fare bene le operazioni in colonna era così contento che me ne ha chieste delle altre da fare, e ne voleva anche per compito. Io e aunty Gladys siamo per loro dei punti di riferimento, questi ragazzi provengono tutti da famiglie molto numerose che non offrono possibilità di dialogo, ma sanno di poter contare su di noi, ci chiedono consigli, ci raccontano i loro problemi, accettano di buon grado le nostre ramanzine su come vestirsi e su quale linguaggio usare. E’ incredibile vedere la sorpresa sui volti di questi bambini quando si trovano davanti qualcuno che dimostra di tenere a loro!”
Ragazzi durante il doposcuola
DOMENICAN SISTER MAFOLUKO Anche quest’anno le suore Domenicane hanno svolto un ottimo lavoro con i nostri bambini. Le suore abitano in una zona a prevalenza musulmana ed estremamente povera. La loro scuola, così curata e bella, è un punto di riposo per i bambini che la frequentano. Quest’anno è stato un anno ricco di attività e di nuove sfide. Per favorire l’integrazione dei bambini di differenti tribù hanno fatto il “Cultural Day”, un giorno dove i bambini fanno le danze e i canti delle differenti tribù. E’ stato un bel giorno di comunione e pace. I bambini hanno conosciuto ed apprezzato la bellezza e la tradizione delle diverse tribù: è questo il primo passo per poter costruire una Nigeria unita. La scuola, come ogni anno, ha ottenuto degli ottimi risultati a livello scolastico. I bambini vengono seguiti con molta attenzione dagli insegnanti e da Sister Margaret .
Festa di Natale alla scuola delle Domenican Sister
Festa di Natale alla scuola delle Domenican Sister
GRAZIE !! Il nostro intervento è possibile grazie alla generosità e fedeltà di ognuno di voi. Il nostro lavoro consiste non solo nell’aiutare le persone nei loro bisogni materiali, ma anche nell’instaurare un rapporto che possa sostenerle. Per questo, il punto di forza è collaborare con insegnanti, personale infermieristico, assistenti sociali. Infatti, dietro ad ogni bisogno materiale, c’è un bisogno umano. Grazie alla sinergia fra insegnanti e assistenti sociali, i bambini trovano, nella scuola e negli uffici, la casa che molte volte non hanno mai avuto. Grazie al vostro sostegno i nostri bambini percepiscono fin dal primo momento che qualcuno, che tante volte rimane senza volto, li sta amando e si sta prendendo cura di loro senza richiedere nulla in cambio.
Arrivederci al prossimo anno!! Alba Gianferrari Responsabile Sostegno a distanza Nigeria