Dalla 285/97 ad una proposta per un piano attuativo per l’infanzia e l’adolescenza in applicazione della LR 14/08 Norme in materia di politiche per le.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
IL PIANO PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE PIANO ATTUATIVO Ufficio di Piano - aprile 2012
Advertisements

Organizazione servizi sociali - Dott.ssa M.Vittoria Tonelli
FIGLI DI ULTIMA GENERAZIONE: punti di forza e criticità
Piano di Zona 2011 – 2013 dellAmbito del Ciriacese PRIORITA E OBIETTIVI STRATEGICI PRIORITA E OBIETTIVI STRATEGICI.
I SERVIZI SOCIALI: OLTRE I CONTRIBUTI ECONOMICI.
UNA FAMIGLIA X UNA FAMIGLIA Verso una nuova forma di affido
9 Circoscrizioni 9 Distretti Sociali 1 U.O. Cittadini senza Territorio
2° transnational meeting Regione Lombardia settembre 2010.
Politiche sociali Lavinia Bifulco.
L’Assistenza Economica STRUMENTO nel PROCESSO DI AIUTO
LE SCUOLE DI MODENA UNA RETE CON TANTI NODI. Il progetto ha ormai una lunga storia, è iniziato nel anno scolastico 2002/2003. Ha creato e rinforzato il.
Rapporti con il territorio: genitori, associazioni, enti Rete delle scuole medie di Modena Per una scuola che sa accogliere Cittadini si diventa.
REGOLE DI SISTEMA 2011 DG Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale.
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
ÉQUIPE MINORI E RESPONSABILITÀ FAMILIARI
PIANO INTEGRATO DI SALUTE SALUTE MENTALE E INTERVENTO DOMICILIARE
ANALISI DEL FENOMENO DELLE POVERTA IN CASENTINO Presentazione del Terzo rapporto provinciale sulle povertà – anno 2006 Sabato 26 Maggio 2007 Sala consiliare.
Firenze, 13 gennaio
Il programma delle attività territoriali PAT i nodi salienti da cui muove la programmazione
Università degli Studi di Bologna Ingegneria Informatica 1 Il cantiere del welfare del Comune di Bologna.
Analisi e rapporto di ricerca a cura di: Maria Antonia Moretti
Diritto sanitario e dell’assistenza sociale Prof. Alessandra Pioggia
PRESENTAZIONE DELLATTO DI INTESA TRA IL COMUNE DI CREMONA E LUFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE SUL TEMA: INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI FRAGILI Progetto.
1 Parma, 15 aprile 2009 Relatore : Gabriele Annoni Lintegrazione socio-sanitaria: strumenti, percorso e prospettive.
PRENDERSI CURA DEL SISTEMA DI PROTEZIONE E TUTELA DELLINFANZIA E DEL SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA Limpegno della Regione Emilia Romagna Piacenza 20 aprile.
“TWENTY TWENTY EUROPEAN POLICIES FOR MENTAL HEALTH
Legge provinciale 23 luglio 2010, n. 16
PAR PAR POLITICHE INTEGRATE REGIONALI PER LE PERSONE ANZIANE Assessore Regionale al Welfare.
Gruppo di lavoro “Immigrati e richiedenti asilo”
Le scuole e l’autonomia
Seminario Conclusivo dello Scambio fra Città Gemelle FEBBRAIO 2009, RAVENNA COMUNE DI RAVENNA Istituzione Istruzione e Infanzia.
CI SONO ANGELI IN CITTA Tutte le Aree dellAutismo IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI San Salvo PALMA MONICA.
REGIONE MARCHE PIANO SOCIALE Partecipazione, tutela dei diritti, programmazione locale in un processo di continuità, consolidamento e integrazione.
PIANO DI ZONA Il Piano di Zona :documento e processo di programmazione delle politiche sociale di un territorio l.r.3/ Il piano di zona è lo strumento.
Area Innovazione Sociale 1 1 IV ConferenzaPAR Bologna, 20 gennaio 2012 Raffaele Tomba Il Bilancio sociale di ambito distrettuale Agenzia sanitaria e sociale.
Volterra 19 Giugno 2009 DOPO DI NOI…. obiettivi e impegni della Regione Toscana Giornata pubblica di presentazione del Progetto COSTRUIAMO INSIEME UN NUOVO.
La società della salute COMUNITA MONTANA DEL MUGELLO CHE COSA E: definizione DALLA SANITA (diagnosi- cura- riabilitazione) gli obiettivi della politica.
Il Progetto P.I.P.P.I. nei SIAST 4 e 5 di Firenze
Fare salute in montagna: verso la costruzione dei Distretti e dei Piani di Salute Le risposte dei Servizi Sociali della Comunità Montana Val Pellice 29/09.
ORIENTAMENTI PER LA COMUNICAZIONE TRA SCUOLA E SERVIZI SOCIALI E SOCIOSANITARI PER LA PROTEZIONE E TUTELA DEI DIRITTI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI.
Ambito Territoriale Sociale XVI 2009PIANOINFANZIA ADOLESCENZA ADOLESCENZA.
Il futuro è oggi. Orientare per non disperdere
Il Piano di Zona: strumento di programmazione del sociale
“Progetto Adolescenti”
Gli scenari evolutivi delle politiche sociali:  Le politiche sociali si evolvono con l’evoluzione dei sistemi socio-economici e di governo  La nascita.
Promozione del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari
Il ruolo dell’ente locale per l’integrazione sociale degli immigrati
1 S ERVIZIO POLITICHE FAMILIARI, INFANZIA E ADOLESCENZA A SCUOLA DI MOBILITÀ SOSTENIBILE la dimensione sociale delle politiche di mobilità Bologna, Cappella.
1 seminario “Salute e Sicurezza sul Lavoro: trasferimento di innovazione in Europa” IL SISTEMA REGIONALE PER LA SICUREZZA E LA QUALITA’ DEL LAVORO IN LIGURIA.
MANIFESTO DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI Commissione regionale dei soggetti professionali Regione Toscana istituita dall'art 3 della legge regionale 73/2008.
Piano di Zona 2006 – 2008 dell‘Ambito del Ciriacese PRIORITA’ E OBIETTIVI STRATEGICI PRIORITA’ E OBIETTIVI STRATEGICI.
Taranto, 26 maggio 2006 PROGETTO GOVERNANCE Progetto tematico Regione Puglia Seminario “Politiche sociali ed integrazione sociosanitaria in Puglia” Regione.
Lavorare come liberi professionisti, consente di poter svolgere l’attività per privati od enti pubblici senza limiti nella quantità di lavoro da svolgere,
La programmazione sociale a livello locale Un welfare che crea valore per le persone, le famiglie e la Comunità 24 novembre 2015.
BILANCIO SOCIALE e PATTO per la SICUREZZA e la LEGALITA’ Alimena – 03 aprile 2014 Il Bilancio Sociale: verso la costruzione delle aree di rendicontazione.
Le politiche di integrazione sociale dei minori stranieri
Sintesi lavori della Sessione 5 Le politiche e i servizi per l’accoglienza Un decennio di contrasto alla istituzionalizzazione di bambini e adolescenti.
Rapporteur: Laura Baldassarre
1. Welfare “a misura di bambino e adolescente” tra protezione e tutela. La rete dei servizi sociali e della giustizia minorile Restituzione dei lavori.
Servizio Asili nido e Servizi complementari alla prima infanzia I servizi educativi a Firenze: un sistema ecologicamente inteso.
1 “Luoghi di bene e bambini vulnerabili: l’accoglienza che educa e sostiene” Dr.ssa Daniela Piscitelli.
SOL.CO VARESE. CHI SIAMO Il Consorzio Sol.Co. Varese è un consorzio di Cooperative Sociali che, dal 1991, opera sul territorio di Varese e provincia.
Bologna, Dr.ssa Monica Minelli Direttore.
Progettare nel sociale: l’esperienza della co-progettazione nell’Ambito Distrettuale 6.1 Palmanova, 6 giugno 2014.
Servizio Assistenza Distrettuale Strumenti per la programmazione integrata sociale e sanitaria Servizio Assistenza Distrettuale, Medicina Generale, Pianificazione.
Conferenza Regionale Salute Mentale Bologna ottobre 2007 Pietro Pellegrini.
Assessorato Politiche per la Salute Assessorato alla Promozione delle Politiche Sociali e di quelle Educative per l’infanzia e l’adolescenza. Politiche.
Assessorato Politiche per la Salute Assessorato alla Promozione delle Politiche Sociali e di quelle Educative per l’infanzia e l’adolescenza. Politiche.
L’avvio dell’accreditamento per i servizi sociosanitari: governo del processo, criteri, procedure, standard. Assessorato Politiche per la Salute Assessorato.
1 Piano di zona per i servizi sociali dell’ambito distrettuale di Tradate.
Transcript della presentazione:

Dalla 285/97 ad una proposta per un piano attuativo per l’infanzia e l’adolescenza in applicazione della LR 14/08 Norme in materia di politiche per le giovani generazioni Napoli 19 novembre 2009 Maura Forni

Dalla 285 in poi … Dal 1997 molto è cambiato in Italia dal punto di vista della legislazione, sia sociale, che relativa al riparto di competenze: basti ricordare la legge 328, di riforma dell’assistenza e la riforma costituzionale del 2001, che ha ridisegnato i ruoli istituzionali all’interno della Repubblica. Molto è cambiato anche a livello regionale  LR 1/00 servizi alla prima infanzia  LR 2/03 politiche sociali  Piano sociale e sanitario 2008/2010  LR 14/08 politiche per le giovani generazioni

Sul piano dei finanziamenti La legge 285/97,dal 2002, non è più finanziata, per quanto riguarda le Regioni ma solo per le città riservatarie. Per le Regioni oggi il finanziamento è confluito nel Fondo nazionale per le politiche sociali, che, dal 2003, non ha vincolo di destinazione...e che sta costantemente riducendosi

… e della programmazione Abbiamo inserito l’area infanzia e adolescenza nell’ambito dei piani di zona passando dall’insieme di progetti all’insieme di interventi e servizi Abbiamo definito un budget dedicato nell’ambito del fondo sociale locale alla 285 abbiamo stabilito, nell’ambito del piano sociale e sanitario e della legge regionale gli obiettivi e i ruoli ( il modello di governance)

Cosa ci ha insegnato la 285  La concretezza… innanzitutto istituiva un fondo  La necessità di condividere una prospettiva prima dei progetti operativi  Il vincolo di un patto interistituzionale, pubblico e privato… per vedere finanziati i progetti  Vedere l’infanzia dai diversi punti di vista. Tenere conto delle diverse aree  L’importanza di coniugare operatività, formazione, documentazione, valutazione

L’Emilia Romagna sta diventando più giovane +2% di bambini e ragazzi sulla popolazione complessiva ( ) Negli ultimi due anni abbiamo oltre bambini e ragazzi in più Al 1 gennaio 2009 i bambini e ragazzi stranieri sono il 14,6% circa di tutti quelli residenti (contro un 9,72% di tutti gli stranieri sulla popolazione regionale) Qualche dato di sfondo: una popolazione ‘dinamica’: nuova opportunità per i nostri territori

difficoltà del crescere 7,5% la media dei bambini e ragazzi in carico ai servizi sociali negli anni (oltre ) 6% bambini e ragazzi in carico alle Unità di Neuropsichiatria Infantile (circa ) +2,5% l’aumento dei nuclei monogenitoriali [da 11,3 su 100 (2005) a 13,8 su 100 (2007)] La vita quotidiana Indagine multiscopo annuale, ISTAT trasformazioni familiari Il quadro di sfondo

bambini e famiglie 51% i bambini e ragazzi in carico ai servizi per problemi abitativi / economici della famiglia i bambini e i ragazzi temporaneamente fuori dalla propria famiglia (affidamenti eterofamiliari, inserimenti in comunità …) 40% i bambini e ragazzi stranieri in carico ai servizi maggiore complessità delle adozioni qualche numero in più: la complessità delle sfide

Il sistema dei servizi sociali territoriali per minori varie tipologie di gestione 53 enti gestori, di cui: il quadro del personale quasi operatori tra servizi sociali e comunità per minori 13 comuni singoli 10 comuni con vari accordi di programma 7 unioni di comuni 12 Ausl 5 ASP 3 ASSP (az. Servizi speciale) 1 Comunità montana 1 Consorzio 1 Istituzione Forte ricambio generazionale: oltre la metà degli operatori è stata assunta tra 2002 e 2007 Necessità di costante aggiornamento per l’evolversi rapido delle trasformazioni sociali Forte diminuzione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato nelle assunzioni degli ultimi anni

Fonte: ISTAT-RER Indagine sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o associati Spesa sociale netta sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o associati per settori anni Valori assoluti e ripartizione percentuale sul totale di tutti i settori (anno 2007, dati provvisori) AREA DI INTERVENTO ANNO 2006ANNO 2007 importo % sul totale di spesa importo % sul totale di spesa Famiglia e minori , ,1 Giovani , ,6 Disabili , ,6 Dipendenze , ,6 Anziani , ,6 Immigrati , ,7 Disagio adulti , ,8 Multiutenza , ,0 TOTALE TUTTE LE AREE , ,0

LR 14/08 una legge per i cittadini bambini Una legge che riconosce la necessità di una tutela specifica e organica per i bambini Non per un pregiudizio di “minorità”, ma per la consapevolezza che “ la condizione minorile costituisce l’unica fascia sociale senza rappresentanza politica: così che l’adempimento dei diritti che le competono è di norma affidato alla sola coscienza del debitore” Luigi Fadiga Una legge che però non considera il minore solo come bisognoso di protezione ma innanzitutto come cittadino quindi titolare di specifici diritti

Indice lr14/08 Parte I- disposizioni generali ( art.1-7)  oggetto della legge,  principi ispiratori  compiti di Comuni, Province e Regione  osservatorio Parte II – bambini e adolescenti ( art. 8-32)  Obiettivi e programmi  Sistema dei servizi e delle opportunità Parte III – giovani (art.33-45)  Principi guida  Azioni e forme di sostegno Parte IV – norme finanziarie e finali (art.46-52)

Perché un nuovo piano attuativo Per rispondere ad una emergenza percepibile Per omogeneizzare, sostenere, sviluppare e mettere a sistema l’insieme degli interventi che si realizzano nell’area dell’infanzia e dell’adolescenza Perché siamo consapevoli che l’età evolutiva è una fase vulnerabile quanto determinante per la salute del resto della vita Per tradurre in pratica i contenuti della LR 14/08 e del Piano sociale e sanitario nella consapevolezza che i bambini ed i ragazzi sono una “risorsa fondamentale ed essenziale della comunità regionale” futura

le priorità Ragazzi fuori famiglia in aumento Necessità di raggiungere la massima appropriatezza nell’allontanamento dei minori Attenzione e cura all’età della preadolescenza e adolescenza Creare occasioni di crescita e partecipazione, prevenire i rischi Rafforzare le competenze dei genitori La maggior parte dei problemi dei bambini di cui ci occupiamo nasce da debolezze della famiglia e i genitori sono insostituibile fonte di benessere e salute

Strategie di lavoro Sostenere chi sostiene: i genitori, i familiari, gli educatori,gli operatori informali, la “prima linea” dei nostri servizi Intervenire il prima possibile: sviluppare collaborazioni e capacità predittive condivise Leggere oltre al disagio il contesto e le condizioni di vita in cui si manifesta Intervenire il meno invasivamente possibile Intervenire in modo integrato, in una logica di sistema, orientati a risultati comuni “La Regione persegue l'approccio integrato nell'attuazione delle politiche riguardanti i bambini, gli adolescenti e il sostegno alla genitorialità. A tal fine: a) attua i collegamenti tra le politiche di settore; b) pratica la concertazione con gli enti locali, adotta strumenti condivisi di prevenzione e tutela; c) prevede, per i servizi territoriali, parametri qualitativi e quantitativi adeguati ai sensi dell'articolo 6 della legge regionale n. 2 del 2003;articolo 6 della legge regionale n. 2 del 2003 d) persegue l'integrazione gestionale e professionale tra i servizi del territorio, il lavoro di équipe e l'integrazione sociale e sanitaria come obiettivo strategico del sistema di benessere e di protezione sociale, regionale e locale.”LR14 art 9

Strategie di lavoro CONTINUITA’ nell’esperienza e nel tempo; azioni e progetti dunque non episodici, ma radicati nel patrimonio di servizi esistenti al fine di connetterli, ampliarli, migliorarli; INTEGRAZIONE tra istituzioni diverse, tra operatori di diversi ambiti, tra pubblico e privato; ma integrazione intesa anche come impegno a non creare, ove possibile, servizi speciali,ma attenzioni specifiche per garantire a tutti uguali diritti e possibilità di accesso; CONCRETEZZA nella pianificazione di servizi, interventi, occasioni nati dai reali bisogni del territorio, capaci di produrre cambiamenti positivi, costantemente monitorati. VICINANZA, è stato chiaro che perché gli interventi possano essere rispondenti alle necessità dei bambini e dei ragazzi occorre che siano costruiti ” vicino a casa ”.

Aree di intervento Comprende le iniziative che coinvolgono la comunità, che favoriscono la conoscenza reciproca, la solidarietà e la concreta corresponsabilità, che facilitano il dialogo interculturale e intergenerazionale, che connettono i servizi tra loro e favoriscono la partecipazione dei ragazzi, la loro visibilità, la loro presenza attiva L’attenzione è su chi cura e sui contesti che creando legami, opportunità di crescita e identificazione costituiscono fattori protettivi in particolare per la popolazione più debole Il coinvolgimento riguarda tutti i servizi (educativi, scolastici, sanitari …), coinvolge il terzo settore e la società in generale 1. Promozione: lavoro di comunità “… l’orientamento dei servizi e degli operatori è fortemente da ripensare in una ottica di sviluppo di comunità. La direzione verso la prossimità costituisce un indirizzo fondamentale per l’evoluzione del sistema dei servizi e degli interventi integrati” PSS

Aree di intervento Si tratta di azioni di supporto ad una popolazione già individuata come “a rischio” o particolarmente fragile, per evitare evoluzioni negative, per sostenere le competenze e l’autonomia, intervenire precocemente ed evitare cristallizzazioni. È l’area che appare oggi come maggiormente penalizzata, in quanto schiacciata dalle emergenze Necessita innanzitutto di un’individuazione precoce del rischio Comprende: –interventi domiciliari a supporto della debolezza genitoriale –sviluppo di attività diurne, gruppi educativi di sostegno –educativa di strada, servizi di prossimità –affidi a tempo parziale, affidi di famiglie –… 2. Prevenzione: sostegno

Aree di intervento È l’area delle azioni rivolte ai casi più complessi, quelli in cui è necessario attivare più risorse sia professionali che economiche, per affrontare situazioni di abbandono, abuso o maltrattamento, per favorire l’integrazione di bambini con gravi disabilità, minori provenienti dal circuito penale, minori stranieri non accompagnati … Comprende: –l’attivazione di équipe specialistiche di secondo livello –la rete di accoglienza semiresidenziale e residenziale –Il sostegno agli affidi a tempo pieno –i servizi per l’emergenza –I rapporti con l’Autorità giudiziaria –… 3. Protezione: tutela e cura

Azioni di sistema (in corso e da attivare) Sviluppare un sistema di valutazione condiviso della situazione del bambino come condizione per poter valutare i risultati e migliorare l’equità nella erogazione di prestazioni Individuare un modello di presa in carico multidisciplinare (UVM) Sistematizzare la rete delle strutture che accolgono minori con diversa tipologia di bisogni ( sanitari, sociali, socio-sanitari..) Valutare l’entità ed adeguatezza dell’attuale impegno economico dei diversi settori per i minori con bisogni complessi (tempo dedicato dei professionisti alle équipe, costi delle strutture…) Trovare accordi sulle procedure con la Magistratura Minorile in materia di prevenzione e tutela (art.403 CC, minori stranieri non accompagnati, decreti di affidamento ai servizi sociali…) Ridefinire la Commissione ex art.13D. Lgs.272 /89 per il coordinamento degli interventi per i minori inseriti nel circuito penale Avviare, in parallelo al piano, percorsi formativi di accompagnamento Mantenere un monitoraggio regionale e delle sperimentazioni ( progetto RISC)che ci consentano di avere dati di esito

Dunque ? Abbiamo ancora bisogno di un fondo dedicato e di aree specifiche di intervento, ma siamo più consapevoli che non possiamo rimanere intrappolati da questi confini occorre vedere le politiche per l’infanzia nella pianificazione generale, nel disegno comune, che rende la complessità e che aiuta a capirla. Altre politiche e altre risorse agiscono con grande forza sullo star bene o stare male delle giovani generazioni E’ solo dalla visione complessiva, non dall’insieme dei singoli progetti, e neppure dall’insieme delle politiche per l’infanzia che potremo valutare la qualità di quello che andiamo facendo

GRAZIE … e buon lavoro a tutti