I driver del cambiamento per i traffici portuali italiani Assemblea dell’Associazione dei Porti Italiani Roma 29 Ottobre 2013 Prof. Lanfranco Senn.

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I driver del cambiamento per i traffici portuali italiani Assemblea dell’Associazione dei Porti Italiani Roma 29 Ottobre 2013 Prof. Lanfranco Senn Direttore CERTeT – Università Bocconi

Indice 1. La congiuntura e gli scenari macroeconomici 2 Indice 1. La congiuntura e gli scenari macroeconomici 2. I trend di settore a livello europeo e mediterraneo 3. Le dinamiche della portualità italiana 4. I driver del cambiamento dei traffici e della pianificazione portuale

74% 800mila 211mila 41miliardi 23 Key figures Contributo modale al commercio estero europeo in ton del settore marittimo 800mila Addetti diretti e indiretti nel settore dell’economia del mare 211mila Imprese registrate impegnate nel settore marittimo in Italia 41miliardi Valore aggiunto prodotto dall’economia del mare 23 Autorità Portuali Fonte: Commissione Europea, Uniocamere

La difficile congiuntura economica Crescita annuale del PIL Fonte: CERTeT su dati OCSE L’Italia attraversa uno dei periodi economici più difficili della sua storia più recente. Dopo la fase di espansione che ha caratterizzato i primi anni 2000, gli anni 2009, 2012 e 2013 sono stati caratterizzati da un ciclo fortemente negativo. Questo si è tradotto in una diminuzione assoluta del PIL fra il 2007 e il 2012 del 7%, una contrazione della produzione industriale del 24%, ed una riduzione dei consumi privati del 7%. Per il 2013 Confindustria prevede un ulteriore arretramento del PIL dell’1,1%. ll settore del commercio estero è l’unico che contribuisce a ridurre gli effetti negativi della crisi. Al netto delle variazioni dei prezzi, le esportazioni di beni e servizi nel 2012 sono aumentate del 2,3% in volume, anche se in rallentamento rispetto all’anno precedente. Quadro macroeconomico del commercio estero Variazioni percentuali sull’anno precedente Fonte: CERTeT su dati ISTAT

La difficile congiuntura economica Crescita annuale del trasporto merci in Italia per modalità La difficile congiuntura economica si riflette sulla perfomance trasportistica, producendo una flessione in tutti i comparti. Secondo le ultime stime disponibili nel 2013 l’unico indicatore positivo sarà ancora quello delle esportazioni, con +1,2%. L’unico segmento in lieve crescita alla fine del 2012 è quello marittimo, considerando il trasporto di container, confermando la propensione al commercio estero del Paese. Secondo le stime della Commissione Europea (Ecoris) le attività logistiche influiscono per il 10-15% sul costo del prodotto finito e per l‟8-9% sul fatturato delle aziende manifatturiere. Secondo il rapporto Unioncamere sull’economia del mare nel 2020 le merci movimentate nel Mediterraneo saliranno a 200 milioni di ton. Fonte: Gruppo CLAS du fonti varie 390miliardi Il valore economico delle esportazioni italiane nel 2012 456miliardi Di tonnellate di merce in import ed export nel 2012 Fonte: ISTAT Coeweb

La difficile congiuntura economica Si delineano 3 scenari di riferimento per la crescita europea e italiana, individuati dalla Commissione Europea nell’Ageing Report del 2009 e confermati nel 2012 . Decennio perduto: a causa del protrarsi della crisi economica viene perso un decennio di crescita fino al 2020. Shock permanente: i tassi di crescita del PIL non torneranno mai sui livelli ante crisi con una caduta in termini di produttività e competitività dell’Unione Europea. Rimbalzo: a seguito del decennio di crisi l’Unione Europea tornerà sui livelli di crescita e produttività precedenti al 2008 recuperando la capacità competitiva perduta. La produzione manifatturiera europea si sta spostando verso Est, lungo il c.d. Corridoio Baltico-Adriatico. 47 Numero di anni necessari affinché il PIL pro capite raddoppi 18 28 Crescita del 1,5% annuo Crescita del 2,5% annuo Crescita del 4% annuo Fonte: Commissione Europea Per l’Italia si prevede un tasso di crescita annuo del PIL fra il 2010 e il 2020 tra l’1 e l’1,5% (solo Grecia, Portogallo ed Ungheria hanno trend inferiori). Vengono indicati in circa 1 milione i lavoratori stranieri aggiuntivi necessari al sistema economico italiano entro il 2020. In sintesi il documento Ageing Report prevede per l’Italia uno scenario al 2020 simile a quello del 1990-2000, rimarcando la crescente dipendenza dai flussi migratori.

Crescita della dimensione delle navi crociera di maggiore capacità I trend di settore Tra i vari fenomeni che stanno investendo il settore marittimo di particolare importanza è quello del gigantismo. Attraverso la messa in esercizio di navi di dimensioni sempre maggiori le società armatoriali ottengono economie di scala, riducendo i costi unitari e ampliando la catena del valore. Queste dinamiche investono tutti i comparti, dal trasporto di container, a quello Ro-Ro, alle crociere. Questo fenomeno produce la necessità di continuo adeguamento degli standard tecnici delle infrastrutture portuali. Il transhipment non è una funzione destinata a diminuire d’intensità. Crescita della dimensione delle navi porta container di maggiore capacità Crescita della dimensione delle navi crociera di maggiore capacità Fonte: CERTeT su dati Alphaliner

I corridoi intermodali nel Northern Range I trend di settore: verso Nord 1,5 milioni di TEU dall’Asia all’Italia via Nord Europa, di cui 440 mila attraverso servizi intermodali dai porti del Northern Range (Fonti: Gruppo CLAS e Contship). La creazione di corridoi intermodali è la condizione necessaria per poter guardagnare posizioni competitive rispetto al Northern Range, con l’obiettivo di ampliare la catchment area dei porti del Nord Italia alle regioni del Centro Europa e dell’Est Europa. Un container che da Suez raggiunge Monaco di Baviera attraverso i porti del Nord Adriatico via ferrovia/mare riduce le emissioni di circa 135 kg di CO2/TEU. L’Italia paga un’eccessiva dipendenza dall’autotrasporto, modalità economicamente svantaggiosa per spedizioni terrestri su tratte superiori a 600-700 km. Il Logistc Performance Index dell’Italia in confronto al best perfomer del medesimo income group (2012) I corridoi intermodali nel Northern Range Fonte: Notteboom & Vonck (2011) Olanda belgio germania e francia, solo aspetti più critici Fonte: World Bank

I trend di settore: verso Sud I traffici marittimi intra-mediterranei sono destinati ad aumentare per la crescita economica dei Paesi della sponda Sud e di quella Est, su tutti la Turchia e il Marocco. In quest’area si registrano ingenti investimenti nel settore delle infrastrutture portuali, capaci di erodere la competitività del sistema italiano rispetto ai traffici marittimi passanti per il Mediterraneo. L’Italia è un Paese di transito e di produzione/consumo per i flussi di merce che provengono dal Nord Africa. Il Mediterraneo rappresenta una delle principali destinazioni turistiche mondiali. 7,2 Milioni di TEU movimentati nei porti della Turchia nel 2012 +4,9% Tasso medio di crescita del PIL del Marocco tra il 2013 e il 2018 +10,7% 84 428 Crescita media annua delle esportazioni di beni dall’Albania Milioni di abitanti in Egitto nel 2013 Milioni di abitanti nell’area del Mediterraneo nel 2018 +27% +4,2% Incremento del transhipment nel porto del Pireo nel 2012 Tasso medio di crescita del PIL della Turchia tra il 2013 e il 2018 21,7% Dell’offerta crocieristica mondiale dispiegata nel Mediterrano Fonte: CERTeT su fonti varie

Le dinamiche della portualità italiana Nel 2012 il traffico movimentato dal sistema portuale italiano ha registrato un calo generalizzato, dovuto principalmente alla crisi economica. A livello assoluto durante gli ultimi 7 anni i traffici che guadagnano maggiori posizioni sono il trasporto merci in Ro-Ro, i container nei porti di import-export e i movimenti di crocieristi. Segmenti in calo sono quelli delle rinfuse liquide, dei passeggeri dei traghetti e del transhipment. Questo è dovuto anche alle dinamiche legate all’andamento del prezzo del petrolio, che hanno prodotto una diminuzione della domanda interna di combustibili e un aumento del costo di trasporto per il segmento dei passeggeri. Invece il transhipment paga sopratutto la concorrenza del Nord Africa. Var. annua del traffico portuale italiano indicizzato a 100 Grafico indicizzato a 100 460milioni Di Ton movimentate nei porti italiani nel 2012 9,6milioni Di TEU movimentati nei porti italiani nel 2012 41milioni Di passeggeri sbarcati ed imbarcati nei porti italiani nel 2012 Fonte: Gruppo CLAS su dati Assoporti

Andamento dei traffici: container Le dinamiche relative ai container mostrano un mercato con trend chiari: In Italia i traffici internazionali si concentrano verso le aree di import-export del Nord Tirreno e del Nord Adriatico anche se con diversi tassi di crescita (rispettivamente +12% e +65% tra il 2005 e il 2012). Questi sono i sistemi portuali capaci di ampliare la propria catchment area al Centro e all’Est Europa. I traffici aumentano sopratutto in questi porti, dove ad esempio Genova è passato dal 17% del 2005 al 21% nel 2013 in termini di quote di mercato sul totale italiano. Cresce la concorrenza nel Nord Adriatico, dove già dal 2010 Capodistria ha superato gli scali italiani, confermando il trend nel 2012, con 570 mila TEU. Secondo le ultime proiezioni, nel 2013 il settore container farà registrare un lieve aumento, dello 0,9% rispetto all'anno precedente (Fonte Assoporti SRM). Il transhipment si polarizza a Gioia Tauro, Cagliari e Taranto, in diretta competizione con i porti della Grecia, della Spagna e della sponda Nord dell’Africa. 3,9 mln Arco del Nord Tirreno 1,0 mln Arco del Nord Adriatico 3,6 mln Porti di transhipment Altri porti TEU movimentati per area portuale (Fonte: Assoporti)

Andamento dei traffici: Ro-Ro Il settore dei traffici Ro-Ro e delle Autostrade del Mare è uno dei principali anelli di congiunzione tra la filiera marittima e portuale e il settore dell’autotrasporto: In questo caso l’offerta risulta decisamente diffusa sul territorio nazionale, dove 15 porti hanno movimentato nel 2012 una quota superiore a 1 milione di ton via servizi Ro-Ro. Anche in questo settore si registra una tendenza verso la concentrazione su pochi scali di import-export o legati ai servizi per le isole, tra questi Genova, Livorno, Napoli, Salerno, Palermo e Olbia che contribuiscono al 57% del totale nel 2012, con un più 4% rispetto al 2005. Il settore Ro-Ro è identificato dalle politiche comunitarie (ad. es. Marco Polo) come una delle migliori alternative al trasporto tutto strada. Oltre alle linee regolari in cabotaggio, tra i principali collegamenti internazionali vi sono flussi consolidati verso la Spagna, il Nord Africa, i Balcani e la Turchia. Il settore contribuisce positivamente al riequilibrio modale, che è uno degli obiettivi principali delle politiche europee. In questo quadro l’Ecobonus è stato l’unico intervento di tipo pubblico che ha contribuito in forma significativa allo sviluppo del settore. passeggeri Principali porti italiani per traffici Ro-Ro (Fonte: Assoporti)

Andamento dei traffici: crociere Le dinamiche relative al mercato delle crociere mostrano una forte crescita del settore, con un un ruolo anticiclico in fasi di recessione come quella atttuale: Secondo le proiezioni Cemar nel 2013 in Italia si registrerà un incremento ulteriore degli arrivi dell’1,9%. A livello complessivo si stima che il numero annuale di passeggeri ospitati dalla flotta crocieristica mondiale incrementerà fino 36,4 milioni nel 2025 (+74% rispetto al 2012, Fonte Ocean Shipping Consultants ). L’Italia è il principale mercato crocieristico europeo in termini di contributo all’economia (4,5 miliardi di euro nel 2012, Fonte Cruise Lines International Association Europe). Svolge inoltre un ruolo fondamentale per quanto riguarda la cantieristica e i servizi. Durante gli ultimi 7 anni i passeggeri delle crociere sbarcati e imbarcati in Italia sono aumentati dell’11% annuo, arrivando a 10,5 milioni nel 2012. Quest’aumento ha riguardato soprattutto i porti di Civitavecchia (+1,4 milioni), Venezia (+924 mila), Livorno (+575 mila) e Genova (+401 mila). Inoltre vi sono dinamiche consolidate di concentrazione dei traffici, per cui durante gli ultimi 7 anni i primi 5 porti italiani hanno movimentato mediamente il 68% del totale dei crocieristi. Le compagnie concentrano l’offerta verso alcuni scali dove è possibile creare sinergie nella costruzione di pacchetti turistici ad hoc e nella fruizione di servizi dedicati Civitavecchia: 2,4 mln Napoli: 1,28 mln Livorno: 1,04 mln Venezia: 1,74 mln Crocieristi nei principali porti italiani (Fonte: Assoporti) passeggeri

I driver del cambiamento Il mercato dei traffici container diretti al mercato italiano ha dinamiche consolidate, i principali miglioramenti possono arrivare solo con un salto di qualità dal punto di vista portuale, ampliando il bacino di riferimento per i porti del Nord Italia all’area del Centro e dell’Est Europa attraverso la costruzione di corridoi intermodali capaci di garantire l’inoltro della merce su lunghe distanze direttamente dalle banchine o dai retroporti. Questi interventi devono avvenire in ottica di corridoio, con l’obiettivo di valorizzare le politiche infrastrutturali europee e la realizzazione delle reti TEN-T. Il transhipment è un’attività che è destinata a continuare a svolgere una funzione di primo piano sia per il continuo incremento della dimensione delle navi maggiori sia per la crescita delle direttrici intra-med. Negli altri settori si registra una tendenza crescente alla concentrazione dei traffici verso quelle infrastrutture portuali capaci di garantire servizi a valore aggiunto per gli armatori. Il caso delle crociere è emblematico, vengono scelti gli scali dove è possibile creare sinergie sia sotto l’aspetto dell’offerta turistica legata al territorio sia sotto il profilo dei servizi di supporto alle grandi navi.

I driver del cambiamento Aumenta la necessità di servizi a valore aggiunto nell'area portuale anche nel settore nella logistica e nei sistemi di distribuzione su scala europea. In particolare, la rapida espansione delle attività di sdoganamento da remoto (il pre-clearing o lo sdoganamento in ambito retro portuale) riducono la necessità di disporre di meri magazzini doganali, ma devono però essere adeguate nelle loro funzionalità con spazi ed interconnessioni intermodali efficienti. Si stanno progressivamente affermando requisiti più severi in materia di prestazioni ambientali e combustibili alternativi (ad esempio, cold ironing e GNL). L'iniziativa della Commissione "Energia pulita per i trasporti" e la proposta di direttiva sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi stabiliscono che entro il 2020 tutti i porti marittimi della rete centrale TEN-T siano dotati di punti di rifornimento di GNL basati su norme tecniche comuni. Questo si lega ai significativi cambiamenti negli scambi energetici, con un passaggio dal petrolio e dai prodotti raffinati al gas e ai combustibili e la conseguente necessità di dover gestire sia i nuovi terminal sia i nuovi impianti di rigassificazione in ambito portuale. Grafico indicizzato a 100