“Reggio Calabria, tra miti, leggende e realtà”

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Transcript della presentazione:

“Reggio Calabria, tra miti, leggende e realtà” Un progetto per conoscere la mia città Classi 3^A e 3^B Scuola Primaria “P. Galluppi”

Tra storia e geografia La storia della nostra città si perde nella notte dei tempi. Reggio Calabria è infatti una delle città più antiche d’Italia: 3000 anni! Le sue origini sono avvolte nel buio dei miti e delle leggende, l’unico modo che gli antichi avevano per tramandare il proprio passato alle nuove generazioni. Reggio Calabria è situata al centro del mare Mediterraneo, affacciata sullo Stretto di Messina, là dove il mar Tirreno mescola le sue acque con quelle del mare Jonio. La sua posizione geografica ne ha fatto un luogo ambito dai vari popoli che vi si sono avvicendati nel corso della sua storia millenaria.

Reggio Calabria vista con gli occhi di un poeta Solo in primavera crescono le mele cotogne, ed i melograni, da fiotti innaffiati nell’inviolato giardino delle vergini Ninfee e i gonfi frutti d’uva prosperano tra l’ombra dei virgulti delle viti: ma non esiste alcuna stagione per me, se ogni amore giace spento. (Poeta Ibico reggino,VI sec. A.C.)

Ercole a Reggio Una leggenda narra che, in un passato molto lontano, Ercole si trovò a passare nel territorio di Reggio. Ritornava dalla sua decima fatica: l’impresa dei buoi di Gerione. Questi era un fortissimo gigante con tre teste che possedeva dei magnifici buoi rossi, invidiati da tutti. Fra gli invidiosi c’era anche il re Euristeo che ordinò ad Ercole di rubare quei buoi. Il nostro eroe riuscì nell’impresa, ma durante il viaggio di ritorno, uno dei vitelli si staccò dalla mandria e si tuffò nelle acque dello Stretto. Ercole lo inseguì e lo recuperò proprio nel sito di Reggio , che fu chiamata proprio per questo VITULIA, cioè “terra del vitello”.

La razzia di Scilla Un’altra leggenda racconta invece che Ercole, mentre era alla guida dei buoi di Gerione, dovette affrontare un mostro terribile, Scilla che si nascondeva sulla costa calabrese. Scilla, un tempo conosciuta come una bellissima donna, fu trasformata dalla maga Circe, per invidia, in un mostro dotato di sei lunghissimi colli su cui poggiavano orrende teste che divoravano tutto. Mentre Ercole percorreva le coste con la mandria, Scilla divorò alcuni buoi. Ercole la uccise, ma il padre di lei la fece rinascere.

Le cicale di Halex Ercole stava percorrendo la costa jonica di Reggio, quando vinto dalla stanchezza si fermò per riposare presso le rive del fiume Halex (la fiumara di Palizzi), ma le cicale con il loro frinire, glielo impedirono. Ercole pregò il padre Zeus di farle tacere. Fu subitom accontentato e così potè finalmente addormentarsi. Da allora, però sembra che le cicale non cantino più sul versante reggino del fiume Halex. Grazie a questa leggenda Ercole divenne il protettore dei confini della città di Reggio con il nome di Eracle Reggino.

San Giorgio: la storia Giorgio nacque in Palestina intorno al 280 d.C. Fu un soldato così valoroso da diventare condottiero. Per essersi ribellato al suo re, fu incarcerato e torturato. Infine fu decapitato. Fu molto venerato in Inghilterra, ma anche nel resto dell’Europa. La sua festa ricade il 23 aprile e sin dal XV secolo viene venerato anche a Reggio Calabria, quale Patrono della città. La sua effigie è riportata sullo stemma della città, nell’atto in cui uccide il drago leggendario.

San Giorgio: la leggenda Viveva in un lago un drago mostruoso che a volte, giungeva fino in città dove appestava l’aria con il suo alito fetido. Gli abitanti impauriti cercavano di accontentare la sua fame dandogli ogni giorno due pecore. Ben presto però tutte le pecore erano state sacrificate.

… la leggenda continua Si interpellò l’oracolo e si venne a sapere che occorreva sacrificare al drago un essere umano tramite sorteggio. Il caso volle che la vittima prescelta fosse Margherita, la bella figlia del re. Naturalmente il re si rifiutò di sacrificare sua figlia. Solo quando il popolo minacciò d’incendiare il castello, egli cedette. Disperato vide la figlia portarsi sulla sponda del lago, dove in lacrime si mise ad attendere il compimento del suo destino.

…e ancora In quel momento passò San Giorgio che domandò alla ragazza il motivo del suo dolore e, conosciutolo, restò accanto a lei. Non ci volle molto perché il drago emergesse dall’acqua con urla spaventose. Giorgio si affidò a Dio, si avventò sul drago e lo ferì profondamente con la sua lancia.

…infine Lo costrinse a gettarsi davanti ai piedi di Margherita e gli mise la sua cintura attorno al collo, coì che la ragazza lo potè condurre nella città dove esplose un grande giubilo. Il re voleva donare al salvatore immensi tesori, ma Giorgio distribuì tutto ai poveri e, dopo aver battezzato il re, riprese il suo cammino.

Preghiera popolare a San Giorgio San Giorgiu cavaleri beddhu siti an cavaddhu e bebbhu siti a pedi. comu liberasti la figghia di lu re di la bucca di lu serpenti cusì liberati a mmia di la mala genti. San Giorgio cavaliere bello siete a cavallo e bello siete a piedi. Così come liberaste la figlia del re dalla bocca del serpente liberate me dalla cattiva gente.

Quantu ssi bella ! Quantu ssi bella RIGGIU quandu brisci E a mmari ‘natunu tutti li pisci: Tunni, custardeddhi e piscispada Cu tutti i culuri chi ti ressi a fata. RIGGIU ssi bella quandu cala u suli E u celu cu mari fannu l’amuri RIGGIU tu mi pari na magia Pirchì Morgana fici a magheria. Si è stati, mbernu o primavera Sì sempri bella RIGGIU Comu a tò bandera.

La mia città E’ un grandissimo paese dove certamente ogni mese si festeggiano i bambini: belli, buoni o birichini. C’è sempre una festa, un’occasione e a settembre vanno in processione: salutano l’effigie di MARIA per ricevere la sua luce per la VIA.

Piazza Italia Quando il sole tramonta sulla Piazza Il cielo diventa una grande chiazza. Ritornano assonnati sulle fronde i passeri che ai piccoli fan le ronde. Son felici del volo felice ormai goduto. E’ la famiglia dei musici felici. Che c’è? Che c’è?... che dici… che dici, dici ..ci…ci…ci… Lo chiedo a mamma a cui stringo la mano e tutte e due insieme andiamo…

Poetando tutti insieme A TE, REGGIO Sono fiero di essere reggino, perchè, quando mi sveglio ogni mattino il profumo del mare mi viene a cercare e tutto ilmondo più bello mi appare. La mia città è bella e ridente e accoglie con calore tanta gente che si può divertire e rallegrare sul suo meraviglioso Lungomare. Un soldato a cavallo, valoroso, uccise il drago e Margherita salvò. Giorgio era il suo nome, oh, generoso! I beni che il re gli donò lui li rifiutò con umiltà. Oggi è il patrono della mia città Eracle Reggino fu un mio lontano “cugino”. Lui Scillacon coraggio affrontò e il vitello in salvo portò. Per questo Vitulia fu chiamata la mia bella città tanto ambita. Colonia fu della Magna Grecia e tante cose belle ci ha lasciato: reperti, mura, monili e monumenti che i nostri antenati hanno “creato”. Reggio sei bella tutta! E se un giorno da te dovrò andar via, ti penserò sempre con tanta nostalgia!

REGGIO CALABRIA E’… Reperti romani Età millenaria Giorgio patrono Grecia Magna Museo Ibico poeta Odore di bergamotto Castello aragonese Aria mite Lungomare Arena dello Stretto Bronzi di Riace Reperti greci Illustri personaggi Alberi secolari

…ma non solo! Reggina, Hai Entusiasmato il Granillo (e sono 9!) I tifosi Uniti ti Magnificano.