Il pessimismo Le vie della liberazione dal dolore

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Il pessimismo Le vie della liberazione dal dolore
Transcript della presentazione:

Il pessimismo Le vie della liberazione dal dolore Schopenhauer Il pessimismo Le vie della liberazione dal dolore

Desiderare è soffrire Volontà DESIDERARE Stato di tensione continua (mancanza di qualcosa) È infinita; vuole sempre, vuole tutto, non ha altro scopo che la sua stessa affermazione E’ dolore, sofferenza Dove c’è più consapevolezza (uomo) c’è più dolore

Dolore, piacere e noia Vita = dolore Godimento (fisico) e gioia (psichica) sono solo temporanea cessazione del dolore  il piacere deriva sempre da un precedente stato di tensione (desiderio = sofferenza) Non appena il desiderio è soddisfatto, cessa anche il piacere

Dolore, Piacere, Noia Vita = desiderare = costante stato di tensione (manca qualcosa) = dolore Dolore È solo un breve istante, illusoria fine del desiderio Piacere “Null’altro, infatti, le resterebbe, se non mostrare che la luminosa meta, nella quale l’eroe sognava di trovare la felicità, ha beffato anche lui, di modo che quando l’ha raggiunta, egli non si trova meglio di prima” Subentra quando viene meno la spinta del desiderio, il pungolo delle preoccupazioni. Noia La vita è un pendolo che oscilla tra dolore e noia (passando brevemente per il piacere)

Cos’è la vita VITA Desiderio (sofferenza) “Il mondo animale ha per proprio nutrimento il mondo vegetale; ogni animale diventa preda e nutrimento di un altro; la specie umana ritiene la natura creata per proprio uso e consumo e rivela in sé la medesima lotta o i dissidio della volontà: homo homini lupus”. Lotta costante per l’affermazione “[...] arena di esseri tormentati e angosciati, i quali esistono a patto di divorarsi l’un l’altro, dove perciò ogni animale carnivoro è il sepolcro vivente di mille altri e la propria autoconservazione è una catena di morti strazianti” riguarda tutte le creature, anche se l’uomo, più consapevole, soffre di più (il genio è colui che soffre maggiormente) Homo homini lupus L’individuo (volontà che si individualizza) è mero strumento della specie (l’unico fine è la perpetuazione della vita, e con essa del dolore)

E l’amore? E’ uno dei più forti stimoli dell’esistenza Il fine è solo la perpetuazione della specie (l’amore si risolve nell’accoppiamento  essenza biologica dell’amore). Il piacere che proviamo è solo lo strumento della volontà che vuole perpetuare la vita (proprio quando crediamo di realizzare maggiormente noi stessi siamo lo “zimbello” della natura). Non facciamo altro che procreare altre creature destinate alla sofferenza L’amore? “[…] due infelicità che si incontrano, due infelicità che si scambiano e una terza infelicità che si prepara”

Pessimismo cosmico Il male non è solo nel mondo: è nel principio stesso da cui esso dipende e deriva La vita è il teatro della sofferenza, dell’irrazionalità, dell’illogicità, della sopraffazione (caratteristiche della volontà) Dio? Il mondo non può essere l’opera di un ente assolutamente buono (leggi pag.20). Gli uomini non vivono insieme che per bisogno reciproco (ma “nel cuore di ogni uomo c’è una belva che attende solo il momento propizio per scatenarsi e infuriare contro gli altri”)

La noluntas Una volta capito cosa è la vita (dolore, sofferenza, lotta, irrazionalità...), si impara a non volerla La risposta al dolore e alla sofferenza è... rinunciare a volere, liberarsi dalla volontà di vivere (noluntas)  v. pag.23 Differente dal rinunciare alla vita (suicidio) Tre modi per liberarsi dal male Arte Morale Ascesi

L’arte È conoscenza libera e disinteressata MUSICA È disinteressata contemplazione dell’universale (idee platoniche) Ci si sottrae momentaneamente dalla propria particolarità e dalla infinita catena di desideri Funzione catartica

La morale È un impegno a favore del prossimo: il passaggio dall’egoismo all’altruismo come redenzione dalla sofferenza e dal male Il fondamento della morale: la pietà, la compassione (ci identifichiamo nei tormenti dell’altro) Non è un sapere, ma un sentire (unità metafisica di tutti gli esseri) Ma la morale ci confina pur sempre all’interno della vita...

Le due virtù cardinali CARITA’ GIUSTIZIA Volontà positiva di fare il bene (amore disinteressato – non come l’eros; pietà) Carattere negativo: è il non fare il male Far propria la sofferenza degli altri esseri

L’ascesi Rinuncia alla stessa volontà di vivere (nasce dall’orrore provato di fronte al riconoscimento dell’essenza del mondo) L’uomo allora deve cercare di sopprimere il proprio desiderio di esistere: digiuno, povertà, castità... L’approdo è uno stato di auto-annullamento (il nirvana dei buddisti, l’esperienza del NULLA) purificazione da ogni desiderio liberazione da ogni dolore condizione di beatitudine, pace, serenità, quiete

Il nulla Non è il niente È un nulla relativo al mondo (negazione del mondo) Il mondo è il vero nulla! Il nirvana è un tutto, un oceano di pace, di serenità. “Quel che rimane dopo la soppressione completa della volontà è certamente il nulla per tutti coloro che sono ancora pieni della volontà. Ma per gli altri, in cui la volontà si è distolta da se stessa e rinnegata, questo nostro universo tanto reale, con tutti i suoi soli e le sue vie lattee è, esso, il nulla”.