L’infanzia di Don Bosco ANNO SCOLASTICO 2003/2004 L’infanzia di Don Bosco Giovannino Bosco INIZIA
Un ragazzo di nome Giovannino aveva nove anni e possedeva due mucche. Ogni giorno, dopo pranzo, portava a pascolare i suoi animali giù a valle. Laggiù incontrava un altro ragazzo-pastore. Giovannino per merenda aveva una fetta di pane bianco e l’amico quello bigio. Giovannino dà al suo amico il suo pane bianco, e l’amico dice “e tu?” Dice Giovannino “voglio assaggiare il tuo pane bigio”. Suo padre è morto quando aveva solo due anni. La madre Margherita, gli insegnò ad essere generoso. . . . . . . .
IL SOGNO A NOVE ANNI . . . . . .Una notte, Giovannino all’età di 9 anni fece un sogno il quale non lo dimenticò e qualche anno dopo lo raccontò. Nel sogno gli parve di essere in un giardino, vicino casa sua, dove erano raggruppati molti fanciulli alcuni giocavano felici, altri ridevano e molti bestemmiavano. Giovannino all’udire quelle parolacce si lanciò in mezzo a quei fanciulli e li picchiò. In quel momento apparve un uomo, il suo volto era luminoso, e lo chiamò per nome. Gli disse, che con le buone si poteva ottenere tutto, anche, l’amicizia di quei ragazzi.
Poi gli disse di andare tra loro e parlare sulla bruttezza del peccato e sulla bellezza della vita, ma Giovannino era povero e ignorante. era preoccupato. Accanto a Colui che parlava apparve una donna di maestoso aspetto, vestita di un manto che splendeva come il sole. Disse a Giovannino di guardare e si accorse che quei fanciulli erano fuggiti; al loro posto c’erano capretti, cani, gatti, orsi e altri animali. La guardò e gli disse che quello era il suo campo e doveva lavorare molto. Lui pregò la donna di voler parlare in modo chiaro , perché non aveva compreso il significato. Allora Essa pose la mano sul suo capo e gli disse che a suo tempo avrebbe compreso. . . . .
IL PICCOLO SALTIMBANCO . . . . .Giovannino pensa al sogno: ai ragazzi che bestemmiavano, agli orsi cambiati in agnelli e alle parole della mamma. Giovannino conosce parecchi ragazzi che vivono nelle cascine sparse nelle campagne. Parecchi ragazzi sono bravi, ma c’è ne sono anche prepotenti e bestemmiatori. Un giorno Giovannino rientra a casa con la faccia piena di sangue. Mamma Margherita, preoccupata, mentre lo medica gli dice - “un giorno tu tornerai con un Occhio rovinato”. – e gli consiglia di non frequentare quei ragazzi. Giovannino rispose: - “se e’ per farti piacere non ci andrò più.” Ma Giovannino aveva escogitato un’ attrazione per attirare quei “ragazzacci”. Imparò i trucchi dei prestigiatori e organizzò uno spettacolo. Fu un grande successo; alla fine Giovannino fece pagare il biglietto; non fu altro che la recita del Rosario. . . . . .
. . . . . . Nel 1824 Giovannino frequentò la prima elementare. Emigrante a 11 anni . . . . . . Nel 1824 Giovannino frequentò la prima elementare. Mamma Margherita voleva che frequentasse anche la terza perché era bravo, ma il fratello Antonio voleva che lavorasse come tutti gli altri. Un giorno Giovannino mise un libro sopra il tavolo e Antonio lo prese a Schiaffi. Allora mamma Margherita va nella camera di Giovannino e n parla con lui e gli dice: - “meglio che te ne vada perché tuo fratello Antonio qualche giorno ti potrebbe farti del male.” - . . . . .
. . . . . .Giovannino va in cerca di lavoro. Nel suo fagottino porta con sè due camicie, due libri, e una grossa pagnotta di pane. Mamma Margherita resta sulla porta a guardarlo, finchè la nebbia non lo inghiotte. Giovannino andò dalla famiglia Moglia, dove trascorse 3 anni, lavorando e studiando. . . . . . ..
UN INCONTRO DECISIVO . . . .Nel 1829 a Buttigliera ci fu una predicazione eccezionale. Tra la folla c’era anche Giovannino. Un vecchio cappellano a soli 70 anni , chiamato Don Calosso vide Giovannino che cammina tutto solo e gli disse di dove fosse e lui gli rispose dei Becchi. Figlio di Margherita Bosco. Don Calosso gli disse se avesse capito con tutto quel latino. Giovannino gli recitò al cappellano tutta la predica a memoria, come se leggesse un libro. Dopo il cappellano invitò Margherita e il suo figlio nel suo ufficio e la convinse affinchè il ragazzo potesse intraprendere gli studi con lui. Quei mesi furono i più belli della sua vita, ma una mattina del novembre del 1830, Don Calosso, fu colpito d’infarto. Prima di morire ,gli diede una chiave. La chiave era d’un cassetto che conteneva 6 mila lire. Il giovane terrorizzato la consegnò agli eredi. Ora Giovannino era solo, senza maestro e senza denaro.
FINE QUANDO DIVENTO’ DON BOSCO . . . . .1835 Giovanni entra nel seminario di Chieri. Dopo 6 anni di studi intensi, il 6 giugno del 1841 l’Arciviscovo di Torino l’ordinò sacerdote. Gli vengono offerti i posti di cappellano a Morialdo, di viceparroco di Genova, ma lui ha un altro progetto: i ragazzi. Don Bosco comincia ad accompagnare il maestro Don Cafasso nelle carceri. Trova ribrezzo alla vista dei prigionieri giovani, dagli occhi sconvolti e dal sorriso beffardo. Quel giorno, uscendo dal carcere, Don Bosco prese una decisione incrollabile: -”voglio essere il salvatore di questi poveri ragazzi……”- FINE