XIV cappella L’assunzione di Maria Vergine al cielo «Tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente» (Lc 1, 48-49).
Un decreto del vescovo Ambrogio Torriani, conseguente alla Visita pastorale dell’ottobre 1670, informa che le chiavi della cappella erano detenute dalla Comunità di Sala, che risulta, ad evidenza, committente dell’edificio e del suo arredo. Nel decreto è fatto ordine di riparare le statue e le pitture rovinate dalla pioggia entrante dalla cupoletta. A seguito di questo precetto, le finestrelle della stessa furono chiuse. La cappella ha pianta ottagonale.
All’interno, la classica scena dell’Assunzione. A terra il sepolcro della Vergine scoperchiato e vuoto e gli Apostoli disorientati che la osservano lievitare verso il cielo dove il Padre l’attende.
L’autore, piuttosto debole nelle fisionomie e nelle espressioni, molto s’affida alla, peraltro fredda e scontata gestualità delle figure.
Paesaggio con architetture fantastiche.
Sul verso della spalla di uno degli apostoli è graffita la scritta, di discussa interpretazione: ” “F. co S. va 16 F 65 c. a S. a 18 Ag.to.” Che significherebbe: Francesco Silva fecit in 1665 codesta statua il 18 agosto. Piera Gatta Papavassilou ritiene l’autore delle 32 statue non sia né il padre, né il figlio di Agostino, ma un Silva collaboratore dei due. Questa sua ipotesi sarebbe avvalorata anche dal fatto che un Francesco Silva collaborò con Agostino Silva nei lavori al duomo di Como TESTA