Missionarietà e Consiglio Pastorale Parrocchiale

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Transcript della presentazione:

Missionarietà e Consiglio Pastorale Parrocchiale Percorso di animazione missionaria parrocchiale Diocesi di Bergamo Anno Pastorale 2011-2012 Impegno missionario nelle terre esistenziali

Obiettivo della scheda: La comunità cristiana abita un territorio che si configura come parrocchia, ma che si realizza in una tensione missionaria verso il mondo intero. Obiettivo della scheda: accompagnare il consiglio pastorale nella presa di coscienza del suo servizio alla comunità nel discernimento di un’azione pastorale capace di missionarietà.

Il primo riferimento a cui ci affidiamo per intraprendere questo percorso è il seguente: “Tanto più la parrocchia sarà capace di ridefinire il proprio compito missionario sul territorio, quanto più saprà proiettarsi sull’orizzonte del mondo, senza delegare ad alcuni la responsabilità dell’evangelizzazione dei popoli”. CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 6

CI SONO DUE DIMENSIONI INDISPENSABILI OBIETTIVO SPECIFICO: Dare spessore ed incisività alla presenza e all’impegno pastorale di una parrocchia che insiste su uno specifico territorio. PER FARE CIÒ CI SONO DUE DIMENSIONI INDISPENSABILI Il proprio compito missionario e l’orizzonte del mondo

IL CAMMINO DA INTRAPRENDERE E’: un cammino di riflessione e di approfondimento che responsabilizzi rispetto alla trasformazione del territorio e non solo alla celebrazione dei sacramenti. QUINDI E’ NECESSARIO: Riscoprire la dimensione missionaria dei singoli Riscoprire la dimensione missionaria della comunità Vivere un discernimento lasciandosi guidare dalla PAROLA DI DIO, dal CONTESTO dentro il quale si vive, dalle AZIONI PASTORALI messe in atto nella comunità.

UN ALTRO PASSAGGIO IMPORTANTE RIGUARDA: La capacità di promuovere La molteplicità dei doni che il Signore offre e la varietà dei servizi di cui la Chiesa ha bisogno. L’esigenza di aprire gli spazi della pastorale a nuove figure ministeriali. SOLO CON UN LAICATO CORRESPONSABILE, LA COMUNITA’ PUÒ DIVENTARE EFFETTIVAMENTE MISSIOANARIA.

Il sussidio MISSIONE CHE PASSIONE, nel CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE: permette di recuperare alcune dimensioni fondamentali della missionarietà da mettere in dialogo con il cammino della parrocchia alle prese con la definizione di uno stile di presenza e di azione che si lasci interpellare continuamente dall’’urgenza dell’annuncio del Vangelo. QUESTO UN POSSIBILE ITINERAIO: Acqua da tutte le parti Provocazioni da non perdere Le carte da giocare Lo “stile” pastorale

DI MISSIONARIETÀ DOBBIAMO PARLARE E VIVERE ANCHE NOI Acqua da tutte le parti SITUZIONE INIZIALE CELEBRAZIONI CHE RITORNANO PUNTUALMENTE OGNI ANNO. MISSIONARIETA’ CHE SI IDENTIFICA CON TERRE LONTANE PARROCCHIA IN AFFANNO – RISCHIO DI RIFUGIARSI NELLE TRADIZIONI DI MISSIONARIETÀ DOBBIAMO PARLARE E VIVERE ANCHE NOI

Acqua da tutte le parti RIFERIMENTI PER LA RIFLESSIONE Il CPP va sempre più inteso come la conseguenza della riconosciuta soggettività della comunità locale, che ha il compito di realizzare la storia della salvezza in un luogo, non solo attraverso la cura della prassi sacramentale, ma anche nella trasformazione del territorio. INTERCETTARE I VISSUTI DEI SINGOLI E DELLE FAMIGLIE E DELL’INTERA COMUNITÀ SOCIALE

MISSIONARIETÀ: confrontiamoci su questo termine. Acqua da tutte le parti INDICAZIONI CONCRETE Lettura dell’esistente, della prassi pastorale e della comunità Cogliere le motivazioni che determinano scelte, azioni e proposte Comprendere la realtà attraverso un’analisi “teologica” Passare dalla percezione del bisogno sociale all’identificazione del bisogno di salvezza interna ad esso. MISSIONARIETÀ: confrontiamoci su questo termine.

QUALI SONO I CONFINI DELLA MISSIONE OGGI? Provocazioni da non perdere SITUAZIONE INIZIALE E’ davvero il “tempo della missione”. Messi da parte gli equivoci e le limitazioni geografiche che volevano “territori di missione” quelli oltre oceano e identificavano la missione con la raccolta dei soldi, le pesche di beneficienza, le adozioni a distanza, è vero che il “tempo della missione” appartiene alle nostre comunità. QUALI SONO I CONFINI DELLA MISSIONE OGGI?

Provocazioni da non perdere RIFERIMENTI PER LA RIFLESSIONE La stanchezza: si vince con il “progetto”- gettiamo avanti il pensiero e l’azione, questa è la scommessa. Pochi ma buoni: stringere il cerchio attorno ai fedelissimi restando in attesa che altri possano aggiungersi; forte bisogno di autoreferenzialità. La trasformazione delle strutture: correre il rischio di misurare l’operato del parroco dalla opere murarie; tentazione di trasformare la parrocchia in un’impresa. INTERCETTARE I VISSUTI DEI SINGOLI E DELLE FAMIGLIE E DELL’INTERA COMUNITÀ SOCIALE

Provocazioni da non perdere INDICAZIONI CONCRETE Interrogarsi come CPP sui diversi ambiti della vita di ciascuno: l’affettività, la crescita, la vocazione, la professionalità, il tempo libero, la fede. Declinare ogni dimensione facendo riferimento al vissuto concreto: la famiglia, l’educazione dei figli, la formazione ed il lavoro, la domenica ed il senso della festa, l’appartenenza cristiana. INTERROGARSI COME CONSIGLIO PARROCCHIALE RIFLETTENDO SUL PROPRIO RUOLO E SUL COINVOLGIMENTO DI TUTTE LE REALTA’ PARROCCHIALI

Le carte da giocare SITUAZIONE INIZIALE La dimensione missionaria è quella forza centrifuga che anima la Chiesa dal di dentro. Non può la Chiesa rimanere ferma, ripiegata si sé stessa aspettando che altri vengano a lei. La prospettiva missionaria esige uno sguardo universale capace di comprendere tutti e di trasformare tutti gli aspetti della vita. La scelta preferenziale per gli ultimi è il segno per dimostrare che si vogliono accogliere tutti. PORTARE I VALORI DEL VANGELO ALL’INTERNO DI OGNI SETTORE DELLA VITA PUBBLICA E PRIVATA È L’IMPEGNO CHE MOTIVA L’EVANGELIZZAZIONE.

Le carte da giocare RIFERIMENTI PER LA RIFLESSIONE La sfida di oggi è quella di rigenerare la fede, far ripartire processi di fede: non dare nulla per scontato. Il vangelo offre all’uomo più di quanto l’uomo non osi sperare. Creare relazioni nelle quali l’incontro, l’ascolto e la capacità di dialogare siano segno di comunione che sa valorizzare le diverse identità nell’esperienza determinante della sequela. UNA COMUNITÀ APERTA CHIEDE RECIPROCITÀ E COMUNIONE COME VALORI FONDANTI DELL’ESISTENZA PER GIUNGERE AD ESPRIMERE QUELLA CONVIVIALITÀ DELLE DIFFERENZE CHE MOSTRA IL VOLTO DI UNA CHIESA INCARNATA NELLA STORIA.

Le carte da giocare INDICAZIONI CONCRETE Possibile: è la convinzione che il Vangelo attraverso i secoli e trova casa in ogni cultura perché esprime il meglio dell’uomo. Bello: è la possibilità di salvezza che riempie il mondo di senso, la possibilità di “entrare” nel mistero di Dio. Buono: è la tensione a realizzare ciò che fa bene alla vita, che apre alla relazione, che immerge nel desiderio di Dio. Giusto: è la scommessa che si accompagna alle relazioni umane, che stabilisce rapporti, che costruisce la realtà sociale e da volto al popolo di Dio. ALCUNE VERIFICHE SERIE CI ATTENDONO: IL CAMMINO D’INIZIAZIONE CRISTIANA, IL SERVIZIO ALLA CARITÀ, LE TRADIZIONI, L’UTILIZZO DELLE STRUTTURE, L’ARTE DEL CELEBRARE… La verifica comporta una ricerca tra le pagine della Scrittura dove Dio stesso si racconta con abbondanza e profezia. Si tratta adesso di decidere, perché altrimenti il CPP rimane sterile, non chi fa cosa, ma i compiti dei diversi soggetti pastorali con le responsabilità e l’impegno che non può che scaturire dalla formazione e coniugarsi nell’azione.

Lo “stile” pastorale SITUAZIONE INIZIALE Pensare la pastorale. Intendere la realtà in ordine alla prospettiva evangelica Comprendere l’oggi della salvezza integrale dell’uomo. È COMPITO DELLA PASTORALE COMPRENDERE L’OGGI DELLA SALVEZZA INTEGRALE DELL’UOMO.

Lo “stile” pastorale INDICAZIONI CONCRETE Rievangelizzare la comunità: capacità di trasformare la storia umana in storia di salvezza; verificare se le scelte operate vanno nella direzione del Vangelo. Riappropriarsi del linguaggio biblico: la Parola è realtà dell’azione di Dio in ogni tempo e luogo; la progettazione pastorale diventa comprensione attualizzante delle Parola. Ritrovarsi nel discernimento comunitario: richiamare lo sviluppo di molte e diverse competenze; curare la corretta comunicazione all’interno della comunità. E’ COMPITO DELLA PASTORALE COMPRENDERE L’OGGI DELLA SALVEZZA INTEGRALE DELL’UOMO.

Lo “stile” pastorale RIFERIMENTI PER LA RIFLESSIONE L’impegno nel discernimento che coinvolge il CPP in un lavoro serio perché esprime il cuore ed il motivo della sua esistenza: Individuare la missione della comunità nel territorio e nel mondo. La dimensione profetica della comunità che si realizza attraverso la lettura dei segni dei tempi. Conversione continua del singolo e della comunità. La Chiesa che si ricomprendere e si ricolloca nella storia. Aprirsi agli orizzonti del mistero di Dio. Feconda e vera pratica del consenso intraecclesiale La prassi messianica di Gesù come riferimento per l’autenticità delle esperienze ecclesiali.

RIFERIMENTI PER LA RIFLESSIONE Lo “stile” pastorale RIFERIMENTI PER LA RIFLESSIONE Un buon discernimento è: dinamico - condivisione degli intenti, alla ricerca continua, alla responsabilità battesimale di ciascuno; pastorale - adeguata visione missionaria, ministeriale e carismatica della chiesa locale; la metodologia della progettazione pastorale costringe positivamente ad individuare il cambio pastorale da realizzare; comunicativo – la democraticità e la carismaticità della ricerca coinvolge ciascuno membro del CPP; lo stile del racconto, dell’esemplificazione ed il riferimento alla Parola di Dio può facilitare tale sforzo; formativo – dare voce alle persone perché sviluppino reciprocità, scoprire l’importanza del ruolo di ciascuno, abituare ad accogliere la diversità come motivo di crescita. SONO QUESTI ALCUNI ACCORGIMENTI CHE DEVONO GUIDARE CHI È CHIAMATO A CONDURRE L’ITINERARIO DEL CPP

Consiglio Pastorale Parrocchiale Missionarietà e Consiglio Pastorale Parrocchiale Adesso siamo pronti ad affrontare temi pastorali e ci accorgiamo che, strada facendo, abbiamo già incontrato la storia concreta della comunità, le sue scelte, le sue conquiste insieme ai passi falsi, ci siamo cioè fatti un’idea dell’azione pastorale. Il cammino è tracciato e la corresponsabilità diventa luogo dove esprimere la missionarietà che compete ad ogni battezzato proprio in forza del Battesimo stesso. Il posto è indifferente, il ruolo è insostituibile.