L’Africa, una piaga aperta

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Transcript della presentazione:

L’Africa, una piaga aperta Genet Woldu Keflay - Pres. Asso. Imm. Corno d'Africa in Sardegna

Genet Woldu Keflay - Pres. Asso. Imm. Corno d'Africa in Sardegna La schiavitù È’ molto difficile valutare con precisione l’importanza del prelevamento demografico operato sui trecento anni di tratta intensiva (dal 1550 al 1850). Le perdite di vita umana cominciavano durante la caccia ai futuri schiavi, proseguivano durante il loro cammino fino all’imbarco sulla costa atlantica, poi durante l’attraversata. Si stima a 30% il numero degli schiavi sbarcati sulle coste americane o altre. Si contano tra i 20 e 100 milioni d’uomini e donne, per di più giovani e quindi all’età di procrearsi, che furono perduti per il continente africano;Tale deportazione fu alle origini di uno sconvolgimento maggiore delle strutture politiche ed economiche dell’Africa. La schiavitù fu (ufficialmente) abolita nel 1833 Gran Bretagna, 1848 Francia, 1865 Stati Uniti, 1963 Arabia Saudita e 5 Luglio 1980 in Mauritania dove l’Onu stima la popolazione attuale di schiavi a… 125.000 persone. La pratica della schiavitù è stata la più grande offesa per tutt’un popolo. Fu un momento in cui intere famiglie sono state distrutte, una intera generazione vede svanito il suo proprio futuro, l’Africa è rimasta ferita, sventrata e spogliata della sua dignità. L’Africa ha perso tanto in termini di risorse economiche e umane che nessuno potrà restituire il continente ha dato il suo contributo alla costruzione di intere nazioni (soldati durante le due guerre mondiale, la mano d’opera nelle piantagioni di cotone in America). Joseph Ndiaye il conservatore della casa degli schiavi di Goree Senegal diceva “La America non sarebbe l’America senza il contributo del popolo Afro-Americano”. Genet Woldu Keflay - Pres. Asso. Imm. Corno d'Africa in Sardegna

Conferenza di Berlino 1884-1885 Durante la conferenza di Berlino i paesi: Germania, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera, Brasile, Nord-America, Italia, hanno concordato la spartizione del continente Africano, senza la presenza ne il consenso del popolo Africano. Genet Woldu Keflay - Pres. Asso. Imm. Corno d'Africa in Sardegna

L’Africa divisa a colpo di righello Genet Woldu Keflay - Pres. Asso. Imm. Corno d'Africa in Sardegna

Imperialismo e Colonialismo Il colonialismo in Africa da parte delle nazioni europee raggiunge il proprio apice a partire dalla seconda metà del XIX periodo in cui si ebbe una vera e propria spartizione dell’Africa i cui protagonisti furono soprattutto Francia e Gran Bretagna e, in misura minore Germania,Portogallo, Italia, Belgio e la Spagna. Pur riferendosi spesso a una presunta “missione civilizzatrice” nei confronti dei popoli relativamente arretrati dell’Africa sub sahariana, le potenze coloniali europee si dedicarono soprattutto allo sfruttamento delle risorse naturali del continente. L’Africa è stata ed ancora un serbatoio di risorse per le potenze occidentali. Genet Woldu Keflay - Pres. Asso. Imm. Corno d'Africa in Sardegna

Il sole delle indipendenze 1960 L’Africa oggi è un teatro di conflitti: Etiopia, Eritrea, Sudan, Congo, Ruanda, Burundi, i conflitti in atto sono più di 13, hanno causato almeno milioni di morti, secondo il catalogo degli esperti dell’istituto internazionale per la ricerca su la pace (Sipri). Tra le guerre più violente figura quella in Sudan che ha causato 40 mila vittime in un anno (1983), il Congo Brazzaville ha invece causato nel 1997 tra i 4 mila e i 7 mila morti la causa dei conflitti può essere il fallimento di una classe politica Africana che non ha saputo dare una risposta alla domanda sociale partita dal vento del “Sole delle indipendenze”. Nonostante la voglia di cambiamento manifesto negli anni 60, l’Africa rimane il continente della fame delle Guerre, delle malattie, un continente dove oggi un intero popolo rivendica i diritti elementari di sopravvivenza (Darfur). Genet Woldu Keflay - Pres. Asso. Imm. Corno d'Africa in Sardegna

Genet Woldu Keflay - Pres. Asso. Imm. Corno d'Africa in Sardegna CONSEGUENZE Una perdita enorme di risorse umane economiche del continente Stati e istituzioni, identità culturali e modi di vita sono stati stravolti Incapacità di un autonomo sviluppo economico Conflitti tra stati, etnie e popoli La disoccupazione giovanile a livelli disastrosi Spostamenti interni ed esterni di migliaia di persone senza nessun prospettiva, quindi un intero popolo costretto alla ricerca di un altrove migliore. Genet Woldu Keflay - Pres. Asso. Imm. Corno d'Africa in Sardegna

Interventi auspicabili Abbiamo detto che L’Africa è stata ferita dalla schiavitù, colonialismo, imperialismo, guerre, conflitti etnici, immigrazione. Questa ferità senza una cura adeguata si e trasformata nel corso del tempo in una piaga. Quale soluzione per una cura efficace: Per guarirla? L’Africa ha bisogno di: sviluppo economico formazione professionale stabilità politica trasferimento di tecnologie buona politica di cooperazione internazionale L’Africa non ha bisogno ne di interventi di emergenza ne di assistenzialismo, ma vuole rispetto e riconoscimento della sua dignità. Rene Dumont diceva che L’Africa è partita male. Ma noi diciamo non è partita Tutti noi dobbiamo aiutarla a ripartire con il piede giusto. Genet Woldu Keflay - Pres. Asso. Imm. Corno d'Africa in Sardegna